Mac, iPad e iPhone nel 2022: cosa aspettarsi e cosa aspettare

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È arrivata la fine dell’anno e io avrei dovuto pubblicare molto di più in questo periodo, ma almeno una cosa voglio farla, ovvero un riepilogo di cosa c’è e cosa ci sarà. Il mio obiettivo non è tanto tirare a indovinare – per quello ci sono tutte le fonti specializzate – quanto di fornire una panoramica per chiunque sia interessato a questo mondo. Parlo di Apple, ovviamente, per la quale le novità impreviste sono sempre possibili, ma molte cose si possono bene o male sapere con largo anticipo. Per dire: nessuno ha dubbi sul fatto che ci sarà un iPhone 14 a fine 2022 e che arriverà tra settembre e ottobre. Dire invece come sarà nel dettaglio è più difficile, difatti ci aspettano quasi 10 mesi di rumor contrastanti. E poi sì, c’è anche l’Apple Watch 8 che viaggia a braccetto con lui.

Ho chiesto sul mio Instagram a cosa fossero interessati gli utenti e in moltissimi sperano in disponibilità migliori per HomePod mini (recensione) che ancora oggi richiede 6-8 settimane per la consegna. Sicuramente stanno vendendo discretamente bene, ma è facile che il problema principale sia la scarsità di materie prime dopo il lancio globale (il primo HomePod era stato distribuito in molti meno paesi). Vedremo come andrà, ma rimane difficile anche da reperire tramite canali alternativi e sembra anche escluso dalla distribuzione su Amazon, forse per potenziali conflitti con la domotica di Alexa.

Nel 2022 ci saranno sicuramente novità per la linea iPad, a partire da un nuovo modello base. Qui non mi aspetto grandi rivoluzioni: la ricetta della buona sostanza ad un prezzo basso funziona e non c’è motivo di cambiarla. Quindi ancora design con Touch ID unito ad una nuova generazione di chip, forse A13 se non addirittura A14. Si potrebbe svecchiarlo un po’ riciclando il precedente iPad Air 3, a sua volta ripreso dall’iPad Pro del 2017, ovvero con display da 10,5″ e laminazione completa. Non è sicuro, ma è una possibilità realistica. Considerando che l’iPad 8 risale a settembre 2020, è facile che il 9 arrivi nella prima metà del 2022, presumibilmente intorno ad aprile. Mese più, mese meno.

L’iPad Air va ancora bene, ma anche lui è uscito ad ottobre del 2020 ed è stato superato in alcuni aspetti dall’ultimo iPad mini 6 (recensione). Non è che richieda un update urgente, tuttavia ha senso che si pareggino alcuni aspetti, come il SoC A15 invece dell’attuale A14, il supporto audio Dolby Atmos, la FaceTime HD con Center Stage e il 5G. Il tutto potrebbe benissimo uscire nella prima metà dell’anno insieme al nuovo iPad base.

Per l’iPad Pro non è ancora il momento. L’attuale versione è uscita a maggio 2021 ed è dotata di chip M1, quindi il primo upgrade possibile sarà successivo all’uscita di M2 che dovrà comunque arrivare prima sui Mac, per cui ha senso che se ne riparli a fine 2022 se non nel 2023. Gli iPad Pro hanno spesso avuto un ciclo vitale superiore ai 12 mesi, quindi non sarebbe insolito, soprattutto ora che le potenzialità di M1 sono davvero esagerate rispetto alle limitazioni di iPadOS. Per quello continuo ad augurarmi che si acceleri più sul sistema operativo che sull’hardware.

A me l’iPad mini piace, l’ho detto nella recensione e continuo ad usarlo su base quotidiana. Lo schermo piccolo non è un grosso problema per l’uso da tablet, ma è chiaro che sia un prodotto di nicchia. A me piacerebbe averlo con schermo mini-LED è Face ID, perché ne apprezzo molto il formato e la portabilità, ma non credo che ci sia un mercato tale da giustificarne la realizzazione, visto che il prezzo aumenterebbe ancora.

Sul fronte dei tablet è stata raggiunta una certa stabilità della linea, mentre per i Mac è tutto in subbuglio. Apple ha di fronte una enorme quantità di opzioni, sia per aggiornare modelli esistenti che per crearne di nuovi. Ci sono strade già battute su cui si ritornerà e tante altre cose su cui si può fantasticare, ma durante il 2022 dovrebbe concludersi la transizione ad Apple Silicon per tutti i principali modelli. Giusto il Mac Pro potrebbe slittare al 2023 per la commercializzazione.

Partendo dai portatili, le ottime prestazioni di M1 hanno innescato il desiderio di un Air con schermo più grande. La cosa potrebbe aver senso nell’ottica di realizzare un portatile non troppo caro e completo, ma richiederebbe una completa ristrutturazione dell’offerta. Da osservatore, mi sembra che la loro linea sia quella di scegliere le diagonali degli schermi proprio in base alle prestazioni e quindi all’uso che si può fare di un computer. Se potessi scegliere, apprezzerei che ci fossero due MacBook a prendere il posto dell’Air e del Pro base, differenziandoli un po’ per la diagonale. Ci vedrei bene un 12,5″ fanless come base e un 14″ con areazione. Continuare a farli uguali come ora ha davvero poco senso. Mentre i MacBook Pro sono appena usciti e continueranno a coprire le attuali posizioni per molto tempo ancora.

Il Mac mini base va già bene così e ovviamente avrà la possibilità di essere aggiornato con M2 appena sarà pronto, cosa valida anche per tutti gli altri Mac che montano la prima generazione di Apple Silicon. È rimasto però vacante il posto del mini più carrozzato, che si potrebbe coprire con una nuova generazione dotata di M1 Pro e Max.

Da tempo si discute di questa possibilità che è certamente concreta, ma non sembra essere tra le priorità a Cupertino e c’è da chiedersi perché. Credo che un desktop del genere potrebbe essere un vero best-buy, ma c’è il rischio che lo sia anche troppo. In passato le versioni top del mini sono state interessanti più che altro per dimensioni, consumo e CPU, ma la grafica era nettamente inferiore agli altri desktop della casa, quindi non c’erano sovrapposizioni. Mettendoci dentro M1 Pro e Max, il mini potrebbe impensierire sia gli iMac che alcune versioni di Mac Pro. Parliamo di un’utenza numericamente piccola, ma economicamente importante. Il mio personale augurio è che Apple superi queste incertezze e lo produca lo stesso, anche solo con M1 Pro, ma è più facile che diano priorità all’uscita dell’iMac grande limitando l’aggiornamento del mini al momento in cui si potrà fare con M2: migliorativo rispetto ad M1, ma pur sempre inferiore alle versioni Pro e Max.

L’iMac 24″, per me, è quello fuori posto. È un’ottima macchina che regge anche carichi di lavoro impegnativi, ma essendo offerta solo con M1 si trova in una strana posizione. Da una parte rende difficile l’arrivo di un Mac mini con chip più potenti e dall’altra troppo facile il lavoro sugli iMac più grandi. Girano diversi rumor su un possibile impiego in queste macchine di versioni doppie di M1 Pro e Max, ma non ha tanto senso visto che ancora non c’è un all-in-one con quelle singole che si trovano sui MacBook Pro. A mio avviso, Apple dovrebbe colmare questo vuoto presentando altre varianti più potenti del 24″ insieme ai nuovi 27″. Perché sì, si è tornati a pensare che l’iMac grande manterrà quella diagonale. Personalmente ne sarei deluso, ma lo capirei se si puntasse a pannelli di alta qualità, dato che si parla di mini-LED e forse anche ProMotion. E se poi facessero anche un monitor esterno identico da abbinare, allora sarei contento.

Tornando agli iMac, il 27″ potrebbe avere M1 Pro alla base, M1 Max per la versione top ed M1 Max Duo in opzione, ma rimarrebbe un eccessivo distacco rispetto al 24″ con il solo M1. Se si trattasse ancora del vecchio e piccolo 21,5″ lo capirei, ma il 24″ ha tutto un altro potenziale con il nuovo design e lo schermo maggiorato, per questo mi auguro che arrivi per lo meno una variante M1 Pro al top (cosa che aprirebbe la pista anche per un Mac mini più potente).

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Per quanto riguarda il Mac Pro, devo ammettere di non avere le idee chiare. L’uscita dell’iMac grande potrebbe confermare la possibilità di abbinare più chip Apple Silicon e quindi raggiungere le prestazioni necessarie senza ricorrere a vecchi schemi per la GPU ed acceleratori grafici esterni, ma questo ci porterebbe di nuovo a delle workstation blindate, cosa che gli utenti professionali non hanno per nulla gradito al tempo del Mac Pro “cestino”. Certo, oggi si parla di prestazioni, consumi e temperature completamente diversi, ma credo che in Apple siano logicamente restii e ripercorrere quella strada. A me non dispiacerebbe, tanto sono entrato nell’ottica del noleggio e del cambio rapido invece che dell’upgrade, ma l’idea che mi sono fatto è che stiano comunque cercando un modo di rendere il progetto parzialmente modulare. Il punto è che non è una cosa semplice dato che per mantenere le prestazioni dei SoC Apple Silicon la velocità di comunicazione tra i componenti è cruciale e quindi anche la loro distanza.

A prescindere da tutte le possibili speculazioni sul futuro della piattaforma, non bisogna dimenticare che ciò che abbiamo oggi è già tanta roba. Il MacBook Air con M1 ha raggiunto dei prezzi di mercato per cui è, e probabilmente rimarrà, un assoluto best-buy. La combinazione del vecchio chassis con la nuova architettura è stata un mix esplosivo per il rapporto qualità/prezzo e non è detto che si ripeterà con le versioni M2 dotate di nuovo design.

Mentre per i MacBook Pro, ho potuto constatare che con M1 Pro da 16GB parificavo le prestazioni complessive del mio iMac 27″ Intel i9 top di gamma con 64GB di RAM e AMD 5700 XT con 16GB, cosa piuttosto impressionante se ci si pensa. Alla fine gli ho preferito la versione M1 Max per avere anche qualcosa in più nell’editing video. E sto lavorando con un portatile come macchina principale, cosa che onestamente non credevo possibile. Il mio primo pensiero nel 2022 sarà concludere la recensione di questo computer e vi chiedo scusa se gli acciacchi degli ultimi due mesi non mi hanno concesso di farlo prima.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.