Recensione Canon R8: è quella giusta per iniziare?

Con le prime EOS R ed RP, Canon ha iniziato il suo percorso nelle mirrorless full-frame; ma soprattutto ha introdotto un nuovo mount destinato a rimanere sul campo per i prossimi decenni, sostituendo il precedente EF presentato nel 1987 e ancora in circolazione. Nel 2018 la EOS R (recensione) era già una buona fotocamera e la RP (recensione) si è saputa far apprezzare per il prezzo contenuto e il corpo compatto, ma il vero salto di qualità è arrivato con R5 ed R6 (recensione). Successivamente abbiamo visto un corpo progettato per fotografi e videografi professionisti (la R5c) ed un importante miglioramento della R6 con la Mark II.

Mentre procedono i lavori anche nel settore APS-C, dove Canon ha utilizzato lo stesso mount RF per R7, R10 e, più di recente, R50, è arrivata una nuova fotocamera full-frame a reclamare il titolo della più leggera e compatta in gamma: la Canon R8.

Non è facilissimo collocare la R8 nell’attuale offerta di Canon, ma per farlo è possibile unire alcuni elementi già noti. Abbiamo infatti lo stesso sensore da 24,2MP della R6 mark II e lo stesso processore Digic X, portandosi dietro la medesima qualità d’immagine e il motore Dual Pixel CMOS AF II (seconda generazione) per la messa a fuoco. Il tutto è stato inserito in un corpo molto simile a quello della EOS RP, ma con specifiche di livello superiore ed un collocamento di prezzo simile a quello della EOS R. Ho messo tanta carne sul fuoco in queste poche righe, ora cerchiamo di capire tutto più nel dettaglio.

Iniziando dall’esterno, il design del corpo è essenzialmente quello della RP, di cui mantiene le dimensioni. Scende invece il peso, da 485 a 461 grammi inclusa batteria a memoria. Per darvi un’idea, pensate che la Canon R7 pesa 612 grammi ed è una fotocamera APS-C. L’aspetto particolarmente lodevole in tutto ciò è che pur essendo compatta e leggera, la R8 ha un’impugnatura di tutto rispetto, ampia e ben sagomata. Certo, non è come impugnare una R5, soprattutto per il mignolino che può rimanere senza appoggio se si hanno mani grandi, ma la presa è stabile e sicura.

La struttura è composta principalmente il lega di magnesio, in parte lega di alluminio e in parte resina di policarbonato con fibra di vetro. Presente anche un buon livello di tropicalizzazione per operare in condizioni atmosferiche avverse (0-40°C) con resistenza a spruzzi d’acqua e polvere.

Mettendo una R8 vicino ad una RP si noteranno pochissime differenze nei controlli e solo nella zona superiore. Lo switch di accensione è stato spostato sulla destra e integrato con il blocco, ottenendo quindi tre posizioni: on / lock / off. Nello spazio lasciato vuoto a sinistra è stato inserito un selettore foto/video che è molto più comodo di quel che si potrebbe immaginare. Nella RP il video si trovava nella rotella dei modi di cattura, quindi si doveva accedere al menu per decidere se lavorare in automatico, manuale, program, priorità, ecc.. nella R8 possiamo passare al video in uno qualsiasi dei modi, anche con i filtri creativi, il tutto operando sulle due rotelle meccaniche. Inoltre, la camera offre la possibilità di avere parametri diversi tra foto e video (otturatore, apertura, iso, ecc…) ma anche differenti personalizzazioni dei tasti.

A livello operativo, rispetto alle fotocamere superiori di Canon, ci sono due assenze principali: il joystick e la terza ghiera dei parametri intorno al pad direzionale. Si può sentire l’assenza di una o dell’altra cosa in base alle proprie abitudini, ma va detto che almeno per il joystick nell’impostazione del punto AF esiste una soluzione alternativa attivando la modalità “touch & drag AF” nel menu, che ci fa usare il display con il pollice mentre inquadriamo con il mirino. Il risultato non è male, forse è anche più veloce e preciso del joystick, ma devi sempre ricordarti di avere lo schermo chiuso e rivolto verso l’esterno – andando pure ad urtarci con il naso.

Il display LCD da 3″ ha 1,62 milioni di punti. Come quello della R6 Mark II è completamente orientabile e dispone di un multi-touch molto reattivo utilizzabile ovunque nel menu o per la selezione del punto AF. Inizialmente mi era sembrato che la posizione dell’ingresso audio fosse ideale, ma in realtà si urta un eventuale microfono connesso quando lo schermo è aperto e si cerca di scendere oltre i 45° di inclinazione. Sarebbe stato molto meglio avere la porta al posto di quella per il telecomando remoto.

Il mirino OLED da 2,36 milioni ha un ingrandimento dello 0,7x. Ad oggi sono caratteristiche un po’ superate, ma è comunque usabile e superiore a quello di una fotocamera di prezzo simile come la A7c (stessa risoluzione ma con ingrandimento 0,59x). Ha un’ottima fluidità in modalità foto, con la possibilità di attivare anche la modalità “Disp. performance” / “Smooth” nel menu principale (pag. 9), mentre nel modo video questa opzione sparisce e il mirino è evidentemente più scattoso, con presenza di jitter durante i movimenti.

La Canon R8 offre diverse modalità di controllo. Si adatta benissimo al neofita grazie alla nuova interfaccia guidata (che descrive con testo e immagini ogni modo di scatto) e la presenza di scene, automatismi ed effetti, ma può essere usata ugualmente bene da un fotografo esperto, con i metodi manuali o a priorità.

Una particolarità che mi era sfuggita nel primo hands-on è che la fotocamera non dispone di otturatore completamente meccanico: si può lavorare con la prima tendina elettronica oppure solo in elettronico. Una scelta utile a ridurre la complessità costruttiva, quindi anche a contenere i costi e il peso, ma che ha alcune ripercussioni da considerare. Prima di tutto nella R8 manca il sistema di copertura del sensore a macchina spenta, poi la raffica con la prima tendina elettronica è più lenta (6fps contro i 12fps della R6 II con medesimo sensore e processore) e, infine, può alterare la resa del bokeh con aperture elevate e tempi veloci (troncandolo nella parte bassa). Onestamente non sapevo di quest’ultimo aspetto, ma ne ho trovato evidenza in un articolo di dpreview nella seguente immagine:

Scatto ad 1/8000 con 50mm F1.2L, a sinistra R8 a destra R6 II (credits: dpreview)

Con la prima tendina elettronica e la raffica da 6fps si scatta in RAW+JPG praticamente senza limiti, perché il buffer segue la cattura senza mai saturarsi. Passando all’otturatore elettronico, la raffica con il metodo drive H+ è di 40fps e, in questo caso, scattando in RAW+JPG ci si ferma dopo 55 fotografie e servono circa 7 secondi per scaricare il buffer. Scegliendo solo il RAW non cambia molto: servono 58 foto per saturare il buffer.

Drive Mode 1a Tendina Elettronico
Velocità Massima 6fps 40fps
Modo RAW+JPG RAW+JPG Solo RAW Solo JPG
Numero scatti infinito 55 58 62
Scaricamento buffer circa 7 secondi

La sensibilità ISO arriva fino a 102.400 in ambito foto e 25.600 per il video. Avendo la stessa coppia sensore/processore della R6 II le prestazioni sono equivalenti e complessivamente molto valide. I 24.2MP garantiscono un buon livello di dettaglio, possono essere un limite giusto se si ha la necessità di dover ritagliare le immagini e stamparle in grande formato. Da questo punto di vista la differenza con la R5 è evidente, ma sono anche fasce di prezzo completamente diverse.

La batteria utilizzata è la LP-E17, con 1040 mAh ed una autonomia che arriva a circa 300 scatti secondo lo standard CIPA. Non sono pochissimi, però è un qualcosa di cui tener conto perché la camera si scarica ancor più velocemente utilizzando il mirino. Diciamo che anche per brevi uscite si sta più tranquilli con due batterie e, da questo punto di vista, è la peggiore della sua categoria (NIkon Z5 e Sony A7c fanno meglio). È certamente un peccato che non ci sia la LP-E6NH che troviamo anche nella APS-C EOS R7, ma ovviamente non si sarebbe potuta inserire in questo chassis che è sostanzialmente quello della RP (anch’essa con LP-E17). Nello stesso sportellino in basso si trova anche lo slot per la singola SD UHS-II.

Il settore video è probabilmente quello più interessante della Canon R8, con alcune caratteristiche migliori rispetto alla concorrenza nella stessa fascia di prezzo. Abbiamo infatti la possibilità di registrare fino al 4K DCI a 50/60fps sfruttando l’intera larghezza del sensore in oversampling dal 6K. In questa modalità viene tuttavia mostrato un avviso riguardante la possibilità di spegnimento della camera dovuta ad un eccessivo surriscaldamento, che, nella mia prova, è avvenuto dopo 23 minuti partendo con macchina spenta e fredda. Girando a 25/30fps non esiste in effetti un limite alla registrazione e si procede fino alla saturazione della memoria o al consumo della batteria.

Le opzioni di cattura sono molteplici e con il C-Log3 attivato e registrazione in HEVC si arriva ad un massimo di 340Mbps in 4K sui 50/60fps, che scendono a 170Mbps girando a 25/30fps. La modalità veloce in Full HD da 180/150fps viene registrata a 270Mbps con IPB e 150Mbps scegliendo IPB Light. Una cosa che trovo fastidiosa è che il framerate da 24fps non sia presente impostando la camera in modalità PAL, ma solo in NTSC. Tuttavia non risulta essere un reale problema dato che il passaggio tra le due avviene in un istante dal menu, senza richiedere riavvi della camera o formattazione della memoria.

Un aspetto positivo da segnalare è che la R8 prevede diverse opzioni e funzionalità evolute per la cattura di video. In fase di esposizione possiamo usare la zebra e visualizzare un istogramma impostabile sui soli valori di luminanza oppure su quelli RGB, definendo anche la sua dimensione tra piccola e grande. Inoltre, registrando in C-Log3 abbiamo l’assistenza alla visualizzazione con LUT applicata per una anteprima più realistica delle immagini. Per i più esperti è anche disponibile la funzionalità false color, ma purtroppo non si può attivare se c’è già attivo il C-Log, lo Zebra e persino il Focus Peaking: una vera seccatura*.

In tema di AF, spicca la versatilità offerta dalla R8, che ha sostanzialmente le stesse funzioni della sorella maggiore R6 Mark II. Lavorando in servo con il tracking, possiamo lasciare alla camera il compito di scegliere il soggetto oppure definire se dare priorità a persone, animali o veicoli. Inoltre, le impostazioni di autofocus sono dettagliatissime (forse anche troppo per l’utente medio), ma lavora già abbastanza bene con la modalità auto predefinita.

Positivo anche l’approccio al fuoco manuale, perché possiamo stabilire il verso di rotazione della ghiera degli obiettivi e il passo lineare (anche se rimane elettronico e, quindi, senza fine corsa). Per l’assistenza si può adoperare il tradizionale focus peaking oppure il sistema nativo Focus Guide di Canon (quello con le tre freccette). Con alcuni obiettivi è anche possibile attivare la compensazione del focus breathing, che effettua un piccolo crop sull’immagine per mantenere inalterato l’angolo di campo cambiando il punto di messa a fuoco.

Alla fine sono le funzioni della R6 II, però nella R8 manca l’IBIS. C’è sempre la stabilizzazione digitale, impostabile su due livelli differenti, nonché quella presente in molti obiettivi RF, ma rimane una possibile carenza da considerare rispetto la sorella superiore (nella recensione in video troverete qualche esempio). Per quanto riguarda le connessioni abbiamo la micro-HDMI in uscita, audio in/out, porta per il telecomando remoto e la USB-C che supporta un po’ di tutto, dalla ricarica allo streaming tramite computer, ma in questo modello Canon ha inserito anche la compatibilità MFi. Appena sarà disponibile l’aggiornamento di Camera Connect lo proverò, perché in teoria dovrebbe essere possibile visualizzarla direttamente via cavo anche dall’iPhone.

Conclusione

Nella sua fascia di prezzo di 1890€ al lancio, la Canon R8 si presenta con un pacchetto molto ricco di funzionalità moderne. È una fotocamera che mette l’utente al centro ed è evidentemente pensata per essere semplice da utilizzare e comoda da trasportare. Da questo punto di vista Canon ha fatto centro, riuscendo anche a portare qui gran parte delle caratteristiche della R6 Mark II che costa 1000€ in più. Per chi fa solo fotografia forse la prima EOS R è ancora una alternativa considerabile, perché è indietro su alcune caratteristiche come AF e video, ma ha schermo e mirino migliori, ergonomia e autonomia superiori ad un prezzo praticamente analogo, ma sul mercato le rivali dirette sono poche e ognuna presenta pro e contro rispetto la R8 che, tra le altre cose, è l’unica a girare in 4K 50p senza crop.

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PRO
PRO Corpo compatto e molto leggero
PRO Ergonomia superiore alle aspettative
PRO Controlli semplici e personalizzabili
PRO Messa a fuoco completa e performante
PRO Slitta multi-funzione digitale
PRO Controllo remoto via USB-C / MFi (in arrivo)
PRO Raffica fino a 40fps con otturatore elettronico
PRO 4K 50p senza crop con oversampling dal 6K
PRO Registrazione senza limiti in 4K 25p
PRO Buona assistenza per messa a fuoco ed esposizione*
PRO Interfaccia semplice e guidata

CONTRO
CONTRO Autonomia ridotta
CONTRO Manca l’IBIS
CONTRO Manca la prima tendina meccanica

DA CONSIDERARE
DA CONSIDERARE Surriscalda registrando in 4K 50p
DA CONSIDERARE Il buffer non è molto capiente

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.