Ecco perché gli SSD base degli M2 sono più lenti di quelli M1

Con l’uscita dei nuovi MacBook M2 ho preso una decisione, ovvero di non provare affatto il modello Pro e di attendere l’Air a luglio. Ho spiegato le mie motivazioni in un precedente video, ma ero ovviamente curioso di vedere come si sarebbe comportato questo nuovo chip. Ci sarà da attendere l’analisi di Anandtech per avere risposte più precise, per ora giusto MaxTech è andato un po’ più in profondità con i vari test.

L’ipotesi più accreditata è che M2 utilizzi i core CPU di Apple A15, così come M1 utilizzava quelli di A14. Le altre novità sono il passaggio alla memoria LPDDR5, con banda maggiorata, e i core in più sulla GPU, con l’aggiunta della codifica in hardware per il ProRes (prima esclusiva dei chip Pro, Max e Ultra). Tutte queste cose rendono l’upgrade interessante, ma piuttosto misurato. Ed era ciò che ci si aspettava da Apple, che d’ora in poi cercherà di mantenere il suo vantaggio rispetto al mercato senza strafare, così da potersi garantire sempre un piccolo margine di miglioramento di anno in anno. Questa strategia ha certamente dato i suoi frutti in ambito mobile e sarà riportata con medesima costanza e cautela anche sui Mac.

Core più potenti che consumano di più

Andando più nello specifico, il miglioramento che si vede sulla CPU è in parte dovuto alla maggiore frequenza operativa dei core, che però hanno aumentato anche il consumo medio della macchina. Per fortuna sono migliorati anche i core ad alta efficienza, che possono essere usati più spesso per contenere la spesa energetica e bilanciare i consumi nell’autonomia complessiva.

Al di fuori dei benchmark, i vantaggi reali di M2 nei vari test effettuati nel video di MaxTech confermano quanto vi avevo già detto: le differenze rispetto ad M1 sono marginali e trascurabili da chi già possieda un Mac con Apple Silicon. Giusto sulla GPU bisognerà valutare con più attenzione, quando i software saranno aggiornati per supportarla a dovere. Una cosa che non mi aspettavo era di vedere un netto calo di performance degli SSD, che sembrano essere quasi dimezzati in termini di scrittura e lettura.

Qui bisogna fare una prima precisazione, ovvero che questo dato è emerso confrontando modelli da 256GB e da questa immagine tratta dal video di MaxTech capirete perché è così importante.

Sulla sinistra vedete un MacBook Pro 13″ M1 con 256GB, sulla destra quello M2 con la stessa capacità di memoria. La differenza evidente è che su M1 Apple utilizzava entrambi gli alloggiamenti con due blocchi NAND da 128GB, mentre su M2 i 256GB sono ottenuti con un solo blocco di memoria. Ricordate che il controller su Apple Silicon non sta lì, ma nel SoC, quindi quelli non sono SSD completi ma solo i chip di memoria e quando ne hai di più puoi incrementare le prestazioni con letture e scritture parallele. Si tratta di una estrema semplificazione, ma il succo è questo.

I Mac con M1 non hanno nulla da temere

Non si tratta di una caratteristica di Apple Silicon, ma del funzionamento stesso delle memorie. Anche in passato, quando si usavano SSD tradizionali, chi prendeva i modelli più capienti rispetto alla base aveva performance superiori. In effetti i tagli superiori ritorneranno quasi sicuramente ad essere ottenuti con NAND doppie proprio per contenere i costi. Rimangono tuttavia alcuni dubbi sulla questione, da cui sollevare delle differenti ipotesi:

  1. se questi primi MacBook Pro da 256GB fossero usciti così per temporanea carenza di NAND da 128GB, i successivi potrebbero ritornare ad usare la combinazione 2 x 128GB riportando le prestazioni al pari degli M1
  2. se Apple avesse deciso di non acquistare più NAND da 128GB per aumentare i volumi d’acquisto di quelle da 256GB ed ottimizzare i costi a livello industriale, tutti i Mac futuri da 256GB avranno prestazioni inferiori in termini di SSD
  3. se Apple avesse deciso di risparmiare solo sui MacBook Pro base, con l’uscita dei MacBook Air M2 potremmo ritrovare su questi prestazioni migliori

A naso direi che Apple è più tipo da opzione 2, ma sono curioso di sapere cosa ne pensiate voi.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.