Steve Jobs ha la testa tra le nuvole? Può essere. Ma non perché è distratto, tutt’altro. Apple sta guardando al cloud, quello che probabilmente sarà il metodo futuro per accedere ai nostri dati, alle nostre impostazioni, e fruire di servizi e contenuti sia a pagamento che non, da qualsiasi parte del mondo e da qualsiasi dispositivo in uso. Un primo passo, in verità, Apple l’aveva già fatto verso il cloud: MobileMe (prima ancora .Mac, e ancor prima di ciò iTools). Il servizio, utilizzabile ovunque, consente di avere a propria disposizione una casella di posta elettronica, un calendario, una rubrica, una galleria in cui caricare contenuti multimediali e altre funzionalità, come l’iDisk su cui caricare i propri dati per accedervi ovunque e Find My iPhone per rintracciare la posizione del proprio Melafonino qualora venisse rubato o perso.

MobileMe

Tuttavia, da qualche tempo MobileMe appare un po’ in stallo. A parte gli aggiornamenti grafici e funzionali ricevuti lo scorso anno, il servizio ha ricevuto solo “bugfix”. Le copie in scatola sono state ritirate a partire da Febbraio ed ora MobileMe è acquistabile solo online. A far soffrire MobileMe è probabilmente anche la presenza di servizi gratuiti che offrono cose simili, e a volte anche meglio, rispetto a quello Apple. Eppure si sente periodicamente parlare di un aggiornamento di MobileMe, di farlo diventare gratuito, di arricchirlo di nuove funzionalità. Tra le tante possibili, aveva suscitato interesse quella mostrata da un brevetto (su Patently Apple) su una sorta di versione cloud di FileVault, in cui riporre i nostri dati in maniera codificata e protetta sui server Apple. La speranza era che Lion desse qualche indicazione a riguardo, ma non vi è alcun riferimento. MobileMe ha bisogno di nuove cure sicuramente, per fornire ancor più valore aggiunto e tenerlo competitivo con i servizi concorrenti, e chissà che magari le prossime settimane non portino buone notizie a riguardo.

Ma oltre a MobileMe c’è una questione ancor più spinosa: i benefici dell’acquisizione di Lala, che fine hanno fatto? A distanza di mesi dalla chiusura del servizio, ancora Apple non ha offerto un suo rimpiazzo col brand iTunes. Si diceva fosse legato al lancio del Data Center nel North Carolina. Ora che il Data Center sembra esserci, il problema non dovrebbe più sussistere. Ma non è comparso nulla, il servizio non è pronto. Pochi giorni fa, Reuters ha riacceso le speranze, riportando come il servizio sia praticamente pronto al lancio. Con la versione cloud di iTunes, gli utenti potranno usufruire dei contenuti da essi acquistati sui server Apple, su qualsiasi dispositivo, tramite un browser, e oltre a usufruire quanto già acquistato è possibile acquistare sempre nel cloud nuovi contenuti. Il tutto indipendentemente dal fatto di essere su un Mac, su un PC, su un iPhone o su un Android. Bello, vero? Manca però il nullaosta delle case discografiche, senza le quali un servizio del genere non può proprio partire. Come ha riportato Macrumors alcuni giorni fa, però, almeno Warner sembra sia sicura partecipante al servizio. Ora bisogna però convincere anche le altre tre grandi sorelle: EMI, Sony e Universal. Solo convinte almeno due di loro, è plausibile aspettarsi la partenza del servizio, e finalmente la chiusura di Lala non sarà stata rimpianta invano.

Non c’è però solo la musica, tra le tante possibilità. Chi si ricorda di iWork.com? La versione online della suite di produttività di casa Apple, lanciata in Beta assieme a iWork 09, e che consente il caricamento dei propri documenti e la loro consultazione direttamente da browser. Se abilitati, colleghi o familiari possono porre annotazioni sui documenti, relative ad esempio a correzioni da fare o a possibili aggiunte. L’ultimo aggiornamento, di Gennaio, ha portato la possibilità di includere le presentazioni di Keynote tramite embed sul proprio sito, un po’ come si fa con i video di YouTube. A parte ciò, però, il servizio è sostanzialmente fermo, in Beta da ormai più di due anni, e nettamente indietro rispetto ai servizi concorrenti. Basti pensare a Google Docs, che ad oggi è una suite online ben conosciuta e amata. Oppure alle più recenti Office Web Apps di Microsoft, che dalla loro hanno la garanzia, anche abbastanza ovvia, in questo caso, della migliore compatibilità con i documenti Office. Entrambe forniscono strumenti di creazione e modifica di documenti, non solo di caricamento e consultazione. Ma più importante di tutto è che queste funzionalità non richiedono l’acquisizione di una suite offline, sono completamente gratuite. Anche qui, dunque, un ambito che si può decisamente migliorare.

Insomma, Apple e il cloud, ci siamo? Sicuramente Apple vorrebbe esserci, ma non si vede granché, ancora. Una nuova speranza è arrivata proprio nelle scorse ore, con GigaOM che ha riportato l’acquisizione, ancora non confermata, del dominio iCloud.com da parte di Apple. Il dominio apparteneva a una azienda specializzata proprio nel settore cloud, la quale aveva fino a poco tempo fa un servizio chiamato proprio iCloud. Oggi, andando sul sito iCloud.com, si viene reindirizzati a CloudMe.com, la nuova versione del servizio, il che indica come Apple non sia ancora entrata in possesso del dominio. Ad ogni modo, potrebbe essere un segnale, per indicare che presto MobileMe avrà nuovo nome e nuova linfa, magari annettendo i servizi di iTunes e di iWork.com, per portare sempre più la Mela tra le nuvole.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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