E se il Chromebook migliore fosse un MacBook Air? Proviamo Chrome OS Flex

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Quando acquisto un computer per il mio lavoro non vado troppo per il sottile: so che mi serve potenza e quindi arrivo fin dove le finanze mi permettono. Alle volte mi spingo anche oltre, per la prospettiva di recuperare prima l’investimento con la maggiore produttività. Ma il computer non si usa solo per questo e infatti molte attività più semplici ormai le svolgiamo con i tablet e persino con gli smartphone. Mi riferisco soprattutto a quelle che gravitano intorno alla posta elettronica, la navigazione web, i social e tutte quelle altre funzioni che si possono compiere con un browser o una web app. Il fatto è che quando si tratta di scrivere o gestire più attività insieme, per quanto semplici esse siano, continuo a trovare più pratica una tastiera fisica con interfaccia a finestre e un puntatore. E non credo di essere l’unico se anche Apple è dovuta ricorrere alla Magic Keyboard con Trackpad per far fare un salto di livello all’iPad.

Ci vorrebbe un portatilino…

Ricapitolando la mia situazione, direi che c’è un buon 30% del lavoro quotidiano al computer per cui non ho bisogno di elevate prestazioni e nemmeno di software professionali, ma preferisco avere un sistema operativo desktop con strumenti di input veloci, quali tastiera e mouse. Penso che molti potrebbero ritrovarsi in una situazione simile e alcuni non avranno mai bisogno di qualcosa di più. Ovviamente potrei fare tutto sulla postazione di lavoro primaria, ed è così che faccio di solito, ma ogni tanto vorrei un portatile leggero da destinare a queste attività più semplici. Uno che costi poco e si possa maltrattare. Magari anche usato da altri membri della famiglia, ognuno con il primo account. Avete probabilmente capito dove sto andando a parare, ovvero sui Chromebook.

Esistono da tempo, però non li ho mai presi troppo in considerazione. Non che mi manchi il piacere di esplorare nuove piattaforme, ma ho sempre avuto diversi Mac per le mani ed è stato più semplice utilizzarne uno di quelli più vecchiotti per gli stessi scopi, mantenendo il mio ecosistema di base inalterato (compreso il sync dei dati principali via iCloud). Anche perché c’è un altro problema da considerare, ovvero che quelli economici ti costringono spesso a degli standard qualitativi troppo bassi per schermo, tastiera e trackpad, mentre quelli più validi finiscono per essere troppo costosi per essere “solo dei Chromebook”.

A sinistra lo schermo (pessimo) del Galaxy Chromebook Go, a destra HP Chromebook 14a

Chromebook economici

Ho un po’ rivalutato questa mia posizione nelle scorse settimane per via di alcuni eventi concomitanti. Prima di tutto i figli che crescono e hanno bisogno sempre più spesso di un computer per la didattica, ma poi anche per Amazon che, con l’ultimo sconto Warehouse, mi ha dato la possibilità di provare alcuni Chromebook spendendo davvero poco. Ho preso due Samsung (11″/14″) a circa 120/150€ in “ottime condizioni” e un modello di HP (14″) sempre a circa 140€ perché di base costava di più ma era definito in “buone condizioni” dato che mancava l’alimentatore e il cavo USB-C. A livello hardware sono tutti simili, con processore Intel Celeron, 4GB di RAM e 64GB di storage su eMMC…  vi dico in sintesi com’è andata, modello per modello.

  • Il Galaxy Chromebook Go 14″ è bellino, ma ha un audio terribile e un display che definire indecente è un complimento. Sembra tutto slavato ed ha un angolo di visione così ridotto che ricorda gli schermi TFT dei portatili nei primi anni 2000.
  • Il Galaxy Chromebook 4 11,6″ è simile, si salva leggermente solo perché lo schermo è più piccolo e quindi noti di meno le pesanti variazioni su colore e luminosità quando non è perfettamente perpendicolare agli occhi. Ma in fondo anche lui ha audio e schermo pessimi a cui aggiungerei un design meno piacevole rispetto a quello del Go. L’unico pregio è l’essere più compatto, ma per alcuni sarà un limite per la visione dei contenuti e dei testi.
  • Il Chromebook HP 14a ha già uno schermo apprezzabile: un Full HD semi-lucido che non è da top di gamma ma almeno è dignitoso, e va molto molto meglio anche per le casse. La tastiera è più o meno quella, un po’ molliccia, e il trackpad è discreto. Insomma, un computer che almeno si può usare senza che ti sanguinino occhi ed orecchie… cosa che dopo aver visto i due Galaxy Chromebook è sembrata un mezzo miracolo.

È chiaro che si tratta di prodotti molto economici, per altro comprati usati con lo sconto warehouse a cifre ancora più basse, per cui non pretendevo mica la Luna. È proprio che sotto un certo standard per alcune cose non riesco ad andare e credo che nessuno dovrebbe farlo. Usare quei due modelli di Galaxy Chromebook vuol dire affaticare la vista e l’udito. Già solo leggere un testo risulta impegnativo e riprodurre un video su YouTube è stata un’esperienza da dimenticare. Quello di HP è decisamente superiore per gli aspetti multimediali, mentre le prestazioni sono più o meno quelle.

A sinistra MacBook Air 11″, a destra Galaxy Chromebook 4

Secondo me sia il Celeron 4000 che il 4020 fanno un lavoro decente nel far girare Chrome OS. Qualche mese fa ho provato un Lenovo IdeaPad Duet con MediaTek P60T e mi era sembrato più o meno simile, ovvero con sporadici impuntamenti e qualche lag, ma usabile. I soli 4GB di RAM non aiutano, ma ritengo che il vero collo di bottiglia spesse volte sia lo storage: una banalissima schedina di memoria eMMC da 64GB (che qualcuno chiama erroneamente SSD).

L’alternativa di Chrome OS Flex

Stando così le cose, ho pensato ad un’alternativa. Ho diversi Mac piuttosto datati, tra cui un MacBook Air 2010 con Core 2 Duo il cui supporto ufficiale è fermo ad High Sierra e su cui ho messo senza fatica Catalina con il patcher. C’è anche l’alternativa di OpenCore che, con un po’ di sbattimento, fa installare Monterey (qui una guida), ma siccome già vedo un certo sforzo con Catalina non mi è sembrata una grande idea sovraccaricarlo ulteriormente.

Un paio di mesi fa, però, Google ha rilasciato un po’ a sorpresa Chrome OS Flex, ovvero una versione di Chrome OS basata su CloudReady di Neverware, azienda acquisita nel 2020. Questo si può scaricare in forma di installer dal sito ufficiale e si trasferisce su una pendrive da almeno 8GB. Per farlo si può usare la linea di comando o qualsiasi altro tool, anche il Raspberry Pi Imager scegliendo “usa immagine personalizzata”. Collegata la pendrive al Mac bisogna partire scegliendo l’unità esterna (basta tenere premuto Alt/Option) e si segue la semplicissima procedura guidata.

Attenzione: l’installazione cancellerà ogni cosa esistente sul disco interno, non rimarrà traccia dei vostri dati e neanche di macOS, quindi fatelo solo se avete già un metodo sicuro per rimetterlo in caso di problemi e almeno un backup di tutto ciò di utile che si trova nel computer.

La cosa davvero interessante di Chrome OS Flex è che non richiede nessun tipo di setup aggiuntivo o driver su questo Mac e funziona fin da subito al 90% delle sue caratteristiche. Nel breve elenco di cose fastidiose che non vanno ad oggi ci metto la retroilluminazione della tastiera, per il resto funziona stop e risveglio alzando e abbassando il coperchio, webcam, casse, microfono, tastiera con tasti speciali e addirittura “capisce” che è un Mac facendoci usare le combinazioni con cmd per copia, incolla, nuovo tab, seleziona tutto e simili. Il trackpad si può usare con scorrimento naturale (da impostare nelle preferenze) e funziona bene, ma senza inerzia al rilascio: un po’ meno gradevole, però non problematico.

Mi ha trovato da solo le stampanti di rete, funziona in automatico Google Drive e molti servizi connessi, la batteria si comporta normalmente con anche previsione dell’autonomia e via così. Tra l’altro da quando lo uso ha già ricevuto un update e un altro mi è stato appena segnalato, per cui non è affatto detto che quel che non va bene oggi non andrà bene domani.

La nota dolente

Ora che abbiamo un Mac del 2010 che fa girare Chrome OS Flex, togliamoci subito il dente evidenziando la sua più grande lacuna rispetto ad un Chromebook: l’assenza del Play Store. Le app che girano senza passare dal browser sono poche e tra queste ci sono le Impostazioni, Mail, File, Fotocamera, Canvas, YouTube Music e poche altre.

Nel momento in cui scrivo anche YouTube passa da browser. Tante altre cose si posso installare come estensioni di Chrome, ad esempio Telegram, ma non si comportano come le app native che si possono lasciare sul Dock anche se il browser è chiuso. Questa è la situazione ad oggi ed è chiaramente un limite di cui tener conto. All’inizio mi dispiaceva tanto non avere le app per Instagram o Dropbox, ma ho imparato a convivere abbastanza bene con l’uso via browser.

Il punto però è un altro, ovvero che questo piccoletto con 12 anni di vita alle spalle e che si trova usato con prezzi da 100 a 200€ circa, ha comunque schermo, audio, tastiera e trackpad migliori dei Chromebook che si comprano oggi con la stessa cifra.

Potreste quindi pensare che almeno sulle prestazioni sia inferiore, ma non è esattamente così. Ho fatto un test da Chrome con Speedometer 2.0 (dato che in fin dei conti si utilizzerà quasi esclusivamente il browser) e mi ha dato un risultato di 44,8, contro i 47,8 del Celeren N4000 (Samsung) e 56,6 del Celeron N4020 (HP).

Quindi le prestazioni sarebbero solo leggermente inferiori, però quando lo usate appare più fluido e non mostra lag e impuntamenti come gli altri. Il motivo, secondo me, è proprio nello storage: anche la versione base di questo modello aveva comunque un SSD e non una eMMC. Per questo parte più rapido, le app si avviano prima e in generale tutte le operazioni su disco, compreso lo swap, vanno molto meglio.

Conclusioni

Google, si sa, non è sinonimo di stabilità. Da un giorno all’altro questo progetto potrebbe essere chiuso come invece potrebbe migliorare e aggiungere il supporto nativo per il Play Store (cosa a cui gli sviluppatori sembra stiano lavorando). Attualmente l’unico modo per espandere le funzionalità di Chrome OS Flex è attivare l’ambiente di sviluppo Linux (ma è in Beta). Il mio dubbio relativo alla domanda “arriverà il supporto per le app Android?” non è tanto incentrato sulla volatilità dei progetti portati avanti da Big G, quanto dalla constatazione del fatto che la scelta potrebbe distruggere in buona parte il mercato dei Chromebook. Già è incerto il futuro dei Pixelbook perché la fascia alta con Chrome OS ha poco senso, se poi si aggiunge anche il fatto che un Mac di 12 anni fa con Flex va meglio dei Chromebook economici e costa di meno, offrendo una qualità costruttiva di un altro livello, chi li comprerebbe più? L’esclusiva del Play Store potrebbe essere l’ultimo aspetto su cui fare leva, ma già così io preferisco usare questo MacBook Air con Flex rispetto a tutti gli altri Chromebook di fascia bassa che ho provato. E lo trovo anche molto più reattivo e veloce rispetto a quando faceva girare Catalina.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.