Stage Manager non è abbastanza

Stage Manager è senza dubbio una delle novità più importanti di iPadOS 16, insieme alla possibilità di sfruttare gli schermi esterni per la loro intera area di lavoro. Con queste due cose Apple ha risposto, a suo modo, alle crescenti richieste di una UI più più simile a quella di macOS, con l’uso di finestre ed una maggiore versatilità sulla scrivania. Sulla carta si potrebbe pensare che si è fatto ciò che serviva, ma non ne sono per nulla convinto.

L’implementazione pratica di queste novità è stata mal direzionata da un enorme errore di fondo: pensare che si dovesse sempre usare con le dita. “Ma è normale, è un tablet!” starà già commentando qualcuno. E invece no, vi dico io, perché per l’uso con le dita già la precedente implementazione del multitasking su iPadOS 15 andava bene, al netto di qualche perfezionamento sicuramente possibile. Almeno non c’era spreco di spazio, cosa che avviene (e in grandi quantità) con Stage Manager.

Ciò che mancava agli iPad, e in particolare alla linea top, era la possibilità di sfruttare le loro potenzialità elevate per elevarli dallo stato di tablet, ovvero il contrario di ciò che si è fatto. Stage Manager fa uso di finestre semplificate, con aree attive ampie per essere attivate con le dita, ti costringe a passare dal task manager anche per chiudere una finestra, ha ancora il precedente multi-tasking con i tre puntini al centro, non ti fa ridimensionare come vuoi le finestre e neanche posizionarle dove preferisci. È tutto una danza tra comandi che tu impartisci e cose che lui invece decide di fare, sempre comandate da un imperativo: deve essere facile da usare con le dita. Tant’è che si può attivare anche senza avere mouse e tastiera connessi, il tutto con un OS che rimane ancora vincolante nella creazione di servizi e nell’effettiva operatività in background.

Perché su Mac con M1, e anche con vecchi chip Intel meno potenti di un iPad di 5 anni fa, ho la possibilità di usare un sistema operativo completo e su iPadOS con M1, tastiera, mouse e monitor esterno, ho ancora tutte le limitazioni di un tablet più un tetto imposto di 4 finestre per stage? Perché, come il commentatore di sopra diceva, questo è un tablet. Poco importa se in realtà potrebbe benissimo essere un “convertibile” nel senso più nobile del termine, con le capacità di tablet e di computer allo stesso tempo. D’altronde il punto di vista di Apple è chiaro, finché ti vende entrambi i prodotti si garantisce un maggiore introito, quello che non capisco tanto sono gli utenti che arrivano a spendere 2000€ per tablet così potenti sulla carta e così castrati nel funzionamento. A parte quei pochi ambiti in cui iPad è sempre meglio, vedi disegno o particolari impieghi nella realtà aumentata, continuo a pensare che sia sempre meglio un MacBook Air M1 + iPad base o mini per investire i proprio soldi. Ma magari sono io a pensarla male a giudicare da quanti sono ammaliati oggi da Stage Manager e da quanti Pro 12,9″ vedo in giro.

Comunque, vi voglio spiegare meglio cosa ne penso ad oggi di Stage Manager nel seguente video, al netto di tutti i bug che ci sono attualmente considerando che si tratta pur sempre di una prima beta.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.