Tempo fa, parlando di Lion, mi interrogavo su come l’autosave ed il resume (insieme a “Versioni”) potessero incidere sulla nostra routine lavorativa. Sulla base delle poche informazioni che ancora si avevano, scrissi un articolo velatamente polemico sull’autosave per la sua possibile sovrapposizione con un comando che ritengo essere decisamente più importante: Save as… (o Salva con nome). Nello stesso testo mi chiedevo anche il motivo della sparizione delle “lucette” nel Dock per la segnalazione delle applicazioni attive, salvo poi scoprire che si poteva tornare alla classica visualizzazione dalle preferenze (fortunatamente, nulla di rotto in questo caso).
A distanza di qualche tempo e con una Golden Master di Lion bella e pronta, possiamo essere più precisi: molte applicazioni non hanno più il salva con nome. Ho provato in prima istanza con Anteprima e TextEdit. Aprendo un nuovo documento i comandi possibili sono due: “Salva…” (con il quale gli si assegnerà anche il nome) e Duplica.
Dopo la prima memorizzazione “Salva…” diventa “Salva una versione” e per lavorare sul documento senza modificare l’originale dovremo affidarci a “Duplica”:
Questo nuovo meccanismo è importante da conoscere perché con autosave tutte le modifiche vengono automaticamente memorizzare. Anche alla chiusura non appare più il classico popup, perché l’operazione predefinita è il salvataggio. Non è più possibile aprire un documento, lavorarci e poi salvarlo con nome perché a quel punto i cambiamenti saranno già stati salvati sull’originale. Ecco perché diventa importante “Duplica”.
Dovete sapere a priori se le modifiche che state per fare devono andare su un file differente e lavorare sin dall’inizio su una sua copia. In questo caso al salvataggio vi verrà richiesto un nuovo nome. Stesso identico discorso vale per Anteprima e per tutte le altre applicazioni che hanno integrato il nuovo autosave e resume.
Sapete che non risparmio lodi ad Apple quando ritengo giusta la strada che intraprende. In questo caso invece sono piuttosto scettico. Trattandosi di Anteprima e TextEdit penso di potermi facilmente abituare, ottenendo in cambio i vantaggi di AutoSave e Versioni. Temo però il momento in cui un paradigma simile arrivi a colpire anche applicazioni professionali del calibro di Photoshop. Probabilmente è proprio il cambiamento della routine che l’utente è restio ad accettare, a prescindere da quale esso sia. Eppure più guardo Anteprima e TextEdit, più mi convinco che cotanta semplicità non collima con le esigenze di chi con il computer necessità di produttività ed efficienza.
Possibile anche che si tratti solo di resistenza al cambiamento e che Apple stia andando nella giusta direzione. In tutti i casi si evidenzia una forte spinta motivazionale verso il miglioramento del rapporto computer-macchina, unita al coraggio di prendere, forse con troppa leggerezza, anche decisioni che cambieranno così radicalmente l’esperienza dell’utente.