Recensione Huawei MateView 28,2″: bel design e tante promesse, ma non è tutto positivo

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Se vi è capitato di sondare il mercato in cerca di un monitor, avrete notato che trovarne uno con un bel design, ottimi materiali e un buon pannello è davvero difficile. Non dico che non ce ne siano, ma probabilmente si contano sulle dita di una mano. E se lo trovate è facile che costi più di quanto vorreste spendere. Nella mia postazione uso da diverso tempo il BenQ PD2720U (recensione) che trovo soddisfacente su tutti i fronti, ma non è economico e il nuovo modello (PD2725U) è anche difficile da trovare. Il motivo per cui i vari produttori non si decidano a curare di più l’aspetto costruttivo ed estetico dei monitor mi sfugge. E ancor di più mi chiedo perché Apple non si decida a realizzare un erede del vecchio Thunderbolt Display 27″, dato che la sua tradizione nel campo dei monitor ha sempre dimostrato quella cura ed attenzione ai dettagli che effettivamente ricerco. I nostri utenti del canale Telegram ci chiedono costantemente consigli sui monitor, spesso proprio quelli da abbinare ai Mac, e negli ultimi mesi mi sono trovato a consigliare più di una volta il MateView 28,2″ di Huawei. Il problema, se così vogliamo chiamarlo, è che fino ad ora non avevo avuto la possibilità di provarlo, per cui ho deciso di porvi rimedio nelle ultime settimane.

Affronterei subito il discorso dimensioni, poiché non è molto comune trovare un pannello con una diagonale di circa 28″ in 3:2. Questa deriva da una particolare scelta di Huawei, che va un po’ in controtendenza rispetto ad un mercato in cui sembrano molto apprezzati i formati ultra widescreen. Mosso da una certa curiosità sull’argomento ho proposto un sondaggio via Twitter e, almeno tra i miei follower, la maggioranza preferisce ancora il tradizionale 16:9. Anzi, il 21:9 è quello che ha ottenuto minor voti, superato persino dal 3:2 di questo MateView.

Perché non mi piacciono gli Ultrawide

Ipotizziamo di aver spesso bisogno di affiancare tre documenti o pagine web nella stessa visuale, è chiaro che gli schermi ultrawide siano la migliore scelta. Per questo li consiglierei per uso ufficio e produttività generale, ma anche per alcune tipologie di giochi, non per tutto il resto. Già vedere un video nel classico formato 16:9 ci porta ad avere delle vistose bande nere ai lati. La prima cosa da capire dei monitor ultrawide è che richiedono diagonali molto ampie per offrire una buona quantità di spazio verticale ed evitare quello che chiamo “effetto parabrezza”. Serve infatti un 34″ in 21:9 per equiparare la visuale verticale di un 27″ 16:9.

Ci sono poi alcuni miti da sfatare, perché si dice spesso che questi schermi molto larghi siano utili a chi fa grafica o video professionale, ma la mia personale esperienza suggerisce il contrario. Pensando al montaggio video, è chiaro che vedere una porzione più ampia della timeline possa far piacere, ma non elimina la necessità di scorrerla in orizzontale. Questo perché visualizzare l’intero progetto porterebbe comunque ad un fattore di scala troppo piccolo per lavorare sulle singole clip ed effetti. Può invece fare la differenza un po’ di spazio aggiuntivo in verticale se ti consente di vedere tutti i livelli in uso mantenendo una preview di dimensione soddisfacente.

Discorso simile si può fare per i fotografi: dato che le fotografie sono tipicamente in formato 3:2, su un monitor così si riescono a vedere quelle orizzontali senza margini a pieno schermo oppure leggermente ridotte lasciando il giusto spazio ai lati per i controlli e in basso per delle miniatura di dimensioni generose. In un formato ultrawide si vedono ancora bene le foto orizzontali, ma se si passa a quelle verticali il vantaggio del 3:2 è evidente dato che si potranno visualizzare più grandi e con minor spazio vuoto ai lati.

Altro problema dei monitor ultrawide è spesso la risoluzione, perché è molto raro trovarli con la stessa densità di pixel dei formati 16:9. Ad esempio: i 34″ 21:9 sono alti come i 27″ 16:9, ma mentre questi ultimi si trovano facilmente in UHD con 2160 pixel in altezza, nei 34″ la risoluzione più diffusa ne offre solo 1440. Esistono alcuni 34″ 2160p, però sono cari oltre che rari. Questa risoluzione è più facile da trovare sui 38″, ma su un pannello maggiore si torna a ridurre la densità ed aumenta ancora il prezzo.

Queste sono le ragioni che non mi fanno apprezzare i monitor ultrawide nel mio uso tipico del computer, ma molti altri utenti li trovano piacevoli da vedere e magari anche utili nel loro lavoro.

Design e qualità costruttiva

Non è facile trovare un monitor che abbia un buon design. Quelli professionali possono essere ottimi a livello ergonomico, perché dotati di numerose regolazioni, ma se si parla di materiali ed estetica la media è piuttosto deludente. Plastiche economiche, basi poco stabili e linee anonime si trovano nella maggior parte dei prodotti in commercio. Un monitor per computer è caratterizzato essenzialmente dal suo schermo, anche perché i bordi sono diventati via via più sottili, dunque non c’è molto su cui lavorare per differenziare un prodotto da un altro. Sarebbe tuttavia auspicabile una maggiore attenzione alle linee ed i materiali, cose che non sembrano interessare troppo ai produttori. In questo panorama l’arrivo del Huawei MateView è stato un bello scossone, perché è un monitor che si presenta bene ed ha delle caratteristiche di design piuttosto distintive.

Molto interessante che arrivi già montato e che sia imballato in modo facile per toglierlo dalla scatola, poggiarlo sulla scrivania ed iniziare ad usarlo. Questo aspetto, che personalmente ho apprezzato, deriva anche da una scelta progettuale che può rappresentare un problema per alcuni utenti, nel senso che il display e la base sono un pezzo unico e non possono essere separati. Per la stessa ragione, questo monitor non dispone di attacco VESA e non è dunque possibile usarlo con basi e bracci standard.

Sul fronte ergonomico vanno segnalate alcune altre limitazioni. Il display è attaccato al piedistallo attraverso uno snodo che consente di regolarne la posizione in altezza e di inclinarlo verticalmente (da -5° a 18°), ma non dispone di orientamento orizzontale e non ruota, quindi non è possibile usarlo in verticale.

Queste caratteristiche non escludono completamente l’uso in ambienti professionali, ma sicuramente ne limitano l’impiego in molti scenari ed è un aspetto di cui tener conto nella valutazione finale. La semplificazione strutturale ha tuttavia consentito di realizzare un prodotto con un bel design e ricco di funzionalità ad un prezzo accessibile (soprattutto considerando le saltuarie offerte al di sotto dei 600€).

Il mio unico rammarico, dopo averlo toccato con mano, è che alcuni elementi strutturali appaiano meno robusti di quanto sembri dalle foto prodotto e che le finiture non siano sempre perfette. Nel mio esemplare si notano degli accoppiamenti imprecisi sul piedistallo e leggere sbavature lungo i bordi. Si tratta di dettagli, lo so, ma trovo giusto menzionarli.

Ci sono porte e porte

Huawei MateView non è soltanto uno schermo in quanto include numerose caratteristiche aggiuntive a completamento del computer a cui si collega. Questo approccio è quello che personalmente preferisco in un monitor per casa/ufficio, in quanto offre la possibilità di limitare l’uso di periferiche esterne. Nel caso specifico si trovano due speaker nella base per l’audio stereo, microfono ed un hub con due porte USB-A più una line-in/out combinata da 3,5mm. Anche in questo caso, però, la realizzazione presenta alcuni aspetti potenzialmente critici da considerare.

Le casse da 5W sono decenti per un uso molto basico, quindi notifiche, call e poco altro (stesso discorso per il microfono integrato). Ci si può anche ascoltare un po’ di musica, all’occorrenza, ma la resa non sarà certo ottimale. Per cui a chi apprezza un buon audio ed è solito usare il computer anche per video e musica, consiglierei comunque di dotarsi di casse esterne.

Per quanto riguarda l’hub di connessioni ho un paio di remore, iniziando dal fatto che ci sono due USB-A e nessuna USB-C. In realtà di porte in formato USB-C ce ne sono due, ma quella posteriore è usata per collegare l’alimentatore del monitor e quella laterale è l’ingresso per un eventuale computer (che viene anche ricaricato con Power Delivery fino a 65W). La mia critica riguarda proprio il posizionamento di questa porta, poiché i due ingressi principali HDMI e mini DisplayPort si trovano sul retro della base, nascosti alla vista ma sempre comodi da raggiungere, mentre quello USB-C è sulla destra. Questo vuol dire che è facilmente accessibile, ed è un pregio, ma anche che rimarrà il cavo sporgente quando si userà il monitor con un portatile connesso via USB-C. In ottica di un frequente “attacca e stacca” può essere un vantaggio, ma l’estetica ne viene fortemente penalizzata. Avrei preferito avere l’ingresso USB-C sul retro insieme agli altri, tanto si può lasciare il cavo sempre connesso al monitor e l’altro capo ben organizzato con i cable drop.

Controllo e funzionalità extra

Quando ho detto che il MateView non è soltanto uno schermo mi riferivo anche alle possibilità offerte dal piccolo sistema operativo di cui è dotato. Al momento dell’accensione propone una serie di modalità operative ed anche la possibilità di collegarlo ad una rete wireless. Il controllo è affidato alla Smart Bar, ovvero un’area sensibile al tocco nella cornice bassa dello schermo con cui si può:

  • toccare una volta per entrare nel menu o dare conferma
  • toccare due volte per andare indietro
  • modificare l’ingresso con il tocco di due dita
  • scorrere a sinistra e destra per regolare il volume o muoversi nel menu

Il sistema non è sempre preciso, ma risulta piuttosto comodo e abbastanza intuitivo nell’uso, tuttavia ho trovato più utile il fatto che si possano abbinare mouse e tastiera via USB o Bluetooth. Senza questi ultimi, l’unica modalità per configurare il Wi-Fi è tramite l’app di Huawei, ma non sono riuscito a farlo in nessun modo sia con smartphone Android che iOS. Con mouse e tastiera si sblocca invece la possibilità di cercare le reti, selezionarle ed inserire la password direttamente dal monitor. Confrontandomi con altri utenti ho notato che molti non hanno usato la connessione wireless, che in effetti non è fondamentale, ma io l’ho fatto per ricevere più facilmente gli aggiornamenti firmware OTA. Da notare che se si attiva l’aggiornamento automatico può però succedere che lo schermo si spenga arbitrariamente durante l’uso per l’installazione. Una bella seccatura, anche se per fortuna impiega poco.

Segnalo anche un po’ di incertezza con i MacBook via USB-C, perché quando si manda il computer in standby dopo un po’ il monitor si spegne e non si riaccende muovendo il mouse o con la tastiera.

Sul piede del monitor si può notare il piccolo logo di Huawei Share, dove basta avvicinare uno smartphone dello stesso produttore per attivare la proiezione wireless (funzione presente anche nei computer). È tutto semplice e comprende sia la possibilità di usto in duplicazione schermo che estensione. In quest’ultimo caso si avrà un vero e proprio desktop dove lanciare le app in finestra, che si può controllare usando lo smartphone come un touchpad wireless oppure collegando mouse e tastiera. Va piuttosto bene e veicola anche il suono, ma ho notato che riproducendo video da YouTube tramite il browser nativo ci sono dei saltuari vuoti nell’audio che rendono l’esperienza meno solida e convincente.

Qualità del pannello

Lo schermo ha una risoluzione UHD+ ovvero con i classici 3840 pixel in orizzontale, ma 2560 pixel in verticale invece che 2160, proprio per via del fatto che il formato 3:2 è più alto di quello 16:9. Fa uno strano effetto, all’inizio, però l’ho apprezzato molto nell’uso lavorativo per le ragioni che ho già descritto. Il pannello IPS ha una copertura opaca e antiriflesso di buona qualità, anche se non proprio a livello dei top di gamma come il mio (ormai non più freschissimo) BenQ PD2720U. Nella media anche la luminosità di 500 nit – che offre la possibilità di lavorare in modalità HDR400 – con uniformità sopra la sufficienza.

Piuttosto deludenti le impostazioni colore: si può semplicemente scegliere tra 3 profili precalibrati (sRGB, DIC-P3, Nativo) che disattivano ogni altro controllo sull’immagine ed uno Utente dove le uniche opzioni rimangono contrasto, luminosità e saturazione. Ho eseguito una calibrazione e poi un test con la sonda riscontrando una buona uniformità per il colore, specie nel range sotto il 70% di luminosità.

Il produttore dichiara una copertura per lo spazio colore DCI-P3 del 98% (la mia rilevazione si attesta al 96%) mentre è confermata quella sRGB del 100%. Ho provato anche con AdobeRGB ottenendo un 88%, che non è certamente male per un monitor destinato all’uso generico. Dunque per il gamut il giudizio è molto positivo.

A non convincermi particolarmente sono state la risposta tonale e soprattutto la coerenza del grigio, che tende ad avere vistosa fluttuazione di temperatura a differenti intensità. Considerando il ridotto margine di manovra tramite le impostazioni del monitor, succede che se lo aggiusti da una parte poi si sposta dall’altra, e la calibrazione non riesce a compensare completamente il problema. Per questo motivo è risultato preferibile l’utilizzo dei profili standard.

Conclusioni

La richiesta di un buon monitor ad un prezzo moderato è tra quelle che ricevo più spesso, soprattutto tramite il canale Telegram delle @SaggeOfferte_Tech. Di norma consiglio i BenQ di fascia alta per i professionisti (inferiori agli EIZO ma ormai superiori ai Dell) e gli LG per uso generico (perché Samsung in fascia medio-bassa ha pannelli VA che non piacciono a molti), ma ovviamente ce ne sono tanti altri che si possono considerare in base alle offerte del momento. Asus ha dei bei monitor nel catalogo ProArt e anche MSI sta facendo alcune buone cose (ma non li ho mai provati) e non bisogna dimenticare alcuni marchi meno noti al grande pubblico che lavorano davvero bene sul fronte della qualità (vedi Nec) o del rapporto tra qualità e prezzo (come iiyama). La lista è molto lunga, ma si restringe moltissimo se si considera il design una priorità. In questo panorama, l’arrivo del MateView 28.2″ è stata una ventata di aria fresca. Finalmente un monitor con belle linee, funzioni moderne ed un prezzo non troppo elevato, che per queste ragioni è diventato rapidamente uno di quelli che ho più consigliato nei mesi scorsi. Tuttavia non amo suggerire un acquisto quando non sono certo della qualità e per questo motivo ho deciso di recensirlo.

Alcune limitazioni le avevo già ben chiare e sono implicite nelle scelte di design, perché la base contiene tutte le connessioni e le casse, dunque è normale che non si possa staccare e non vi sia la compatibilità con l’attacco VESA. Ciò che non potevo immaginare è che dal vivo la qualità della struttura appare inferiore alle aspettative: dove c’è metallo è comunque sottile e le finiture sono tutt’altro che perfette se analizzate nel dettaglio. D’altro canto non è che si trovi di meglio spendendo circa 600€, per cui almeno si apprezza il miglior colpo d’occhio complessivo.

Le funzioni smart non sono male, ma neanche una priorità, soprattutto perché si apprezzano pienamente solo con smartphone e computer Huawei. Quel che rimane sono pannello ed elettronica, che poi sono tra gli aspetti più importanti parlando di un monitor. Il gamut è molto valido per la fascia di prezzo, ma pecca nella tenuta del grigio medio e manca di regolazioni dettagliate per il colore, rendendo difficile una calibrazione accurata. Non lo consiglierei ai professionisti dell’immagine che inseguono la fedeltà, ma utilizzando i profili precalibrati la resa è piuttosto soddisfacente per un impiego casalingo o da ufficio, dove l’occhio verrà ben ripagato e lo spazio di lavoro di certo non manca. Dopo la prova continuo a considerarlo un prodotto molto interessante perché fa leva su aspetti diversi rispetto la maggior parte della concorrenza, ma credo si sia mancata l’occasione di realizzare il monitor definitivo nella sua fascia di prezzo. E soprattutto non perdono a Huawei la porta USB-C laterale: un vero sacrilegio per chi è attento al cable management.

PRO
PRO Linee pulite e moderne
PRO Braccio regolabile in altezza
PRO Casse e microfono inclusi
PRO Semplice controllo con la Smart Bar touch
PRO Formato 3:2 molto pratico
PRO Pannello con un buon gamut colore
PRO Bella la funzionalità di Proiezione wireless con alti prodotti Huawei
PRO Prezzo interessante

CONTRO
CONTRO Finiture e qualità costruttiva inferiori a ciò che si percepisce dalle foto prodotto
CONTRO Non si può ruotare a 90°
CONTRO Ha pochissime regolazioni per il colore
CONTRO Pecca nel mantenimento del grigio medio
CONTRO Difficile ottenere una calibrazione ottimale
CONTRO La porta USB-C laterale è troppo in vista

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Qualche incertezza nella selezione dell’input dopo la riaccensione
DA CONSIDERARE La configurazione del Wi-Fi tramite l’app presenta difficoltà
DA CONSIDERARE L’audio integrato è deludente

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.