Nel 2020 NVIDIA aveva trovato un accordo per acquisire ARM con una spesa di 40 miliardi di dollari (poi lievitata a 66). L'azienda che progetta la micro-architettura alla base di tutti i principali SoC mobile, attualmente controllata dalla giapponese SoftBank, rappresenta uno degli asset strategici più importanti nell'attuale panorama informatico, per cui ci siamo interrogati sul possibile impatto di questa acquisizione sul mercato.
Troppe aziende fanno affidamento sulle tecnologie di ARM e questo ha portato i vari organi regolatori ad esprimere dubbi sul progetto di acquisizione da parte di NVIDIA. A gennaio vi ho anticipato che ci si stata dirigendo verso un nulla di fatto e un report odierno del Financial Times ci mette una pietra sopra, asserendo che le negoziazioni si sono chiuse ieri.
Ritengo che si debba considerare come una buona notizia, perché è difficile immaginare che ARM possa perdere la sua indipendenza. Tanto più se nelle mani di NVIDIA, azienda che storicamente predilige camminare da sola invece che stringere alleanze. Nell'attuale panorama, ARM è quasi da accumunare ad un fornitore di infrastruttura, dato che in realtà non produce i chip ma ne progetta tutte le nuove implementazioni seguite poi da svariate aziende, spesso anche concorrenti.