Recensione KUU Lebook 2-in-1: un Surface economico è possibile?

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Per parlarvi di questo prodotto devo fare un salto nel passato di circa un anno, quando una PR con cui avevo già collaborato mi ha proposto la recensione di un convertibile 2-in-1. Nel momento in cui l’ho ricevuto ho notato subito molti difetti, sia hardware che software: costruzione scadente, rumorosità, instabilità operativa. Quindi l’ho ricontattata ed ho proposto una restituzione, segnalando tutti i problemi che avevo riscontrato. Mi ha ricontattato due mesi fa per conto della stessa azienda, asserendo che questa avesse recepito le critiche e realizzato un nuovo prodotto più interessante: una sorta di Surface con buone caratteristiche ad un prezzo competitivo. La mia risposta è stata quella che uso sempre in questi casi, ovvero: lo provo volentieri a patto di poter dire liberamente cosa ne penso. Per fortuna hanno accettato (vi garantisco che non lo fanno in molti) ed è così che ho ricevuto il KUU 2-in-1, un convertibile con schermo touchscreen da 12,6″.

Iniziamo dalle cose facili, ovvero la confezione. Il computer arriva in una scatola piuttosto sottile ed è già collegato alla sua tastiera con trackpad. In dotazione c’è anche una penna e l’alimentatore USB-C da 45W.

Un primo elemento di criticità per me è la tastiera con layout statunitense. So che alcuni la preferiscono così, in particolare per il coding, ma io scrivo molto e principalmente in italiano, per cui ho bisogno di tutte le accentate veloci e al punto giusto. Purtroppo non la producono proprio con il nostro layout, quindi ci si deve adattare.

In dotazione ci sono dei set di adesivi di varie lingue per la tastiera, compreso l’italiano, ma non li ho messi per due motivi: il primo è che la tastiera è retroilluminata e posso immaginare che gli sticker ne riducano la resa, il secondo è che guardo poco i tasti mentre scrivo, quindi ho preferito impostare il layout italiano e vado a memoria. Alla fine è tutto più o meno al suo posto, manca giusto il tasto “<>” a sinistra della “Z” e l’invio non ha la tipica forma a 7, ma è bacchetta, con sopra il tasto “ù”. Non mi ci trovo proprio benissimo, ma si può usare.

A parte questo, il feedback dei tasti è un po’ molliccio ma accettabile. Quello che proprio non mi piace e il touchpad, poiché di vecchia concezione. In particolare è scomodo il clic, poiché si può schiacciare in due aree piuttosto ristrette in basso a sinistra e a destra. Tra gli aspetti positivi il fatto che si attacchi facilmente, gestisca in modo corretto standby e risveglio quando si apre e si chiude ed abbia una gradevole texture azzurra all’esterno, mentre l’interno è di un grigio-blu gommato.

Una delle cose meglio riuscite, per me, è il display. Si tratta di un pannello IPS da 12,6″ con risoluzione 2160 x 1440 pixel e una bella resa cromatica, oltre che una buona luminosità. Le cornici non sono sottilissime ma neanche troppo spesse, per cui si apprezza sia nell’uso desktop che in modalità touch. C’è anche la penna in dotazione, che non è proprio eccellente ma è utile per prendere note. Questa si ricarica tramite USB-C e si può attaccare magneticamente sul lato destro del dispositivo.

La fotocamera posteriore ha 5MP e una qualità abbastanza sufficiente per un uso basico. Quella frontale ha 2MP ed è decente, non di più. Non funziona con Windows Hello per il riconoscimento, che invece avvine tramite l’impronta digitale, con il sensore posto sul pulsante di accensione in alto. Sul lato destro c’è poi il bilanciere per alzare e abbassare il volume.

L’audio è un altro elemento un po’ sottotono, carente sia sulle frequenze basse che per qualità generale. Risulta piuttosto inscatolato e alzando il volume oltre il 70% inizia a gracchiare. Peccato perché con l’ottimo display che ha sarebbe stato un bel dispositivo per il consumo di contenuti video, ma sarà consigliabile farlo con l’uso di cuffie o speaker Bluetooth o cablate – e per fortuna c’è l’uscita audio 3,5mm sul lato destro.

La struttura è chiaramente mutuata dal Surface, tutta  in metallo e con lo stand posteriore che offre la possibilità di scegliere l’inclinazione che si preferisce. Non ha lo stesso livello di ingegnerizzazione dell’originale, infatti si sente quel suono un po’ cheap di lamiera mentre si muove, ma è piuttosto stabile una volta posizionata.

Le porte di connessione sono sul lato sinistro e sono due USB-C che si possono usare per dati, video e ricarica. Una dotazione piuttosto semplice che si sarebbe potuta migliorare con una USB-A o un lettore di SD, ma con qualche adattatore o un hub ci si fa tutto senza grossi problemi.

La parte più interessante di questo 2-in-1 di KUU si trova all’interno, poiché l’azienda ha scelto una dotazione che appare molto ricca sulla carta. Abbiamo infatti una CPU Intel Core i7, 16GB di RAM e 512GB di SSD. Mettete queste caratteristiche, insieme a tastiera e penna, nell’ultimo Surface e vedrete il listino superare i 2000€, mentre questo prodotto costa 800€. Credo che la leva del marketing stia tutta qui, ma si sono dovute fare diverse rinunce per ottenere questo risultato.

Vi ho già parlato della qualità non proprio ottimale della struttura, così come di tastiera, trackpad, audio e fotocamera, ma l’altro punto essenziale su cui soffermarsi è l’hardware. Infatti è vero che c’è un i7, ma è una CPU Kabylake di ottava generazione, precisamente un i7-8550U con grafica Intel UHD 620. Ha sempre i suoi buoni 4-core / 8-thread, ma è di vecchia generazione con processo produttivo a 14nm e temperature che tendono a salire in fretta.

Il computer arriva con Windows 10, ma ho fatto l’aggiornamento ad 11 senza problemi ed è tutto perfettamente compatibile. Nell’uso di tutti i giorni appare piuttosto reattivo, sicuramente sufficiente per l’attività lavorativa quotidiana come per il consumo di contenuti multimediali, l’unico problema è che si deve fare l’abitudine a sentire spesso partire la ventola. Inoltre, ho notato che mentre questa gira e si muove il tablet si avverte un rumore metallico. Devo ammettere di averlo scosso anche parecchio per vedere se avesse un effetto negativo e pare proprio di no, ma rimane un aspetto fastidioso che denota un controllo qualità non certamente ottimale.

L’autonomia è piuttosto variabile in base all’attività, ma in media direi che si attesta intorno a 4h di uso misto. Un po’ di più con la semplice riproduzione di video. La ricarica tramite USB-C è piuttosto pratica, ma attenzione perché riconosce solo alcuni tipi di Power Delivery, quindi se volete usare un alimentatore diverso dall’originale potrebbe non funzionare, soprattutto se inferiore ai 45W.

Conclusione

Complessivamente questo KUU 2-in-1 presenta alti e bassi. Se si guardano genericamente le specifiche e il prezzo sembra un vero affare, perché non è facile trovare a meno di 800€ un convertibile con i7, 16GB di RAM e 512GB SSD, dotato anche di penna e tastiera, ma questo risultato non si è ottenuto senza rinunce. Chi è esigente in termini di qualità costruttiva e finiture, noterà di certo qualche incertezza di troppo, mentre i più tecnici non apprezzeranno il fatto che ci sia un processore i7 ma di quattro generazioni indietro rispetto l’attuale. L’azienda ha puntato a creare questo insolito mix in cui, dal mio punto di vista, l’elemento migliore è lo schermo, sia per l’interessante diagonale di 12,6″ che per risoluzione e qualità generale.

PRO
PRO Dotazione completa
PRO Prezzo contenuto per le specifiche generali (vedere contro)
PRO Bello schermo IPS 12,6″
PRO Penna con riconoscimento dell’inclinazione e attacco magnetico
PRO Riconoscimento dell’impronta compatibile con Windows Hello
PRO Uscita audio 3,5mm
PRO Due porte USB-C fanno fare un po’ tutto

CONTRO
CONTRO Processore di vecchia generazione
CONTRO Tastiera con Layout US
CONTRO Touchpad scomodo
CONTRO Dettagli costruttivi non sempre all’altezza
CONTRO Se si muove il computer con la ventola in funzione emette un rumore

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.