Twitter passa ufficialmente nelle mani di Elon Musk per circa $44 miliardi

Nelle ultime settimane, ancor più che news relative a prodotti e servizi, il mondo tech ha seguito con estrema attenzione l’evolversi della vicenda tra Elon Musk e Twitter. Il fondatore nonché proprietario di Tesla, SpaceX e Starlink (ancor prima di queste ultime si annovera però PayPal, la cui vendita ad eBay nel 2002 ha di fatto spianato la strada alle successive imprese) ha trasformato in realtà quella che poco più di un mese fa sembrava quasi una boutade. Dai primi tweet sulla questione all’ingresso nel capitale azionario il 4 aprile col 9,1%, arrivando poi alcuni giorni dopo a formulare direttamente l’offerta per l’intero pacchetto, accettata oggi dal consiglio d’amministrazione di Twitter.

Twitter

Una situazione fino a qualche giorno fa non pensabile, perlomeno non a questa velocità. Era emersa infatti una certa freddezza da parte del CEO Parag Agrawal, succeduto il 29 novembre scorso allo storico co-fondatore Jack Dorsey, e degli altri membri del board, tanto da attivare una procedura protettiva denominata in gergo “poison pill”, che avrebbe permesso ad altri azionisti di intervenire contro l’acquirente ritenuto ostile aumentando le proprie quote a prezzo scontato rispetto il valore reale. Probabilmente i successivi richiami di Musk agli azionisti, che hanno visto insediarsi il simbolo del Dollaro negli occhi al posto delle pupille, ha ammorbidito le posizioni nella dirigenza. Del resto, chi ha acquisito azioni Twitter antecedentemente al 1° aprile ha ben donde di che essere contento: valevano $39,31 ciascuna e Musk le pagherà $54,20, per un premio complessivo del 38%. Il totale della transazione, una volta completata, ammonterà a circa $44 miliardi. Da quel momento, Twitter tornerà una società privata, non più quotata in borsa, al 100% sotto il controllo di Musk.

È difficile capire ora cosa riserverà il futuro per questo sodalizio. Non tutti sono entusiasti dell’operazione, vedendo nella nota eccentricità di Musk, fonte di svariati guai legali, un potenziale negativo per il social network (negli ultimi giorni non è mancata nemmeno una polemica con Bill Gates, inclusi tweet di scherno, riguardo operazioni di short selling fatte da quest’ultimo sul titolo Tesla). Difficile poi credere fino in fondo che sia un’iniziativa puramente volta a garantire la libertà di parola, come sostenuto a più riprese da Elon. Sicuramente non è un capriccio volto solo ad aggiungere la possibilità di modificare i tweet, che ha richiesto a gran voce e su cui Twitter sta lavorando, pur sostenendo avesse già da tempo l’idea in cantiere. Altrettanto difficile, anche guardando al suo storico imprenditoriale, è pensare che Musk vada a disastrare un prodotto che funziona e che tra alcuni anni potrebbe avere grande valore alla rivendita, quando magari avrà voglia di buttarsi in una nuova iniziativa.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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