Ho disattivato la condivisone degli stati Full Immersion su iOS e macOS, vi spiego perché

L’introduzione della modalità Full Immersion su iOS, iPadOS e Apple Watch, è una delle novità più importanti degli ultimi anni nell’ecosistema Apple. E quando dico ecosistema è perché in realtà è arrivata anche su macOS Monterey qualche mese dopo. Siamo passati dall’avere il classico non disturbare e la modalità guida ad un sistema molto più complesso e personalizzabile, in cui è possibile definire a nostro piacimento gli stati e per ognuno di essi modalità di attivazione e priorità per persone, app e notifiche.

Ho iniziato a provarlo molto tempo fa, usando le versione Beta dei vari sistemi operativi, e vi avevo avvisato: è un sistema molto flessibile, però bisogna dedicargli del tempo per cucirlo sulle nostre esigenze. Personalmente non l’ho fatto, perché ho esigenze molto variegate nel corso della mia giornata e non riesco a schematizzarle come sarebbe opportuno per sfruttarlo al massimo. Probabilmente chi ha orari più costanti può farlo meglio, riuscendo così a trarne il massimo vantaggio. C’è tuttavia una cosa che insospettabilmente mi ha dato fastidio: la condivisione dello stato.

Di base è una cosa fantastica perché tutti i dispositivi possono essere i vettori di un cambiamento che si estende nell’intero ecosistema. Ed ecco che la parolina magica ritorna, ma a giusta ragione. Sono queste attenzioni che rendono Apple, Apple. E sono sempre loro a far apprezzare il vantaggio di utilizzare i suoi dispositivi a 360° nella nostra quotidianità. Eppure io, dopo un po’, l’ho disattivata.

Il pannello di preferenze Full Immersion su macOS Monterey

L’operazione è semplice: su macOS basta andare nelle Preferenze di Sistema / Notifiche e Full Immersion, su iOS/iPadOS si va in Impostazioni / Full Immersion e su Apple Watch si può disattivare la duplicazione della stessa rispetto all’iPhone tramite l’app Watch nella sezione Generali / Full Immersion. Non dico che sia la cosa giusta da fare, ovviamente, ma che nel mio caso è stato meglio così.

Il mio lavoro si svolge spesso al computer, dove preferisco avere l’Apple Watch e l’iPhone senza notifiche per non distrarmi, gestendo tutto dal Mac. Bisogna però capire che quelle stesse notifiche che per alcuni sono una distrazione extra-lavoro, quindi deleterie, per me sono una parte integrante della giornata lavorativa. In altre situazioni, fuori sede, quando ho sempre l’iPhone a portata di mano, preferisco avere le notifiche attive solo lì, perché se metto l’iPhone da parte non voglio sentirmi continui tocchi da parte dell’Apple Watch mentre magari faccio una foto, giro un video, parlo con un cliente. Mi irrita e mi distrae.

A sinistra Full Immersion su iOS, a destra le opzioni nell’app Watch

Queste sono solo due situazioni in cui coscientemente ho notato che la condivisione non funziona per me, in quanto preferisco avere degli stati diversi tra i vari dispositivi. Ma quando l’avevo attiva, all’inizio, ce ne sono state tante altre in cui mi accorgevo in ritardo di aver perso notifiche importanti. Magari avevo semplicemente messo il Non Disturbare sull’Apple Watch mentre facevo la doccia e poi me lo trovavo sul Mac per ore finché non mi accorgevo che tanti colleghi mi avevano scritto e io non avevo risposto.

Spesso è solo questione di tempo. Tempo per abituarsi a comprendere gli automatismi e prevederli, ma dopo le prime volte in cui le cose non sono andate come speravo, ho pensato che semplicemente la condivisione non si adattava al mio stile di vita. Condivido questa mia sensazione con voi anche per avere qualche opinione sincera: siete riusciti a trovare una personalizzazione dei vari stati che sia sempre efficace per voi mantenendo attiva la condivisione di Full Immersion?

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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