Chrome OS Flex è pronto: come e perché installarlo sui vecchi Mac

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In diverse occasioni ho avuto modo di esprimere un certo disappunto in merito il supporto software che Apple garantisce ai vecchi Mac. Una volta che sono diventati vintage, e poi obsoleti, computer potenzialmente ancora validi non ricevono più aggiornamenti e finiscono per perdere pezzi e funzionalità molto rapidamente. Prima o poi deve succedere, è chiaro che non si possa rimanere ancorati al passato, ma è piuttosto fastidioso scoprire che installando Windows o Linux su quei vecchi Mac si può fare molto di più e si arriva sostanzialmente a parificare in funzionalità i computer più recenti.

Apple tende a snellire il codice per migliorare l’efficienza ed elimina rapidamente il supporto ad hardware vecchio, ma il risultato può essere un problema per gli utenti che non abbiano particolari esigenze e vorrebbero usare il loro computer per più tempo possibile. Inoltre, con l’arrivo di Apple Silicon e l’impossibilità di eseguire altri sistemi al boot, le cose potrebbero persino peggiorare in futuro, visto che al termine del supporto ufficiale per queste macchine non è detto che si trovi il metodo per eseguire sistemi alternativi come avveniva per quelle x86-64.

Nel recuperare un vecchio MacBook Air 11″ non più supportato, ad aprile ho installato e provato Chrome OS Flex, una versione alleggerita di Chrome OS basata su CloudReady di Neverware, azienda acquisita nel 2020 da Google. Al netto di qualche limitazione ho trovato il sistema molto efficace e soprattutto immediatamente compatibile con l’hardware di quel Mac. Non poteva essere un caso e da questo ho dedotto che ci fosse effettivamente un lavoro di ottimizzazione anche sul fronte hardware specifico per i vecchi Mac. Negli ultimi giorni Google ha concluso l’adattamento del codice di Neverware ed ha rilasciato una versione ufficiale di Chrome OS Flex con allegata anche una lista di compatibilità, dove appaiono chiaramente anche dei Mac.

Oltre agli Air sono supportati devi vecchi iMac, Mac mini, MacBook e MacBook Pro, per altro con una previsione di supporto abbastanza estesa, in alcuni casi fino al 2027. Rispetto alla guida che vi avevo suggerito in passato, oggi si può effettuare l’installazione partendo direttamente dal browser Chrome su qualsiasi computer. Bisogna installare l’estensione “Utilità ripristino Chromebook“, attivarla e poi seguire tutti i passi, che prevedono la creazione di una pendrive con l’immagine del setup.

Da lì in poi la procedura è molto semplice e non richiede nessuna competenza avanzata. Basta avviare il Mac dalla pendrive (si può selezionare l’unità di boot tenendo premuto ⌥option all’avvio) e poi farà tutto lui in automatico. Il sistema appare similissimo a Chome OS, dunque ricorda un po’ Android, con alcune app di sistema già installate e ovviamente una piena integrazione con i servizi di Google. L’elemento prioritario sarà ovviamente il browser Chrome, aggiornato e in questo caso molto veloce, da cui si potranno sfruttare tutti i servizi web e anche estensioni con web app. Rispetto ai notebook ChromeOS manca il Play Store, ma ho trovato comunque l’esperienza d’uso nettamente migliore a quella ottenibile con macOS su quella macchina, perché Chrome OS Flex è davvero molto leggero.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.