Recensione MacBook Air M2 top di gamma: di più, ma a caro prezzo

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Difficilmente un computer con una tecnologia rivoluzionaria come Apple Silicon riesce bene al primo colpo, ma è ciò che è successo con i modelli M1 e in particolare con il MacBook Air. La nuova architettura ha portato vantaggi a tutto tondo nei Mac in cui è stata introdotta e l’Air M1 è quello che più di tutti ne ha dimostrato le potenzialità, offrendo ottime prestazioni con totale assenza di areazione. Ancora oggi, a distanza di due anni pieni, non esiste un altro ultrabook con le medesime qualità e fanless equipaggiato con Intel o AMD. Non a caso il MacBook Air M1 ha portato molti nuovi utenti nel mondo Apple, sia da Windows che da Linux.

Nella recensione del MacBook Air M2 base abbiamo visto che il balzo in avanti rispetto ad M1 non è stato così importante come quello avvenuto tra l’Air Intel e quello Apple Silicon, ma non è qualcosa di cui stupirsi visto che il cambio di architettura c’è già stato. Il nuovo Air M2 ha comunque prestazioni superiori e si distingue dal precedente per il nuovo design, che apporta tutta una serie di cambianti interessanti fuori e dentro la scocca. Ho già provato il modello base con 256GB di SSD e 8-core GPU, oggi vi parlo di quello top con 512GB e GPU 10-core che ho avuto la possibilità di usare nelle ultime settimane.

Iniziamo ad archiviare tutto ciò che non cambia rispetto al modello base, a partire dal nuovo design. Il formato più regolare lo rende un po’ meno caratteristico dei vecchi Air, ma è altrettanto gradevole e soprattutto ha un volume complessivo minore ed un peso inferiore di 50 grammi. La cosa che preferisco sono gli spigoli inferiori arrotondati, molto più comodi quando si prende il computer in mano rispetto a quelli squadrati del precedente.

Il nuovo colore mezzanotte è davvero bellissimo, ma si è visto che risulta particolarmente incline a sporcarsi. Questa volta ho provato il galassia che già ho sull’iPad mini e trovo molto gradevole. È una specie di oro molto delicato, al punto che in alcune condizioni di luce sembra semplicemente grigio. Ovviamente ci sono anche argento e grigio siderale come scelte più tradizionali.

Molto valida la tastiera, forse leggermente più piacevole nella scrittura rispetto a quella del modello M1, e i tasti funzione hanno ora la stessa altezza di tutti gli altri. Cresce, così, anche il Touch ID: sempre comodo, veloce e preciso nella lettura dell’impronta.

Il trackpad è sempre il migliore della categoria: preciso nei movimenti, piacevole sotto le dita e ricco di gesture per la navigazione e il controllo. È leggermente più largo rispetto a quello del modello precedente, ma la tecnologia è la stessa: vetro superiore e nessun movimento fisico. Il force touch consente di simulare perfettamente due livelli di pressione grazie al feedback aptico, così si limita la possibilità di danneggiamento.

Le due porte USB-C/Thunderbolt 4 offrono un ottimo livello di flessibilità, specie in abbinata ad hub o docking station, ma rimangono entrambe su un solo lato (quello sinistro) rendendo scomodi alcuni posizionamenti. La novità più importante è di sicuro l’introduzione della porta MagSafe, che consente la ricarica lasciando libere entrambe le USB-C.

L’alimentatore standard della versione top ha 35W e due porte USB-C, quindi è diverso da quello che si trova nel modello base (30W a singola porta). La cosa più interessante, però, è un’altra: acquistandolo dal sito Apple si ha la possibilità di scegliere come alternativa di pari costo l’alimentatore da 67W. Quest’ultimo ha una sola porta ma è compatibile con la ricarica rapida dell’Air M2, portandolo da 0 al 50% in circa 30 minuti. Personalmente consiglio questa opzione, anche se il caricatore è più grande e pesante.

A prescindere da quale si sceglierà, sarà poi il cavo a possedere il connettore MagSafe. Cavo che, come per la versione mezzanotte, ha un ottimo rivestimento intrecciato in tinta con la scocca – anche se con la colorazione galassia è un dettaglio che si nota molto di meno.

La batteria è aumentata leggermente di capienza, passando dai precedenti 49,9 a 52,6 wattora. Il consumo del computer è leggermente diverso rispetto a quello riscontrato con il chip M1, nel senso che sotto carico risulta superiore, però dispone di nuovi core di efficienza più prestanti che vengono usati più spesso, bilanciando il totale. La dichiarazione di Apple è sempre di 15 ore di riproduzione video che si traducono in circa 8 ore in uso misto completo.

Lo schermo è migliorato parecchio e sotto diversi punti di vista. La cosa più evidente è che risulta più grande ed immersivo, dato che nelle medesime dimensioni della scocca si passa da 13,3″ a 13,6″ riducendo le cornici. Inoltre, Apple è riuscita a mantenere più libera la parte centrale dello schermo in formato 16:10 aggiungendo 64 pixel in altezza. In quest’area si trovano la barra di menu con le icone di stato, intervallate dal notch.

Piaccia o non piaccia, l’espediente ha consentito di avere più spazio per i contenuti ampliando il display che, tra le altre cose, migliora anche in termini di luminosità, passando da 400 a 500 nit (parificando il MacBook Pro).

Nel notch si trova la nuova webcam 1080p, migliorata sia per risoluzione che qualità generale rispetto la precedente 720p. Non è esattamente rivoluzionaria, nel senso che l’immagine continua ad essere piuttosto rumorosa con poca luce, ma si nota una migliore gamma dinamica che mantiene maggiori dettagli nella scena.

Ci sono anche nuovi microfoni che registrano la voce in modo più chiaro e preciso e un nuovo sistema di casse basato su quattro speaker nella zona alta, con l’emissione che rimbalza sullo schermo. L’effetto finale è diverso rispetto a quello del modello M1 che aveva le casse direttamente sotto delle griglie laterali, ma è difficile dire quale sia meglio (lascio decidere a voi in base ai sample nel video). Arriva anche il supporto per l’Audio Spaziale in abbinata ai modelli di AirPods più recenti e l’uscita da 3,5mm ad alta impedenza, per pilotare anche cuffie professionali con un buon volume d’uscita.

Prestazioni a confronto

Il MacBook Air M2 top di gamma si differenzia da quello base solo per il disco da 512GB e 2-core in più sulla GPU. La componente CPU nel SoC è sostanzialmente identica a quella del modello base, ma ho riscontrato delle leggere oscillazioni a suo vantaggio in alcuni test. Queste potrebbero rientrare nel normale margine di errore, ma anche dipendere da altri fattori, come una maggiore erogazione di energia o il disco più veloce.

Nel modello base l’unità SSD di M2 è costituita da una singola NAND da 256GB, mentre in quello precedente ce n’erano due da 128GB e in quello top da 512GB due da 256GB. A parità di tecnologia la densità maggiore nei singoli chip aiuta, ma è soprattutto l’uso di più NAND ad aumentare le prestazioni, così M2 base è attualmente il più penalizzato da questo punto di vista.

Nell’uso quotidiano non sarà una cosa evidente, ma se si prova ad effettuare una copia di numerosi GB allora sì che si nota. E bisogna sempre ricordare che il disco viene anche adoperato per lo swap di memoria, dunque le migliori performance possono avere un certo impatto secondario in altri usi. Se però si è indecisi tra l’aumentare la capacità del disco o della RAM per migliorare la velocità del computer, allora è la RAM la prima su cui puntare.

Per quanto riguarda la CPU, trovo interessante mettere nello stesso grafico anche l’ultimo MacBook Air Intel di inizio 2020 con il suo processore più spinto, come ulteriore conferma del fatto che il salto più grande si è avuto tra questo e il primo M1 dello stesso anno. Tuttavia il passaggio tra M1 ed M2 non è poi così trascurabile, è solo che il primo è stato una rivoluzione, il secondo evoluzione.

Sottolineo anche un altro aspetto davvero utile da tenere a mente, ovvero che attivando la modalità di Risparmio Energetico nelle Preferenze, la CPU del SoC M2 segna uno scarto più importante rispetto a quella del precedente M1, mantenendo prestazioni molto elevate. Nella maggior parte dei casi si potrà attivarla nell’uso a batteria senza accorgersi di un evidente calo di fluidità operativa, aumentando ancora di più l’autonomia del computer.

Sempre parlando di CPU, nel test con Cinebench R23 ho riscontrato una serie di cose interessanti. Intanto la temperatura massima di 99° che si vedeva su M1 qui si raggiunge dopo 27 secondi dall’inizio del carico, mentre il nuovo tetto di 108° arriva a 47 sec. Proseguendo per 10 minuti e poi ancora per 30, le prestazioni vanno via via a decadere, come è normale che sia per un sistema fanless, ma la riduzione è più contenuta rispetto a quella registrata con il MacBook Air M1.

Ancora una volta qui ho notato delle performance leggermente superiori rispetto a quelle di Air M2 base, ma la cosa più interessante è proprio il mantenimento dei risultati nel tempo. Il MacBook Pro M2 è davvero molto costante grazie all’areazione attiva, ma se consideriamo che l’Air è un sistema fanless i numeri registrati mostrano una consistenza impressionante.

La scheda grafica nel SoC del modello top del MacBook Air M2 ha 10-core, quindi 2-core in più del modello base. È sufficiente un rapido test con Geekbench 5 su Metal per vedere un buon miglioramento, anche se non segue una progressione ideale. Si sale infatti da 26931 a 30722 punti e ne mancano circa 300 per un incremento lineare.

Il gaming è un aspetto su cui speravo di vedere questo vantaggio dei 10-core, così ho provato subito il benchmark interno di Shadow of Tom Raider (che ricordo essere sotto Rosetta). Purtroppo si nota una certa inconsistenza e il numero medio di FPS è salito davvero poco. La possibilità di giocare anche a titoli un minimo impegnativi c’è, magari limitandosi nella risoluzione, ma tanto quelli tripla A nativi ancora latitano, anche ora che Apple Silicon è arrivato al suo secondo anno di vita.

C’è sempre tutto il parco giochi di Apple Arcade su cui puntare, che vanno benissimo, senza contare che raramente i Mac si acquistano per giocare, ma va anche detto che i 2-core aggiuntivi portano un surriscaldamento maggiore da cui consegue una certa instabilità dei risultati quando si mette sotto severo stress l’hardware. Come nel caso del test 3D Mark Wild Life Extreme di 20 minuti, dove M2 10-core GPU non è molto superiore a quello 8-core GPU e dà risultati più altalenanti.

Questi tipi di test mostrano chiaramente ciò che succede con M2 in generale e cosa avviene, ancor più specificatamente, tra le versioni 8-core e 10-core GPU. Dal punto di vista del processore, il miglioramento rispetto ad M1 c’è ed è facilmente misurabile, sia nelle prove sintetiche che in quelle di resistenza. Se si aggiunge anche il carico sulla GPU allora le temperature salgono più in fretta e si rischia di andare peggio rispetto alla versione con 8-core GPU.

Di certo il nuovo M2 con quella spinta in più sulla frequenza dei P-Core della CPU va davvero bene, ad esempio il test con Speedometer, che analizza le prestazioni con le app e i servizi basati sul web, vede M2 nettamente in vantaggio su M1 (con uno score tra i più alti mai registrati) e non fa differenza tra la versione 8/10-core della GPU.

In effetti l’uso quotidiano che si può fare con mail, navigazione, musica, ecc.. è incredibilmente reattivo, ma ad occhio questo incremento rispetto ad M1 non è facile da notare. Diciamo che M2 potrà forse garantire una maggiore longevità futura, visto che sempre più app si stanno spostando sul web, ma difficilmente si potrà apprezzare fin da subito.

Il vantaggio sembrava più evidente sul fronte della grafica, sia sul modello base con 8-core GPU e ancora di più su quello top che ho provato ora. Almeno: i numeri sintetici sembravano dire questo. Il problema è che spingere tanto su quell’ambito in un sistema senza areazione è risultato penalizzante, al punto che quei 10-core sono quasi un problema se si portano al massimo carico per un tempo prolungato.

Il risultato è che, ancora una volta, il modello base gamma è quello che appare più bilanciato nel rapporto tra specifiche, prezzo e prestazioni, il problema è accontentarsi dei 256GB di SSD. E non lo dico tanto per la velocità di quest’ultimo, perché se anche non faccia piacere che sia scesa rispetto ad M1, vi ho già mostrato che i 16GB di RAM sono un upgrade più utile in termini di prestazioni.

Se invece vi interessa solo il disco più capiente è un discorso diverso. Dopotutto non bisogna dimenticare cosa sono i MacBook Air e a quale tipo di utente sono destinati. È inutile acquistare un prodotto del genere se si intende spremerlo quotidianamente, qualunque sia il campo d’applicazione. Che si tratti di fotografia, video, audio, programmazione, cad, ecc.. vi trovereste a fare necessariamente almeno gli upgrade su Memoria Unificata e Disco raggiungendo i 1989€ sul sito Apple (le versioni custom si trovano solo lì o negli APR, senza sconti), mentre altrove si trova facilmente il MacBook Pro 14″ M1 Pro a prezzo uguale se non inferiore. È vero che risulta un po’ più pesante, ma per quel tipo di attività è il computer da scegliere senza se e senza ma, perché può reggere carichi intensivi h24 con silenziosità e prestazioni superiori e costanti, senza considerare che parte già da 16/512GB, 10-core CPU e 14-core GPU.

La versione top di gamma in prova risulta utile sostanzialmente a chi voglia lo spazio in più sul disco e, aggiungerei, solo se trovata in sconto. Faccio un esempio specifico, anche se è relativo all’istante in cui scrivo e potrà cambiare in futuro: in questo momento il modello base ha circa 150€ di sconto su Amazon, mentre quello top soltanto 10€. Questo vuol dire che tra i due ci sono oggi (20 settembre 2022) 500€ di differenza. Chi mai potrebbe considerarli giustificabili per 256GB di SSD in più e 2-core GPU aggiuntivi (che a volte fanno più male che bene)?

Se però consideriamo l’Air M2 modello base, rispetto al momento in cui l’ho recensito si iniziano a trovare prezzi più interessanti che lo rendono maggiormente appetibile. Certo, si può risparmiare ancora di più con il MacBook Air M1 che offre sempre un’ottima esperienza a tutto tondo, ma il nuovo Air ha certamente quel qualcosa in più sul fronte estetico e multimediale che può giustificarne la preferenza.

PRO
PRO Nuovo design più comodo e bilanciato
PRO Ottima costruzione
PRO Tastiera eccellente
PRO Trackpad eccellente
PRO Webcam migliorata
PRO Microfoni migliorati
PRO Audio incredibile per un ultrabook
PRO Autonomia sterminata
PRO Schermo molto buono e più grande
PRO MagSafe e ricarica rapida (con alimentatore 67W)
PRO Uscita audio ad alta impedenza
PRO Prestazioni ancora migliori rispetto ad M1
PRO Belli i nuovi colori

CONTRO
CONTRO I 10-core GPU non sono molto utili
CONTRO Sarebbe stato meglio avere una versione con 16GB RAM

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Per ora non si vedono i frutti dei codec video
DA CONSIDERARE La versione top senza sconti con 16GB di RAM costa come MBP14″

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.