Recensione Sony WH-1000X M5: nuovo design, nuovo sound e riduzione del rumore al top

Ciò che è riuscito a Sony con il lancio delle WH-1000X è il proverbiale, ma non per questo frequente, buona la prima! Hanno tirato fuori il prodotto giusto al momento giusto, intercettando una crescente richiesta di cuffie Bluetooth di qualità, comode e con cancellazione del rumore. Al tempo c’era solo Bose a realizzarle bene, ma Sony l’ha superata in termini di efficienza dell’ANC diventando rapidamente un’icona per l’intero settore. Le cuffie sono cambiate poco dalla prima generazione fino alla quarta, aggiungendo funzionalità minori e rifiniture cosmetiche, ma con le ultime XM5 è cambiato tutto: nuovo design, nuovi driver, nuova elettronica.

Design ed ergonomia

Il nuovo design richiama il precedente giusto per la forma esterna dei padiglioni, ma appare subito più curato e moderno grazie ad un numero inferiore di pezzi e giunzioni visibili. L’archetto, ad esempio, non è più sezionato in due parti ma è un unico elemento rivestito che si estende nella zona bassa, dove non c’è la tradizionale forcella ma un doppio snodo: uno che consente di ruotare i padiglioni e l’altro di inclinarli, entrambi nascosti.

A sinistra la XM4, a destra le nuove XM5

Estetica a parte, la qualità costruttiva non è cambiata molto, affidandosi per lo più ad elementi di derivazione plastica con rivestimenti in simil-pelle. Manca forse un po’ di pregio se si confrontano ad alcune cuffie che fanno largo uso di metallo, ma qui l’obiettivo è chiaramente quello del comfort, ottenuto grazie ad un peso di circa 250 grammi e cuscinetti ancora più morbidi che in passato. D’altro canto non mancano di qualità costruttiva in senso stretto, perché quando si maneggiano non si avvertono cedimenti o scricchiolii e resistono senza problemi a torsioni e allungamenti.

A sinistra le XM4 piegate, a destra le XM5 che non possono farlo

Ritengo che il design delle XM5 sia un bel miglioramento, mentre sulla comodità in uso mi sembrano piuttosto simili alle precedenti. Alcuni cambiamenti, invece, li ho apprezzati meno. In particolare l’archetto unico che non consente di ripiegare le cuffie in una custodia compatta: una delle caratteristiche più comode delle XM4 in viaggio. La nuova custodia è sicuramente bella, ma occupa un po’ troppo in borsa e nell’ultima trasferta non le ho potute portare con me per questo motivo.

Il case delle XM5 (a destra) è più grande di quanto non sembri

Sony ha deciso anche di cambiare la direzione di rotazione dei padiglioni a riposo, cosa che inizialmente mi aveva dato fastidio perché tendo a preferire l’apertura posteriore per questioni di stabilità e per poter riporre le cuffie alla base del collo quando non si usano. Tuttavia, la nuova struttura rende più comodo poggiare le cuffie sulla scrivania quando si tolgono dal capo e credo che sia un gesto più frequente nel quotidiano.

Collegamento e controllo

La comunicazione con i dispostivi avviene tramite Bluetooth 5.2 mentre l’abbinamento è affidato alle nuove tecnologie Fast Pair di Google (per gli smartphone Android) e Swift Pair di Microsoft (per Windows 10/11), per cui appare un comodo popup a schermo quando si attiva il pairing. È presente il multi-point per collegare due dispositivi contemporaneamente, ma si comporta esattamente come sulle M4, ovvero quando si abbina il secondo ci avvisa di non poter più usare il codec LDAC per limiti di banda.

L’app companion è sempre Sony Headphones da cui possiamo personalizzare attivare tutta una serie di funzionalità. Personalmente non ne uso molte, ma vi riporto le principali:

  • Controllo del suono adattivo: se si attiva registra le azioni e le pozioni frequenti determinando in automatico le impostazioni di cancellazione del rumore o ascolto ambientale preferite. Per lo più funziona, ma preferisco avere un controllo diretto manuale.
  • Dettatura vocale testo: rende meglio nella forma nativa “Speak-to-chat” perché fa capire che le cuffie rilevano quando iniziamo a parlare e danno la possibilità di comunicare con gli altri disattivando temporaneamente la cancellazione del rumore. Purtroppo si attiva anche se si canticchia su un brano e poi ritorna alla modalità di cancellazione dopo un tempo definito dalle impostazioni, solo che non è sempre quello giusto. Per cui anche questa la tengo disattivata.
  • 360 Reality Audio: è simile all’audio spaziale di Apple, ma non tiene conto della posizione della testa. È interessante come riproduca l’ambiente in modo realistico, ma si può usare solo con Deezer, Tidal e altri su cui non ho l’abbonamento. Spero lavorino per integrarlo in Spotify o magari Apple Music.
  • DSEE Extreme: migliora la qualità di riproduzione da sorgenti non ottimali e lo fa piuttosto bene, ma lo tengo disattivato perché generalmente uso sempre sorgenti abbastanza buone e soprattutto la funzione tende ad inserire un po’ di delay a causa dell’elaborazione.
  • Equalizzazione: durante le prove tendo ad utilizzare sempre le impostazioni standard, però trovo utilissimo avere l’equalizzazione per adattare la risposta delle cuffie ai propri gusti musicali ed eventualmente compensare delle carenze.

Altre opzioni di personalizzazione includono la possibilità di attivare e disattivare la pausa automatica rimuovendo le cuffie, le notifiche vocali, il download automatico degli aggiornamenti, il controllo touch sul padiglione destro. Le cuffie si possono anche collegare ad un account Spotify avendo la possibilità di associare al doppio o triplo clic del pulsante ANC la funzione Quick Access che lancia l’app ed esegue anche il play, così da iniziare ad ascoltare musica senza neanche toccare lo smartphone.

Per quanto riguarda l’assistente vocale si può scegliere di attivare quello del dispositivo connesso, richiamando quindi Siri su iPhone e l’Assistente Google su Android, ma c’è anche la possibilità di connetterle ad un account Alexa se si preferisce.

Un piccolo dettaglio interessante è che seppure l’app Sony Headphones sia la stessa, con le M5 la sezione ANC funziona in modo più logico rispetto alle M4, nel senso che su quelle si doveva attivare il suono ambientale e poi ridurlo a 0 per ottenere il massimo annullamento, mentre qui abbiamo tre scelte:

  • Annullamento del rumore: che prima corrispondeva a suono ambientale impostato su 0
  • Suono ambientale: che va da 1 a 20 ed ha sotto il check per attivare il focus sulla voce per escludere un po’ del resto
  • Disattivato: funzionano come cuffie senza ANC

Per quanto riguarda invece i controlli fisici, non è sostanzialmente cambiato nulla. Sul padiglione sinistro abbiamo il pulsante di accensione/spegnimento in basso (che attiva anche il pairing con una pressione prolungata) e quello ANC in alto. Sul padiglione destro non c’è nessun pulsante ma l’area esterna è sensibile al tocco, quindi abbiamo queste funzioni:

  • Doppio tocco: riproduci/pausa o rispondi/chiudi una chiamata
  • Scorrere avanti o indietro: brano successivo o precedente
  • Scorrere in alto o in basso: alzare o abbassare il volume
  • Toccare prolungatamente: assistente vocale o rifiuto chiamata
  • Coprire con la mano: attivare temporaneamente la modalità di ascolto ambientale

Riduzione del rumore

Appena si attiva la modalità ANC sulle XM5 si nota una importante differenza rispetto alle precedenti, ovvero un netto contenimento del rumore bianco. Tutte le cuffie con ANC emettono un leggero fruscio che si avverte quando non si riproduce musica, ma in questa nuova versione è stato ridotto sensibilmente. Direi che quasi non si avverte. È sicuramente più basso rispetto alle XM4, ma anche rispetto a quello delle Bose QC45 e delle AirPods Max.

Il sistema funziona con 8 microfoni destinati alla cattura del suono ambientale (erano la metà nelle XM4) e due processori, ovvero l’HD QN1 (già presente su XM4) e il nuovo V1. Il salto in avanti è abbastanza percepibile, offrendo un maggior distacco rispetto all’ambiente esterno e sulle voci. Queste ultime sono sempre tra le più difficili da contrastare, così come i rumori ad alta frequenza, e passano un po’ anche nelle XM5, ma un confronto diretto con le principali rivali le posiziona comunque al vertice nella riduzione del rumore.

Qualità audio

Nel corso degli anni il suono delle WH-1000x non è mai cambiato molto, mentre la quinta generazione rappresenta un deciso cambio di rotta. I nuovi driver custom da 30mm con diaframma in fibra di carbonio hanno una risposta più veloce e precisa, che si apprezza per i maggiori dettagli nelle alte frequenze.

Il profilo audio è parecchio più bilanciato rispetto alle XM4, offrendo un’esperienza d’ascolto piena ed appagante, ma priva di eccessi. Da amante delle cuffie cablate sono rimasto piacevolmente stupito dal lavoro fatto con le nuove XM5 e anche i test che ho realizzato confermano una risposta insolitamente lineare per delle cuffie Bluetooth con una spiccata vocazione commerciale.

Forse chi ama i bassi prominenti potrebbe persino preferire la firma sonora della vecchia serie, ma per le mie orecchie non c’è partita. Tra l’altro qui c’è della qualità concreta in più e se si vogliono alzare i bassi c’è sempre l’equalizzazione. Non si arriverà allo stesso livello di potenza dei precedenti driver da 40mm, ma c’è più controllo e qualità percepita. Ho fatto dei confronti d’ascolto e di misurazione tra queste, le precedenti XM4, le Bose QC45 e le AirPods Max e devo dire che le XM5 sono quelle che reputo complessivamente più valide tra resa della riduzione del rumore e dell’impianto audio.

Qualità in chiamata

Le XM5 dispongono di 4 microfoni per catturare la voce, il doppio rispetto le precedenti XM4. L’uso della IA consente di filtrare meglio la voce rispetto al rumore ambientale con risultati certamente validi. Quello che non migliora molto è la qualità della voce stessa, che continua ad arrivare un po’ metallica e compressa. Ma soprattutto, non mi piace affatto che durante una chiamata non si senta la nostra voce in cuffia se c’è l’ANC attivo, cosa che restituisce un effetto piuttosto sgradevole.

Autonomia

L’autonomia è migliorata rispetto alle XM4, in parte per merito dei driver leggermente più piccoli. Si può sentire musica con cancellazione del rumore attiva per quasi 30 ore e supportano una ricarica più veloce via USB-C: 3 minuti per 3 ore di riproduzione.

Conclusione

Dopo 4 modelli esteticamente identici, non si poteva che accogliere a braccia aperte il nuovo design delle Sony WH-1000x M5. Sono cuffie belle dalla linea moderna e sono anche molto comode da indossare, eppure è proprio nella nuova struttura che si concentra il principale (e forse unico) difetto: non si ripiegano. Nella mia collezione di cuffie ci sono tanti altri modelli con archetto integrale che hanno lo stesso limite, per cui ho sempre fatto affidamento sulle Sony durante i viaggi di lavoro. Con le XM5 non sarà altrettanto facile. Lo spazio in più occupato dalla custodia può sembrare poca cosa, ma nello zaino o in borsa si nota eccome. Considerando questo e anche il fatto che abbiano un profilo audio piuttosto diverso rispetto le precedenti, le XM4 rimangono una scelta validissima in viaggio e per chi preferisce bassi vigorosi. Se però la qualità dell’audio e della riduzione del rumore sono una priorità, le XM5 rappresentano un upgrade di sicura sostanza, direi il più importante ascoltato finora in questa serie.

PRO
PRO Design moderno e riuscito
PRO Leggere ma robuste
PRO Estremamente confortevoli
PRO Controlli completi ed intuitivi
PRO Pairing facile con popup
PRO Bluetooth Multi-Point
PRO Autonomia migliorata
PRO Audio bilanciato e dettagliato
PRO Pochissimo rumore bianco
PRO Il miglior ANC ad oggi

CONTRO
CONTRO Non si ripiegano

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE In chiamata non sentiamo la nostra voce in cuffia

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.