Recensione iPad mini 6, il tablet piccolo senza complesso d’inferiorità

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I tablet sono nati come elemento di congiunzione tra il mondo mobile e quello desktop. Un po’ smartphone e un po’ computer, si trovano ancora oggi in una terra di mezzo dai confini incerti e difficili da stabilire. Immaginiamo di inserire tutte le funzioni di un iPad in un cerchio e di fare lo stesso anche con quelle dell’iPhone e del Mac. Le aree di intersezione tra gli insiemi includeranno ciò che è fattibile su diversi dispositivi mentre all’esterno ci saranno le specializzazioni. Con tutti possiamo navigare o mandare una mail, ma solo al computer c’è un multitasking completo e senza limiti di app o finestre, l’iPhone rimane l’unico ad usare la SIM per telefonare e la Apple Pencil è una esclusiva dell’iPad. Questi pochi esempi servono a ricordarci che ci sono operazioni per cui può essere necessario uno specifico dispositivo ed altre per cui si può scegliere. Ed è proprio su queste ultime che spesso ci si interroga: quante e quali attività che posso già svolgere con smartphone o computer saranno più comode sul tablet? Quelle per cui l’iPad è essenziale nella misura in cui lo è un cacciavite per avvitare sono relativamente poche. Il caso del disegnatore che lavora sull’iPad – e solo sull’iPad – rimane l’eccezione. Parliamo di persone che lo hanno preferito con la Apple Pencil alla tavoletta grafica, quindi una porzione di un pubblico già di per sé piuttosto ristretto.

Si tratta dunque di valutare il “dispositivo in più”, quello che si pensa (o spera) possa essere più comodo in determinate circostanze. Magari all’Università, sul divano, durante le riunioni o come unico “computer” da portare in trasferta. Situazioni in cui potrà anche non essere strettamente necessario ma può risultare utilissimo. Un po’ come l’avvitatore elettrico fa risparmiare tempo e fatica rispetto al cacciavite. Quindi il mio considerarlo tendenzialmente superfluo non è intenso in senso negativo, ma come esaltazione delle preferenze personali. Non si può cioè giudicare la sua potenziale importanza per gli altri, ma solo per noi stessi e per chi svolge attività analoghe. Ci sono situazioni in cui l’iPad base a 389€ può essere sufficiente come computer per tutta la famiglia ed altre in cui sarà poco più di un costoso soprammobile.

Un iPad Air più piccolo

Inizio così a parlarvi dell’iPad mini 6, ovvero il tablet più piccolo realizzato da Apple. Attenzione che mini si riferisce alla dimensioni e non ha nulla a che fare con il prezzo o le prestazioni. Un po’ come l’iPhone 13 mini è semplicemente una versione più piccola dell’iPhone 13, mantenendo le medesime caratteristiche tecniche. Qui, però, il capofamiglia è l’iPad Air. Prodotto che è stato aggiornato ad ottobre del 2020 con un design completamente nuovo, ispirato ai modelli Pro. E proprio quell’iPad Air oggi è stato rimpicciolito senza perdere qualità. Anzi, essendo l’iPad mini più nuovo, ne ha alcune migliori, come il SoC A15, la camera frontale con Center Stage, il supporto audio Dolby Atmos e la connettività 5G per le versioni Cellular.

iPhone 13 e iPad mini in colorazione Galassia

Le novità hanno tuttavia avuto un impatto sul prezzo, esattamente come è successo all’Air cambiando design e passando dai 569€ del terzo modello da 10,5″ con Touch ID frontale ai 669€ di quello di quarta generazione con il design del Pro e lo schermo da 10,9″. L’unico vantaggio che ha attualmente l’Air è che essendo meno recente è già soggetto a sconti. Inoltre si può stare sicuri che il prossimo Air 5 colmerà il gap e se il rilascio di due modelli continuerà ad avvenire in momenti diversi dell’anno, il futuro mini 7 si porterà di nuovo in vantaggio.

Schermo: dove tutto inizia e finisce

I tablet possono essere capaci di infinite cose, ma tutto passa attraverso un’unica finestra: lo schermo. Quello dell’iPad mini è il più piccolo della famiglia, anche se nel cambio di design è leggermente cresciuto: si passa da 7,9″ a 8,3″ grazie alle cornici più sottili in alto e in basso. Dato che la larghezza è la stessa, c’è un nuovo form factor leggermente più allungato: non più 4:3 ma 10,5:16. Questo cambiamento incide molto, e in positivo, nella riproduzione di video in modalità landscape, perché il contenuto è più ampio e ci sono meno bande nere.

Se escludiamo la dicitura “Liquid Retina”, che indica la presenza di bordi arrotondati, le qualità generali del display non sono cambiate. La risoluzione è sostanzialmente la stessa e sono uguali anche la luminosità, la gamma colore, la laminazione completa, il trattamento antiriflesso e il supporto per True Tone. Manca quindi ProMotion e la frequenza di refresh è fissa a 60Hz, come d’altronde è per tutti gli iPad tranne i costosi modelli Pro.

SCHERMI iPad mini 5 iPad mini 6 iPad Air 4
Diagonale 7,9″ 8,3″ 10,9″
Risoluzione 2048 x 1536 pixel 2266 × 1488 pixel 2360 × 1640 pixel
Proporzioni 4 : 3 10,5 : 16 11,12 : 16
Densità 324 ppi 326 ppi 264 ppi
Luminosità 500 nit 500 nit 500 nit
Colore sRGB + P3 sRGB + P3 sRGB + P3
Laminazione piena
Antiriflesso
Tecnologia IPS IPS Liquid Retina IPS Liquid Retina
True Tone

Ho sentito alcune lamentele circa la resa di questo display nello scorrimento delle pagine e non so se ciò dipenda da aspettative troppo elevate, da un bug software o da un difetto hardware di alcune unità, posso solo dire che nel mio esemplare è tutto normale. Complessivamente è un display adeguato, ma sicuramente più adatto all’uso in ambienti chiusi perché sotto il sole diretto la visibilità scende parecchio.

La risoluzione è alta ma i testi piccoli

Il fatto che abbia una quantità di pixel così elevata in dimensioni compatte, rende possibile un uso sostanzialmente analogo a quello dell’iPad Air 4 in termini di spazio di lavoro, ma con caratteri ed elementi più piccoli. Questa cosa è un po’ un’arma a doppio taglio perché se è vero che sia una potenzialità operativa identica a quella del tablet più grande, con i 326 ppi invece di 264 ppi dell’Air alcuni contenuti possono essere davvero piccoli. Io mi sono trovato meglio aumentando di uno step la dimensione del font di sistema e scegliendo le icone grandi nella home.

Prestazioni: un balzo lungo 3 generazioni

Il SoC Apple A15 viaggia molto bene e rappresenta un deciso salto in avanti rispetto al precedente A12. Ci sono ben tre generazioni a separarli e si vede in tutto, sia nella reattività del quotidiano che nelle sessioni di gaming e produttività. È sempre scorrevole e reattivo, i limiti stanno in iPadOS. Un “computer” con queste prestazioni e macOS potrebbe essere in grado di fare molto di più, ma posso capire perché non si voglia andare su questa strada. È probabile che Apple abbia già trovato la soluzione per portare su iPad la multiutenza, il supporto alle scrivanie estese con display esterni e un multitasking vero con finestre, però temo che non vedremo nulla di vagamente simile finché le vendite dei tablet non torneranno stazionari e ci sarà bisogno di qualcosa di realmente nuovo per ritornare a crescere.

Prestazioni iPad mini 5 iPad mini 6
SoC Apple A12 Apple A15
RAM 3 GB 4 GB
CPU Single-Core 1114 1595
CPU Multi-Core 2780 4524
GPU Compute Metal 5647 13487
Machine Learning 569 911
*prestazioni calcolate con Geekbench 5

iPad mini vs iPhone Pro Max

L’aspetto più interessante di un tablet di queste dimensioni è la sua ergonomia, che si tende a valutare anche in relazione al proprio smartphone. C’è ad esempio chi sostiene che sia meglio optare per un display molto grande così da usare un unico dispositivo per tutto, ma non è la mia scelta. Fino ad 11 Pro Max ce la facevo ancora, ma con le dimensioni ed il peso di 12/13 Pro Max siamo andati troppo oltre. Senza contare che non ho visto un particolare vantaggio nell’uso dato dai 6,7″. L’iPad mini, al contrario, è tutta un’altra cosa rispetto allo smartphone. È un tablet in tutto e per tutto, ed è una cosa che si percepisce nell’uso. Inoltre la superficie degli 8,3″ in 10,5:16 (203.9 cmq) è molto più grande di quanto si immagina rispetto a quella de 6,7″ in 9:19.5 (109.8 cmq) dell’iPhone Pro Max. Parliamo sostanzialmente del doppio, quindi non ha proprio alcun senso sostenere che se il Pro Max allora l’iPad mini è quasi un doppione. Ci sta che una persona non ne senta il bisogno o che preferisca l’unico dispositivo, ma non illudetevi che sia la stessa cosa.

Colori e Accessori

Io ho scelto il nuovo colore Galassia in quanto mi è parso il meno peggio. Tra l’altro sull’iPhone 13 mi è piaciuto molto perché il retro in vetro è sostanzialmente bianco e i bordi in alluminio leggermente dorato sono meno banali del classico argento. Solo che sull’iPad mini il retro è tutto di alluminio e il color oro spicca di più, pur rimanendo abbastanza delicato. Carino, ma non mi fa impazzire. Il grigio scuro mi ha annoiato già da anni e non mi piacciono tanto neanche il rosa e il viola. Insomma, avrei preferito i colori vivaci dell’iPad Air, che sarebbero stati ancor più a loro agio su un prodotto così snello.

Sì alla Apple Pencil 2, no alla Magic Keyboard. La matita trova spazio sul lato destro, occupandolo quasi per intero. Per questo motivo lì non ci sono tasti e quelli per il volume si trovano in alto a sinistra, dato che utilizzando la Smart Folio in modalità stand la parte laterale sinistra va sotto e non risulta accessibile.

L’assenza dello Smart Connector – che ormai c’è anche sull’iPad base – rende impossibile la creazione di custodie con tastiera comode da abbinare. Altri produttori le potranno sempre realizzare, ma senza connessione diretta dovranno usare il Bluetooth ed avere una propria batteria interna. Mettendo l’iPad mini in orizzontale si capisce facilmente perché Apple non ha pensato ad una tastiera: i tasti sarebbero stati troppo piccoli. Però sarei curioso di provarla una buona se dovesse uscire, confido in qualche esperimento di Logitech magari, che almeno le fa con layout italiano. Ad ogni modo un tablet di queste dimensioni non nasce per l’uso sulla scrivania ma se proprio dovesse capitare si potrebbe ripiegare sulla ultra sottile Keys-To-Go

Ergonomia: comodo, ma poteva esserlo di più

Il display dell’iPad mini ha delle cornici abbastanza evidenti tutto intorno che non mi dispiacciono. Preferisco senza dubbio il fatto che siano uguali su tutti i lati che averle più sottili solo da qualche parte. È il design del nuovo Air e dei modelli Pro, secondo me molto riuscito. Per altro quel margine intorno ti dà la possibilità e la sensazione di poterlo tenere poggiando le dita senza attivare tocchi involontari. È un formato che mi piace molto e trovo perfetto per il mio uso, anche se non vale per tutti. Ritorniamo al discorso di cioè che si vuole – o si pensa di – poter fare con un tablet: se l’obiettivo è di sostituire un computer, di lavorare con testi piccoli come su fogli di calcolo o scrivere molto su una scrivania, gli iPad grandi sono più indicati; se invece si ricerca l’uso più disinvolto, con fruizione di contenuti video, social, navigazione, ecc.. tenendo anche spesso il tablet con una mano sola sul divano, a letto, in bagno, che sia in piedi, seduti o sdraiati, il mini è incredibilmente più comodo. O almeno: questa è la mia sensazione. Ci sono tuttavia tre cose che non mi sono piaciute nella struttura.

Personalmente avrei rivisto la posizione dei tasti volume. Quando lo tieni in orizzontale te li trovi troppo in basso a sinistra, se lo tieni in verticale sono troppo in alto e in entrambi i casi devi modificare l’impugnatura. È chiaro che si possa usare anche capovolto, ma in verticale ti va la camera giù e in orizzontale la cover nativa ti guida perché si arrotola solo da un lato. Capisco che il lato destro sia interamente occupato dalla Apple Pencil e che quello sinistro vada giù (sempre usando le cover con copertina) rendendo i tasti irraggiungibili, ma sarebbe stato molto meglio averli all’angolo opposto. Nell’orientamento verticale li si poteva raggiungere con il pollice della mano destra in basso e in quello orizzontale si potevano azionare con l’indice della stessa mano.

Tasti che girano: Apple ha pensato di fare una cosa intelligente modificando l’orientamento dei tasti insieme a quello del tablet, per cui quello a destra alza il volume quando sei in verticale e ce li hai sopra, mentre lo abbassa se lo tieni al contrario. Stesso discorso anche con i diversi orientamenti in orizzontale. L’idea è apparentemente logica ma non essendo un comportamento tipico e condiviso sugli altri dispositivi, l’istinto porta a sbagliare. Chi ha un iPhone può fare una prova per capire se trova utile questa novità, basta metterlo in orizzontale con i tasti volume in basso e chiedersi: “quale vorrei usare per alzare il volume?”. Se la risposta è “quello a destra”, allora la pensate come e apprezzerete l’iPad mini, se come me optate per “quello a sinistra” per abitudine o perché il vostro cervello mantiene in automatico i riferimenti anche ruotando gli oggetti, allora vi troverete male. E soprattutto c’è da chiedersi perché da una parte fanno in un modo e dall’altra no. Mettessero una opzione almeno.

Altra cosa su cui ho qualche riserva è la larghezza del tablet. È la stessa di prima e si riesce a tenere con una mano sola, ma con un po’ di fatica. Un centimetro in meno lo avrebbe reso perfetto. E per un prodotto di questo tipo uno schermo leggermente più allungato, diciamo in 16:9, sarebbe stato decisamente meglio. L’attuale 10,5:16 è prossimo ai 2:3, che è comodo su un computer in cui lo schermo sta sempre in orizzontale, così come sui tablet da produttività come l’Air, in cui capiterà più spesso di lavorare su scrivania o con app affiancate. L’iPad mini, al contrario, ti porta all’uso in verticale quando hai a che fare con contenuti generici e in orizzontale quasi solo per i video. Quindi nel primo caso sarebbe stato più comodo da tenere con una mano e nel secondo avremmo avuto meno bande nere vuote sopra e sotto. Capire in cosa un prodotto sia migliore e specializzarlo in quella direzione è molto più sensato che usare lo stesso formato da 8,3″ a 12,9″, perché sono prodotti che si tengono e si usano in modo completamente diverso.

Tastiera orizzontale: un problema non risolto riguarda la tastiera in orizzontale, che copre quasi 2:3 dello schermo. Ci sono le opzioni “fluttuante” (troppo stretta solo da un lato) e “dividi” (che copre parte dei contenuti), ma sarebbe stato più comodo riproporla alla stessa larghezza della tastiera in verticale, lasciando spazio vuoto ai lati per le emoji o altro.

Il fatto che non ci sia il Face ID ma il Touch ID era assolutamente prevedibile. Nell’Air l’ho trovato anche piuttosto comodo anche se non quanto il riconoscimento del volto dei modelli Pro e degli iPhone. Pensavo dunque di avere la stessa sensazione generale su iPad mini, ma in realtà mi è sembrato più scomodo che sull’Air. Mi sono interrogato sulle motivazioni possibili e l’unica che mi viene in mente è che l’Air l’ho usato per lo più in orizzontale, quindi lo trovavo a sinistra allungando il dito, mentre il mini mi porta all’uso verticale e a dover spostare la mano destra fino a raggiungere il pulsante che sta in alto. Ho provato ad usarlo testa in giù registrando il pollice e va un po’ meglio, anche se non è la cosa più naturale del mondo se hai la cover e anche perché la camera frontale te la trovi sotto. Anche se il Touch ID non riconosce il dito messo al contrario, quindi lo stesso pollice l’ho dovuto memorizzare due volte… per fortuna si può arrivare a 5 dita.

Sblocco con Apple Watch: una volta un utente mi ha chiesto “perché non si può sbloccare l’iPad con l’Apple Watch?”. E io prontamente ho risposto: “perché lo abbini all’iPhone, non all’iPad”. Allora mi ha ribattuto: “ma sul Mac funziona…”. Come dargli torto? Lo sblocco con Apple Watch avrebbe reso il tutto molto più fluido.

Se ho voluto focalizzarmi sugli aspetti potenzialmente negativi è perché quelli positivi sono più evidenti. Un tablet in questo formato e con un peso di soli 300 grammi è davvero un amore. Io faccio spesso ricerche online, nei siti ufficiali come in quelli di e-commerce, e navigare con un browser desktop a tutti gli effetti su uno schermo di questa taglia è davvero comodo. Così com’è comodo scrivere in verticale direttamente sullo schermo, che siano note, email o articoli, ed è perfetto per i video. L’ho trovato anche il migliore tra tutti sul fronte gaming perché è proprio “giusto” sia nel peso che nella dimensione.

Safari: per me, qui dovevano mettere tab e barra di ricerca in basso come su iPhone. Soprattutto nell’uso in verticale sarebbe stato molto molto più comodo.

Multimedia

L’audio ha guadagnato il supporto per Dolby Atmos e una riproduzione stereo migliore in orizzontale, visto che ora i due altoparlanti sono ai lati corti opposti invece che entrambi da una parte. Tuttavia come qualità di riproduzione generale non ho notato grandi cambiamenti rispetto al vecchio iPad mini, se non un po’ di frequenze basse in più.

Gradevolissimo il funzionamento di Center Stage nelle videochiamate, cosa che per altro non è presente su Air ma c’è sia sul mini che sul nuovo iPad base. Grazie alla fotocamera con maggiore risoluzione ed angolo di campo, l’iPad muove l’inquadratura ingrandendo il volto della persona se è distante e lo segue se si muove. Oppure allarga se entra una seconda persona in campo. In sostanza fa dei tagli, ma avendo lo spazio in più a disposizione riesce a darci una inquadratura pulita anche quando non si è attenti a dove sta la fotocamera e a ciò che sta inquadrando. Speriamo di vedere meno primi piani di fronte e mento grazie a questo espediente (un esempio della resa è nel video).

La fotocamera posteriore è anche migliorata, non a caso è il primo iPad mini in cui sporge. Però la superficie è abbastanza ampia da compensare, quindi traballa poco sulla scrivania, e ovviamente la cover livella tutto. Ottimo che ora si possano girare video in 4K fino a 60fps, i precedenti 1080p erano anacronistici. Non sono un grande fan dell’uso della fotocamera su tablet, ma su questo formato inizia ad essere abbastanza pratica, quindi bene.

Autonomia

La mia personalissima sensazione è che la batteria duri di meno degli altri iPad, anche se la scheda tecnica riporta le canoniche 10 ore di navigazione web o riproduzione video. In media ci ho fatto 5 ore di uso reale, giusto qualcosa in più in alcuni casi, ma devo dire che lo sto sfruttando più spesso degli altri iPad. Sarà forse l’entusiasmo della novità o magari perché è davvero più comodo, lo scoprirò solo con il tempo. Per ora posso dire che in studio tendo a portarmi dietro lui e anche la sera a letto, i classici giri prima di guardare un po’ la TV li faccio ormai sull’iPad e vedo finalmente bene pur mantenendo una buona maneggevolezza.

Conclusione

Voto 4,5/5Se ho voluto iniziare questa recensione parlando di cosa è un tablet in termini generici non è stato per farvi perdere tempo, ma per arrivare alle conclusioni con un punto fermo in testa: smettiamola di giudicare l’utilità di un dispositivo solo in base alle nostre abitudini. È chiaro che questo discorso si applica un po’ a tutto, ma credo valga ancora di più per i tablet dato che le funzioni che svolgono sono in larga parte ottenibili con l’accoppiata smartphone più computer. Ecco perché tutto dipende dal giudizio dell’utilizzatore, dalle sue reali necessità ed abitudini.

Ad oggi io non riesco a replicare la velocità operativa e produttiva di macOS su iPad Pro per ciò che faccio al computer ogni giorno. Potrei spostare lì il 20% delle attività senza sacrifici, per il resto avrei difficoltà. Riesco invece a replicare comodamente forse il 90% di ciò che faccio con iPhone (social, sviluppo foto leggero e piccoli montaggi video, alcune operazioni bancarie, casual gaming, controllo remoto delle videocamere, domotica, ricerche, ecc..) escludendo ovviamente le telefonate e tutti quei momenti in cui sia importante l’uso ad una mano e la maggiore portabilità dello smartphone. Dal momento che ho smesso di sperare in una evoluzione importante di iPadOS a breve termine, ne deduco che per me optare per gli iPad grandi sia poco utile, infatti ho il Pro 11″ e lo uso pochissimo: troppo grande per un uso casual, poco versatile per un uso professionale. Trovo dunque più adeguato alle mie esigenze l’iPad mini, difatti mi accorgo di utilizzarlo con maggiore piacere e frequenza (e lo dico avendo avuto anche le versioni precedenti del piccoletto).

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Questa è la mia verità e, come tale, è del tutto soggettiva. Capisco bene che ci possano essere persone – probabilmente la maggioranza – che invece preferiscono i modelli più grandi perché riescono a sfruttarli meglio. Ad esempio: come secondo schermo per il Mac, l’iPad Air è molto più comodo, così come per avere due app visibili insieme o per l’uso della tastiera. Ogni scelta porta inevitabilmente ad un compromesso e tutto sta nel valutare ciò che è più importante per noi. Per lo stesso motivo dall’anno scorso ho smesso di acquistare le versioni Max dell’iPhone, perché mi sono accorto di riuscire a fare esattamente le stesse cose e senza rimpianti sul modello a 6,1″ avendo un grande vantaggio in dimensioni e peso.

Probabilmente l’iPad mini e l’iPhone Pro Max saranno integrabili in un foldable – se e quando Apple deciderà di realizzarlo. Per il momento vedo questo piccolo tablet come un’ottima soluzione per chi voglia avere uno schermo molto più grande dell’iPhone più grande (la superficie è doppia) contenendo dimensioni e peso. In sintesi: a me è piaciuto.

PRO
PRO Dimensioni comode
PRO Schermo buono, specie al chiuso
PRO Ottima risoluzione
PRO Form factor allungato più utile su queste dimensioni
PRO Peso contenuto
PRO Buone prestazioni con A15
PRO Fotocamera valida per un tablet
PRO Fotocamera frontale con Center Stage
PRO Comodo per Apple Pencil 2

CONTRO
CONTRO Non ha Smart Connector e tastiera
CONTRO I testi possono essere troppo piccoli

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Per la produttività è meglio un iPad grande con tastiera

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.