Recensione POCO X4 Pro 5G: buona qualità a prezzo contenuto

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Non mi vedete spesso fare recensioni di smartphone Android. Un po’ per scelta un po’ per mancanza di tempo, anche quelli che uso raramente finiscono sulle pagine di SaggiaMente e ancor meno sul canale YouTube. Negli ultimi mesi, però, mi sono ritrovato a provarne veramente tanti nell’esplorare il mondo del retrogaming e del gaming in cloud, ambito dove il robottino verde ha molti vantaggi rispetto ad iOS. Ho recensito una console portatile su base Android (Powkiddy X18S) e tanti smartphone, alcuni acquistati da me, alcuni in prova, come il POCO X4 Pro 5G inviatomi dallo store Goboo che lo ha attualmente in esclusiva.

Bella la confezione, curata esteticamente e nelle fasi di unboxing, ma soprattutto dotata di un alimentatore da ben 67W USB-C ed una custodia in silicone trasparente: non bellissima, ma utile per chi le usa. Vi dico subito che in questo smartphone ci sono tutte le comodità, anche quelle vecchia scuola, come la porta audio mini-jack e il sensore infrarossi per emulare i telecomandi.

Il design del POCO X4 Pro non è particolarmente originale, ma ho apprezzato molto alcune scelte per come influiscono sull’ergonomia. È quasi interamente in plastica e la cosa potrebbe suonare come “scadente”. In realtà apprezzo raramente gli smartphone economici con scocca in metallo perché non basta il materiale per rendere un prodotto premium. Al contrario, su X4 Pro le finiture sono molto curate e il retro, impreziosito da riflessi incrociati, ha tutto l’aspetto e la brillantezza del vetro pur non essendolo.

L’uso di buone plastiche ha evitato dell’inutile peso aggiuntivo ed ha reso lo smartphone meno freddo al tatto. È vero che la forma squadrata lo fa sembrare una mattonella senza troppa grazia, ma quando lo si usa tutto torna perché la presa è stabile, comoda e sicura. Se non si può spendere troppo in materiali e finiture, secondo me questa è la strada giusta da seguire. Presente anche la certificazione IP53 contro polvere e schizzi d’acqua: non è certo la migliore, ma in questa fascia è spesso del tutto assente.

POCO X4 Pro è disponibile nella versione 6GB/128GB oppure 8GB/256GB; è un dual SIM, ma nel cassettino si può decidere di inserire una microSD al posto della seconda nano SIM, e supporta le reti 5G. Ha il Bluetooth 5.1, il Wi-Fi 5, NFC e il GPS al completo (A-GPS, GLONASS, BDS, GALILEO). Buona la ricezione, buono l’audio (che è anche stereo in vivavoce) e chiara la voce in chiamata.

Presente anche il sensore per l’impronta nel tasto laterale di accensione, molto reattivo e pratico da utilizzare. Personalmente preferisco questa soluzione rispetto a quelli sotto il display, visto che solo in fascia top quelli offrono prestazioni soddisfacenti.

Il display è una delle cose più riuscite di questo smartphone e, in effetti, non gli si può dire davvero nulla. È molto ampio con i suoi 6,67″ di diagonale ed ha un’ottima risoluzione di 1080 x 2400 pixel. Il pannello è un Super AMOLED con nero assoluto e colori brillanti, comunque modificabili dalle impostazioni, e frequenza di refresh di 120Hz. Valida anche la luminosità di 700 nit in standard, che sale a 1200 nit garantendo la compatibilità con HDR10. Buoni gli angoli di visuale e ottimo che lo schermo sia completamente flat, così si evitano i tocchi involontari. La cornice è simmetrica su tre lati, solo poco più spessa in basso, e c’è il foro al centro in alto per la fotocamera frontale.

Spostiamoci ora all’interno, dove si cela uno degli ultimi nati di Qualcomm per la fascia media, ovvero lo Snapdragon 695 5G. Questo SoC avrà un ruolo centrale in tutto il 2022, specie in ottica di diffusione del 5G a livello globale, perché molto più interessante del 480+ 5G e più economico rispetto al 778+ 5G. Tuttavia non rappresenta un’evoluzione in termini di prestazioni rispetto allo Snapdragon 860 che equipaggiava il precedente X3 Pro e ancor meno rispetto al POCO F3 con 870 5G (che ormai si compra ad un prezzo analogo).

Il 695 5G offre un piccolo incremento di prestazioni rispetto al 690 (parliamo di circa il 10%) e ottiene il processo produttivo a 6nm che migliora l’efficienza energetica. Ecco perché rispetto ad X3 Pro si fa più un passo di lato che in avanti, trasformando il nuovo modello in un vero battery phone. Grazie al buon bilanciamento dei consumi ed alla batteria da 5000 mAh, è risultato davvero difficile scaricarlo in una giornata (e ho sempre mantenuto la modalità 120Hz attiva).

I dati oggettivi ci dicono che le prestazioni del POCO X4 Pro non sono da primo della classe e in effetti non si può confrontare la sua fluidità con quella dei top di gamma del momento: si noterà un minimo di ritardo in più all’apertura delle app e qualche lag dell’interfaccia, un vero peccato perché quando va fluido i 120Hz si godono pienamente. Alla fine si usa senza particolari problemi, ma è evidente che qui si sia cercato un equilibrio generale e non le prestazioni nude e crude. In effetti ho preferito usare questo smartphone rispetto ad alcuni altri più potenti per via dello schermo, della batteria e perché mi piace proprio come sta in mano.

La MIUI 13 è attualmente basata su Android 11 con patch di gennaio. La versione 12 arriverà, spiace che non sia nato già con quella, ma le personalizzazioni di Xiaomi (casa madre di POCO) mascherano molto la cosa e non ci sono particolari mancanze. Bisogna giusto entrare un po’ nei menu per attivare le varie cose che possono interessare, come la gesture o la modalità scura. Trovo tuttavia assurdo avere al primo avvio 8 giochi e 15 app preinstallate, oltre a quelle proprietarie della MIUI. Ammetto che 7 di queste le avrei comunque messe io, ma ho preferito rimuoverle per partire da una base il più possibile liscia per poi rimetterle dal Play Store ufficiale. Inoltre, durante l’installazione delle app può apparire ogni tanto un banner pubblicitario. Credo si tratti di una forma di “arrotondamento” del produttore, ma non mi piace molto.

Il POCO X4 Pro non è uno di quegli smartphone “da gaming”, ma i 2-core Kryo 660 Gold a 2.2 GHz uniti ai 6-core Kryo 660 Silver da 1,7 GHz ed alla GPU Adreno 619, consentono di giocare piuttosto bene anche con i titoli moderni. Interessanti anche le prestazioni per il retrogaming dato che riproduce tutto in scioltezza i titoli della PSP e inferiori, mentre con gamecube/wii fatica e con la PS2 non ce la fa proprio. Con un controller esterno ho apprezzato il gioco in cloud in particolare con Xbox Game Pass, piattaforma che mi sta dando diverse soddisfazioni.

Sul fronte multimediale segnalo la buona resa delle casse stereo, con un suono un po’ medioso ma piuttosto forte e complessivamente valido per uno smartphone. Per le fotocamere la situazione è più complessa, con aspetti positivi ed altri un po’ meno. Ci sono tre moduli in tutto, ma solo due sono importanti. Il terzo è la classica fotocamera macro che si vede da alcuni anni in molti smartphone economici, che può essere divertente da usare per il fuoco ravvicinato ma è sostanzialmente inutile visto che ha solo 2MP. Non a caso è assente tra le impostazioni standard dall’app fotocamera e bisogna andare nel menu per attivarla con la voce “super macro”. Tra l’altro, l’app mostra anche uno zoom 2x che è solo digitale e può creare confusione.

La fotocamera principale è piuttosto importante perché è da 108 MP con obiettivo f/1.9 da 26mm ed un sensore da 1/1.52″ con pixel per il rilevamento di fase. Da fotografo ritengo sia inutile mettere risoluzioni così elevate sugli smartphone, ma bisogna ammettere che non se la cava male. Le immagini hanno un buon livello di dettaglio e soprattutto mostrano un minimo di tridimensionalità e un po’ di sfocato naturale quando il soggetto principale è molto vicino. L’app ha una modalità Pro, ma l’uso in automatico è valido e attiva da solo l’HDR quando serve.

Quel che manca è una maggiore consistenza dei risultati e sono propenso a dare la colpa al SoC o, più precisamente, al suo ISP (Image Signal Processor). La fotografia computazione si basa sulla potenza di elaborazione, perché quando scattiamo una foto lo smartphone ne fa in realtà molte di più così da scegliere quella migliore (scartando magari quelle mosse). Questa parte è un po’ carente nel POCO X4 Pro, quindi bisogna stare più attenti in fase di scatto. Si nota anche un po’ di delay alla cattura, cosa che non vedevo da un po’, però le foto sono qualitativamente degne di un buon medio gamma. Sempre per via dell’IPS non c’è il video in 4K, ma solo in FullHD fino a 60fps, e senza stabilizzazione può essere un po’ traballante, mentre la messa a fuoco continua è piuttosto fluida ed efficace. Non è comunque il prodotto ideale per chi fa molti video, questo è chiaro.

L’altra fotocamera è la ultrawide da 188°, con un sensore da 8 MP e obiettivo f/2.2. Qui la valutazione è sovrapponibile a quella della fotocamera primaria in termini di funzionalità con l’aggravante che il sensore ha minore qualità. Le foto non sono da buttare, intendiamoci, dopotutto è normale vedere le ultra grandangolari con qualità più bassa, ma il livello di dettaglio è visibilmente inferiore, così come la gamma dinamica.

Infine c’è la fotocamera frontale, che ha 16 MP e un’obiettivo da f/2.4 ed è, in buona sostanza, senza infamia e senza lode. In condizioni ottimali non è pessima, ma in generale non è molto performante. Escluderei quindi anche gli amanti dei selfie tra i potenziali acquirenti soddisfatti.

Conclusione

Gli smartphone entry-level sono così migliorati negli ultimi anni che in pratica non esistono più, al di fuori di qualche specifico prodotto per i mercati emergenti. D’altronde con questo termine si tende ad identificare ciò che è appena sufficiente all’uso primario, classificazione ingiusta per il POCO X4 Pro come per moltissimi altri smartphone che costano meno di 300€, dato che in realtà sono sufficienti, sì, ma per tutto.

All’estremo opposto ci sono dei top di gamma che sono saliti di prezzo in modo esagerato, volando molto spesso sopra i 1000€, lasciando nel mezzo un enorme settore mid-range in cui rientra praticamente di tutto. Ogni produttore ha la sua strategia, a volte anche più linee di prodotto nella stessa fascia per soddisfare diverse esigenze, e POCO è uno dei più prolifici in tal senso. La sovrapposizione porta inevitabilmente a fare anche dei confronti in casa e per questo ho citato prima alcune alternative della stessa azienda.

Il POCO X4 Pro 5G offre un valido pacchetto per il suo prezzo di listino di 299€, che poi è in promozione lancio a 269€ e su Goboo c’è un ulteriore codice sconto in pagina di 20€ che lo fa scendere a 249€. Mi riferisco alla versione base da 6/128GB che è quella più interessante, anche perché si può espandere la memoria con microSD e quella integrata è di tipo UFS 2.2 (non la più veloce 3.1). I punti deboli non mancano, ogni prodotto che non è un top di gamma deve scendere a compromessi, ma qui il prezzo è contenuto e le qualità ci sono. Non si punta tutto sulla velocità al minor prezzo, però si è ottenuto un bel bilanciamento tra batteria, schermo ed ergonomia generale. A me è mancata la ricarica Qi, perché ci sono affezionato, ma con questa autonomia e l’alimentatore da 67W non sarà mai un problema. A parte le fotocamere, che in questa fascia sono sempre così così, l’altro aspetto un po’ zoppicante è proprio lo Snapdragon 695, ma temo che nel 2022 lo vedremo molto spesso nell’ottica di diffondere il 5G a prezzi contenuti. Se il 4G vi basta e preferite le prestazioni a tutto il resto, potreste valutare anche il POCO F3, ma di X4 Pro ho preferito il feeling nell’uso quotidiano.

PRO
PRO Molto comodo in mano per formato e materiali
PRO Schermo molto valido, sopra la media per la fascia di prezzo
PRO Ottima autonomia
PRO Connettività completa
PRO Presenza di 5G
PRO Memoria espandibile con microSD
PRO Alimentatore importante in dotazione
PRO Presenza di jack cuffie
PRO Dotato di infrarossi (per chi li usa ancora)
PRO Sensore impronta veloce
PRO Buon sensore per la fotocamera primaria
PRO Buona resa audio stereo
PRO Prezzo contenuto

CONTRO
CONTRO Lo Snapdragon 695 non è un fulmine
CONTRO Resa fotocamere spesso mediocre
CONTRO Troppe app preinstallate

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Manca la ricarica Qi
DA CONSIDERARE La base software attuale è Android 11

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.