Canon e il ritorno dell’APS-C: un formato da riscoprire grazie all’innesto RF

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Canon ha annunciato due mirrorless APS-C, ma la notizia non è ovviamente questa dato che è dal 2012 che l’azienda ha la sua linea EOS-M con medesime caratteristiche. Quello che fa la differenza in questo caso è l’innesto utilizzato, cioè il medesimo RF della linea full-frame. Si ritorna dunque a proporre la formula che per tanti anni abbiamo visto utilizzare con le reflex, ovvero con modelli di fascia economica e professionale che fanno parte di un’unica, grande, famiglia.

Ultimamente mi avete sentito un po’ scettico rispetto il Micro Quattro Terzi, un formato che ho usato e amato per oltre un decennio e che oggi mi sembra meno capace che in passato di fare la differenza sul piano tecnologico. È un parere personale – molti non concorderanno – ma la stessa produzione di Panasonic e OM Digital Solutions chiarisce che alle due sono rimasti dei segmenti di mercato molto specifici e ristretti: il primo per il video, il secondo per la fotografia sportiva e naturalistica. Di per sé si tratta di un buon risultato, che mi auguro sufficiente a mantenere i rispettivi sistemi attivi e in forze, ma se non si vedono più molti modelli come in passato in fascia medio-bassa è perché la prospettiva di catturare l’interesse dei nuovi fotografi/videografi sembra sfumata.

Dall’altro lato, abbiamo assistito ad una forte spinta sulle mirrorless full-frame, usate come mezzo per consolidare i nuovi sistemi che saranno la base dei prossimi decenni di sviluppo di aziende leader come Canon. Nel mezzo ci sono le fotocamere con sensore APS-C, che riescono in qualche modo ad unire il meglio dei due mondi. Similmente alle Micro Quattro Terzi possono essere più piccole, leggere ed economiche delle full-frame, nonché offrire velocità superiori a parità di tecnologia, e sappiamo che anche il moltiplicatore di focale può essere un vantaggio per alcuni tipi di uso. I lati negativi, però, sono inferiori, perché se guardiamo la resa ad alte sensibilità, le risoluzioni raggiunte e la profondità di campo ottenibile, le APS-C sembrano molto più simili alle full-frame che non alle Micro Quattro Terzi. Senza contare che APS-C è sinonimo di Super35 e cioè di un formato molto diffuso anche nel video professionale. E c’è un altro vantaggio molto importante: la scalabilità.

Il mercato fotografico è cambiato moltissimo negli ultimi 10 anni, ma una cosa rimane sempre valida: i numeri non si fanno con i prodotti top di gamma. Quelli rappresentano il punto d’arrivo, ciò a cui si ambisce, non certo la porta d’ingresso. Le fotocamere Micro Quattro Terzi non offrono grandi possibilità in tal senso, perché l’innesto e quello e i sensori pure, dunque si può passare da una Lumix ad una Blackmagic, se si è interessati al video professionale, ma non più di quello. Le fotocamere APS-C, invece, possono essere un terreno molto fertile se coltivato da un produttore che ha anche delle full-frame che condividono il mount. Questo è successo con le big negli anni delle reflex e potrà, d’ora in avanti, avvenire anche con le mirrorless di Canon.

Certamente non parliamo dei numeri di una volta, perché gli smartphone sono sempre lì a reclamare la loro prima posizione tra le fotocamere più usate, ma chiunque abbia la fotografia come obiettivo potrà iniziare con un sistema moderno ed economico con tanto margine di crescita. Tutto quello che intercorre, oggi, tra una R10 ed una R3. Questa rappresenta una vera e propria garanzia per chi inizia ad investire tempo e soldi in attrezzatura fotografica, anche come semplice appassionato. Dà la possibilità di rimanere soddisfatti col primo acquisto in APS-C oppure di volere di più, comprare obiettivi più seri, magari anche quelli per full-frame, e poi valutare in futuro anche l’upgrade del corpo macchina. E non bisogna dimenticare la possibilità che un già possessore di un modello R full-frame possa acquistare un secondo corpo APS-C come backup, come macchina leggera su cui riusare i suoi obiettivi o anche per sfruttare come vantaggio il moltiplicatore di focale.

Dal 24 maggio il mount RF raccoglie l’eredità completa di quello EF e si propone come il proverbiale anello di congiunzione, capace di mettere d’accordo ogni tipo di esigenza fotografica. Ma l’offerta è ancora agli inizi e soprattutto la Canon R10 dovrà scendere di prezzo prima di diventare quell’acquisto facilmente consigliabile anche come regalo, nelle offerte online come nei centri commerciali. La R7 è diversa, ha delle potenzialità davvero interessanti, ma sarà necessario provarla per più tempo prima di trarre delle conclusioni.

Quello che può deludere, almeno da una certa prospettiva, è l’offerta iniziale di obiettivi RF-S dedicati. Canon ha infatti deciso di partire con due lenti kit relativamente poco pregiate con finalità specifiche: l’obiettivo zoom super compatto (RF-S 18-45mm F4.5-6.3) e il tutto fare dalla lunga escursione (RF-S 18-150mm F3.5-6.3). Di certo non potevano mancare in questa lineup, ma avrei preferito vedere almeno una lente di qualità superiore. Non solo per stimolare chi fosse interessato fin da subito ad investire in questo formato, ma anche per la Canon C70, che ha un sensore Super35 ed un attacco RF su cui mancano lenti dedicate. Ad esempio sulla C100 ho usato per anni il vecchio Canon EF-S 17-55mm f/2.8 IS che era molto utile, ma oggi non c’è uno zoom standard con queste focali, buona apertura costante e stabilizzazione ottica per la C70 ed eventuali altre fotocamere e videocamere con attacco RF e sensore ridotto. Però questo è solo il punto di partenza, infatti già alcuni rumor suggeriscono una roadmap piuttosto interessante che include anche un obiettivo simile.

  • Canon RF-S 16-55mm f/2.8 IS USM
  • Canon RF-S 32mm f/1.4 STM
  • Canon RF-S 22mm f/2 STM
  • Canon RF-S 11-55mm f/4-4.5 IS STM
  • Canon RF-S 55-250mm f/4.5-7.1 IS STM
Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.