Recensione Dockcase Smart Hub: un progetto KickStarter che merita di essere supportato

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Da quando sui portatili Apple si sono imposte le USB-C/Thunderbolt ci siamo abituati ad usare adattatori di ogni tipo per poter riavere le porte più comuni. Per alcuni utenti è stato semplice, per altri più problematico. Sono stati soprattutto i professionisti a sentirne il disagio, poiché più spesso adoperano dispositivi ed interfacce esterne, ma il semplice fatto di non poter connettere una normale pendrive USB-A senza un adattatore ha colpito tutti. Negli ultimi MacBook Pro (recensione) Apple ha finalmente preso atto del problema e rimesso una serie di porte di base, ma l’abitudine all’uso di adattatori è tutt’altro che dimenticata. In tutti gli altri MacBook, infatti, questo ritorno delle connessioni legacy non è ancora avvenuto, e non si sa se mai avverrà, e poi sui Pro mancano ancora delle cose essenziali per alcuni utenti, come le USB-A o la porta Ethernet. Negli ultimi anni ho usato e recensito molti hub portatili e dock, ma quello che ho potuto provare nelle ultime settimane è diverso da tutti gli altri.

Dockcase Smart Hub è un progetto kickstarter a poche ore dal termine che ha ampiamente superato il suo obiettivo di $10.000. Si tratta infatti di un prodotto unico nel suo genere e che, per quanto non perfetto, merita certamente di essere portato a compimento. La cosa che più di tutti lo differenzia dagli altri è il sistema operativo DockOS che lo anima, dotato di interfaccia grafica mostrata su un LCD da 1,54″.

Dockcase aveva già realizzato un dock simile in passato, il Visual Hub 7-in-1, ma la nuova versione è superiore in ogni aspetto. Iniziamo col dire che l’hub non è piccolo, misura infatti 50 x 151 mm ed è spesso 16 mm circa, per un peso complessivo di 205 grammi. Si vede subito che è un prodotto robusto e se ne ha la conferma toccandolo con mano, essendo realizzato in metallo con una superficie superiore di vetro temperato nero. Un plauso va certamente ad assemblaggio e finiture, perché molti hub economici sono di metallo, sì, ma difficilmente ne troverete di così curati nel taglio e levigatura.

Lo schermo è quadrato e si trova al centro della superficie superiore. Risulta quasi invisibile da spento e anche da acceso mantiene lo sfondo nero, così da risultare meglio integrato e più gradevole alla vista. Vediamo le caratteristiche delle porte in sintesi:

  • Connessione al computer: USB-C 3.2 Gen 2 (10Gbps)
  • Cavo: USB-C/USB-C rimovibile
  • Uscita video: HDMI 4K@60Hz con supporto HDR10
  • 4 x USB-A: 2 x USB 3.2 (blu) + 2 x USB 2.0 (quelle nere)
  • 1 x USB-C dati: USB 3.2 (10Gbps)
  • 1 x USB-C Power Delivery: per alimentare fino a 100W
  • Rete: Gigabit Ethernet

In sostanza, oltre alla rete e all’uscita video, abbiamo 3 porte per dati ad alta velocità (2 USB-A + 1 USB-C) e 2 porte per periferiche più lente USB 2.0, come mouse, tastiere, dongle, ecc.. Si tratta quindi di un set di connessioni piuttosto completo e variegato a cui manca, secondo me, solo un lettore di schede SD.

Una cosa che tutti hanno notato è che gli hub tendono a scaldarsi molto. Per questo Dockcase ha inserito all’interno di questo modello una piccola ventola con controllo dinamico. Questo significa che di base è spenta e la regolazione degli rpm viene gestita in tempo reale dal sistema operativo, quindi sarà attiva solo quando necessario. Io l’ho sentita poche volte e comunque non è troppo rumorosa.

L’uso tipico del prodotto non richiede nessun tipo di intervento e il suo schermo è davvero interessante per avere un riscontro diretto di quali periferiche siano attualmente connesse, con quale standard e velocità. Possiamo quindi verificare la negoziazione di una periferica USB, oppure con che specifiche sta funzionando l’uscita video, nonché il consumo generale.

Il sistema di base è configurato per un uso bilanciato che tende a dare priorità di banda e alimentazione in modo dinamico. Finché tutto si poggia sul computer host, però, è ovvio che non si possano chiedere miracoli alla batteria. Vi riporto di seguito un paio di test che ho ho eseguito con il MacBook Pro M1 Pro senza alimentazione:

  • TEST A SSD USB-C 10Gbps + due pendrive USB-A 3.0: test di velocità continuo su una pendrive più scambio dati da SSD alla seconda pendrive, tutto liscio fino alla fine.
  • TEST B Due dischi meccanici 2,5″: spostamento da uno all’altro di 50GB (composti da tanti file) portato a termine senza problemi.

Mentre eseguivo le operazioni ho continuato ad usare il computer per attività leggere e, come detto, non ho riscontrato problemi. Se però si intende spremere contestualmente anche il computer, allora è chiaro che l’energia della batteria verrà presa prima di tutto dai componenti interni, prevalentemente CPU e GPU, dunque la stabilità delle periferiche esterne che richiedono a loro volta alimentazione può essere a rischio. Bisogna tuttavia sottolineare che non è un limite dell’hub quanto dell’uso, delle specifiche della connessione e del computer host. Lo Smart Hub mira a risolvere le possibili problematiche con la sua porta USB-C che supporta il Power Delivery, su cui si può connettere un alimentatore esterno, tipicamente quello del computer in uso. E qui le cose si fanno interessanti.

Finora non vi ho detto nulla di DockOS e l’ho fatto di proposito. Ho preferito iniziare descrivendo l’uso tipico che si fa con prodotti analoghi nel quotidiano per sottolineare che sia assolutamente fattibile con lo Smart Hub senza complicarsi la vita e avendo il vantaggio di questo schermo che ci mostra lo status di attività ed uso di ogni periferica connessa.

DockOS è ostico, ma va visto come un plus

C’è tuttavia un piccolo pulsante su un lato lungo che ci consente di entrare nelle schermate di impostazioni e modificare il comportamento dell’hub. Questo aspetto, lo dico subito, a me non è piaciuto. Non il fatto che siano delle opzioni, che al contrario è cosa interessantissima, quanto il metodo di controllo. Un unico pulsante che non basta per usare il tutto comodamente. Dalla schermata principale si può fare un doppio clic per cambiare l’orientamento dell’interfaccia e uno prolungato per entrare nelle impostazioni. Se si continua a tenere premuto queste scorrono in basso, quindi si può entrare direttamente nella pagina che serve con un pizzico di pazienza. E poi da qui:

  • Click: sposta il focus sull’opzione successiva
  • Pressione di 3 sec: selezione la voce attiva
  • Pressione di 10 sec: ripristina il valore standard

Dopo un po’ ci si fa l’abitudine, ma è tutt’altro che comodo. In più il dispositivo è attualmente in versione Beta e quindi non c’è un vero e proprio manuale ma un diagramma che mostra l’intero albero delle opzioni, per altro non spesso chiare nella loro descrizione.

Alcune delle opzioni presenti in DockOS non sono esattamente fondamentali o almeno non appaiono così ad un primo sguardo. In realtà possono esserlo nel momento in cui si affinano per un perfetto funzionamento con il nostro setup. Ad esempio: per l’uscita video HDMI si può definire un livello di “stabilizzazione” del segnale oppure indicare se lavorare in modalità Bilanciata o Extreme (che userà il doppio di linee di comunicazione e di banda). Il fulcro del discorso è che meno banda ed energia si dedicano ad un dispositivo più ne rimangono per il resto delle porte. E viceversa, ovviamente.

C’è una pagina per configurare il comportamento della ventola in base alle temperature di esercizio (similmente a quanto si fa nei BIOS/EFI dei PC). Infine la sezione forse più importante è quella della gestione energetica, da cui si può ad esempio decidere quanta alimentazione veicolare al computer dei 100W totali PD che può gestire e quanta riservarne per lo Smart Hub e i dispositivi ad esso collegati. Tutto molto bello, ma oltre ad essere scomodo da usare e con un manuale ancora non perfezionato, bisogna essere piuttosto addentro la materia per capire come trarre il massimo da queste opzioni. Cioè quando scegliere una opzione piuttosto che un’altra, soprattutto se si tratta di alimentazione.

La mia speranza, che ho comunicato anche al produttore, è che si possa in futuro spostare tutta questa logica (o per lo meno duplicarla) al computer, in modo da avere un’app più facile da gestire e con più spazio per descrivere in modo dettagliato il comportamento delle varie opzioni. È possibile che si vada in questa direzione, ma prima di tutto bisogna far sì che il progetto raggiunga il suo obiettivo.

Voto 4/5Parliamo dunque di questo, analizzando le opzioni attualmente disponibili su KickStarter che, vi ricordo, non vi portano ad un pagamento se il progetto viene abbandonato per mancanza di supporto. Qui DockCase ha pure peccato dello stesso difetto del suo prodotto, complicando la comprensione per gli utenti. Si parte infatti da due contributi da $49 e $59 che fanno però riferimento al precedente hub 7-in-1 definito Visual Dock. Solo dal contributo di $89 come Early Bird si passa al dispositivo che ho analizzato in questa recensione, ovvero lo Smart Hub. Al momento sono ancora disponibili alcuni di questi slot con cui si acquista il prodotto ad un prezzo davvero interessante, che l’azienda stima essere il 40% inferiore rispetto quello che avrà al momento della commercializzazione.

Non è ancora un prodotto perfetto, ma potrebbe diventarlo con un po’ di supporto software post-vendita. Nel mentre bisogna pure ammettere che anche solo per le sue specifiche di base il prezzo non è affatto male. Considerate che per l’Italia dovete aggiungere $11 e si arriva ad un totale di circa 88€ al cambio attuale. Su Amazon potete trovare hub a prezzi più bassi, non c’è dubbio, ma se guardate tutte le porte a disposizione, le specifiche e la qualità costruttiva, tutto il discorso di DockOS si può considerare anche solo un plus secondario, ma rimane la comodità di quel display di stato con tutte le indicazioni. Per dire: se collegate un cavo Ethernet vi dice a quanto viaggia la connessione e diventa viola se è Gigabit, blu se è da 100Mbps, sugli schermi vi chiarisce subito lo standard di connessione e le specifiche, stessa cosa per le porte USB o l’alimentazione.

PRO
PRO Ottima costruzione
PRO Buona dotazione di porte
PRO Utile il display per vedere lo stato delle connessioni
PRO La ventola smart permette di evitare l’eccesso di calore
PRO Prevista la funzione di aggiornamento firmware
PRO Comodo schermo con tutte le indicazioni di stato
PRO Più stabile della media dei dispositivi concorrenti

CONTRO
CONTRO Manca un lettore SD
CONTRO Le opzioni di DockOS sono scomode da controllare

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Potrebbe migliorare molto con un’app al computer e un manuale chiaro

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.