Apple e ARM: una nuova transizione di architettura è possibile?

In poche ore la notizia è rimbalzata in ogni dove. E’ partita da Macrumors ed è poi finita in qualsiasi sito in cui parla di Apple. Parliamo della notizia riguardante una possibile nuova transizione in termini di architettura di processore da Intel a ARM da parte dell’azienda di Cupertino, una transizione secondo questi rumor destinata a iniziare nel corso del 2013 sulla gamma portatili. Non è tanto la notizia il punto di questo post, però, visto che ben altri l’hanno riportata. Qui vogliamo soffermarci e analizzare le prospettive per Apple sul versante ARM.

 

Chiariamoci subito: Apple e ARM non è nulla di nuovo. ARM è l’architettura, di tipo RISC come i PowerPC, alla base di tutti i processori usati sui dispositivi con iOS, anche prima dell’avvento dell’A4 e dell’A5 sviluppati da Apple stessa dopo l’acquisizione di aziende specializzate nel settore quali PA Semi e Intrinsity. Ma, per l’appunto, finora è stata limitata a iOS. Il nuovo rumor, invece, prevede che l’uso di processori ARM arriverebbe anche a coinvolgere i Mac. In effetti, la piattaforma ARM è in costante sviluppo. Dal rapporto consumi/prestazioni molto interessante, questa architettura sta rapidamente raggiungendo e talvolta superando l’efficienza e le performance delle più comuni soluzioni x86 per tablet e netbook quali Atom. Ma il salto di qualità dovrebbe arrivare l’anno prossimo, con la nuova versione dell’architettura, chiamata Cortex-A15. Questa versione, come l’attuale Cortex-A9, alla base anche dell’A5 di Apple, sarà improntata sul multi-core, ancor più della precedente visto che si potranno fabbricare processori quad-core, con una cache L2 fino a 4 MB e con frequenze che possono arrivare sino a 2,5 GHz, come già dimostrato da alcuni produttori di chip ARM. Il tutto con consumi veramente contenuti, che permettono l’utilizzo di questi processori in accoppiata a valide soluzioni grafiche su una vasta gamma di prodotti, dal computer al cellulare passando per il tablet. Un ulteriore vantaggio dell’architettura ARM è quello di inglobare quante più funzioni possibili nello stesso die del processore, includendo non solo GPU e controller di memoria come i più recenti processori Intel, ma anche tutti i dispositivi necessari per la gestione dell’audio e delle reti. Inoltre, per avvicinarsi sempre più ai “grandi”, già nelle attuali generazioni i processori ARM supportano sia memorie di tipo Low Power utilizzate proprio nei dispositivi più piccoli che quelle normali dei computer, attualmente fino alle DDR2. Con Cortex-A15 dovrebbero arrivare le prime CPU in grado di gestire tranquillamente anche le DDR3. Di fatto, questa prossima generazione di ARM spianerà la strada a un suo uso ancor più vasto rispetto all’attuale. Non a caso, Microsoft ha già reso ufficiale che Windows 8 sarà la prima versione del suo sistema operativo ad andare anche su questa architettura e non più solamente sulla classica x86.

Ma non tutto è ancora rose e fiori. ARM ha per ora un difetto, che la rende ancora poco appetibile al di fuori di smartphone, tablet e netbook: l’assenza del supporto ai 64-bit. Peculiarità del mondo Intel-x86 ormai da anni e ancor prima di piattaforme come SPARC, ma anche la cara vecchia PowerPC, questa rimane attualmente una carenza dell’architettura ARM. Tuttavia, i segnali per un recupero anche su questo versante già ci sono: proprio nel 2013, probabilmente con una revisione di Cortex-A15 o con una nuova generazione vera e propria, l’architettura ARM dovrebbe guadagnare i 64-bit, aprendosi così a tutti i settori informatici, soprattutto i server, dove proprio ARM Holdings, l’azienda dietro all’architettura di queste CPU, non ha mai fatto mistero di mirare. Nel frattempo, i processori grafici presenti nelle varie soluzioni dei produttori miglioreranno sempre più, garantendo prestazioni vicine o equivalenti a quelli del mondo x86, eventualmente arrivando nei processori anche a supportare slot PCI Express in modo da poter utilizzare schede grafiche di tipo discreto.

Detto ciò, è possibile una nuova transizione da Intel a ARM? Sembrano esserci dei requisiti positivi: lo sviluppo crescente di questa piattaforma, la possibilità prossima di poterci eseguire anche Windows e garantire il dual boot come su x86, nonché i 64-bit ormai nel mirino. Ma alla luce dei fatti appare troppo presto e troppo avventato. Innanzitutto, la data di lancio dei primi ARM a 64-bit: se il supporto arriverà nel 2013, è possibile che le prime CPU di serie arrivino per la fine di quell’anno o per l’inizio del 2014. Inoltre, Apple si accollerebbe la responsabilità di rischiare una sorta di Beta Testing a pagamento a scapito dei suoi utenti? Probabilmente no, si aspetterebbe dunque una revisione successiva in modo che il supporto ai 64-bit di ARM sia stabile ed efficiente. Ma ancor di più c’è un ostacolo pesante ad una eventuale nuova transizione: la compatibilità. Sarebbe completamente da rifare: i programmi x86 non girano su ARM e viceversa. Già Microsoft, l’anno prossimo, dovrà proprio affrontare questo argomento, cercando di coinvolgere quante più software house possibili in modo che all’uscita di Windows 8 sia disponibile almeno il parco applicazioni considerabile essenziale. Lo stesso dovrebbe fare Apple, ripercorrendo la strada compiuta appena pochi anni fa nel passaggio a Intel: annunciarlo alcuni mesi prima, fornendo macchine per lo sviluppo e solo quando iniziano ad arrivare le prime versioni pronte per il rilascio lanciare i Mac su base ARM. Ma sarebbe solo una fase iniziale: come per la transizione PowerPC-Intel, ci vorrebbero anni prima che quella da Intel a ARM si completasse. Inoltre, non è detto che gli sviluppatori accetterebbero una nuova transizione: stanno appena completando quella a Intel e già si scombussolerebbe di nuovo tutto?

Tutto ciò porta a pensare a una possibilità più realistica: niente transizione nel breve termine, ma un affiancamento. Mac con ARM e Mac con Intel, usando magari come apripista tra due anni o già l’anno prossimo un iPad dotato di doppio sistema iOS-Mac OS X con un selettore per l’uso di uno dei due a seconda delle nostre esigenze di quella sessione. Oltre a ciò, quasi certamente il primo periodo d’uso di ARM sui Mac sarebbe dedicato alla gamma portatili ed eventualmente al Mac Mini, lasciando x86-only gli iMac e il Mac Pro. Naturalmente, l’obiettivo finale dell’affiancamento sarà una transizione, che in questo modo sarebbe gestita molto meglio: gli sviluppatori avrebbero tutto il tempo di compilare le proprie applicazioni anche per ARM, la piattaforma stessa proseguirebbe nel suo miglioramento e si arriverebbe in maniera praticamente naturale al punto che sarebbe possibile abbandonare gli x86 per affidarsi completamente ad ARM, grazie anche al fatto che il pubblico sarebbe completamente pronto per questo passaggio definitivo.

Ad ogni modo, possiamo stare tranquilli: nulla avverrà nell’immediato, continueremo a usare Mac con Intel e vedremo le loro nuove versioni annuali. Per ARM sui Mac, e più in generale sui computer desktop e portatili di qualsiasi tipo, ne riparleremo con più calma tra qualche anno.

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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