Recensione Elgato Key Light Mini: luce piccola, potente e intelligente

Uso diversi prodotti di Elgato, alcuni dei quali sono luci. L’abbinata tra Key Light e Ring Light si è rivelata molto utile per creare un’illuminazione di qualità e soprattutto facile da controllare per le mie riprese. Quasi mai faccio dirette, ma realizzo spesso vlog in studio e ho avuto per diverso tempo un setup interamente basato su queste due luci. Di recente ne è stata aggiunta una terza alla linea, ovvero la Key Light Mini, che è anche la prima con batteria interna.

All’interno della scatola si trova la luce e un cavo USB-C per caricarla. La Key Light Mini stupisce subito per la qualità costruttiva, con scocca in metallo e 290 gr di peso. È piccola rispetto alle altre della famiglia Elgato, ma con i suoi 10 x 14,7 x 1,7 cm offre comunque una superficie illuminante ben più ampia rispetto le tradizionali lucette per video.

Il pannello possiede una singola filettatura sul lato lungo alla base, peccato non ne abbiamo inserito un secondo sul lato corto per usarla anche in verticale, ma è interessante che il dorso sia calamitato, per altro con magneti piuttosto forti visto che non è leggera e la sorreggono senza problemi.

Sul dorso – molto ben decorato – si trovano alcuni LED di stato per l’attività del Wi-Fi (blu) e la batteria (5 LED bianchi). I controlli sono tutti su un lato e sono essenzialmente:

  • reset: da attivare con una punta sottile
  • rotella multifunzione: luminosità, temperatura, wireless
  • pulsante di accensione: una singola pressione mostra la carica residua da spento
  • porta USB-C: che si può mantenere collegata per alimentazione continua mentre la luce è in funzione

La luce si può usare già così, senza la parte smart. Spostando in alto e in basso la rotella si regola l’intensità e premendola una volta si passa al controllo delle temperatura: da caldo a freddo. Inoltre, se non si intende usare il Wi-Fi si può proprio spegnere tenendo premuta la stesa rotella per qualche secondo.

Quando il Wi-Fi lampeggia si può configurare la Key Light Mini tramite l’app Elgato Control Center, sia su smartphone che computer. In passato vi ho mostrato come funziona su macOS, questa volta l’ho configurata con l’iPhone. La procedura è simile ed è una delle pochissime che è davvero ben integrata nell’ambiente Apple. Di norma su questi prodotti ci si deve prima abbinare ad un loro Wi-Fi e poi terminare la configurazione nell’app, mentre con questa si trova l’indicazione del dispositivo da configurare nell’elenco Bluetooth in Impostazioni e direttamente lì dentro si può decidere quale accesso di rete locale condividere. Dopo si apre l’app e la luce sarà già presente.

La configurazione remota prevede i due slider con le medesime impostazioni di temperatura e luminosità, ma anche delle funzioni aggiuntive. Una delle più semplici è che si può spegnere la luce in remoto e se lo si fa da qui si potrà anche riaccendere dall’app, mentre quando si spegne dal pulsante fisico questo non sarà possibile.

Configurazione integrata in macOS e iOS: facilissima

Poi si può cambiare nome, decidere se memorizzare le ultime impostazioni all’accensione, aggiornare il firmware ed altre cosette utili. La cosa che mi ha colpito di più è la Modalità Studio che, se attivata, esclude completamente la batteria per funzionare via USB-C. Si tratta di un dettaglio non da poco perché ci evita di rovinare la batteria se intendiamo usarla in una posizione statica con alimentazione continua.

Altra chicca, questa volta per l’uso a batteria, è che si può scegliere il comportamento del risparmio energetico. Molte luci portatili riducono da sole l’intensità di luce quando la batteria non è più capace di fornire l’alimentazione corretta, modificando la resa del set senza preavviso. Qui possiamo intanto decidere se fare questa cosa impostando una soglia specifica di carica ed una nuova luminosità target, ma è ancora più interessante il fatto che sotto una percentuale di batteria si possa disattivare in automatico il Wi-Fi per risparmiare energia, così si mantiene la priorità sulla qualità della ripresa.

Queste due cose non le ho mai trovate in nessuna luce a batteria, neanche le più costose, e danno la misura dell’attenzione con cui la Key Light Mini è stata realizzata.

Qualche lucina simile, sorretta dai magneti: in alto al centro la Key Light Mini

Parlando invece di resa, bisogna subito notare che vi è una superficie luminosa più ampia rispetto alle luci simili e soprattutto che il sistema di diffusione frontale nasconde i singoli LED, facendola apparire come un’unica sorgente di luce omogenea. Questo significa che deve avere maggiore potenza per parificare l’efficacia di altri modelli, ma anche che si potrà usare quasi sempre diretta sul soggetto con un risultato migliore.

È chiaro che non siamo parlando di un pannello grande a tal punto da offrire ombre morbide e simulare la luce naturale per l’illuminazione primaria, però fa comunque un lavoro migliore delle altre anche in questo proprio per la dimensione della sorgente, la qualità e diffusione della luce.

A sinistra Key Light Mini a destra 2 Aputure MC, con e senza filtro diffusore

Per dire: l’ottima Aputure MC è più piccola e molto forte, ed ha il vantaggio dei colori RGB. Però se la usi con il filtro diffusore diventa meno intensa della Key Light mini e senza non si può usare in molti scenari perché è una luce molto dura che evidenzia anche i singoli LED di cui è composta.

Da sinistra (scattate con iPhone): stanza buia / 1 key light mini / 2 key light mini

Ho fatto una prova usandola come keylight in una stanza con luci spente, posizionandola di tre quarti diretta sul volto e aggiungendone una seconda dietro, sul lato opposto e più fredda, come rimlight. Ho catturato una serie di immagini con la camera frontale dell’iPhone senza elaborarle e già vi dà l’idea di come possa migliorare la situazione. E considerate che io indosso gli occhiali, quindi ho riflessi sulle lenti e più limiti sul posizionamento delle luci.

Conclusioni

Voto 4,5/5Potendo spendere di più è chiaro che come luce primaria in uno studio sia preferibile la più ampia e potente Key Light, ma questa ha il vantaggio di portabilità ed uso a batteria, infatti si può mettere su uno stativo come sopra una fotocamera. Inoltre anche avendo già la Key Light io aggiungerei la nuova Mini come luce secondaria di contorno, posteriore o laterale a seconda dei gusti. Le due si abbinano alla perfezione e inoltre la Key Light Mini si può sempre staccare e usare a batteria per riprese secondarie, così come per foto.

Ovviamente non si userà quasi mai una singola luce per fare foto e video, ma volendo si può anche fare. Vi faccio giusto qualche esempio di scatto realizzato al volo con questa singola sorgente luminosa e qualche pannello riflettente. Non sono eccezionali, però in casi estremi ci si può arrangiare.

Ho trovato una cosa negativa nell’uso ed è il fatto di non aver messo una seconda filettatura sul lato corto, dato che in alcuni casi preferisco avere una sorgente più alta e stretta. È vero che si può spesso risolvere con i supporti che prevedono la rotazione, ma in confezione non ce n’è nessuno, quindi rimane negativo il fatto che devi provvedere da te.

L’altra cosa che mi è mancata e che ne amplierebbe molto l’uso è il colore, però qui ci vedo una possibilità sia per gli acquirenti che l’azienda. Consiglierei infatti ad Elgato di creare un kit aggiuntivo con un frame/holder di plastica leggera e delle gelatine colorate da inserire dentro. Basterebbero anche pochi colori dato che con la regolazione di temperatura si potrebbero scaldare o raffreddare a piacimento. Se ci fosse, io lo comprerei subito.

PRO
PRO Qualità costruttiva top
PRO Dimensioni ampie per una luce portatile
PRO Luce ben diffusa e omogenea
PRO Wi-Fi per il controllo remoto
PRO Uso completo con i tasti e rotella
PRO Possibilità di escludere la batteria
PRO Possibilità di determinare le opzioni di risparmio energetico

CONTRO
CONTRO Manca una filettatura sul lato corto
CONTRO Non è RGB (perché non fare un kit aggiuntivo)

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.