Recensione MacBook Pro M1 Max: serve davvero?

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Alessandro Sandrin, Umberto Facchin, Antonello Cattide, Davide Dari, Stefano Collenghi, Alessio Furlan, Agatone Giorgio, Vito Astone, Roberto Ferrero, Danilo Ronchi, Walter Ciacci.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

Durante la recensione del MacBook Pro con M1 Pro ho avuto la possibilità di provare contemporaneamente lo stesso SoC sul modello da 14″ e 16″. Nell’uso di tutti i giorni i due computer sono praticamente identici nella resa, ma il più grande se l’è cavata leggermente meglio sotto stress: ha un’autonomia migliore ed è più silenzioso. Avere una batteria più capace, ventole più grandi e maggiore spazio interno ha portato ad un risultato prevedibile, per questo mi ha colpiato di più il 14″. Basti dire che non ne esistono altri della stessa taglia che diano prestazioni simili a batteria per capire la sua importanza nell’attuale panorama. Il 16″ l’ho avuto in prova per pochi giorni, ma il 14″ M1 Pro l’ho testato a fondo per diverse settimane nella versione con CPU 10‑core, GPU 16‑core, 16 GB di memoria unificata e 1 TB SSD.

Ho realizzato tanti benchmark, ma l’ho soprattutto usato per produttività, audio, foto e video, trovandolo capace di reggere il confronto con un computer desktop di un certo peso, ovvero l’iMac 27″ 2020 con Intel i9, 64GB di RAM e GPU AMD 5700XT con 16GB. Questo assunto vale chiaramente per ciò che faccio io, che tendo ad usare software ottimizzato per Apple Silicon, ma ho anche evidenziato degli importanti limiti con software che non sfruttano ancora del tutto la nuova tecnologia. Premiere Pro ne è un esempio e, anche se successivi aggiornamenti della Creative Cloud hanno migliorato un po’ le cose, ritengo ancora importante ricordare ai professionisti che sono interessati a queste macchine di verificare il livello di compatibilità dei software di cui hanno bisogno.

La questione del software

Può sembrare una cosa banale, ma non lo è. Ho riscontrato quattro diverse condizioni in questi mesi e ognuna porta ad esiti differenti. Le elenco di seguito ordinandole dalla peggiore alla migliore:

  1. Software x86-64 non compatibile: alcune app e plug-in progettati per Intel non possono proprio funzionare su piattaforma Apple Silicon, neanche con l’ausilio di Rosetta 2. Il caso più noto è quello della virtualizzazione dei sistemi operativi come Windows, ma anche per le varie distribuzioni Linux basate su architetture x86-64 si deve passare per l’emulazione, che rende il tutto molto più lento e improduttivo.
  2. Software x86-64 compatibile: la maggior parte delle vecchie app per i Mac Intel girano su Apple Silicon tramite l’interprete Rosetta 2 con prestazioni molto valide, al punto che per quelli non troppo impegnativi non si noterà alcuna differenza (se non un leggero ritardo al primo avvio).
  3. Software Apple Silicon: metto in questo calderone tutte quelle app che risultano effettivamente native per la piattaforma, ma che contengono anche delle librerie personalizzate o framework di terze parti. In generale si comportano bene, ma non possono sfruttare tutte le potenzialità dell’hardware. Qui va certamente citato il caso di alcuni software di Adobe che nella conversione ad Apple Silicon hanno guadagnato poco in prestazioni, proprio perché non sono ancora ben ottimizzati per la piattaforma.
  4. Software ottimizzati per Apple Silicon: il vantaggio di questi ultimi lo si nota specialmente per il pieno uso e supporto di Metal per la grafica e Core ML per il Machine Learning. Rientrano in tale casistica molte app native di Apple, come Final Cut, ma anche quelle di Affinity per foto e grafica, nonché DaVinci Resolve, Luminar AI e tante altre.

La condizione ideale è chiaramente quest’ultima, ma può capitare che i software di nostro uso si trovino anche nelle altre, per questo è opportuno analizzare la situazione caso per caso partendo da un rapido check sul sito Is Apple Silicon Ready e poi approfondendo sul sito dello sviluppatore e nei forum di supporto. Può sembrare noioso, ma se fate questo passaggio prima evitate brutte sorprese.


I MacBook per tutti sono gli M1

Un aspetto fondamentale dei MacBook Pro è che, almeno questa volta, hanno motivo di chiamarsi così. Analizzando le performance del chip M1 “liscio” nei vari computer che lo montano, è risultato evidente che già quello sia in grado di rispondere alle esigenze della maggior parte degli utenti. Con Intel non era così, perché l’Air aveva problemi di temperatura e il Pro 13″ montava CPU a bassissimo voltaggio e GPU integrate, quindi i professionisti erano quasi obbligati ad andare sul 15/16″. Con Apple Silicon già l’Air M1 va benissimo e lo stesso discorso vale per il Mac mini e l’iMac 24″. Un ruolo più strano lo ricopre il Pro 13″ base, perché è sostanzialmente un Air con più batteria e una ventola che non sembra così necessaria, per cui potrebbe essere dismesso in un prossimo futuro e sostituito da qualcosa di più interessante.

Apple Silicon rappresenta un balzo generazionale

I nuovi MacBook Pro da 14″ e 16″ sono delle macchine diverse, perché gli M1 Pro e Max sono ampiamente meglio di quanto si sia mai visto in un portatile Apple. Questo non è stato un semplice upgrade, in cui l’aumento di prestazioni è prevedibile ma contenuto, qui siamo di fronte ad un vero e proprio salto generazionale.

Quindi non pensiate di dover prendere un MacBook Pro M1 Pro o Max per uso ufficio e spesso non sarà necessario neanche se siete professionisti dell’illustrazione o della fotografia, perché gli M1 vanno bene per queste cose. Così come sono in grado di reggere carichi intensivi nel settore della programmazione, dell’audio e persino del montaggio video se si lavora con Final Cut, che rimane il più ottimizzato per la piattaforma. Se proprio volete star tranquilli con macchine virtuali o lavori impegnativi costanti, potete optare per 16GB di memoria unificata, ma potete rimanere tranquillamente su M1. E questo è un primo paletto che può indirizzare nella scelta, evitando di valutare i più costosi MacBook Pro 14/16.

Il Pro 14″ non viene discriminato

Grazie all’efficienza termica dei nuovi chip, Apple ha potuto inserire per la prima volta le stesse configurazioni su tutti i modelli di MacBook Pro, a prescindere se 14″ o 16″. Finché si tratta di M1 Pro ci sono poche differenze tra i due, mentre con M1 Max il più piccolo risulta un po’ più limitato. Purtroppo non ho il 16″ M1 Max per fare un test comparativo diretto, ma ho visto diverse analisi nel corso di questi mesi ed ho potuto constatare essenzialmente tre cose sul 14″, ovvero che ha:

  1. un tetto  di frequenza/consumi/prestazioni inferiore
  2. maggiore rumorosità sotto stress
  3. minore durata della batteria

Sono le stesse cose che si possono dire per M1 Pro confeontando 14″ e 16″, solo che qui la differenza è più accentuata. Il punto è che M1 Pro nel 16″ va meglio, ma sta benissimo anche nel 14″, mentre M1 Max è un po’ più sacrificato nel formato piccolo. E si sapeva. Subito dopo l’annuncio di questi prodotti avevo già detto che sarebbe andata a finire così, ma ho comunque preferito il 14″ per necessità personali (più avanti vi spiego meglio).

Due gusti, tante combinazioni

Un’altra cosa importante da considerare è che esistono delle varianti di M1 Pro e Max. I SoC sono questi, ma per la nota attività di product binning vengono venduti anche chip con un numero minore di core attivi. Alcuni di questi sono disponibili solo come opzioni in fase d’ordine sul sito Apple, ma vediamo di riepilogarli per avere un quadro generale:

CHIP M1 Pro M1 Max
CPU 8-core 10-core 10-core 10-core 10-core
6 P-core + 2 E-core 8 P-core + 2 E-core 8 P-core + 2 E-core 8 P-core + 2 E-core 8 P-core + 2 E-core
GPU 14-core 14-core 16-core 24-core 32-core
Base 14″ Base +230€ +270€ +500€ +739€
Base 16″ Base +230€ +410€

Le versioni in grassetto sono quelle “integrali” dei due chip. Si noterà che sul 16″ Apple ha preferito partire da due scalini in su rispetto al 14″, mentre il tetto superiore è lo stesso.

Il modello base del 14″ con M1 Pro 8-core/14-core può sembrare vicinissimo ad M1, ma in realtà è molto più interessante poiché ha 2-core in più ad alte prestazioni sulla CPU (sono 6+2 ad alta efficienza e non 4P+4E) e 14-core per la grafica, che sono ben superiori agli 8-core che si trovano su M1 (7 su alcuni modelli come Air e iMac 24″ base).

Inoltre, qui si avranno già 16GB di memoria unificata in partenza, con l’opzione di 32GB, a cui si aggiungono tutti i vantaggi dovuti alla maggiore banda per lo scambio dati, dischi più capienti, più core per il Neural Engine, codec hardware più completi e moderni. E badate bene che sto parlando solo di cose che incidono sulle prestazioni, a livello fisico ci sono tanti altri vantaggi su schermi, porte, webcam, ecc.. di cui ho già discusso nella precedente recensione.

MEMORIA UNIFICATA M1 M1 Pro M1 Max
Interfaccia 128-bit 256-bit 512-bit
Banda 100 GBps 200 GBps 400 GBps
Memoria base 8 GB 16 GB 32 GB
Opzione 16 GB 32 GB 64 GB
Prezzo +230 +460 +460

Sto facendo questo recap sulla linea sia per fornire un quadro generale che per stabilire un secondo paletto in fase di scelta. Ho già detto che M1 va bene per quasi tutti gli utenti, ora aggiungo che M1 Pro risolve la gran parte delle necessità superiori rimanenti. È una cosa che abbiamo già visto nella sua recensione con test concreti, ma che merita di essere ribadita per capire meglio il ruolo di M1 Max.

Il target di M1 Max è ristretto

Quando dico che M1 va bene quasi per tutti gli usi generici e che M1 Pro copre gran parte di quelli superiori, chiarisco implicitamente che M1 Max sia destinato ad un pubblico molto ristretto. Considerate che la componente CPU del SoC è identica tra Pro e Max in versione 10-core. Cambia la banda disponibile per la memoria, ma in questo caso le prestazioni reali sono quasi identiche tra M1 Pro e Max, come esposto da Anandtech.

La versione Max parte con 32GB di memoria unificata, che sono ovviamente un vantaggio per impieghi particolarmente avanzati, ma si possono avere anche su M1 Pro (+460€ rispetto i 16GB). L’esclusività del Max è la configurazione da 64GB (+460€ rispetto i 32GB), ma credetemi se vi dico che sarà davvero raro vederne i vantaggi data l’efficienza riscontrata con i tagli di memoria inferiori.

Chiarito che la CPU è quella e che la configurazione top per la RAM non servirà quasi a nessuno, rimane evidente che il vantaggio importante di M1 Max sia effettivamente solo sulla GPU, che è quella che subisce un importante upgrade passando dai 16-core di M1 Pro ad un massimo di 32-core. Ritengo molto interessante la versione M1 Max da 24-core, perché se mettiamo su M1 Pro i 32GB di memoria il passaggio al Max ci costa solo 230€ in più ed ha 1/3 di prestazioni aggiuntive sulla grafica, che su questi numeri hanno un bel peso. L’unico fastidio è che si tratta di una opzione in fase d’ordine sul sito Apple e non si trova tra i modelli pre-configurati in pronta consegna (e spesso in sconto) su altri store come Amazon.

Quanto conta davvero la GPU?

Stabilito che il grosso del vantaggio di M1 Max sta nella componente grafica, rimane da capire quanto tale differenza incida nell’uso reale. Qui la risposta è semplice, nel senso che dipende da cosa si dovrà fare con il computer, ma ogni condizione va analizzata caso per caso. Questo perché anche se due persone devono svolgere attività simili, le prestazioni possono essere molto diverse in base all’ottimizzazione del software prescelto. L’esempio tipico è quello del montaggio video: Final Cut gira bene già su M1 base, Premiere Pro fatica pure con M1 Max.

Ciò vuol dire che non esiste modo di avere una risposta diretta ad ogni utilizzatore, perché sarebbe necessario analizzare tutti i software per ogni professione. Si aggiunge, dunque, un ulteriore compito per l’acquirente: oltre a verificare il grado di compatibilità con Apple Silicon delle applicazioni che si intendono usare, si deve sapere se queste usano la GPU e in che misura. Ci sono diversi modi per arrivare a questa informazione e il più banale è fare una ricerca online, ma potete anche scoprirlo direttamente. Se avete già un computer a disposizione è sufficiente lavorarci con il software che vi interessa tenendo un sistema di monitoraggio della GPU attivo. Io uso iStat Menus, ma ci sono alternative gratuite come Stats e potete farlo anche con l’app di sistema Monitoraggio Attività (cercatela con Spotlight o dentro Applicazioni / Utility) scegliendo dal menu Finestra / Cronologia GPU (⌘4).

I professionisti di uno specifico settore sanno già molto bene di cosa hanno bisogno in base alla loro attività e ad i software che usano. Questa analisi è più indirizzata a chi è interessato ad esplorare nuove possibilità lavorative o a chi, finora, non ha voluto studiare la parte tecnologica del suo lavoro, ma è molto importante e non va sottovalutata. Anche perché alcuni software possono avere un comportamento controintuitivo per quanto riguarda l’uso di CPU/GPU.

Perché scegliere M1 Max?

Faccio un esempio su un settore che non mi compete ma che credo sia utile a capire la complessità del discorso: Cinema 4D è un software di modellazione 3D (ma anche animazione, rendering, ecc..) ed è già nativo per Apple Silicon, però i motori di rendering nativi usano la CPU. Questi sono validi per la motion graphics semplice, ma sono rimasti molto indietro e risultano lenti e limitati. La stessa Maxon ormai punta su altri motori, tra cui cito Arnold e Redshift, ma anche Octane. Quindi poi bisognerà analizzare questi ultimi e ce ne sono di già compatibili per Apple Silicon, alcuni usano la CPU, altri la GPU, alcuni ancora fanno scegliere.

E poi “3D” può voler dire tante cose anche molto diverse. Può essere Cinema 4D ma anche Blender, la cui conversione per Apple Silicon è in cantiere, o il lavoro di un tecnico con AutoCAD / Archicad, entrambi ancora non nativi. O si può aver bisogno di modellare NURBS con software come Rhinoceros, la cui versione 7 gira (male) con Rosetta 2 e solo la futura 8 sarà compatibile. Capite bene che quando mi chiedono “come va M1 Max col 3D?” non so cosa rispondere. Non solo perché non è il mio settore, ma anche perché non esiste una risposta univoca e semplice. Ciò che posso dirvi è che per il 3D e la VFX a livello professionale, per ora, la piattaforma di riferimento rimane ancora la x86-64, che sia su macOS o Windows. È vero che quanto si è visto di nativo per Apple Silicon è molto promettente, ma c’è tanto altro che è ancora solo in cantiere e può essere rischioso scommettere il proprio lavoro in questa condizione di work-in-progress. A meno che non si debbano usare solo alcuni software, plugin, motori di rendering già nativi, a mio avviso è meglio aspettare finché i tempi saranno davvero maturi.

Quanto ho detto finora non esclude categoricamente che con M1 Max ci si possa lavorare con 3D o VFX. Lo si faceva già con i precedenti MacBook Pro che erano molto meno potenti di questi, per cui anche i software che girano sotto Rosetta 2 vanno piuttosto bene e quelli nativi sono ancora meglio. Dico solo che a livello professionale è meglio andarci cauti, perché qualche incertezza ancora c’è. Ad esempio After Effects per Apple Silicon esiste (è in versione beta a gennaio 2022), ma molti plugin non funzionano e ho ricevuto feedback contrastanti: c’è a chi va bene e a chi si pianta spesso in caricamento. Siamo in beta, ed è comprensibile, ma non è il modo migliore per lavorare.

Video

Fin qui vi ho proposto una visione molto cruda della realtà, focalizzandomi sugli aspetti più controversi perché non mi piace dipingere un mondo di arcobaleni quando l’esperienza mi dice che ci sono ancora delle ampie zone d’ombra. Ad esempio, a chi mi chiede se M1 Pro e Max vadano bene per Premiere Pro io rispondo di temporeggiare o di considerare un PC Windows.

Con M1 Max si può usare a dispetto di quanto visto con M1, ma si sfrutterà solo una piccolissima parte delle reali potenzialità dell’hardware che si è pagato. E non mi sembra la scelta più saggia.

Gli altri software di montaggio che uso e conosco sono Final Cut e DaVinci Resolve, entrambi perfettamente ottimizzati per queste macchine. Il primo va più che decentemente già su M1 e davvero bene con M1 Pro 16GB, mentre su M1 Max 32GB migliora in misura minore. Cioè, andando a vedere cosa può effettivamente fare i vantaggi ci sono, ma si notano per lo più in condizioni d’uso estreme, ad esempio disattivando il rendering in background (cosa che non ha senso fare normalmente).

M1 Max è un po’ più veloce in esportazione e presenta ancora meno lag in timeline in situazioni esagerate con clip pesanti, titoli ed effetti, ma la spesa in più non è certamente non necessaria. Se usassi prevalente Final Cut, avrei sicuramente risparmiato con M1 Pro.

Il mio software preferito per montaggio e color e invece DaVinci Resolve, che poi è uno di quelli che ha seguito Apple Silicon fin dalla prima ora. Blackmagic ci tiene molto all’ambiente Apple, di sicuro più che Adobe. In alcune cose l’ottimizzazione di Resolve è impressionante, però spreme la GPU in modo intensivo e la sua smart-cache non è così perfetta come quella di Final Cut. Il risultato è che nei progetti impegnativi, con video pesanti e colorati, sovrapposizioni, transizioni e qualche effetto 3D, Apple M1 non ce la fa.

Con M1 Pro sono riuscito a lavorare come facevo sull’iMac Intel top di gamma, che è già tanta roba per un portatile. Complessivamente M1 Max è andato comunque meglio sia sulla timeline, dove sono più rari i lag e i delay audio, e l’esportazione è quasi il doppio più veloce.

Pensavo infatti che avrei tenuto quello, ma con M1 Max mi sono dovuto ricredere. A parte i tempi di esportazione, che comunque variano spesso con gli aggiornamenti, qui il vantaggio che ho visto è nella fluidità di lavoro sulle timeline complesse. Con M1 Pro ogni tanto la timeline mi partiva con l’audio in ritardo o avevo dei piccoli ritardi di riproduzione con elementi di Fusion, mentre con M1 Max queste cose non succedono o comunque molto meno. Insomma, mi ha convinto.

Foto e grafica

Metto questa sezione perché c’è chi me lo chiede, ma direi che non si deve prendere M1 Max per questi settori. L’ho ripetuto fino allo sfinimento che con Photoshop, Lightroom Classic, Capture One (tutti Apple Silicon) e simili, già M1 con 8GB va bene e con 16GB va meglio. E intendo bene “bene” nel senso che ci si può lavorare professionalmente, come fa anche Massimiliano nella nostra redazione. M1 Pro è un miglioramento già nella versione base (8/14), quindi ha senso per chi ne faccia un uso importante, volendo anche per il fattore schermo. M1 Max fatico a giustificarlo per questi usi, perché i test saranno anche superiori ma i vantaggi quotidiani minimi.

Audio

Ancor più che per la fotografia, M1 Max non ha senso per l’audio dato che i suoi vantaggi stanno nella componente grafica. C’è il discorso dei 32GB di memoria base, che potete mettere anche nel Pro, ed eventualmente l’opzione esclusiva dei 64GB che in alcuni studi dove si lavora con tantissime tracce, plugin, ecc.. possono sembrare allettanti, ma le prove suggeriscono che anche qui con M1 base da 16GB si sostengono carichi impressionanti con Logic, Audition e simili.

M1 Pro rappresenta uno step interessante per la CPU e perché si parte proprio dai 16GB, quindi è un pacchetto che può aver senso per usi molto avanzati. In questo settore la cosa importante è la capacità di reggere il carico live e durante il missaggio, ma vi riporto comunque un piccolissimo test di esportazione giusto per darvi una visione orientativa delle differenze che esistono tra le varie soluzioni che ho potuto analizzare.

Programmazione

Avendo sostanzialmente la stessa CPU e il medesimo numero di core Neural Engine per il Machine Learning (16) di M1 Pro, anche sul fronte della programmazione M1 Max ha relativamente poco senso. In generale Apple Silicon è molto performante da questo punto di vista e già con M1 si lavora piuttosto bene. Xcode con M1 Pro va alla grandissima, superando anche molti desktop Intel carrozzati ed M1 Max potrebbe servire solo se si sviluppano giochi di un certo peso, dato che i 16-core GPU del Pro con ambienti nativi sono ampiamenti sufficienti.

Gaming

Da quando ne ho memoria, Mac e gaming non è mai stato un binomio vincente. Apple Arcade continua a crescere bene con titoli interessanti per il casual gaming, più qualche rara perla un po’ più impegnata, ma sono tutte cose che girano senza problemi anche su iPhone ed Apple TV, perché è così che deve essere per raggiungere il più vasto pubblico. Qualche titolo di derivazione PC compatibile tramite Rosetta 2 c’è, alcuni anche nel Mac App Store, e questi giovano chiaramente dei vantaggi delle GPU di M1 Pro e Max.

Non sarà mai come far girare un gioco nativo per la piattaforma, però si inizia a ragionare. Teoricamente M1 Max sarebbe in vantaggio, però vi voglio riportare un’esperienza d’uso con Shadow of Tomb Raider. Facendo il benchmark interno M1 Pro è inferiore, ma non in modo esagerato. Soprattutto si nota che M1 Max ha un tetto maggiore, ma è meno costante.

Infatti nel gioco la resa è simile, solo che M1 Pro scalda di meno e quindi fa meno rumore e la batteria dura di più. Dato che comunque non è che si potrà trovare chissà cosa a cui giocare in modo impegnativo, ho concluso che nel gaming il Max abbia svantaggi che superano i vantaggi.

E Windows?

La piattaforma Apple Silicon non è più compatibile con Boot Camp, quindi non possiamo partire direttamente con Windows ma solo virtualizzarlo. Il problema è che non è tecnicamente possibile con Windows per x86-64, che al massimo si può emulare con prestazioni non convincenti se non per attività molto semplici.

Per creare una macchina virtuale che sfrutti bene l’hardware si deve optare per Windows for ARM, disponibile in beta anche per la versione 11. Da qui sarà il sistema operativo ad eseguire l’emulazione di ciò che non è ARM, ma purtroppo molti software importanti e giochi nativi x86-64 non funzionano. E, se funzionano, si deve sempre scendere a patti con la riduzioni di velocità dovuta all’emulazione.

Altro…

Ovviamente non esistono solo questi settori di lavoro e le mie analisi non possono che essere superficiali, ma avrete notato che i punti cardine sono sempre gli stessi che ho iniziato ad anticipare fin dall’inizio di questa recensione. Fermo restando il discorso di compatibilità ed ottimizzazione dei software, il mio parere è che si possa scegliere in base a questo ragionamento di base:

  • produttività e multimedia: M1 base è perfetto anche con 8GB e senza ventola
  • programmazione: M1 con 16GB è un’ottima scelta, M1 Pro solo per attività impegnative e virtual machine
  • audio: M1 con 8GB regge già carichi impressionanti, con 16GB ancora meglio, sarà raro aver bisogno di M1 Pro, M1 Max del tutto inutile
  • fotografia e grafica professionale: M1 base con 8GB se la cava, meglio con 16GB, M1 Pro può aver senso per chi abbia esigenze molto evolute
  • videomaking; M1 base con 16GB va molto bene con Final Cut e se la cava pure con Resolve, ma è meglio M1 Pro per avere più margine di manovra. Per Premiere Pro sconsiglio per ora queste macchine, si spende più di quanto si ottiene. M1 Max è esagerato per quasi tutti gli utenti, consideratelo giusto se macinate progetti davvero complessi con file RAW, 3D, ecc.. su Resolve
  • modellazione 3D: finché il grosso del lavoro non è finalizzato al rendering finale, M1 Pro è una scelta sensata con software ottimizzato
  • animazione 3D e VFX: a meno che non siate sicuri che tutti i software, i plugin e i motori di rendering che usate siano già nativi per Apple Silicon, anche M1 Max può essere un buco nell’acqua: andataci cauti

Per M1 Max è consigliato il 16″

Per quanto riguarda la scelta tra 14″ e 16″, è indubbio che il più grande sia sempre preferibile in termini di resa generale. È più silenzioso, la batteria dura di più e regge meglio il carico intensivo, soprattutto sotto stress. Questo vale già per M1 Pro ed è più evidente con M1 Max. Il fatto che sul 14″ il SoC più potente non sia tra le opzioni base non è un caso, secondo me, nel senso che si tratta di una configurazione non proprio bilanciata e che risponde alle esigenze di un ristretto numero di utenti.  Non si può dire che vada male in senso assoluto, perché i 14″ della concorrenza se le sognano queste prestazioni a batteria, ma l’aumento di prezzo viene raramente compensato dai vantaggi.

Efficienza e consumi: meglio M1 Pro

A proposito di batteria, alimentazione e consumi, il 14″ con M1 Max è stato limitato un po’ da Apple per poterlo mantenere un minimo equilibrato. Non fa tanto più rumore del modello con M1 Pro quando è sotto stress prolungato, ma le ventole partono prima e sono sicuramente più udibili rispetto al 16″. Inoltre, se si richiede carico intensivo insieme a GPU e CPU, viene tagliata rapidamente l’alimentazione a quest’ultima per contenere le temperature. Il grafico di seguito è complicato da leggere, ma non sono riuscito a far meglio di così… spero che con qualche minuto di attenzione si riesca a capire. Metto sotto anche i dati sintetici più rilevanti.

MACBOOK PRO 14″ M1 MAX
STRESS TEST 20MIN MASSIMO CARICO
CONSUMO BATTERIA 28% (72% RESIDUO)
E-CORE TEMP 96°C MAX / 46°C MIN
P-CORE TEMP 99°C MAX / 44°C MIN
GPU-CORE TEMP 98°C MAX / 46°C MIN
LEFT FAN 5721 RPM MAX / 5263 RPM AVERAGE
RIGHT FAN 6143 RPM MAX / 5082 RPM AVERAGE
CPU POWER 42,12W MAX / 0,10W MIN / 28,51W AVERAGE
GPU POWER 60,28W MAX / 0,01W MIN / 42,04W AVERAGE
3D MARK BATTERY 16887 BEST / 94,3% STABILITY
3D MARK BATTERY + 100% CPU 12040 BEST / 90,6% STABILITY

I numeri di M1 Pro sono complessivamente inferiori anche in queste condizioni, ma si vede che la macchina è più equilibrata sia per l’erogazione più costante di alimentazione che per l’andamento delle ventole.

MACBOOK PRO 14″ M1 PRO
STRESS TEST 20MIN MASSIMO CARICO
CONSUMO BATTERIA 25% (75% RESIDUO)
E-CORE TEMP 93°C MAX / 38°C MIN
P-CORE TEMP 97°C MAX / 36°C MIN
GPU-CORE TEMP 98°C MAX / 38°C MIN
LEFT FAN 5585 RPM MAX / 4914 RPM AVERAGE
RIGHT FAN 6028 RPM MAX / 5306 RPM AVERAGE
CPU POWER 40,16W MAX / 0,11W MIN / 38,67W AVERAGE
GPU POWER 45,27W MAX / 0,01W MIN / 41,85W AVERAGE
3D MARK BATTERY 10361 BEST / 99,7% STABILITY
3D MARK BATTERY + 100% CPU 9861 BEST / 98,3% STABILITY

La batteria sotto stress si scarica in fretta, similmente a quanto avvenga con M1 Pro. Diciamo che in meno di 2h può consumarsi, ma solo se considerate la situazione limite di avere tutto a palla senza pause, che non è molto realistico. Nel normale utilizzo i consumi sono spettacolari, difficile persino da calcolarli perché anche durante le attività impegnative (come i montaggi video) si scarica lentamente e si fa davvero una intera giornata, anche di più se ci si sta qualche ora al giorno e soprattutto sul 16″, che mostra un chiaro vantaggio da questo punto di vista.

Caratteristiche strutturali in sintesi

Visto che ho già analizzato tutti i dettagli costruttivi nel precedente articolo, qui mi limiterò a darvi qualche informazione sintetica saliente:

  • Il design di questi modelli è più squadrato e sono più pesanti, il 16″ arriva a 2,15Kg e il 14″ a 1,61. Quindi sono belli massicci e il 16″, per le mie esigenze in mobilità, è davvero mastodontico. Già faticavo con il precedente e questo è più voluminoso e pesante.
    Molto meglio il 14″, che ha il suo spessore ma non è tanto più grande dei precedenti 13 pur avendo uno schermo ben più godibile.
  • Le porte in più sono una manna dal cielo, soprattutto il lettore di SD UHS-II che uso praticamente tutti i giorni. Le tre Thunderbolt 4 offrono tanta flessibilità per creare una postazione desktop, cosa che ho fatto in studio e vi farò vedere in un video dedicato. L’uscita video HDMI 2.0 l’ho usata poco, onestamente, ma avendola nativa devo portare un adattatore in meno nella borsa. Il MagSafe 3 non è essenziale, possiamo sempre caricare via USB-C, ma offre diversi vantaggi: oltre alla connessione magnetica e la relativa sicurezza allo strattonamento, supera i limiti di power-delivery della USB-C e supporta la ricarica rapida.
  • La tastiera è super, davvero. La sto usando come primaria sulla scrivania e va benissimo. Veloce, precisa, solida. E poi c’è quel Touch ID che, una volta abituati, non si torna indietro. Con l’Apple Watch si possono semplificare gli accessi, ma avere il tasto lì a portata di mano è tutta un’altra cosa. Pollice su anche per il trackpad, che non ha niente di nuovo ma continua ad essere il migliore su piazza.
  • A livello multimediale l’audio è davvero ottimo per un portatile, sia per volume che qualità generale – si sentono anche i bassi sul 14″ – il 16″ comunque è superiore, anche solo per una questione di dimensioni.
  • La camera frontale 1080p se la cava bene. È migliorata proprio dal punto di vista hardware, ma viene aiutata anche dal nuovo processore d’immagine derivato dagli iPhone, che elabora meglio il flusso video in tempo reale. In più va molto bene l’array di microfoni che cattura la voce in modo assolutamente chiaro e anche piuttosto pieno, limitando il riverbero dell’ambiente.
  • L’aspetto spesso criticato dei nuovi MacBook Pro è il notch, il che la dice lunga su quanti pochi difetti abbiano. Io non giudico l’estetica, è chiaro che un’area di schermo vuota non piaccia a nessuno, ma in realtà sono i due pezzi ai lati ad essere stati aggiunti. Cioè non abbiamo il vecchio schermo 16:10 ma un 16:10 + 74px, che poi sono occupati da menu e barra di stato.
  • Lo schermo è qualcosa di fantastico. Non mi dilungo troppo perché ne ho già parlato, ma abbiamo una risoluzione elevatissima, spazio colore DCI P3 pieno, luminosità fino a 1000 nit in standard (che sono praticamente il doppio della media alta di mercato), HDR con picchi da 1600 nit per poter visualizzare e produrre contenuti HDR, ProMotion fino a 120Hz e il tutto su un pannello Mini-LED che riesce a spegnere l’illuminazione nelle aree buie con risultati simili all’OLED ma senza i suoi problemi di affidabilità e corrispondenza colore.

Conclusioni

Voto 4,5/5Facendo un po’ il punto della situazione in modo sintetico, io direi che finché si tratta di M1 Pro si può scegliere il 14″ senza avere troppi rimpianti. Ovviamente se si preferisce il suo enorme vantaggio in portabilità. Se invece si ritiene di aver proprio bisogno di un tot in più sulla scheda grafica, passando ad M1 Max, la scelta più equilibrata per questo è il 16″. E qui devo necessariamente spiegare perché io invece ho preso il 14″ M1 Max e ho anche deciso di tenerlo.

Il problema di fondo, nel mio caso specifico, è che Apple non ha ancora un computer desktop con M1 Max a listino. Qualche giorno fa ho dovuto rendere l’iMac 27″ Intel “maxato” che ho usato nell’ultimo anno a noleggio (recensione), quindi avevo bisogno di una macchina da tenere sulla scrivania. Probabilmente usciranno nel corso del 2022 l’iMac grande con Apple Silicon e un Mac mini più potente, per cui mi ero fatto l’idea di tenere M1 Pro sul portatile giusto per tamponare qualche mese di attesa. Il fatto è che poi li ho usati entrambi nella condizione di lavoro tipica per me, ovvero montaggio video su Resolve, ed ho potuto apprezzare un certo vantaggio del Max. Non è una differenza enorme, ma ho preferito mantenere questa migliore usabilità che ho toccato con mano. Sarebbe stata migliore con il 16″ nei momenti di massimo carico, ma durante il lavoro su timeline lo sforzo elevato è spesso breve, quindi nel mio uso primario il 14″ non arriva a mostrare il fianco se non magari in esportazione, dove perdere qualche secondo non mi cambia la vita. E poi so già che prenderò il nuovo desktop Apple Silicon quando uscirà e quando questo portatile tornerà ad essere usato come portatile, preferisco nettamente che abbia queste dimensioni e non quelle esagerate del 16″.

Condivido questa mia storia del tutto personale perché non è davvero facile tracciare un confine netto tra questi due SoC. Posso certamente dirvi che se lavorate nel settore multimedia o se sfruttate la GPU per gaming o altro, M1 Pro è nettamente meglio di M1, ma la differenza tra Pro e Max si assottiglia. Non parlo di benchmark, perché su quelli il doppio di core GPU si vedono sempre, ma di uso reale. Nel complesso è evidente che M1 Pro sia più a suo agio nel settore portatile, mentre M1 Max potrebbe avere delle potenzialità inespresse anche sul 16″ che speriamo di vedere in un futuro desktop della casa.

PRO
PRO Prestazioni
PRO Silenziosità
PRO Consumi
PRO Trackpad
PRO Tastiera
PRO Schermo
PRO Schermo (lo scrivo due volte per sicurezza)
PRO Porte
PRO Touch ID

CONTRO
CONTRO Pesanti, soprattutto il 16″
CONTRO Prestazioni migliori sul 16″
CONTRO La tastiera si macchia troppo con il sudore

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Prezzo alto, ma è destinato a chi ne ha davvero bisogno
DA CONSIDERARE Prestazioni sprecate su software non ottimizzati (vedi Premiere)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.