Recensione Sony FE 20-70mm F4 G: un nuovo standard in casa Sony

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Gli obiettivi in casa Sony di certo non mancano, eppure l’azienda è sempre al lavoro per sfornare novità che rispondano alle continue mutazioni del mercato e delle esigenze dei fotografi e videomaker. Quella annunciata oggi segue l’evoluzione del concetto di zoom standard espandendolo verso il grandangolo, così com’è avvenuto negli ultimi decenni. Un tempo questi obiettivi partivano dal 35mm, poi dal 28mm e infine dagli attuali 24mm, mentre oggi viene annunciato il Sony FE 20-70mm F4 G, che ho avuto il piacere di provare per qualche giorno.

Come ben sapete, avere quei 4mm in più sul grandangolo può fare una grande differenza, perché più ci si spinge verso le lunghezze focali piccole e più ogni millimetro conta. Soprattutto in un’epoca in cui il video ha una grande importanza, considerando che in 16:9 si taglia una parte dell’immagine totale e ancor di più se si vuole ottenere un formato panoramico in 2,35:1. Il 20mm è anche utile per chi si autoriprende, dato che può ottenere molto più campo semplicemente allontanando la fotocamera con il braccio.

Il Sony FE 20-70mm F4 G ha uno schema ottico costituito da 16 elementi in 13 gruppi, con 3 lenti ED (extra-low dispersion), 1 aspherical, 2 AA (advanced aspherical), 1 ED (extra-low dispersion) ed elemento frontale con rivestimento al fluoro, tutto per minimizzare le aberrazioni cromatiche e quelle geometriche.

Dal punto di vista costruttivo abbiamo tutte le caratteristiche della serie G, con un barilotto robusto, tropicalizzazione, ghiera dei diaframmi (con clic switch per rimuovere gli scatti), due pulsanti personalizzabili, switch AF/MF e ghiere fluide per zoom e fuoco manuale. Quest’ultima si trova proprio all’estremo dell’obiettivo, quindi montando il paraluce al contrario non si riesce ad azionare comodamente.

Pur avendo tutti questi controlli e apertura costante, l’obiettivo rimane particolarmente compatto, con una lunghezza inferiore a 10cm ed un diametro di circa 79mm (la filettatura per filtri è di 72mm). Il peso è anche interessante perché è di soli 488 grammi, risultando molto bilanciato sulle fotocamere della famiglia A7 e A9.

Lo zoom causa l’estensione del barilotto di circa 4cm per raggiungere il tele massimo di 70mm, ma senza far ruotare l’elemento frontale (utile per i filtri). La messa a fuoco avviene invece internamente (IF) con due motori lineari XD che garantiscono silenziosità e velocità in assenza di vibrazioni. Per fare un esempio, il nuovo 20-70mm F4 G è il 60% più veloce del 24-70mm Zeiss e ben 2 volte più efficace nel tracking, quindi si portano a casa molte più foto correttamente a fuoco.

Interessante anche la possibilità di mettere a fuoco da 25 cm con un buon rapporto d’ingrandimento dello 0,39x. Non è una lente definibile “macro”, ma può dare soddisfazioni anche in questo senso e raramente si è limitati sotto questo punto di vista. Giusto per confronto, il 24-105mm F4 G OSS ha un rapporto d’ingrandimento di 0,31x ed una minima distanza AF di 38cm. Considerando l’avvicinamento possibile ai soggetti, è anche piuttosto facile vedere il bokeh e il buon sfocato di questo obiettivo, a cui contribuisce il diaframma composto da 9 lamelle circolari.

L’obiettivo presenta poco focus breathing a 20mm, modificando il punto AF dal primo piano allo sfondo, mentre a 70mm è virtualmente assente. Se si vuole eliminarlo del tutto si può attivare la compensazione del breathing (su Sony A7 IV e successive), tanto il piccolo crop effettuato sui 20mm di partenza si nota pochissimo. Questa cosa ci ricorda l’importanza di una focale di partenza così ampia, vantaggio che tornerà utile anche se si intende usare la stabilizzazione active (altra funzione che richiede un piccolo crop sull’immagine).

A 20mm i RAW non sviluppati e senza profilo lente mostrano una vistosa distorsione a baffo: con barilotto nella zona centrale che si trasforma in cuscino agli angoli più estremi (dove si nota anche una notevole caduta di luminosità). Questa visualizzazione è però solo temporanea, tipica del file non processato e soprattutto senza il profilo lente applicato, dato che ancora non è presente in Camera RAW e negli altri software di post-produzione fotografica. Comunque, il particolare tipo di distorsione a 20mm non è del tutto risolvibile, difatti anche nel JPG (che riduce molto il barilotto grazie al profilo lente integrato) si noteranno ancora le linee a forma d’onda verso gli angoli.

Per quanto sia un obiettivo zoom, e anche piuttosto estremo date le focali in gioco, questa distorsione sul 20mm rappresenta una possibile limitazione per la fotografia architettonica o d’interni. Un po’ meno nella paesaggistica, ma comunque fastidiosa. A 70mm la situazione è decisamente migliore, con una distorsione a cuscinetto coerente su tutto il fotogramma che viene completamente compensata sia nel JPG che con un minimo di post-produzione sul RAW (in attesa del profilo lente ufficiale).

A livello di risoluzione il Sony FE 20-70mm F4 G si comporta molto bene. Ha un’ottima nitidezza al centro già a tutta apertura, sia alla minima che alla massima lunghezza focale. A 20mm f/4 perde un poco ai bordi più estremi, ma già a f/5,6 è virtualmente perfetto. A 70mm a me è sembrato ottimo ai bordi già a f/4, quindi è una lente che risponde bene a tutte le impostazioni.

Il flare a massima apertura si evidenzia principalmente scattando contro sole, con una perdita di definizione molto circoscritta. In alcuni scatti ho visto un po’ di ghosting magenta, ma è piuttosto raro. A f/11 si vede una bella stella, anche se non perfettamente simmetrica, e a volte dei piccoli riflessi arcobaleno. Diciamo che non è perfetto, però le situazioni in cui presenta maggiori problemi sono quelle particolarmente estreme.

Il nuovo Sony FE 20-70mm F4 G conferma l’ottimo lavoro di Sony nel realizzare obiettivi sempre più versatili e adatti ad ogni esigenza. Uno zoom standard che parte da 20mm offre tanta flessibilità in più, anche se a discapito di qualche millimetro in tele, dato che con le risoluzioni sempre più elevate dei sensori odierni un crop per avvicinare e riquadrare è raramente un problema.

Conclusione

La lente è costruita bene, leggera e compatta, un piacere da usare anche per i numerosi controlli fisici. Ovviamente con la luminosità costante di F4 non sarà adatta a tutti, soprattutto per chi fotografa in condizione di luce difficile, ma è sufficientemente versatile in viaggio. La particolare distorsione a 20mm è il principale difetto dal punto di vista ottico, ma proprio per quella potrebbe essere scartata dai fotografi che solitamente usano lenti così grandangolari. A questi consiglierei sicuramente di più un fisso, come l’ottimo Sony FE 20mm F1.8 G.

Mi pare invece molto interessante per l’utente che faccia sia foto che video, magari anche inquadrando sé stesso come nei vlog. In quel caso, infatti, i 20mm offriranno un angolo di campo perfetto con la camera su un supporto da mano e pure attivando la stabilizzazione digitale Active il crop introdotto non sarà un problema. Ancora meglio: a 20mm si può lavorare bene anche senza l’IBIS del sensore andando a stabilizzare in post con Catalyst Browse (se si possiede una Sony con giroscopio) o direttamente nei software di montaggio video. Il vero problema di questo obiettivo è nel prezzo: insolitamente alto per quel che mi riguarda. Le buone doti non mancano e i 20mm fanno gola, ma è sempre un F4 non stabilizzato otticamente che costa 1600€. E a questa cifra non gli si concede di buon grado quel particolare difetto di distorsione a 20mm.

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A titolo del tutto personale, trovo che l’abbinata di un 24-105mm F4 G OSS ed un 20mm F1.8 G fornisca molta più versatilità e qualità, con una spesa che nel complesso si aggira intorno ai 1750€ con gli attuali prezzi di mercato.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.