Il visore Apple XR causa schizofrenia nei media

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Ormai si sa: alla prossima WWDC23 Apple presenterà il suo “visore”. O forse no. L’interesse verso questo nuovo – e ancora ipotetico – dispositivo, è tale da generare così tante pseudo notizie da non poter più distinguere le informazioni reali e ragionevoli da quelle del tutto campate in aria. Ve ne dico una su tutte: secondo Mark Gurman (via MacRumors) il visore Apple sarebbe ancora ad almeno 4 anni dal suo lancio. Questo perché nell’idea originaria dovrebbe avere la stessa potenza di un iPhone ma con 1/10 del consumo per poter essere usabile in comodità.

Generata con Midjourney

Capite bene che, se fosse davvero così, il fatto che già da qualche anno si pubblichino con costanza notizie  poi smentite sull’imminente rilascio, sulle specifiche e persino sui prezzi, ha davvero poco senso. Ma c’è di più, perché anche su questi ultimi se ne sentono di ogni tipo.

Stando a quanto riportato da 9to5mac, lo sviluppo del dispositivo sta costando un miliardo di dollari ogni anno ad Apple e l’azienda starebbe valutando di venderlo al costo, andando a generare perdite anziché ricavi. In Italia, invece, Tom’s Hardware riprende un tweet che porta ad un’analisi dei costi e del prezzo, definendo Apple “super avara” in quanto vorrebbe vendere a $3000 un prodotto che realizzerà con circa la metà della spesa.

Se ci sono informazioni in contrasto su ogni aspetto, forse l’unica “verità” di cui possiamo essere certi è che Apple stia riuscendo a nascondere piuttosto bene i suoi reali piani. Dopotutto, ogni informazione è sia vera che falsa finché non guarderemo nella scatola dei futuri Apple XR. E se vi chiedete da dove venga questo nome, sappiate che il noto Evan Blass conosce qualcuno che li ha già provati in più di un’occasione.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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