Un Mac in una tastiera: l’affascinante brevetto Apple ci ricorda il passato e un problema del presente

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Ormai seguo il mondo Apple da così tanto tempo da aver visto ogni sorta di idea bizzarra con una mela sopra. Nessun altro brand sembra ispirare così tanto le persone ad ipotizzare nuovi dispositivi futuristici o con design improbabili. Ricordo quando si cercava di ipotizzare il design del primo iPhone basandosi su quello dell’iPod, tutti i tentativi per iSlate (uscito poi come iPad) o iWatch (noto ai posteri come Apple Watch). Senza contare tastiere laser che escono dagli iPhone, migliaia di interpretazioni della Apple Car e i due più in voga negli ultimi anni: iPhone pieghevoli ed Apple Glass. Davvero: non se ne può più.

A me non piace speculare su prodotti del tutto ipotetici ancora lontani da venire, ma trovo stimolante ragionare su quelli che si possono realizzare nel presente, con le tecnologie attuali. E se consideriamo il rapporto di potenza, consumi e dimensioni di Apple Silicon, non c’è davvero limite a ciò che si potrebbe realizzare sul piano hardware. Un iPad che con la tastiera collegata mostri un launcher a finestre, come macOS, non esiste solo perché Apple ha deciso che non deve esistere. Stesso dicasi per un MacBook convertibile con cerniera a 360° che funzioni anche in modalità tablet simil-iPadOS o ancora un 2-in-1 con schermo e tastiera separabili. Prodotti così li hanno già fatti altri produttori, ma nessuno di loro ha sistemi operativi desktop e mobile proprietari e pienamente compatibili tra di loro e nessuno ha raggiunto l’unione delle architetture desktop e mobile. Apple potrebbe fare tutto questo in modo decisamente migliore, dando il giusto risalto ad entrambe le modalità d’uso.

Di recente abbiamo visto che nel 2022 potrebbero arrivare 7 nuovi Mac, ma nessuno di questi sembra destinato a portare novità fondamentali. Si parla di aggiornamenti di ciò che già già con migliori prestazioni e design rinfrescati, ma nulla di radicalmente diverso in casa Apple.

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Ad esempio, sarebbe possibile realizzare una versione molto più piccola dell’attuale Mac mini, che nella transizione ad Apple Silicon ha mantenuto lo stesso case di quello Intel anche se è mezzo vuoto e gran parte è occupata da un sistema di areazione non strettamente necessario. Lo abbiamo immaginato nel 2020 come un mix tra Mac mini ed Apple TV, chiamandolo Mac nano. Non so voi, ma io lo comprerei più di una Apple TV con M1, dato che come gaming ci si farebbe comunque poco (ricordo che Apple non produce giochi e il suo interesse è sempre stato sul casual gaming, come conferma il servizio Apple Arcade).

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Da dinosauro dell’informatica ho apprezzato anche l’idea di un computer in un dispositivo di input, che a quanto pare è stato l’oggetto di un brevetto ottenuto da Apple nel 2021. Lascio a voi la curiosità di scoprire come sia possibile ottenere un brevetto per qualcosa che esiste da sempre nell’informatica, ma immagino che siano state inserite sufficienti specificità da renderlo diverso quel tanto che serviva da ciò si è visto finora. A prescindere da questo, l’idea di cui ho letto su MacRumors mi piace tanto. È un po’ quel che ha fatto Raspberry di recente con il Pi400, ma riporta alla mente gli albori dell’home computing con prodotti come ZX Spectrum o Commodore 64.

Un computer del genere oggi sarebbe effettivamente possibile con Apple Silicon, basti pensare a quanto è piccola la parte inferiore di un MacBook Air e che la gran parte dell’interno è occupata dalla batteria. Quindi una Magic Keyboard solo poco più spessa dell’attuale potrebbe effettivamente ospitare un M1 con alimentatore USB-C. Dato che il brevetto c’è, in Apple hanno di certo vagliato questa possibilità, ma non significa che il prodotto vedrà la luce. Anzi, il rapporto tra dispositivi brevettati e realizzati è assolutamente impietoso per questi ultimi. Io lo immagino più con trackpad integrato, ma non mi dispiacerebbe neanche usarci un mouse esterno. Sarebbe tuttavia l’ennesimo prodotto Apple orfano di uno schermo a cui collegarlo.

La cosa interessante è che se lo schermo ci fosse, magari anche un 24″ con casse e webcam, ci troveremmo di fronte ad una strana copia dell’iMac 24″ con l’hardware al contrario, cioè nella tastiera invece che nello schermo. Questa situazione avrebbe certamente i suoi limiti rispetto all’attuale all-in-one, come l’obbligo all’uso di quella specifica tastiera o il fatto che ci sarebbero più cavi sulla scrivania, ma sarebbe più interessante da trasportare in postazioni diverse e andrebbe anche a risolvere un annoso problema degli iMac. Chi ha già comprato un all-in-one di Apple nell’ultima decade sa bene di cose parlo.

Mettere l’hardware nello schermo è un problema nella misura in cui questo invecchia molto più rapidamente dei monitor. E quelli integrati negli iMac non si possono continuare ad usare come output di nuovi computer costringendoti a cambiare tutto (è stato possibile con la modalità Target Display solo per pochissimi anni con gli iMac 27″ pre-Retina). Spostando il SoC nella tastiera almeno questo problema si potrebbe risolvere, sempre che Apple si decida a produrre un erede del Thunderbolt Display che non costi uno sproposito.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.