Recensione Mac mini M2 Pro: l’Anello Mancante

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Nella prima generazione di Apple Silicon è mancato un modello nella lineup: un computer desktop con chip M1 Pro. Il perché di questa scelta rimane un po’ un mistero dato che esisteva un evidente vuoto tra Mac mini M1 e Mac Studio M1 Max, sia in termini di prezzo che prestazioni. Per fortuna Apple ha deciso di colmarlo con la seconda generazione, annunciando il Mac mini M2 Pro.

Il design del prodotto è identico a quello della versione base, con alcune piccolissime differenze sul retro. Abbiamo infatti 4 porte Thunderbolt 4 invece che 2 e l’uscita video HDMI passa dallo standard 2.0 a quello 2.1, supportando fino a 3 schermi invece che 2, oltre a risoluzioni e frequenze di refresh più elevate.

Video su Mac mini M2 M2 Pro
Thunderbolt 4 HDMI 2.0 Thunderbolt 4 HDMI 2.1
1 Monitor 6K 60Hz o 4K 60Hz 6K 60Hz o 8K 60Hz / 4K 240Hz
2 Monitor 6K 60Hz + 4K 60Hz 6K 60Hz + 4K 144Hz
3 Monitor 2 x 6K 60Hz + 4K 60Hz

Le porte posteriori al completo prevedono:

  • 1 x Gigabit Ethernet (+115€ per la 10 Gigabit Ethernet)
  • 4 x USB-C / Thunderbolt 4 (fino a 40 Gbps)
  • 1 x HDMI 2.1
  • 2 x USB-A (fino a 5 Gbps)
  • 1 x uscita/ingresso audio combinata ad alta impedenza

Sul fronte wireless, invece, M2 ed M2 Pro condividono Wi-Fi 6E (802.11ax) e Bluetooth 5.3. Io ho provato il modello base del Mac mini M2 Pro che è configurato con il chip “privo” di 2-core sul processore e 3-core grafici (esattamente come il MacBook Pro 14″ base), che ad un prezzo di 1579€ include:

  • CPU 10-core
  • GPU 16-core
  • 16GB Memoria Unificata
  • SSD 512GB

In fase d’ordine si può scegliere per il passaggio all’M2 Pro “integrale”, quindi con 12-core CPU e 19-core GPU con +345€, mentre il taglio massimo di 32GB di MU richiede +460€ e per gli SSD la prima opzione utile di 1TB fa salire il prezzo di +230€. Si può scegliere anche con 2TB (+690€), 4TB (+1380€) e 8TB (+2760€), ma sono piuttosto sicuro che non ne valga la pena. Dopotutto aggiungere un SSD esterno veloce costa davvero poco e sulla scrivania non sarà un problema.

Il primo step da 1TB può essere interessante da considerare più che altro perché nella versione M2 Pro da 512GB Apple ha inserito una singola NAND dell’intera capacità, con la conseguenza che le velocità di lettura e scrittura sono inferiori rispetto ai 512GB su M1 Pro/Max dove ce n’erano due da 256GB.

Tuttavia, come più volte ho detto, le differenze sono evidenti per lo più nell’uso sequenziale del disco, ad esempio nella copia di file di grandi dimensioni. Nell’uso quotidiano e per i task tipici di un computer, compreso lo swap di memoria su disco, entrano in gioco maggiormente le performance di accesso casuale. E queste ultime, come si vede nel test qui in alto, sono sostanzialmente equivalenti.

Benchmark preliminari

A livello di processore, l’M2 Pro ha delle prestazioni in single-core superiori rispetto a quello di generazione precedente. La differenza principale è che l’M1 Pro era proposto nelle versioni 8/10-core, mentre il nuovo ha 10/12-core. Quindi se confrontati su Geekbench 6 a parità di core sono similissimi, ma a parità di configurazione l’M2 Pro ha più core ed è quindi più performante.

Il divario aumenta su Cinebench R23, dove M2 Pro ottiene uno score maggiore già nel single-core e aumenta nel multi-core, segnando un +15% anche confrontato alla precedente versione top di gamma. Quindi con questo motore di rendering 3D basato sulla CPU, M2 Pro è superiore sia ad M1 Pro che M1 Max (solo M1 Ultra fa di meglio).

A proposito di rendering, ho eseguito anche il benchmark di Blender sulla versione 3.4.1 nella modalità CPU+GPU. Qui non ho molti dati a confronto, giusto quelli dei 3 Mac con Apple Silicon che mi ritrovo attualmente, ma è molto interessante che questo M2 Pro base talloneggi davvero da vicino l’M1 Max top di gamma.

Per completezza riporto anche i risultati con Corona 1.3 benchmark, anche se in questo caso ho notato una strana inversione di tendenza, con un leggero peggioramento rispetto la generazione M1 Pro/Max. Non so esattamente da cosa dipenda ma essendo una discrepanza marginale può rientrare nel margine di errore tollerabile.

Sul fronte grafico si vede un buon margine di miglioramento a parità di core rispetto alla generazione precedente. Una cosa che si era già notata nel passaggio M1/M2 e che viene confermata nella variante Pro. Infatti, l’attuale M2 Pro base (16-core GPU) è circa il 37% più performante dell’M1 Pro base (14-core GPU). Ma anche confrontandolo con il precedente M1 Pro top che pareggiava i 16-core rimane comunque più veloce del 15%.

Consumi e stress termico

Uno dei chiari vantaggi della tecnologia Apple Silicon risiede nei consumi e il chip M2 Pro non fa eccezione. Ho eseguito un pesante stress test lanciando contemporaneamente Cinebench R23 (che satura da solo la CPU) e GFX Bench, che usa in parte la CPU e in parte la GPU. In tali condizioni la CPU ha avuto un consumo medio di 26W, con un picco di 31W, mentre la GPU è arrivata a 24W massimo, con una media di 18W.

Parliamo quindi di una richiesta energetica complessiva che nelle peggiori condizioni arriva al massimo a 55W per l’intero SoC, un risultato veramente incredibile se si pensa alle prestazioni offerte. Intel e AMD stanno facendo tanti passi in avanti, ma è ancora difficile trovare processori con questo rapporto consumi/prestazioni ed è assolutamente impossibile per le GPU, dove servono almeno 6 volte questi numeri. Per questo il Mac mini può rimanere ancora abbastanza silenzioso sotto stress e nel suo piccolo case riesce ad includere anche l’alimentatore. Va precisato che in condizioni d’uso normali, che prevedono anche una attività piuttosto intensa, il computer è del tutto silenzioso anche avvicinando l’orecchio.

Uso web e multimedia

Di recente Geekbench ha rivisto i suoi standard per la valutazione dei chip, rilasciando la versione 6 ed aggiungendo test più moderni e impegnativi sul fronte multimediale. I SoC Apple Silicon ne sono usciti molto bene per via della loro ottimizzazione e dell’accelerazione hardware di cui dispongono, difatti hanno ottenuto punteggi superiori e sono saliti di posizione nelle classifiche miste insieme ai chip x86-64 di Intel e AMD. Un aspetto che balza subito all’occhio è proprio la velocità della macchina nell’uso quotidiano e multimediale, soprattutto quando ci si basa sul browser di sistema.

Non a caso il test su Safari con Speedometer 2.0 è uno tra i più veloci mai registrati, Mac e PC inclusi, con un punteggio che viene superato solo dal nuovo M2 Max.

Per quanto riguarda l’audio è davvero difficile mettere in crisi questa macchina. Non è proprio il mio settore, ma lavoro costantemente con Adobe Audition per la registrazione e il montaggio dei podcast. Ho preso come riferimento un progetto di una puntata di PixelClub di 1h e 30m con 3 voci, ognuna della quali ha il proprio rack di effetti come compressore, equalizzatore parametrico, limiter, ecc.. Devo dire che già con M1 si lavora bene in tali condizioni, quindi non riesco sicuramente a raggiungere le possibilità di M2 Pro, ma le sue prestazioni sono decisamente ottime.

Fotografia e video

Su Lightroom Classic ho ottenuto dei risultati altalenanti, nel senso che il posizionamento rispetto agli altri chip a volte è a favore di M2 Pro a volte meno. Ho preso come base 50 fotografie in RAW+JPG della Sony A1 (50MP) e le ho importate in un nuovo catalogo con la generazione di miniature avanzate. In questa particolare situazione il Mac mini è stato persino 1 secondo più veloce di M1 Ultra ed M1 Max, a dispetto del fatto che questi avessero il disco il doppio più veloce. Nell’esportazione, invece, M1 Ultra si è posizionato leggermente in vantaggio, credo per la dotazione superiore di RAM e core GPU.

Realizzando una Unione Panorama con 12 fotografie RAW il risultato è stato invece in linea con le aspettative, posizionando M2 Pro davanti a M1 Pro ma dietro M1 Max e Ultra.

Photoshop fila fluido e senza problemi anche con file pesanti e va ancora meglio con app che sfruttano pienamente le potenzialità di Metal su macOS come Pixelmator Pro o Affinity Photo. Se parliamo di video, la situazione diventa un po’ più complessa da valutare.

Partiamo da un assunto importantissimo: per chi realizza progetti video di piccola e media complessità, questa macchina è perfettamente bilanciata. Realizzare un montaggio anche piuttosto lungo in 4K con un po’ di color, tagli, titoli ed eventuali transizioni, non sarà un problema sia che si utilizzi Final Cut Pro che Resolve 17 o Premiere Pro.

Il mio test standard, però, è molto più impegnativo, e continuo ad utilizzare questo come riferimento perché a me capita di dover usare qualche semplice effetto in 3D, ma soprattutto uso file video dal 4K HEVC 4:2:2 10bit all’8K, passando per i RAW 6K della Blackmagic, tutto con file Log che vanno colorati. Anche per i semplici contenuti di YouTube i miei file di partenza sono questi, per cui ho realizzato una timeline stressante che in un solo minuto evidenzia potenziali limiti del sistema in uso. E non parlo solo di tempi di esportazione, ma anche di fruibilità della timeline, sia spostandosi da una parte all’altra che in riproduzione.

Iniziando da Final Cut Pro, devo dire che con le impostazioni predefinite, che includono rendering in background e preview in qualità efficiente, tutto scorre liscio come l’olio. Giusto per metterlo sotto torchio ho provato a togliere queste due opzioni e allora si presentano drop frame quando si arriva a 3 flussi video di cui due 4K ProRes e uno 8K HEVC.

Ribadisco che si tratta di una situazione che mi sono andato proprio a cercare, ma serve a chiarire anche la differenza con M1 Max, dove ciò non succede. In termini di tempi di esportazione, invece, va assolutamente bene e i suoi tempi sono proprio in linea con le aspettative, posizionandosi a metà tra M1 Pro e M1 Max.

Con Adobe Premiere la situazione è un po’ strana, perché su alcune cose appare super fluido mentre a tratti, inspiegabilmente, rallenta. Sembra più una mancata ottimizzazione del software, ma anche qui è la mia timeline complessa a metterlo in crisi, perché su progetti inferiori va piuttosto bene. In termini di tempi di esportazione è più lento di Final Cut Pro, però mantiene il corretto distanziamento di M2 Pro a confronto con gli altri SoC che ho preso in esame.

Infine c’è DaVinci Resolve 18, il software che personalmente uso di più. Qui è interessante notare che finché si tratta di gestire flussi video anche con LUT e color, la macchina non fa una piega. Pure nelle situazioni in cui Final Cut Pro vacilla, ovvero con due flussi video 4K ProRes e uno 8K HEVC. Tuttavia su Resolve gli effetti e le transizioni poggiano tanto sulla GPU e basta un titolo in 3D o una composizione di Fusion per fare piantare il playback. Ovviamente attivando la smart cache si risolve, ma non potrei usarlo comodamente per le mie attività come faccio con M1 Ultra. Ribadisco, se non fosse ancora chiaro, che parlo sempre della mia timeline di test particolarmente impegnativa, con tagli secchi e senza l’uso di Fusion, si lavorano anche progetti di grandi dimensioni in scioltezza. Qui i tempi di esportazione sono migliori rispetto a Premiere Pro ma più lunghi rispetto a quelli registrati con Final Cut Pro.

Gaming

Ultimamente aggiungo sempre un piccolo approfondimento sul reparto gaming, anche se la situazione nel panorama macOS non sembra migliorare in modo tangibile. Il 90% dei titoli presenti nel Mac App Store è tarato per funzionare in scioltezza anche su macchine basiche, quindi non si raggiungeranno mai i limiti dell’M2 Pro, mentre per la maggior parte degli altri ci si trova con il problema di una mancata conversione ad Apple Silicon, andando a vanificare una parte delle prestazioni per via dell’utilizzo tramite l’interprete Rosetta 2. Questo succede anche per molti giochi non recenti del Mac App Store come Shadow of Tomb Raider, dove comunque il Mac mini M2 Pro supera il benchmark in Full HD con qualità grafica Alta raggiungendo una media di 58fps, quindi prossima a quella che possiamo considerare ottimale per un gaming fluido sui monitor a 60Hz.

Di recente ho anche acquistato Resident Evil Village (mai giocato ad altri titoli della serie, lo ammetto) che non include un benchmark interno, ma ho scoperto come visualizzare i dati delle performance in tempo reale grazie al Metal Performance HUD incluso in macOS Ventura (ecco come attivarlo). Giocando in UHD si notano dei drop frame e un po’ di fuori sync, va un po’ meglio a 1440p, ma non è comunque fluido. Sono così passato al Full HD attivando anche la sincronizzazione verticale e si ottengono i 60fps costanti, tranne in rarissime situazioni. Il succo è che pur non essendo una macchina per il gaming, può dare tranquillamente le sue buone soddisfazioni.

Conclusione

A mio modesto parere, il Mac mini M2 Pro rappresenta una proposta importante nell’attuale offerta Apple. È un computer piccolo, prestante, parco nei consumi e che davvero può rappresentare la soluzione definitiva per moltissimi utenti privati e professionali. Ad essere sinceri spesso basta già la versione M1 e ancora di più quella M2 e in questi suggerisco di non farsi ingolosire da questo di più visto il possibile risparmio economico. Sia perché non si sprecheranno soldi sia perché si potrebbe potenzialmente pensare ad un successivo più rapido cambio con i successivi M3, M4, ecc.. Però capisco che quel qualcosa in più di M2 Pro possa essere allettante.

Un potenziale problema di questo computer, però, non sta nelle sue qualità intrinseche ma nella concorrenza interna del Mac Studio M1 Max. Va detto che quest’ultimo parte da 2349€, ma si trova spesso a 2000€. Oltre ad avere 32GB di Memoria Unificata, i test che ho realizzato dimostrano che va quasi sempre meglio dell’M2 Pro nell’uso reale, inoltre dispone di alcune comodità come le porte e il lettore di schede SD frontali. Tuttavia, nella situazione media si tratta comunque di spendere all’incirca 500€ in più rispetto ad M2 Pro e si può certamente dire che non siano bruscolini. Quindi, in fin dei conti, lo scaglionamento delle macchine a listino rimane ancora sensato e il Mac mini M2 Pro promosso in una eventuale comparativa.

Ribadisco anche, visto che molti hanno fatto fin troppa scena sulla situazione, che al di fuori della legittima indignazione per la diminuzione di performance dei dischi nel taglio base di tutti i modelli appartenenti alla generazione M2, il reale impatto nell’uso quotidiano è sostanzialmente nullo dato che le velocità di accesso e scrittura di blocchi casuali è quello più importante e non è affatto cambiato. In sostanza l’unico modo realisticamente concreto per notare la differenza è quello di copiare file di almeno 1GB da e verso sorgenti esterne che sono più veloci di 3GB/s. Il ché significa solo e soltanto SSD NVMe con controller e connessione Thunderbolt 4, che non sono affatto facili da trovare oltre che molto costosi. Infatti quelli comuni sono tutti USB-C e non possono andare oltre 1 o 2GB/s anche se il disco interno sarebbe potenzialmente più veloce.

PRO
PRO Compatto e versatile
PRO Sempre molto silenzioso
PRO Consumi minimi
PRO Buona dotazione di porte considerando le dimensioni
PRO Prestazioni molto buone, specie con questi consumi
PRO Uscita video HDMI 2.1

CONTRO
CONTRO SSD base più lento rispetto la gen M1 nel sequenziale
CONTRO Mancano porte frontali e il lettore di SD
CONTRO I prezzi degli upgrade sono sempre molto alti

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.