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Ieri Google ha presentato i suoi nuovi smartphone: Pixel 7 e Pixel 7 Pro. Il design è rimasto simile a quello dello scorso anno, rimarcando la caratteristica del visore posteriore che include le fotocamere e flash LED. Cambiano però i materiali, poiché lo stesso è ora un blocco unico a partire dal frame di metallo, mentre in passato era diviso, passando dal metallo al vetro.

All’interno si trova il nuovo chip Tensor G2, più potente e parco di consumi, con IPS capace di migliorare le prestazioni di foto e videocamera, oltre che il chip Titan M2 per conservare in sicurezza dati sensibili.

Il Pixel 7 è il più piccolo dei due, con display OLED da 6,3″ completamente flat, risoluzione FHD+, frequenza di refresh da 90Hz e luminosità fino a 1000 nit (1400 di picco). Qui la cornice e il visore sono di alluminio spazzolato opaco, mentre nel Pro sono lucidi.

Lo schermo del Pixel 7 Pro è di 6,7″, sempre un OLED ma di tipo LTPO e i con i bordi leggermente arrotondati. Migliora la risoluzione, salendo al QHD+, e la frequenza di refresh è di 10-120Hz. La luminosità in HDR rimane di 1000 nit, ma quella di picco sale a 1500 nit.

Entrambi gli smartphone sono dodati di 5G, ricarica wireless, sblocco con impronta e con il volto, ma nel modello base troviamo 8GB di RAM LPDDR5 mentre sono 12GB nel Pro.

La fotocamera principale è un grandangolo (26mm) basato su un sensore quad bayer da 50MP ed obiettivo con apertura f/1,82. A partire da questa viene realizzato anche uno zoom 2,5x effettuando un crop nell’area centrale, similmente a quanto fatto da Apple con gli iPhone 14 Pro.

La fotocamera ultrawide da 12MP è presente su entrambi i Pixel 7, ma non è la stessa. Nel modello base il campo visivo è leggermente più stretto (12mm invece che 9mm) e manca la messa a fuoco automatica, presente solo sul Pro.

Il teleobiettivo è una esclusiva del Pro ed è molto interessante dato che equivale ad un 5x rispetto alla fotocamera principale (100mm) ma mantiene un sensore quad bayer da 48MP. Grazie e questo, Google ha potuto offrire un ingrandimento 10x non digitale, che sfrutta un’area reale del sensore e dell’ottica.

La fotocamera frontale è una ultrawide (17mm) con apertura f/2,2 ed un sensore da 10,8MP. Qui la messa a fuoco è fissa ed è la stessa per entrambi i Pixel 7.

Tra le altre novità di questi modelli anche la funzione di unblur che promette di ridare dettaglio a foto mosse o sfocate e una VPN integrata di Google One (che arriverà con futuro update).

Il Pixel 7 è disponibile nelle colorazioni Obsidian (nero), Snow (bianco) e Lemongrass (verde chiaro) a 649€ con 128GB di storage interno. Il Pixel 7 Pro costa 899€ (quindi 250€ in più) e si differenzia essenzialmente per lo schermo più grande da 120Hz, i 4GB di RAM aggiuntivi, la fotocamera tele 5x e quella ultrawide migliorata. Non molto, ad essere sinceri, ma bisogna dire che i prezzi sono tutt’altro che esagerati.

Vi vorrei far notare una cosa sui prezzi. Il modello base del Pixel 7 negli SU costa $599, che da noi sono diventati 649€. Una conversione onesta considerando quella di altre aziende. E lo diventa ancor di più con il modello Pro, dove la conversione è 1:1, passando quindi da $899 a 899€. Difatti negli Stati Uniti la differenza tra i due modelli è di $300 invece che 250€.

Considerando che il Pixel 7 Pro è il top di gamma, grosso modo l’equivalente dell’iPhone 14 Pro Max, vediamo che lo smartphone di Apple costa $200 dollari in più ($1099) ma in Italia non costa $1099 bensì 1489€. Fermo restando che una logica ci sarà (anche se non la vedo) mi sembra di poter dire che da noi i Pixel sono molto più convenienti che gli iPhone. C’è senza dubbio un distacco netto tra le vendite e l’attrattiva dei due prodotti, ma in Italia tocca davvero tanto le nostre tasche.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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