Recensione: Mac mini (2011) base, il desktop entry-level secondo Apple

Quando Apple presentò per la prima volta la variante Server del Mac mini, la mancanza del SuperDrive fu vissuta come una normale conseguenza del progetto. Il doppio disco è una caratteristica piuttosto importante su un server e la sua collocazione nel ridotto spazio del case ha portato alla naturale abolizione del supporto ottico. Nel Mac mini 2011, invece, il SuperDrive sparisce più per scelta concettuale che per necessità e lo conferma lo smontaggio di iFixit evidenziando un grande spazio vuoto ed inutilizzato, frutto della sottrazione e del conseguente riallocamento dei componenti:

mac-mini1

Come da consuetudine, Apple non fa nulla per caso e tutte le scelte degli ultimi tempi delineano in modo chiaro ed indiscutibile quella che sarà la propria tendenza per il futuro. Ogni passo è assimilabile ad una unica direzione di marcia:

  • primo MacBook Air (2008) nato senza SuperDrive
  • OS X Lion distribuito tramite rete con il Mac App Store
  • iCloud integrato e gratuito per lo storage web remoto e la sincronizzazione dei dati personali
  • perdita della “bocca” anche per il Mac mini 2011

Se la progressione continuerà a questo ritmo, entro il 2013 potremmo non avere più nessun Mac portatile o desktop (dopotutto anche il mini lo è) con il lettore ottico. Non credo sia possibile esprimere ad oggi un giudizio definitivo: ci troviamo in piena fase di transizione, con i pro ancora non sfruttabili appieno e i contro già ben visibili sotto i nostri occhi. Questa condizione è terreno fertile per le critiche ma un po’ di lungimiranza non guasterebbe. La conoscenza ci insegna che nel corso della storia gli eventi tendono a ripetersi e seppur questi non debbano necessariamente condurre ad identici risultati è lecito farvi riferimento per avere un’idea dei possibili sviluppi. In quest’ottica appare chiaro il parallelo con il caso analogo presentatosi nel 1998, quando Apple presento l’iMac G3 anticipando di diversi anni il pensionamento del Floppy Disk. Anche qui le critiche furono aspre e non mancarono gli analisti che previdero un colossale flop con rapido ritiro dal mercato. Quella scelta così impopolare non minò affatto l’incredibile successo del primo iMac e, dopo alcuni anni, gli usi e i costumi degli utilizzatori di computer di tutto il mondo variarono proprio nella direzione prevista da Apple, causando l’adeguamento di tutti i produttori al nuovo standard, con qualche anno di ritardo.

apple-imac-g3---bondi-blue

Mettendo da parte le teorie evoluzionistiche ciò che più conta non è tanto cosa Apple decide di fare, piuttosto se gli utenti lo considerano valido o meno. Per questo motivo non è corretto esprimersi in termini assoluti sull’utilità del SuperDrive, lasciando all’acquirente il potere decisionale basato sulle proprie esigenze. Ritengo comunque un dato di fatto che questa transizione è stata gestita con molta cura da Apple, la quale ha deciso per l’assenza del SuperDrive nel Mac mini solo dopo aver modificato il proprio ecosistema software nella nuova ottica. E l’arrivo di iCloud rappresenterà un ulteriore peso sul piatto della bilancia.

macmini2011-447

Ad esclusione del frontale, ora privo di aperture, la struttura Unibody del Mac mini 2011 non subisce variazioni cosmetiche. Inalterato anche nella forma e nella dimensione, si presenta come un quadrato di 19,7cm per lato, con uno spessore di appena 3,6cm e angoli laterali arrotondati. Sotto il freddo alluminio si nasconde hardware integralmente rivisitato in chiave Sandy Bridge con CPU Intel Core ix. Superata —finalmente— l’interminabile era del Core 2 Duo, le prestazioni iniziano ad essere veramente interessanti. Aiutiamoci con un grafico creato sulla base dei risultati di Geekbench2 per confrontare i nuovi mini con i precedenti e con altri desktop Apple attuali.

macmini-geekbench

Come si può vedere i mini del 2010 (in azzurro) appaiono nettamente superati e già la base del 2011 (in fucsia) offre il 60% in più di prestazioni rispetto al top di gamma precedente. Anche il confronto con i più costosi iMac (in grigio) inizia ad essere possibile e seppure il più potente 27″ con opzione Intel Core i7 3,4GHz appaia inarrivabile (anche nei costi) i modelli standard sono assolutamente a portata di mano. Inoltre la variante con Quad Core i7 da 2,0GHz segna un importante risultato che supera anche gli altri iMac.

macmini2011-444

La versione base monta l’ormai nota Intel HD Graphics 3000, già presente in diversi Mac tra cui MacBook Air 2011 (recensione) e MacBook Pro 2011 13″. Parliamo di una soluzione grafica adatta per un uso generalista che non crea alcun problema con la gestione del sistema operativo e delle applicazioni comuni, nonché con foto e video. Di certo non è una valida compagna per l’appassionato di videogiochi che ama spremere l’hardware con i più recenti titoli ma è sicuramente sufficiente. Comunque la CPU, rispetto ai modelli del 2010, aiuta molto nelle applicazioni impegnative, come si evidenzia dai risultati di Cinebench di Maxon.

CineBench

Da considerare però la grande novità di quest’anno: il primo Mac mini Intel dotato di GPU discreta. Il modello top di gamma possiede infatti una AMD Radeon HD 6630M con 256MB di memoria GDDR5. Come per l’iMac si tratta di soluzioni per il mobile ma le prestazioni sono notevolmente migliori rispetto la HD 3000.

Sul retro si nota la presenza della nuova Thunderbolt in sostituzione della mini DisplayPort. Per quanto le specifiche facciano sognare è facile svegliarsi vista l’impossibilità di reperire hardware dedicato, soprattutto di livello consumer (se mai ci sarà). Completano la dotazione di porte: Gigabit Ethernet, Firewire 800, HDMI (con adattatore per DVI incluso), la già citata Thunderbolt, 4 USB 2.0, lettore SD (in posizione non troppo comoda), ingresso e uscita audio. Quest’ultimo ha la doppia funzione analogica/digitale per chi voglia utilizzare amplificatore esterno. Internamente non manca un piccolo altoparlante, nonché il WiFi (n) e il Bluetooth nella nuova implementazione 4.0, particolarmente parsimonioso di risorse.

macmini2011-452

Probabilmente uno dei più comuni usi del Mac mini è in salotto, collegato alla TV. Fortuna, dunque, che Apple abbia tolto Front Row in Lion ma abbia comunque mantenuto il ricevitore ad infrarossi, in questo modo rimane salva la possibilità di controllare con il telecomando Apple Remote i vari media center come Plex, XBMC, ecc.. Ed è proprio per questo tipo d’uso che la mancanza del SuperDrive è stata ampiamente sottolineata. Sicuramente chi voglia visionare i propri titoli in DVD dovrà trovare una soluzione alternativa ma in tal senso, se proprio si doveva puntare a creare un media center completo, sarebbe stato più opportuno un lettore Blu Ray-Disc.

macmini2011-448

Non sarà dunque la soluzione perfetta a 360° ma è pur vero che l’appassionato di cinema continuerà a preferire un player da tavolo separato. Il Mac mini in salotto no, sfigura affatto però ed essendo un computer completo fornisce anche un’esperienza d’uso della TV dal divano molto coinvolgente. In particolare se dotato di Wireless Keyboard e Magic Trackpad.

macmini2011-454

voto 4Conclusioni
Questo è il secondo modello di Mac mini dotato di struttura Unibody in alluminio, per cui l’effetto WOW dei primi giorni è andato ovviamente scemando. In tutti i casi bellezza, solidità e compattezza rimangono salde tra le voci all’attivo del più piccolo computer desktop marchiato Apple. Il suo impiego preferito è di tipo polifunzionale, una macchina che soddisfa disparati usi e che, nelle varianti più equipaggiate, arriva anche a superare in prestazioni molti modelli di iMac. Il mio sta in salotto e per questo scopo l’offerta più intrigante è proprio quella alla base della gamma, seppure i 2GB di RAM appaiano ormai anacronistici. Comunque sia l’upgrade a 8GB aftermarket costa meno di 50€ (2x4GB Corsair DDR3 1333MHz) e l’installazione è un gioco da ragazzi grazie alla base apribile con una rotazione, senza l’uso di cacciavite. Ci sono molte motivazioni differenti per preferire un iMac ad un mini o viceversa, tutto dipende dalle proprie esigenze. Un iMac non si può mettere sotto la TV, ad esempio, e ci obbliga a spendere molto per avere il 27″. Su un Mac mini base invece, si può collegare anche un display da 27″ o 30″ per ottenere una grande area visibile.

Non ho parlato volutamente di storage, perché sotto questo aspetto Apple continua a perseguire politiche poco intriganti. Di base 500GB per tutti (2 nella variante server) ma con pochissime opzioni sul campo degli SSD. Bisogna partire dal modello con il 2,5GHz per poter avere un disco allo stato solido con l’unico taglio di 256GB alla modica cifra di 600€. Una follia. Come nel caso dell’iMac 21,5″ Apple avrebbe potuto proporre sul mini, visto lo spazio residuo, una variante con SSD da 64GB per OS/Applicazioni più un normale HDD da 500GB per lo storage. Non riesco proprio a capire perché a Cupertino non perseguano questa ricetta che, provata sulla mia pelle con il Mac Pro, è veramente eccellente nel rapporto qualità/prezzo.

In tutti i casi iFixit ha già realizzato un proprio kit che con circa 49€ fornisce tutti gli strumenti per collegare in autonomia un piccolo SSD secondario. Sarebbe sufficiente anche un Vertex 2 da 60GB per meno di 90€, sempre per mantenersi sul risparmio. Ovviamente però il controller è SATA3 e quindi la migliore soluzione in termini di prestazioni si ottiene con un modello specifico, come il Vertex 3 da 120GB (circa 180€).

Macmini2011

Costi
Il prezzo base è stato ribassato di 100€ rispetto al passato e, se non fosse per i soli 2GB, rappresenterebbe un’offerta interessante per un mini computer con questo design e prestazioni. Ovviamente però il conto complessivo non può trascendere da mouse e tastiera, per un totale di 599€ Mac mini + 69€ (Wireless Keyboard) + 69€ (Magic Trackpad) = 737€. Se a questi aggiungete anche espansione di RAM ad 8GB (50€), SSD (90€) con kit di montaggio (50€) si sale a ben 927€. A cui va aggiunto anche un monitor se già non lo possedete. Con un 21″ si arriva grosso modo alla spesa dell’iMac 21,5″ base che è più potente per CPU/GPU ma sarebbe superato in reattività dal nostro mini “modificato” grazie a maggiore RAM ma soprattutto all’SSD (che è il vero punto di svolta). È tutto da valutare in base alle proprie tasche ed esigenze ma la soluzione migliore secondo me è quella della base più SSD da 60GB, senza neanche l’upgrade della memoria (o solo con 4GB). Ho già lavorato con questa combinazione sull’Air e il disco solido minimizza la carenza di memoria in modo incredibile. Tutto sommato, a mio avviso, il Mac mini sarebbe veramente un buon affare se avesse mouse e tastiera inclusi.

PRO
 Silenzioso ed a bassisimo consumo
 Qualità elevata di materiali ed assemblaggio (praticamente perfetto)
 Compatto e dal design molto riuscito
 Uscita HDMI con modalità Underscan per riempire lo schermo
 Espansione semplificata della RAM (risparmiando qualcosa aftermarket)
 Possibilità di aggiungere manualmente un SSD (ma richiede un po’ di esperienza)

CONTRO
lati negativi Il prezzo base è interessante ma appesantito da Wireless Keyboard e Magic Trackpad (138€!)
lati negativi Posizione scomoda per il lettore SD

CONSIDERAZIONI
lati negativi L’assenza del SuperDrive farà storcere qualche naso…

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

Commenti controllati Oltre a richiedere rispetto ed educazione, vi ricordiamo che tutti i commenti con un link entrano in coda di moderazione e possono passare diverse ore prima che un admin li attivi. Anche i punti senza uno spazio dopo possono essere considerati link causando lo stesso problema.