Recensione Fujifilm X-T5: meno ibrida e più fotocamera

Leggi questo articolo grazie alle donazioni di Alessandro Rodolico, Pasquale Natali, Riccardo Peruzzini, Michele Castelli, Emanuele Spinelli, Giacomo Fortunati, Roberto Ferrero, Riccardo Saettone, Alessandro Quintiliani, Marco Moretti.
♥ Partecipa anche tu alle donazioni: sostieni SaggiaMente, sostieni le tue passioni!

La serie X-T ha segnato un importante punto di svolta in famiglia Fujifilm, offrendo un perfetto mix tra il look&feel analogico del brand e quello più tradizionale delle reflex con mirino centrale. Ogni nuova versione ha migliorato la precedente, mentre si tentava una nuova strada ibrida con la X-H1. Quest’ultima ha introdotto la stabilizzazione sul sensore ed un corpo più generoso, ma non ha ottenuto grandi favori del pubblico a causa di alcune carenze generali (es. batteria di vecchia concezione) e caratteristiche per il video (come il display non articolato).

Fujifilm si è rifatta alla grande introducendo tutte le migliorie possibili nella X-T4 (recensione), una fotocamera davvero completa sia sul fronte foto che video. Per un po’ è sembrato che la serie X-H fosse ormai inutile, salvo poi ritornare in grande stile con ben due modelli: la X-H2s dotata del primo sensore stacked dell’azienda, progettato per elevate velocità; e la X-H2 con 40 MP, un record per il formato APS-C. Più di recente è arrivata anche la Fujifilm X-T5, un modello che eredita sensore e processore dalla X-H2 e si concede qualche esclusione per rimettere al centro la fotografia.

Il corpo della X-T5 è perfettamente in linea con quello dei modelli precedenti in termini di disposizione dei controlli, ma è più compatto e leggero di 30 grammi rispetto la X-T4. Sembra quasi quello della prima X-T1, però ha una nuova impugnatura più sporgente e sagomata che lo rende molto sicuro in mano, migliorando persino la X-T4 da questo punto di vista. Rimane tuttavia poco alto e chi ha mani grandi potrebbe trovare scomoda la posizione del mignolo.

Un aspetto negativo del nuovo modello è che non supporta il battery grip, scelta che ha fatto discutere i fotografi di tutto il mondo. Non c’è dubbio che questo possa essere un passo indietro per alcune tipologie di fotografi, ma credo sia una chiara scelta atta a delimitare più chiaramente le linee di prodotto.

Oggi la top di gamma di Fujifilm per lo sport, la caccia fotografica, la moda e tutto ciò che richiede velocità è la X-H2s (dove il battery grip c’è), mentre il corpo ibrido destinato a chi fa anche video si chiama X-H2. Questo non vuol dire che la X-T5 non sia una fotocamera più che capace, anche nel settore video, ma vedremo che ha alcune specifiche inferiori e si propone come soluzione più generalista per eventi, cerimonie, street, fotografia di viaggio e paesaggio.

Probabilmente le stesse motivazioni hanno portato Fujifilm a fare un passo indietro sul fronte del display, abbandonando la soluzione completamente ribaltabile in favore della doppia cerniera come su X-T3. In questo caso, però, la modifica va incontro alle richieste dei fotografi Fuji, i quali non hanno mai amato la soluzione della X-T4.

Quindi abbiamo la possibilità di inclinare in alto e in basso, con un piccolo switch laterale che consente l’apertura verso destra, utile per i ritratti quando si scatta in verticale. I vlogger saranno quindi orfani della possibilità di auto-inquadratura, ma non è detto che sia un problema per i videomaker in generale, dato che l’apertura di lato può essere un limite con l’uso di gabbie e connessioni.

Il display LCD mantiene la medesima qualità, mentre il mirino è sempre un pannello OLED da 3,6 milioni di punti con frequenza di refresh fino a 100Hz. Aumenta l’ingrandimento a 0,80x (era di 0,75x sulla X-T4), ma rimane inferiore rispetto a quello di X-H2 che ha 5,76 milioni di punti e raggiunge 120Hz.

Sul fronte dei controlli non è cambiato sostanzialmente nulla, a partire dalle ghiere meccaniche nella parte alta per modificare ISO, tempi e compensazione dell’esposizione. Le prime due hanno un pulsante di blocco/sblocco per evitare spostamenti involontari, sotto quella ISO si trova il selettore per la modalità di avanzamento e sotto quella dei tempi lo switch foto/video per un passaggio immediato. Inalterate anche le due rotelle aggiuntive dei parametri, che possono essere personalizzate nell’uso e mantengono anche l’opzione di pressione che manca invece alle X-H2.

Sul retro il layout è identico ad X-T4, compreso anche il joystick che speravo potesse aumentare un po’ nelle dimensioni per risultare più comodo nell’uso. Non è che non sia preciso, ma non è proprio comodissimo da azionare e gli preferisco quello di X-H2.

Per quanto la X-T5 abbia lo stesso sensore da 40MP e processore X-Processor 5 di X-H2, offre alcune specifiche inferiori sia in ambito foto che video. Ad esempio la raffica da 15fps con otturatore meccanico sale a 20fps con quello elettronico con un crop di 1,29x, ma soprattutto il buffer è più limitato. Dopo 19 scatti in RAW rallenta e a 39 è del tutto saturo, impedendo di scattare altre foto. Va anche precisato, però, che i due slot di memoria sono SD UHS-II, mentre su X-H2 il secondo è di tipo CFExpress. Molti preferiranno la praticità ed economicità delle SD, ma questo rimane un potenziale limite che, come vedremo più avanti, incide anche sul settore video.

Il sensore BSI X-Trans da 40MP rappresenta un record nel formato APS-C e presenta sia pro che contro. Di certo abbiamo più informazioni catturate e maggiore possibilità di crop in post-produzione rispetto i 26MP della X-T4, ma cambia anche il rapporto segnale-rumore.

L’ISO base adesso è di 125 (invece che 160) ma in condizioni ottimali la capacità di recupero delle alte luci non sembra affatto peggiorata rispetto ad X-T4.

Aprendo le ombre, invece, nella X-T5 mi sembra di vedere una maggiore quantità di rumore cromatico. È sottile, vista la risoluzione maggiorata, ma si nota di più anche con l’aumentare dell’ISO, avendo 6400 come tetto massimo usabile. Con la X-T4 ci si poteva a volte spingere anche a 12800 ISO che qui sono peggiori sia per il rumore che per una vistosa varianza cromatica.

La stabilizzazione sul sensore raggiunge i 7 stop di compensazione, quindi poco di più dei 6,5 della precedente. Non è una differenza percepibile nell’uso quotidiano e ho ritrovato anche qui un difetto che ogni tanto si presentava sulla X-T4, ovvero che l’IBIS casualmente perde fluidità ed inizia a fare dei piccoli scatti a ripetizione anche stando fermi. Questo fino alla fine della clip in registrazione, poi riprende a funzionare regolarmente.

Sfruttando l’IBIS la Fujifilm X-T5 offre la funzionalità pixel-shift per ottenere immagini da 160MP. Si imposta dai metodi di avanzamento del menu fotocamera e registra 20 file in qualità RAW andando a spostare leggermente il sensore tra l’uno e l’altro. Purtroppo si dovrà poi passare al computer con il software Fujifilm Pixel Shift Combiner per effettuare la composizione e i piccoli movimenti della camera possono facilmente generare errori, quindi è un qualcosa di non ancora del tutto pratico.

Oltre al treppiedi, che viene indicato direttamente dalla camera come necessario, nella mia esperienza è stato utile attivare un intervallo tra gli scatti di almeno 1 secondo, disattivare la stabilizzazione e scattare con timer di un paio di secondi. Così facendo non si genera errori in composizione e l’immagine da 160MP risulta effettivamente più definita.

La batteria è la stessa della X-T4 e delle ultime Fuji, con un’autonomia leggermente migliorata che può raggiungere i 700 scatti in modalità economica (secondo lo standard CIPA). Nella modalità boost migliorano le prestazioni generali della camera e degli schermi, ma l’autonomia si riduce.

Sul lato sinistro troviamo dei nuovi sportellini che ospitano le connessioni e riprendono la struttura di quelli della X-T3, dando la possibilità di tenerli sempre aperti (mentre nelle X-T4 erano morbidi e potevano creare qualche problema con cavi e gabbie). Tuttavia, non sono rimovibili. Le connessioni sono audio-in per microfono, microHDMI per uscita video, USB-C per collegamento al computer e ricarica. Manca sempre l’uscita audio, ma si può ottenere tramite adattatore via USB-C.

La messa a fuoco della Fujifilm X-T5 è la stessa di quella della X-H2, offrendo numerosi miglioramenti rispetto ad X-T4 grazie al deep learning. I nuovi algoritmi riescono infatti a garantire il riconoscimento di animali, uccelli, automobili, motocicli, aerei e treni, mentre la X-T4 è limitata a volto ed occhi. Inoltre, anche questi ultimi funzionano molto meglio sulla X-T5, agganciando i soggetti con precisione grazie al nuovo processore, al deep learning e ad un numero maggiore di pixel per rilevamento di fase sul sensore (3,3 milioni).

Nel menu ci sono sempre moltissime opzioni per personalizzare il comportamento dell’AF continuo, ma in alcuni casi questo può rivelarsi un contro perché richiede tempo e numerosi test prima di trovare le combinazioni più efficaci ad ogni specifica situazione. Ho effettuato un piccolo video di prova lasciando le opzioni base (ne vedete un estratto nella recensione su YouTube) ed ho notato che troppo spesso la camera ha deciso di seguire l’elemento umano anche se volutamente defilato e in secondo piano. Ad esempio con le mani di una ceramista all’opera, sono state più le volte in cui ha messo a fuoco le mani che non il soggetto primario posto ben al centro della scena.

 

Il comparto video è uno di quelli in cui si trovano differenze rispetto la X-H2. In parte per i limiti di areazione dovuti al corpo più piccolo, in parte per l’assenza della CFExpress, si parte già con l’assenza dell’8K ed un limite massimo di 6.2K a 30fps con un crop 1,23x. Si tratta comunque di ottime specifiche considerando che si lavora in oversampling dell’area interessata con file 4:2:2 a 10-bit e possibilità di utilizzo di F-Log2 oltre ai già presenti F-Log/HLG.

Registrando in 4K/DCI a 60p non c’è alcun crop ma si perde qualità con il line-skipping, mentre la X-T4 aveva un crop di 1,18x però catturava tutte le informazioni in oversampling. Per il 4K a 30p c’è sia l’opzione no-crop/line-skipping che 1,23x crop/oversampling. Interessante anche la possibilità di registrare con zoom 2x senza una effettiva perdita di risoluzione, sfruttando l’area centrale del sensore da 40MP. La Fujifilm X-T5 può anche registrare in Apple ProRes RAW o Blackmagic RAW a 12-bit via HDMI con dispositivi compatibili, una novità rispetto la X-T4 che su HDMI veicolava solo un 4:2:2 a 10-bit.

Conclusione

La presenza di X-H2 e X-H2s ha evidentemente influito sulla Fujifilm X-T5, che si libera dal peso di dover essere un factotum riscoprendo una identità più spiccata. Si alleggerisce nel peso, ma anche di qualche specifica, in particolare per video e velocità di scatto, proprio i due settori dove l’azienda oggi propone le due nuove regine: X-H2 e X-H2s. È tutto molto più chiaro, ora, ma il cambiamento ci porta all’assenza di un modello come X-T4 (ovvero compatto, con schermo articolato e supporto per battery grip) se non fosse che la X-T4 è ancora lì e mantiene invariate le sue ottime qualità.

Fujifilm X-T5 solo corpo

1789 2039,99

Vai all'offerta

Fotografia professionale generalista

Il prezzo di listino è di 2040€, circa 200€ in più rispetto alla X-T4 al momento dell’uscita. È alto, sì, ma sono passati più di tre anni dalla precedente e risulta abbastanza in linea con l’attuale trend di mercato, sia per le problematiche generali che più specifiche del settore.

PRO
PRO Compatta e robusta
PRO Nuova impugnatura più comoda
PRO Pratici controlli meccanici
PRO Sensore APS-C da ben 40MP
PRO Buon rapporto segnale-rumore considerando la risoluzione
PRO Recupero abbastanza efficace dalle alte luci
PRO Articolazione doppia dello schermo, pratica per le foto
PRO Mirino con più ingrandimento (da 0,75x a 0,80x)
PRO Scatto fino a 1/180.000 (in elettronico)
PRO Modalità pixel-shift per foto da 160MP (vedi contro)
PRO AF migliorato che riconosce nuovi tipi di soggetti
PRO Ottime simulazioni pellicola per JPG già pronti da usare
PRO Video fino a 6.2K
PRO Nuovo F-Log2 con più gamma dinamica
PRO Possibilità di registrare in RAW 12-bit via HDMI

CONTRO
CONTRO Il buffer è limitante per le raffiche (solo 19 foto prima di rallentare)
CONTRO Il mirino ha un ingrandimento migliore di X-T4, ma la risoluzione non è cambiata
CONTRO Non supporta il battery grip
CONTRO Il tracking AF non è ancora a livelli della concorrenza
CONTRO Dettagli strutturali migliorabili come il joystick o lo sportellino SD
CONTRO Il software Pixel Shift Combiner è poco “smart” e troppo “schizzinoso”

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE La X-H2 è più indicata per il video con 8K e schermo ribaltabile
DA CONSIDERARE La X-H2s è più indicata per la fotografia d’azione con 40fps

Fujifilm X-H2 solo corpo

1999 2299,99

Vai all'offerta

Foto e video professionali

Fujifilm X-H2s solo corpo

2488,6 2799,99

Vai all'offerta

Fotografia sportiva e dinamica

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.