Recensione iPhone 13 e 13 mini, la parola chiave è perfezionamento

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È molto difficile percepire il cambiamento durante un’evoluzione lenta e progressiva. Il mercato smartphone procedere così ormai da anni e ancora di più gli iPhone, dato che Apple tende a proporre pochi cambi netti invece che diverse sperimentazioni casuali. L’anno scorso si è ampliata la linea con l’arrivo dell’iPhone in versione “mini” ed è cambiato un po’ il design, preferendo cornici squadrate. Da qualche tempo si è abbandonata la dicitura “s” (cosa che preferisco per evitare nomi troppo lunghi da pronunciare) ma a conti fatti è sempre lì, come generazione successiva ad un cambio di design in cui si lavora più sul perfezionamento. In questo modo sono nati alcuni tra i migliori iPhone del passato ed è così che bisogna approcciarsi ai modelli 13.

Design

Già l’anno scorso c’era chi diceva che gli iPhone 12 fossero troppo simili ai precedenti. Quest’anno, sono sostanzialmente uguali. A prescindere dal nome ufficiale, è evidente che siamo di fronte ad una generazione “s” di affinamento. Se escludiamo la posizione delle due fotocamere, ora in diagonale, l’elemento di distinzione più vistoso è nel notch. Negli iPhone 13 misura 2,62 x 0,57 cm, mentre nei 12 era 3,45 x 0,53 cm. Le misure le ho prese con un semplice righello, per cui il decimale è stimato ad occhio e magari non precisissimo, ma in sostanza è vistosamente più stretto e leggermente più alto.

Lo spazio recuperato sul display non è comunque molto, difatti Apple ha preferito aumentare i margini piuttosto che aggiungere informazioni e non c’è ancora la possibilità di vedere la percentuale di batteria senza aprire il Centro di Controllo. Alla fine è sempre il notch, non è che si noti una grande differenza nell’uso reale finché non ti fermi a guardarlo. L’unica cosa potenzialmente negativa è che quei decimi di mm in più portano a tagliare una piccolissima fetta di immagine nei video in 18:9, cosa che non succedeva con i precedenti. A mio avviso sarebbe meglio introdurre una piccolissima riduzione del frame per evitarlo. Chissà che non lo facciano in futuro.

Schermo

Non cambiano le caratteristiche principali dei display Super Retina XDR in termini di diagonale e risoluzione rispetto ai modelli 12 e 12 mini. Una novità però c’è ed è piuttosto interessante: la luminosità passa da 625 a 800 nit, equiparando quella che lo scorso anno era dei 12 Pro. In ambienti chiusi o mediamente illuminati non si notano differenze, mentre sotto la luce diretta del sole lo schermo riesce ad essere un po’ più visibile. Non si tratta di un cambiamento radicale, ma aiuta. Anche perché quando lo smartphone scalda e riduce la luminosità, qui si nota molto di meno.

  • iPhone 13 mini: 5,4″ (2340 x 1080 pixel) 476 ppi @ 800 nit
  • iPhone 13: 6,1″ (2532 x 1180 pixel) 460 ppi @ 800 nit

Il modello 13 rimane la scelta più genericamente consigliabile, perché lo smartphone non è troppo grande pur offrendo un’ampia visuale. La versione mini è indicata per chi predilige portabilità e leggerezza, ma richiede qualche sacrificio nella visualizzazione dei contenuti multimediali e testi.

Fotocamere

Su iPhone 13 e 13 mini abbiamo due fotocamere, manca all’appello il teleobiettivo che rimane un’esclusiva dei modelli Pro. La ultrawide da 13mm ha un angolo di campo di 120° e rappresenta uno zoom out rispetto alla principale da 26mm che si può leggere come 0,5x. Le caratteristiche tecniche non sono cambiate rispetto a quelle degli iPhone 12 e 12 Pro – solo da quest’anno i Pro montano una ultrawide migliore.

Apple assicura che il sensore dei 13 è più veloce nella lettura delle informazioni grazie anche al nuovo ISP dell’A15, ed è per quest’ultimo che vediamo delle differenze. Ricordate che la fotografia da smartphone viene definita “computazionale” perché gran parte del risultato è merito di software ed elettronica, dunque non è strano che a parità di specifiche del sensore e della lente si possa verificare un miglioramento.

Iniziando da un’analisi sommaria, la fotografia ottenuta dall’ultra grandangolo dell’iPhone 13 mostra alcuni punti di vantaggio rispetto a quella del 12. Prima di tutto i colori hanno perso quella tendenza giallo-verde e risultano più bilanciati e naturali. Poi c’è il nuovo Smart HDR 4 che fa un balzo in avanti nell’esposizione delle zone d’ombra, in cui si vedono chiaramente più dettagli. La cosa più interessante, però, è che il risultato complessivo appare meno artefatto, perché è stata ridotta quella brutta nitidezza esasperata che caratterizzava i modelli 12.

Riporto di seguito un confronto anche con la fotocamera ultrawide del 13 Pro e del Galaxy S21 Ultra, evidenziando alcune porzioni d’immagine indicative. A mio avviso il 12 è visivamente inferiore, ma devo dire che anche di non notare un particolare vantaggio del 13 Pro rispetto al 13, seppure su questo ci sia una fotocamera nuova e tecnicamente superiore.

Il Samsung ha una resa piuttosto esasperata, sia nei colori che nel dettaglio. L’impressione è che l’immagine sia parecchio più nitida, e forse un po’ di informazioni in più ci sono, però il merito principale di questa sensazione è dovuto ad un eccesso di chiarezza in post-produzione. Se si guarda da vicino (questo è un ingrandimento del 200%) il tappeto di erba e foglie secche su S21 Ultra assomiglia più ad un’area di rumore digitale colorato di arancione. Sull’iPhone vengono fuori più chiaramente gli elementi che si differenziano dagli altri per colore, forma o dimensione.

iPhone 13 ha la fotocamera del 12 Pro Max

La fotocamera principale fa un salto di qualità nelle caratteristiche tecniche, con un sensore più grande e stabilizzato. Apple ha messo negli iPhone 13 (anche il mini) lo stesso modulo che l’anno scorso equipaggiava esclusivamente il 12 Pro Max. L’apertura dell’obiettivo rimane f/1,6 e la lunghezza focale di 26mm equivalente, ma in realtà ora è un 5,1mm per coprire il sensore più grande (prima era 4,2mm). La dimensione dei singoli pixel cresce da 1.4µm a 1.7µm, per questo si cattura più luce.

Ad uno sguardo sommario potrebbero non notarsi molte differenze, così come non ce n’erano poi molte tra 12 e 12 Pro Max: giusto in penombra c’era meno rumore (ma la modalità notte le avvicinava). Alla fine il confronto è lo stesso che si può fare oggi tra 12 e 13, dato che quest’ultimo eredita il modulo fotografico del 12 Pro Max, solo che questa volta c’è il nuovo ISP dell’A15 ad aggiungere un po’ di sale.

La resa cromatica della camera principale del 12 era migliore di quella della ultrawide e per questo sul 13 si è dovuto correggere meno in quel senso. Si conferma molto valido l’apporto dello Smart HDR 4, che recupera più luce ed informazioni nella aree buie, senza arrivare a fastidiosi eccessi.

In questo confronto a quattro – tutti con sensori diversi – l’iPhone 13 ha restituito un’immagine un po’ più spenta delle altre, ma non dipende dal sensore: essendo scatti in automatico può succedere che l’esposizione sia calcolata diversamente muovendosi di pochissimo. Difatti nel confronto precedente la resa era quasi identica a quella del 12. A parte questo, l’immagine del 13 ha qualche dettaglio in più rispetto al 12.

S21 Ultra ha un sensore principale da 108 MP che cattura evidentemente più dettagli, ma anche qui eccede un po’ con la saturazione del colore, il recupero delle ombre innaturale (basta guardare il tronco in primo piano che sembra quasi rosa/viola) e l’eccesso di micro contrasto. Gusti a parte, va detto che se confrontiamo un crop ravvicinato del precedente scatto di iPhone 13 (non Pro) con quello di S21 Ultra, la differenza a vantaggio di quest’ultimo in termini di dettagli è così elevata da passare sopra a qualsiasi dubbio sull’over processing per quanto mi riguarda.

Apple ha deciso di non offrire sugli iPhone 13 la modalità di scatto con ProRAW. Purtroppo sembra sia una decisione di puro marketing dato che ora il sensore del 13 è quello del 12 Pro Max che aveva il ProRAW e il è SoC migliore, quindi l’unica mancanza potrebbero essere i 4GB invece che 6GB di RAM, ma sembra difficile che sia quella la condizione necessaria per scattare una foto in RAW…

Una piccola novità interessante è la maggiore enfasi sui profili di scatto. Già prima si poteva selezionare uno stile fotografico, ma ora viene presentato in modo più evidente offrendo la possibilità di personalizzare tonalità e temperatura colore, che verranno memorizzati per gli scatti successivi. Trovo però questa sezione ancora un po’ confusa, in quanto dalle impostazioni Fotocamera viene presentata come “Sili fotografici” e si possono scegliere: Standard, Contrasto elevato, Brillante, Caldo, Freddo.

Direttamente dall’app Fotocamera sono rimasti anche i vecchi stili: Vivido, Vivido toni caldi, Vivido toni freddi, Drammatico toni caldi, Drammatico toni freddi, Mono, Metallico e Noir, dove però non ci sono personalizzazioni. Avrebbe avuto molto più senso integrare tutto insieme in un’unica sezione Stili con qualche personalizzazione in più.

Video

Da qualche generazione, l’iPhone si è imposto come uno tra i migliori smartphone per quanto concerne il comparto video. E non è tanto una questione di risoluzione ma di consistenza dei risultati: quando si preme rec ci si può dimenticare di tutto, perché tutti gli automatismi fanno davvero un gran lavoro.

Le caratteristiche degli obiettivi le abbiamo già discusse e in termini di specifiche generali non ci sono variazioni rispetto allo scorso anno, con un massimo di 4K fino a 60fps e la possibilità di attivare i formati PAL 25/50fps che sono esenti da flicker in Italia e più adatti ai nostri TV (mentre i 30/60 si riproducono meglio al computer). Lo slow motion arriva a 240fps in 1080p utilizzando il formato ad efficienza elevata (H.265), mentre con H.264 ci si ferma a 120fps.

Un piccolo trick che uso spesso è quello di inserire clip 4K a 60fps nei montaggi video su timeline a 24fps, perché così ottengo uno slomo 2.5x ma a piena risoluzione.

La messa a fuoco continua nel video funziona in modo piuttosto intelligente, identifica con buona sicurezza il soggetto primario ed effettua dei passaggi diretti e sicuri. Valida anche la stabilizzazione: non si vede in fase di cattura ma viene applicata in un istante dopo la registrazione, pronta appena si riguarda il video. Queste due cose garantiscono buoni risultati senza richiedere troppa attenzione all’utente.

A parte le migliorie dovute al sensore ed al nuovo ISP – compreso lo Smart HDR 4 – ci sono due novità da segnalare. La prima è che ora anche i modelli base, ovvero 13 e 13 mini, sono capaci di girare video in HDR Dolby Vision fino a 60fps, mentre nei 12 si era limitati a 30fps. La seconda è la nuova Modalità Cinema, su cui Apple ha posto molta enfasi in fase di presentazione.

Modalità Cinema: usatela con parsimomia

Si tratta di una funzionalità davvero interessante, il cui obiettivo è quello di catturare dei video con un look più cinematografico. Quando si attiva, si può usare solo la fotocamera principale e il formato scende automaticamente a 1080p @ 30fps. Si può scegliere un valore di apertura fittizio in alto a destra, dove ad un numero più basso corrisponde una minore profondità di campo e quindi un maggiore sfocato tra i piani.

Durante la registrazione si potrà modificare il punto da mettere a fuoco con un tocco sullo schermo, oppure lasciare tutto in automatico. L’iPhone salverà il filmato normale con tutta la scena a fuoco ma memorizzerà anche una mappa tridimensionale, ricreata analizzando l’ambiente. L’effetto sfocato sarà, appunto, un effetto, e per questo modificabile anche dopo la registrazione.

Qui il merito è della potenza del SoC Apple A15: non si usa il LiDAR o la fotocamera tele, per questo funziona anche sugli iPhone 13 non Pro.

Interessante notare che con la modalità Cinema cambiano anche un po’ la gestione dell’esposizione automatica e la velocità nei cambi di fuoco (più lenti). Tutto è impostato per restituire un look più da videocamera, infatti anche la stabilizzazione digitale è meno invadente per contenere gli artefatti e sarà più importante usare un gimbal se si vogliono ottenere dei video davvero fluidi. I risultati possono essere impressionanti per uno smartphone, ma non nel senso che rende bella una scena banale o mal illuminata. Il suo apporto si nota come valore aggiunto su una registrazione già molto curata, dando la possibilità di superare uno dei limiti visivi più caratterizzanti degli smartphone, ovvero che con sensori piccoli è quasi sempre tutto a fuoco, dal primo piano allo sfondo.

Qui sopra un esempio di flickering con luce artificiale dovuto alla Modalità Cinema

Le cose a cui stare davvero attenti sono un paio, la prima delle quali è che essendo la mappa tridimensionale “calcolata” può mostrare delle imprecisioni nello scontornare oggetti e persone, un po’ come con le foto ritratto fatte senza l’ausilio del tele e del LiDAR. La seconda è molto più rognosa e dipende dalla frequenza di 30fps (non modificabile) e da come viene calcolato l’otturatore, cose che hanno fatto dimenticandosi di tutti i paesi come l’Italia in cui la rete elettrica viaggia a 50Hz non a 60Hz (che poi è la distinzione alla base tra PAL e NTSC). Difatti con molte sorgenti luminose, in particolare le lampadine, si noterà il flickering (sfarfallio). Non è un problema all’aperto e non lo è con sistemi di illuminazione professionale, ma si sarebbe potuto evitare con un’opzione per il PAL (portando gli attuali 30 a 25fps) e ancora meglio con un più cinematografico frame rate di 24fps, che sarebbe andato bene sia negli US che all’estero. Speriamo in aggiornamenti futuri.

Autonomia, prestazioni e altro…

Finalmente buone nuove sul fronte autonomia, specialmente per il modello mini. Apple ha dichiarato un incremento quest’anno, ma lo fa sempre e quindi avevo più di qualche dubbio. In realtà la differenza è percepibile e si riesce davvero a fare circa 1 ora/1 ora e 30 minuti in più di schermo accesso. Il mini ottiene un giovamento immediato, perché passa da usabile solo per chi ci fa molto poco ad avere una giornata intera senza troppi sacrifici e il 13 va ancora meglio. Di certo l’autonomia è un aspetto su cui è difficile dare certezze, perché basta giocare un ora per sacrificare magari 5 ore di semplice navigazione e social, ma nel passaggio dal vecchio a nuovo il miglioramento c’è ed è molto apprezzato.

PRESTAZIONI iPhone 12 iPhone 13
SoC Apple A14 Apple A15
Dettagli CPU 6-core
GPU 4-core
CPU 6-core
GPU 4-core
Single-core 1599 1740
Multi-core 4082 4628
GPU Compute 9362 10695
Machine Learning 748 926
Prestazioni calcolate con Geekbench 5

Nessuna novità di rilievo per ricezione, qualità delle chiamate e connettività: anche qui il salto maggiore si è avuto l’anno scorso con i modelli 12. E per quanto riguarda il SoC Apple A15, l’incremento c’è ma è marginale, anche perché la RAM è rimasta di 4 GB. Arrivo a dire che sia l’aggiornamento di chip meno notevole di sempre per la famiglia iPhone, ma non è una questione prettamente numerica dato che in multi-core c’è comunque un 15% in più. È che già l’A14 era abbondante per ciò che si fa su uno smartphone al momento, per cui sarà da vedere più in prospettiva con i futuri aggiornamenti per la longevità. Aspetto non proprio trascurabile dato che l’attuale iOS 15 può essere installato su iPhone 6s del 2015 con A9, perché se si mantenesse lo stesso trend in futuro dovremmo arrivare con A15 almeno fino al 2027 con iOS 21.

Conclusione

Voto 4/5Questi sono gli iPhone 13 e 13 mini. Rispetto ai precedenti offrono sostanzialmente la fotocamera principale migliorata, schermi leggermente più luminosi, più autonomia e qualche nuova funzione foto/video. Noto anche un aumento di volume nella riproduzione audio, ma i cambiamenti principali finiscono qui. Certo c’è il nuovo A15 che è più veloce dell’A14, ma non si tratta di una differenza percepibile nell’uso reale perché era già difficile raggiungere i limiti del precedente. Non dico che queste cose non siano interessanti e potenzialmente anche molto utili per qualcuno, ma era chiaro che servisse qualcos’altro per aggiungere un po’ di pepe a questa generazione. Di farli pagare meno non se ne parla – figurarsi! – però ora si parte da 128 GB allo stesso prezzo dei precedenti 64 GB e alla fine si può anche leggere come uno sconto di 50€ su tutte le versioni di 13 e 13 mini.

PREZZI iPhone 12 mini iPhone 13 mini iPhone 12 iPhone 13
64 GB 839 € 939 €
128 GB 889 € 839 € 989 € 939 €
256 GB 1009 € 959 € 1109 € 1059 €
512 GB 1189 € 1289 €

Vero è che nel frattempo i 12 sono scesi molto di prezzo, dunque chi deve comprare oggi potrebbe ancora considerarli dato che non c’è una così grande differenza, ma anche i nuovi 13 hanno iniziato presto ad ottenere sconti su Amazon (per essere aggiornati seguite il nostro canale Telegram @SaggeOfferte_Tech).

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In sintesi si può dire che siamo di fronte ad un classico update di perfezionamento, che storicamente ha portato ai modelli migliori in casa Apple. C’è chi aspetta proprio queste generazioni facendo il cambio smartphone ogni 2 o 4 anni e nei 13 troverà di fatto degli ottimi 12s.

E i modelli Pro?

Per quanto i 13 siano effettivamente migliorati, quest’anno mi sa che i vantaggi dei Pro potrebbero essere sentiti da una platea più ampia rispetto a quanto non è avvenuto l’anno scorso. È vero che non offrono più il vantaggio dello storage, parificato a 128 GB, ma hanno incrementato le distanze dai modelli base su tanti aspetti. C’è ProMotion (display fino a 120Hz invece che 60Hz), uno schermo ancora più luminoso, la modalità macro, 1-core GPU in più e tre fotocamere tutte migliori di queste. In più c’è l’opzione di registrazione video in Apple ProRes, che però ritengo piuttosto di nicchia. Vedremo queste cose nella prossima recensione di 13 Pro / Pro Max per capire quanto effettivamente possano notarsi e in quali circostanze.

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.