Natale e voglia di retrogaming: breve storia di esperimenti con Raspberry e console portatili

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Non so perché ma il Natale mi fa sempre venire voglia di retrogaming. Tra le altre cose mia moglie ha comprato pochi giorni fa un mini-cabinato per i bimbi, un gingillo carinissimo da vedere ma fin troppo retrò. A parte che da giocare è piuttosto scomodo per le dimensioni lillipuziane, presenta dei titoli davvero semplicissimi, i più vecchi che vi possono venire in mente, con la colonna sonora di 2 sec in loop infinito (per fortuna si può abbassare il volume!). Per quel che costa è comunque simpatico ed ho visto che effettivamente ci hanno giocato. Non credevo visto il richiamo decisamente più cool del tablet.

Così mi sono ricordato di avere un Raspberry Pi3 con Recalbox già pronto e operativo nascosto dietro il TV (qui la guida) e gli ho fatto provare anche quello. E chi li staccava più! Alcuni titoli del passato sono super divertenti nella loro semplicità e quelli in cui si gioca in due contemporaneamente lo sono ancora di più. Io uso due gamepad 8bitdo, ovvero N30 Pro e SF30 Pro, che in questo momento non si trovano su Amazon. Ve ne metto di seguito alcuni simili se vi dovessero interessare.

Abbiamo finito in due Golden Axe in una manciata di minuti… non mi ricordavo fosse così breve, ma è facile la vita quando hai crediti infiniti! Dovendo usare i classici “gettoni” avremmo speso un patrimonio. Mi sono ricordato di avere anche un Raspberry Pi 400 ancora mai usato, così ho cercato qualche immagine già pronta adatta a lui.

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Tutto in uno come i vecchi C64 e Amiga 500

Tra quelle più gettonate online ho trovato la “PleasureParadise_BTTF_512g_IMAGE.img”, ma non l’ho potuta provare perché non ho microSD così capienti. Ho comunque sbattuto coi denti sul problema del collegamento degli schermi esterni con questo modello di Raspberry, poiché ha due uscite in formato micro-HDMI. Per fortuna ho diversi cavi e adattatori per le fotocamere, quindi sono riuscito a trovare la combinazione giusta scartabellando un po’, ma non è stato facile perché ho usato un monitor portatile che ha a sua volta la mini-HDMI.

Come qualità è piuttosto valido, ha anche un audio integrato misero ma adatto al retrograming. Al momento non lo trovo identico su Amazon, ma ce ne sono di simili (che poi ho sempre il dubbio che siano esattamente gli stessi con marchi diversi). Quindi ho dovuto usare un adattatore da micro-HDMI a HDMI femmina e poi da qui un cavo HDMI che all’altro estremo ha il connettore mini-HDMI. Un vero accrocchio che però funziona.

Risolto il problema connettività, questa notte ho comprato un po’ di microSD, approfittando del fatto che negli eventi arrivano al loro prezzo minimo. Ho fatto un po’ di ricerche e ho individuato l’offerta più interessante per qualità/prezzo con i tagli più utili per questo tipo di impiego. Per i 128GB c’è un’ottima SanDisk Extreme al suo best price e per i 256GB ho trovato che la migliore è quella Amazon Basics, che neanche sapevo le facesse. Di questa, come della SanDisk, si trovano anche gli altri tagli di memoria, ma sui 512GB l’offerta top è sulla Samsung EVO Select.

Al momento ho alimentato tutto in mobilità con un vecchio powerbank di Zendure e due cavi AmazonBasics USB-C, ma sono piuttosto tentato di prenderne uno da 30.000mAh. Sempre se una volta arrivate le microSD trovo un po’ la quadra dal punto di vista dei contenuti.

Il problema di fondo, però, è che i Raspberry oggi costano un patrimonio. La scarsa disponibilità a livello mondiale ha fatto lievitare i prezzi in modo assurdo un po’ ovunque, Amazon inclusa. Infatti per il momento forse il modo migliore per assecondare la voglia di retrogaming è quella di comprare uno di quei simil-gameboy con emulatore e giochi già caricati. Oppure i mini cabinati Pandora Box che includono tutto il necessario e ci riportano indietro alle vecchie sala giochi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.