Recensione: MacBook Pro (2010) 15″ Core i7 con display Hi-Res

Iniziamo dalla scelta
Tra 13″, 15″ e 17″ non ho avuto difficoltà a decidere. Il primo è perfetto in mobilità, ma con quel pannello ha un’area di lavoro troppo piccola per le mie esigenze. Finché sono in studio posso demandare i compiti più onerosi all’iMac 27″, ma a casa, dove non voglio assolutamente crearmi una postazione fissa con uno schermo esterno, il problema diventa piuttosto evidente. Avrei potuto sopportare di avere minore potenza rispetto ai modelli superiori (ormai dotati di Intel Core) se solo avessero inserito, anche in opzione, un display con una risoluzione leggermente più alta, magari come quella del 15″ standard. Il 17″ mi fa gola solo per il display fullhd, ma ho difficoltà a vederlo come un computer portatile per quanto è grande. Insomma, non ci ho pensato più di due secondi: il 15″ rimane ancora il miglior compromesso tra mobilità e potenza, al netto delle mie esigenze lavorative.

Nell’analisi comparativa di tutti i modelli del nuovo MacBook Pro, relativamente alle soluzioni da 15″ sono risultati come maggiormente convenienti in termini di rapporto qualità/prezzo, il modello base con Core i5 e quello top con Core i7. Il modello intermedio invece appare un compromesso non tanto riuscito, dal momento che le 200€ di incremento rispetto al precedente, fanno ottenere solo 160Mhz in più sul processore ed un Hard Disk leggermente più capiente. Sarò sincero, anche in questo caso non ho avuto dubbi nella scelta. Sia perché aspettavo da 6 mesi questo aggiornamento tenendo da parte i soldi e sia perché ho fatto una semplice riflessione in merito la longevità e l’espandibilità del computer. Mentre la RAM e l’Hard Disk sono cose facilmente “upgradabili”, non è così per CPU e schermo. Così mi sono diretto sul modello top di gamma con Intel Core i7, lasciando invariati RAM e HDD, avendo in questo modo la possibilità di aggiornamenti in un prossimo futuro. Ma non ho potuto fare assolutamente a meno del display Hi-Res, che a mio giudizio è la migliore caratteristica introdotta con il rinnovamento della gamma MacBook Pro. Quando vorrò aumentare le prestazioni del computer, presto o tardi che sia, potrò raddoppiare la RAM e montare un HDD a 7200rpm o addirittura un SSD (sempre se i prezzi diventano più ragionevoli).

Ho invece tentennato un po’ relativamente alla finitura del display: lucido o opaco. A dire il vero avrei nettamente preferito il secondo per una questione di usabilità ed abitudine (essendo così quello del precedente) ma questo ha la spiacevole caratteristica — ovviamente a mio personale giudizio — di avere la cornice argentata (vedi esempio). Se anche la tastiera fosse stata in tinta (o al massimo bianca come quella delle Wireless Keyboard) sarebbe stato gradevole, ma tutto argento con la tastiera nera non riesco a farmelo piacere. Così ho, un po’ a malincuore, optato per lo schermo lucido.

A prima vista
Esteticamente sappiamo che il nuovo MacBook Pro non ha differenze rispetto al modello che sostituisce. Pertanto appena arrivato il mio primo pensiero è stato quello di accenderlo per verificare il tanto agognato display ad alta risoluzione. Per avere un’idea dell’incremento di spazio sulla scrivania, ho realizzato un raffronto visivo tra le due aree di lavoro:

confronto display hi-res e normale nei nuovi macbook pro

La differenza può sembrare minima, ma vi assicuro che è tutto un altro computer. L’area di lavoro è così ampia che sembra di stare di fronte ad un 17″, pur mantenendo l’ingombro di un 15″. Dopo un giorno di utilizzo ho ripreso il vecchio MBP per fare una inizializzazione e l’effetto è stato incredibile: mi è sembrato uno schermo “vecchio” e “grossolano”, dove ogni elemento appariva molto meno definito. D’altronde l’aumento dei pixel nello stesso spazio fisico, porta ad un incremento della risoluzione video. Una cosa che inizialmente mi è sembrata “strana” è la differenza nel contrasto, nella gamma tonale e generalmente nello spettro cromatico. Il display Hi-Res del nuovo MacBook Pro è più nitido, ha un bianco e dei grigi più neutri e una profondità colore “differente”. Chiaramente su alcuni di questi parametri si può agire creando un profilo colore, ma già con i suoi valori preferiniti risulta ottimo. Sarebbero necessarie prove di laboratorio più approfondite per quantificare oggettivamente i risultati, tuttavia da un approssimativo scatto comparativo tra il nuovo display e quello del vecchio MBP non unibody si notano subito alcune differenze:

confronto display vecchio e nuovo MacBook Pro 15"

Ho scelto di proposito un’immagine molto satura e con una gamma dinamica estrema. In foto il risultato è purtroppo molto diverso da quello che si percepisce dal vivo, perché sembrerebbe che ci sia un distacco netto tra il blu ed il ciano, cosa che dal vivo, soprattutto nel nuovo display, non è assolutamente così. Perciò prendete l’immagine con le “pinze” e cercherò di spiegare a parole ciò che i miei occhi vedono e, in attesa di prove di laboratorio, prendete per buona la mia percezione. Le sfumature di viola e di verde nel nuovo display sono più vivide e si distaccano dalla dominante centrale ciano in modo evidente. Invece nel vecchio display sia il verde (in alto a sinistra) che il viola (in alto a destra) vengono sovrastati dal blu/ciano. Le aree scure nel nuovo display sono più cariche, pur mantenendo delle sfumature graduali e compatte, mentre in quello vecchio (a destra) appaiono leggermente sbiadite al confronto. Nella foto sembrerebbe che il nuovo display abbia un passaggio troppo netto tra il blu ed il ciano, ma vi garantisco che dal vivo non è assolutamente così. Un breve accenno va fatto anche sulla dimensione dei caratteri. Io non ho una grande vista ed anche con le lentine o con gli occhiali non raggiungo comunque i 10/10. Perciò fidatevi se vi dico che i testi su questo display sono di una dimensione perfetta. Non mi è capitato mai di stringere gli occhi o di avvicinare la testa per vedere meglio. E in quei pochi casi in cui ho voluto vedere qualcosa più da vicino, lo zoom veloce “ctrl+scorrimento” è risultato perfetto. L’unica cosa che non mi piace è che in alcuni casi, in particolare quando si riproducono immagini molto scure, sul display ci si specchia… questa è una pecca dovuta alla finitura lucida, che però è anche quella che ci permette di avere colori più brillanti. In definitiva questo schermo Hi-Res lo promuovo a pieni voti. Con programmi con Photoshop o anche iMovie e GarageBand, l’incremento dell’area di lavoro regala una esperienza d’uso nettamente superiore a quella dei display precedenti.

Sulle prestazioni
In un precedente articolo ho già dato i “numeri” dei benchmark sui nuovi processori. Tuttavia ho voluto fare un ulteriore test di confronto tra il mio vecchio MBP Core 2 Duo 2.5Ghz ed il nuovo Core i7, entrambi con 4GB di RAM. I risultati sono sorprendenti:

confronto prestazioni MacBook Pro

Il nuovo MacBook Pro ha segnato un risultato dell’80% superiore a quello del vecchio. E anche confrontato con il precedente modello da 2.8Ghz, i numeri dicono che il Core i7 è tra il 40% e il 50% superiore. Tuttavia questo è uno “score” generale e non si traduce in operazioni eseguite più velocemente nelle percentuali indicate. Ovvero non significa che se sul C2D 2.8Ghz eseguo un task di 1 ora, il Core i7 2.66Ghz lo eseguirà in 30 minuti. Dai primi test che ho letto, pare che l’i7 impieghi mediamente il 15%/20% di tempo in meno rispetto al C2D 2.8Ghz. Personalmente eseguendo con iMovie la renderizzazione di uno stesso filmato sui miei computer, ho terminato l’operazione in 11,5 minuti con il Core i7 e in 18 minuti con il C2D 2.5Ghz. Ma dove sono rimasto veramente colpito è nell’utilizzo quotidiano. Tranne in un paio di occasioni in cui mi è apparsa la rotellina di caricamento che presagiva un crash del plugin Flash (e mi sono venute in mente le parole di Jobs), ho veramente fatto fatica a mettere in difficoltà la nuova bestiolina. Video in esecuzione, trasferimento di dati su USB, download di Safari, conversione video e moltissime applicazioni attive contemporaneamente… eppure il finder continua ad essere pronto e reattivo. Cinebench mi ha segnato 2,53 sulla CPU e 15,22 fps in OpenGL. Con uno sguardo alle classifiche generali che abbiamo stilato il mese scorso, questo portatile si posiziona nettamente sopra il precedente modello di iMac 24″ top di gamma per quanto riguarda la CPU (1,81), mentre per la GPU la Nvidia GeForce GT 330M ha dato risultati migliori della GeForce 9600 GT del precedente MacBook Pro top di gamma (11,75).

Problemi di surriscaldamento?
Di solito si dice di non comprare mai un nuovo modello all’inizio della sua commercializzazione, così da scongiurare eventuali difetti di gioventù. E considerando ciò che è accaduto con l’iMac poco tempo fa, qualche piccolo timore lo conservavo. Inoltre è circolata anche la voce di un sito che parlava di eccessivi surriscaldamenti della CPU, contribuendo ad allarmarmi. Risultato? Fortunatamente, nessun problema. La CPU riscalda quando è messa sotto stress, ma ho il monitor costantemente attivo e in condizioni di carico medio/alte sono arrivato massimo a 71°. Mentre eseguendo un test corposo e prolungato come Cinebench ho raggiunto i 95° con le ventole che giravano sui 2500rpm di media con un picco massimo di 3500rpm. E devo dire che sono anche rimasto stupito dalla silenziosità delle stesse, che anche al massimo sono acusticamente trascurabili. Comunque tutto è nella norma e la base del computer è rimasta tiepida. Ritengo pertanto eccessive ed inutilmente allarmistiche le voci circolate in merito ad un fantomatico problema di surriscaldamento. È stato interessante notare che durante i test a singolo Core, il MacBook Pro ha automaticamente indirizzato i singoli task spostandoli alternativamente su un Core e l’altro, così da evitare surriscaldamenti.

nuovo MacBook Pro 15 Intel Core i7

Batteria
Secondo me Apple testa la durata delle batterie nei MacBook Pro con la luminosità al minimo, bluetooth e WiFi spenti e nessun programma attivo al di fuori di anteprima per la lettura di un pdf. Credo sia il solo modo per avere qualche speranza di raggiungere le 8/9 ore di autonomia. Nei miei test la durata media è risultata di 4 ore con connettività WiFi ed attività minime (posta, navigazione e qualche applicativo come anteprima più i client rss e twitter). Che però scendono vertiginosamente se si eseguono operazioni sul file system, conversioni audio/video o se si hanno periferiche esterne collegate che si alimentano tramite il computer. Diciamo che sarebbe auspicabile che nei dati venissero forniti i risultati medi oltre a quelli massimi. Un po’ come si fa con le auto quando si parla di consumo urbano, misto, extraurbano. Altrimenti potrei dire che la mia golf fa 500km con un litro di gasolio. E magari dico anche il vero, ma senza specificare che lo faccio in discesa e a folle, non fornisco un dato completo. Tuttavia non si può negare che sia comunque un risultato ottimo, soprattutto considerata la luminosità del display e della tastiera, nonché le prestazioni del computer.  Una particolarità che ho notato è l’eccessiva fluttuazione delle previsioni di durata. Un attimo prima hai 2 ore di autonomia e subito dopo 3. Inizialmente pensavo dipendesse dal passaggio tra la grafica integrata e quella discreta. Ma anche ora che non sto’ facendo altro che scrivere in Safari, mi ha segnato prima 4.53, dopo un paio di minuti 4.31 ed ora 4.51. Tuttavia ritengo che questo risultato nasca non da un errore, ma da un eccessivo perfezionamento del meccanismo di calcolo. Perché effettivamente in questo frangente alcune operazioni in background (come il download degli aggiornamenti di posta, rss, twitter) hanno impegnato per brevi istanti la CPU, causando proiezioni di volta in volta più o meno “ottimistiche”. Penso che la cosa migliore sia abbandonarsi alla rappresentazione percentuale ed imparare a conoscere il computer per aver un’idea dei reali tempi di autonomia.

Sul comparto grafico…
Relativamente al raffinato sistema automatico che esegue in modo trasparente il passaggio tra la meno potente scheda grafica integrata e quella discreta, con prestazioni maggiori ma consumi commisurati, c’è da dire che il tutto appare calibrato più verso le prestazioni che il risparmio energetico. La scheda integrata è attiva anche troppo poco e basta un qualsiasi utilizzo del motore grafico Quartz per passare a quella discreta. Esiste un’opzione nuova nelle preferenze di sistema / risparmio energia, ma permette solo di “disattivare” tale funzione, mantenendo sempre attiva la grafica discreta. Non esiste invece l’opzione contraria. E neanche la possibilità di calibrare più verso le prestazioni o l’autonomia. Questo rispecchia un po’ l’orientamento di Apple: opzioni al minimo e semplicità. Tuttavia forse un futuro aggiornamento (magari il 10.6.4) potrebbe integrare qualche novità tra quelle appena citate.

risparmio energia

Altre considerazioni
Come è stato ripetuto molte volte, esternamente questo nuovo MacBook Pro è identico al precedente. Per questo motivo anche le porte e le connessioni sono le stesse. L’unica vera differenza è che ora la mini display-port trasmette anche il segnale audio se collegata ad un convertitore HDMI. Su questo aspetto però non ho ancora potuto fare delle verifiche, ma lo farò a breve con un articolo dedicato. Un paio di cose da segnalare sono che il MagSafe con connettore in metallo, ora disponibile anche su questo modello, se posizionato verso il basso occupa la porta ethernet e l’uscita video. Per questo io lo posiziono al contrario, come nella foto superiore. E poi che da quando tutte le porte sono state raggruppate nello stesso lato, le due USB sono praticamente attaccate e con alcune periferiche “ingombranti” questo può causare l’ostruzione della porta vicina. Per me che provengo dal modello precedente all’Unibody (tutto color argento), la tastiera nera è stata inizialmente un colpo al cuore. Non la sopportavo proprio a primo acchito. Ma ora, oltre ad essermici abituato, devo ammettere che questa colorazione rende molto più visibili i tasti, soprattutto in penombra, dove anche un filo di illuminazione è sufficiente per renderla leggibile. Ottimo anche lo scroll inerziale, che rende ancora più naturale l’utilizzo del trackpad.

nuovo macbook pro

voto 4,5Conclusioni
Le critiche alla nuova linea di MacBook Pro le ho già fatte in un precedente articolo e rimangono valide. Tuttavia usando quest’ottima macchina si dimenticano facilmente. Rimane senza ombra di dubbio un computer molto costoso, ma le caratteristiche positive a cui Apple ci ha abituato ci sono tutte. Nella versione Core i7 le prestazioni sono così valide da poter rappresentare un desktop replacement per molti professionisti, soprattutto per coloro che non possono rinunciare alla mobilità. In tutti i casi, anche se si sceglie il modello base, è consigliabile per tutti il display Hi-Res, da evitare solo nel caso di importanti deficit visivi. Difficile rimanere delusi da questa macchina, ma per i più esigenti l’upgrade di RAM a 8GB (recensione) ed un Hard Disk a 7200rpm o SSD (recensione), possono fornire una marcia in più e migliorare le già ottime prestazioni.

PRO
L’ormai consolidato design Unibody conserva tutte le sue qualità e rimane ancora attuale
Il display Hi-Res trasforma letteralmente l’esperienza d’uso
Prestazioni eccellenti
Ottima durata delle batterie
Passaggio automatico tra scheda grafica integrata e discreta

CONTRO
È senza ombra di dubbio una macchina costosa

CONSIDERAZIONI
Rimaniamo ancora in attesa di vedere apparire USB 3 e Blu Ray-Disc nei computer Apple

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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