La questione Stage Manager continua a far discutere: Apple potrebbe fare retromarcia?

Dopo aver parlato della compatibilità di iPadOS 16 con i vecchi dispositivi ci ho tenuto a ribadire il fatto che le principali novità, ossia Stage Manger ed il supporto esteso agli schermi esterni, sono presenti solo nei recenti modelli con M1. E parlando di questo nel mio video mi sono voluto soffermare sul fatto che le caratteristiche della nuova modalità non sono poi così diverse da ciò che è già supportato anche dagli iPad base.

Tutti i modelli gestiscono da tempo 3 app in contemporanea, con due affiancate e la terza in slide over, dunque le 4 supportate da Stage Manager non sembrano così distanti. E se proprio quell’app in più dovesse essere un problema, perché non abilitare comunque la funzione con sole 3 app? Stesso discorso per gli schermi esterni: con M1 vengono gestiti quelli in 6K, che forse non potrebbero essere supportati dai chip inferiori, ma se anche ci si fermasse al 4K esteso sarebbe comunque un utile upgrade rispetto all’attuale duplicazione con bande nere.

Quindi ho concluso dicendo che forse Apple aveva più che altro programmato di creare così un netto distacco tra la linea base (iPad e mini) dove usare i chip di iPhone, rispetto a quella intermedia (iPad Air) e la top (Pro) con i chip Apple Silicon. Ho fatto il riassunto delle puntate precedenti per capire prima di tutto da dove si è partiti con questa prima beta, ma la cocente delusione per l’upgrade monco su modelli recenti e costosi, come gli iPad Pro del 2020, si è trasformata in un potente boomerang arrivato alle alte sfere di Apple. E lo vediamo chiaramente perché si stanno esponendo direttamente con dichiarazioni su dichiarazioni per cercare di giustificare il loro operato.

C’è stata prima la risposta data a Rene Ritchie in cui si è parlato della necessità di M1 per i gravosi carichi operativi di Stage Manager.

“Stage Manager is a fully integrated experience that provides all-new windowing experience that is incredibly fast and responsive and allow users to run 8 apps simultaneously across iPad and an external display with up to 6K resolution. Delivering this experience with the immediacy users expect from iPad’s touch-first experience requires large internal memory, incredibly fast storage, and flexible external display I/0, all of which are delivered by iPads with the M1 chip.” – Apple

Poi una intervista a Craig Federighi su Tech Crunch in cui ha ribadito che loro avrebbero voluto portare la funzione ovunque, ma è stata progettata per sfruttare le potenzialità di M1 e non poterebbe garantire le stesse performance su sistemi “inferiori”.

“We really designed Stage Manager to take full advantage [of the M1]. We can’t deliver the full Stage Manager experience on any lesser system [..] I mean, we would love to make it available everywhere we can. But this is what it requires. This is the experience we’re going to carry into the future.” – Craig Federighi intervistato da Tech Crunch

Trovo interessante segnalare qui la posizione di Andrew Cunningham di ArsTechnica, che in un tweet ha cercato di spostare l’attenzione su una domanda diversa che pochi si stanno facendo. Tutti gli articoli sui media, così come le domande poste ad Apple, sono state incentrate sul perché Stage Manager richieda M1. Ormai abbiamo capito che la posizione ufficiale dell’azienda è che sia stato progettato in modo tale da sfruttarne pienamente le sue capacità, quindi forse ci dovremmo chiedere come mai si sia scelta questa strada tagliando fuori dispositivi molto performanti con neanche due anni di anzianità.

“coverage has focused on whether Stage Manager, as designed, truly REQUIRES M1. The question should be: why did they design it that way? Was there NO improvement to the multitasking paradigm that they could have made work on what was cutting-edge hardware less than 2 yrs ago? – Andrew Cunningham, writer ArsTechnica

C’è anche un sondaggio su Twitter di Federico Viticci che parte da un ipotetico scenario in cui Apple ascoltasse gli utenti abilitando Stage Manager con sole 3 app su iPad Pro 2018 e successivi, e chiede agli utenti se accetterebbero questa possibilità. Attualmente il 59% ha detto sì, il 14% asserisce che sarebbe comunque irritato e il 27% comprerebbe comunque un nuovo iPad. Lui lo definisce esperimento, ma ha una certa visibilità e il risultato può avere un suo peso.

Infine, sempre Craig Federighi, questa volte su Forbes, ha più chiaramente detto che avevano incluso gli altri iPad nella fase iniziale, ma sono stati successivamente esclusi perché incapaci di offrire le performance necessarie.

“We began some of our prototyping involving those systems [other iPads] and it became apparent early on that we couldn’t deliver the experience that that we were designing toward with them” [..] “Certainly, we would love to bring any new experience to every device we can, but we also don’t want to hold back the definition of a new experience and not create the best foundation for the future in that experience. And we really could only do that by building on the M1.” – Craig Federighi, Forbes

Non conterà nulla, ma la mia posizione già la conoscete: secondo me l’hanno liquidata troppo frettolosamente. Ci credo che su dispositivi inferiori ad M1 le prestazioni non siano paragonabili e non dico che si dovesse avere Stage Manager ovunque, ma ci sono iPad che meritavano lo sforzo di ottimizzazione per poter far girare queste nuove funzioni, anche sottostando a qualche limite. Ve l’ho detto fin da principio, già ora 3 app le gestiscono tutti gli iPad, quindi si potevano ridurre un po’ gli effetti grafici inutili ma avere comunque le finestre con gli iPad grandi, o le finestre solo su schermi esterni (non necessariamente 6K) con gli iPad piccoli.

Comunque il continuo parlare e le ripetute occasioni in cui Apple sta evidentemente cercando di parare il colpo in pubblico, fa pensare ad altre precedenti situazioni in cui poi si è fatto un passo indietro. Mi riferisco ad esempio alla questione delle misure sulla protezione dei minori dell’anno scorso o i tab integrati con la barra di ricerca nelle vecchie Beta di Safari. E c’è qualcuno, qui in redazione, che suggerisce che anche questa volta Apple potrebbe ascoltare le critiche dei suoi utenti facendo retromarcia. Che dire, io spero abbia ragione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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