Recensione iPhone SE: il vintage di cui non avevamo bisogno

In ognuno di noi convivono istinto e razionalità, e la mia sensazione primordiale su iPhone SE 2022 è che non serve a niente. Non prendetevela con me, io non mi esprimerei mai così: è stato l’uomo delle caverne a farlo. Lui non conosce mezze misure, non sta tanto a ragionarci su, se una cosa non gli piace la schifa e basta. Per noi che ci siamo evoluti è tutto sempre più complicato e difficilmente liquidiamo una decisione così in fretta. D’altronde ho comprato un iPhone SE di terza generazione per un motivo piuttosto insolito, cioè vedere come reggerà a livello di interfaccia tutti i futuri aggiornamenti che senza dubbio riceverà grazie all’A15, ma in questo vecchissimo design.

Le due precedenti edizioni di iPhone SE sono arrivate nel 2016 e nel 2020, con quattro anni di distanza l’una dall’altra. Quest’ultimo esemplare del 2022 ci ha fatto attendere meno, e forse per questo è cambiato molto poco. Se ci sarà un’edizione nel 2024 potremo sperare in un design diverso, magari ereditato dall’iPhone XR. D’altronde è dal 2017 che abbiamo la nuova linea e nel 2022 ritrovarsi a maneggiare un iPhone nuovo fatto così così è un po’ strano. Certo, io non sono l’utente tipo perché li cambio spesso e ne provo moltissimi, ma qui la sensazione è quella di un iPhone 6 del 2014 e in questo settore 6 anni sono un’infinità. È un design che a me pare vintage, con tutti i risvolti positivi e negativi del caso. Un classico, diciamo. Ma visto che non è una cravatta, bensì uno smartphone, bisogna pure capire se riesca ad assolvere degnamente ai suoi doveri in un mercato ricolmo di grandi schermi OLED anche in fascia in bassa.

Da sinistra: iPhone SE (2016), iPhone 6 (2014), iPhone SE 3 (2022)

E partirei proprio da qui, dallo schermo. I 4,7″ pollici di diagonale possono ingannare se si pensa che 12 e 13 mini arrivano a 5,4″, ma il formato 16:9 ha una resa completamente diversa, difatti la larghezza del display è sostanzialmente quella. La differenza è proprio sul fattore forma, perché negli iPhone moderni lo schermo segue tutta l’altezza del dispositivo con bordi costanti tutto intorno, anche negli angoli curvi. Rimane sempre il notch in alto, che a molti non piace, ma quando si accende lo schermo si ha la sensazione che tutta la superficie frontale prenda vita. Con il vecchio design dell’iPhone SE, invece, si vede chiaramente lo stacco tra il display rettangolare al centro e una scocca più grande con delle vistose bande nere in alto e in basso. A me piace ancora, ma nel senso che se guardo il mio iPhone 6s mi dà delle emozioni positive relative a quegli anni, se invece penso che questo è un prodotto nuovo, appena uscito, non riesco ad essere altrettanto positivo.

Con l’iPhone SE nelle ultime settimane ho fatto qualche foto, ho ascoltato musica e podcast, visto un po’ di video e controllato email, social e shop online. Se parliamo di doveri, allora lui li svolge senza problemi e di certo in gran velocità dato che dispone dello stesso chip A15 degli iPhone 13. Non posso dire di averlo trovato particolarmente stimolante sul fronte multimediale, ma in fin dei conti non possiede dei grossi limiti.

La singola fotocamera nel punta e scatta porta sempre a casa buoni risultati. È la stessa del vecchio modello, ma guadagna qualche finezza per il nuovo ISP, come lo Smart HDR 4 e Deep Fusion. Quest’ultima tecnologia è nata negli iPhone con più fotocamere, dato che ne unisce le informazioni per migliorare la qualità finale dell’immagine, qui fa lo stesso ma con unico modulo, per cui è meno evidente. Peccato che al suo posto non abbiamo messo la modalità notte, che sarebbe stata molto più utile. Buoni anche i video in 4K fino a 60fps, che con la stabilizzazione ottica più quella elettronica risultano sempre fluidi.

Lo schermo IPS è un po’ vecchia scuola ora, ma la luminosità è buona e soffre meno degli OLED di color shifting quando si inclina. E poi se si guarda una foto o un video in 16:9 non si perde nulla rispetto ad un iPhone mini, che pare anche piuttosto apprezzato dai giovani.

iPhone 6 (2014) vs iPhone SE 3 (2022)

Non faccio molte telefonate “normali” ormai, ma in termini di ricezione mi è sembrato valido, il vivavoce ha un volume molto forte e in chiamata ci sentono bene. Poi c’è il 5G, per chi fosse in un’area coperta dal servizio, e ovviamente Wi-Fi 6 e Bluetooth 5.

L’audio stereo è abbastanza forte per le dimensioni in gioco, sembra simile a quello del mio iPhone 12 mini. Lo uso più che altro sul parlato, sulla musica ormai sono abituato meglio con iPhone 13 Pro, ma non è poi malaccio.

Il Touch ID frontale ha sempre il suo perché, a patto di esserci ancora abituati. Sono troppi anni ormai che il Face ID fa tutto il lavoro al posto mio, per cui ho spesso qualche istante di incertezza quando esce il popup e mi ricorda che devo poggiare il dito per farmi riconoscere. Però funziona bene e qualcuno anche lo preferisce. Io l’ho visto interessante più che altro per l’uso delle mascherine, ma ora il Face ID ti riconosce anche con quelle e quindi non ci penso più.

La batteria è stata incrementata rispetto al precedente SE, che dal quel punto di vista non brillava affatto, però l’autonomia rimane modesta. Mi è parsa essere inferiore di un 10/15% rispetto ad iPhone 12 mini. La giornata la porta a termine finché si mantiene un uso leggero, ma chi sta molto al telefono potrebbe trovarla inadeguata, soprattutto dopo qualche mese e il naturale deterioramento che ne consegue.

In mano rimane comodissimo: piccolo, sottile e leggero. Oggi non si sente più forte l’eco di quel famoso uso ad una mano che fu il cavallo di battaglia di Apple nell’epoca dei 4″, ma la sensazione è ancora presente su iPhone SE. Forse anche per questo motivo hanno deciso di mantenere l’accesso al Centro di Controllo dal basso, rendendolo comodo con il pollice, il problema è che risulta una delle cose più antipatiche di questo smartphone: su dieci volte che lo vuoi richiamare all’interno di un’app, almeno otto ti esce prima la linguetta e serve un secondo gesto per attivarlo davvero. Come ho detto anche per il precedente SE, credo sia opportuno allineare il più possibile le gesture con quelle usate nei modelli con Face ID, sia perché sono più versatili, sia perché se si passa ad un iPhone più moderno non ci si trova spaesati.

iPhone SE (2016) vs iPhone SE 3 (2022)

I pregi di questo smartphone sono essenzialmente le ottime prestazioni, la grande longevità, le dimensioni compatte, la leggerezza e il prezzo di listino più economico tra gli iPhone, oltre naturalmente al Touch ID che qualcuno pare preferire. Sono tutte cose molto interessanti e che hanno garantito anche un buon successo ai due modelli precedenti. Dato che non viene aggiornato tutti gli anni, alla lunga i numeri potrebbero rivelarsi ancora una volta favorevoli per Apple, ma io credo soprattutto per le forniture a grandi aziende e i contratti telefonici a basso canone.

Io non riesco ad apprezzarlo, nel senso che né lo userei e né lo consiglierei. Mi piacerebbe molto un prodotto simile per i miei genitori, ma non lo vorrebbero mai uno smartphone così piccolo proprio perché con l’età la vista tende a peggiorare. Attualmente usano i miei vecchi 7 Plus e 8 Plus, che ancora funzionano bene, quindi se ci fosse stata la versione grande di SE sarebbe stato l’acquisto perfetto. Così com’è credo che una buona fetta di utenti anziani possano effettivamente trovarlo inadatto. Dall’altro lato ci sono i giovani, per cui uno smartphone piccolo e non troppo caro può essere indicato, ma ha davvero a 529€?

Se proprio uno è innamorato di questo design ci sta, però io mi orienterei di sicuro su altro. Ad esempio per il tanto acclamato uso ad una mano, un iPhone 12 mini ha le stesse qualità in una scocca moderna e con più funzionalità. Se lo comprate da Apple vi costa 719€ e quindi no, ma su Amazon costa spesso 580€. D’accordo che c’è l’A14, ma le prestazioni sono quelle e pure la longevità sarà sovrapponibile e comunque ancora molto molto lunga.

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Prendetelo per quello che è, ovvero un parere personale, ma davvero non capisco questo aggiornamento di SE. Tra l’altro non sembrava esserci urgenza di farlo ora visto che il precedente ciclo di rinnovo era stato di quattro anni, per cui non era forse meglio continuare a vendere il precedente, magari tagliando un po’ il prezzo, e aggiungere una variante Plus per allargare il potenziale pubblico? E senza A15, non ha senso A15. Sull’ultimo iPad base Apple ha messo l’A13, proponendolo a meno di 400€. Questo dovrebbe essere l’obiettivo di prezzo ideale per uno smartphone d’ingresso, soprattuto perché SE non è più l’iPhone piccolo, per quello c’è il mini che è anche molto più completo. Sui tablet la cosa sta funzionando bene, prendendosi anche i favori di pubblico e critica, perché non seguire anche qui la stessa strada? E invece ci troviamo con questo bizzarro incrocio con un design antiquato e il chip più recente ad un prezzo troppo alto per l’esperienza d’uso che offre.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.