Uno degli aggiornamenti più facile da predire in questo 2023 è quello che riguarda i MacBook Pro 14″/16″, rilasciati ad ottobre del 2021. Sappiamo infatti che sono ancora dotati della prima generazione di Apple Silicon, con M1 Pro ed M1 Max, mentre sulla linea base di MacBook Air e Pro 13″ si è passati ad M2 nel 2022. Se si trattasse solo di mantenere lo stesso ciclo vitale di questi ultimi (risultato di 19 mesi: dal novembre 2020 al giugno 2021), questi potrebbero essere presentati a maggio 2023, ma non è così che funziona. Sicuramente non cambierà nulla sul fronte del design, aggiornato troppo di recente e usato in una singola edizione, ma prima dell’annuncio Apple deve aver avuto il tempo di progettare gli M2 Pro ed M2 Max e produrne in buone quantità.
Qui la situazione si ramifica in diversi scenari, dove il migliore è il meno probabile. Nella sua ultima newsletter, Gurman sostiene che l’upgrade arriverà nella prima metà dell’anno – come la fredda statistica suggerirebbe – ma con miglioramenti marginali. Questo è quanto abbiamo effettivamente visto negli attuali M2 rispetto i precedenti M1, e sottintende che anche nei chip più performanti Apple continui ad utilizzare il processo produttivo N4 (anche se TSMC pare sia pronta con i 3nm da dicembre).
DigiTimes, che è meno affidabile di Gurman ma ha comunque fonti importanti, sostiene però che l’annuncio sarà rimandato più avanti per problemi tecnici. Il fatto è che l’ipotesi che Apple realizzi questi nuovi chip basandosi sul processo produttivo a 3nm di TSMC non sembra più molto accreditata, quindi oltre al ritardo si confermerebbero anche i pochi miglioramenti in arrivo.
Il 2023 è appena iniziato, quindi ogni previsione sarebbe azzardata, ma la situazione difficile a livello globale sembra abbia alla fine investito anche Apple, che nel 2020 e 2021 ha un po’ fatto scuola sul mercato con la prima generazione di Apple Silicon. Oserei dire che a noi utenti l’upgrade di queste macchine interessa relativamente poco, perché le attuali vanno benone e non c’è molto da attendersi nel ciclo M2, ma ora che anche Intel ed AMD si specchiano in quel di Cupertino per misurare i loro muscoli, l’azienda ha certamente nuove sfide in cui cimentarsi.