Quando le interfacce sono mal pensate: Windows 8 e l’Esplora Risorse con Ribbon

Se c’è una cosa di cui gli utenti Mac vanno fieri è l’eleganza minimale del design che contraddistingue ogni cosa a marchio Apple, compresa la GUI del sistema operativo. Certo qualcuno ricorda con orrore il metallo delle finestre apparso in Panther ma, genericamente, nelle interfacce di OS X si nota semplicità cromatica e coerenza stilistica, anche a discapito di qualche funzione. Strada diametralmente opposta a quella che contraddistingue Microsoft e le proprie GUI, dove ogni funzione ha un pulsante e il colore viene usato in modo più vivace (spesso anche troppo).

Con l’ultima versione di Office, Microsoft ha introdotto anche un nuovo elemento nella finestra applicazione, definito Ribbon. Questo nastro orizzontale posto sotto la toolbar contiene moltissimi comandi visuali, integrando parzialmente anche il menu, e si aggiorna in base ai contenuti selezionati. Per coerenza è stata inserita anche nell’interfaccia delle applicazioni di Office 2011 per Mac ma, personalmente, l’ho sempre trovata pessima. È sicuramente ricca di funzioni utili ma nell’era degli schermi in 16:10 (o addirittura 16:9) andare a “rubare” spazio verticale è decisamente una pessima idea.

ribbon

Per questo motivo le applicazioni di iWork continuano ad utilizzare le palette laterali. Anche queste non sono il massimo dell’eleganza, essendo flottanti, ma quantomeno dimostrano un approccio più ragionato all’organizzazione spaziale del layout, mantenendo la verticalità del documento.

iwork

Apprendo da WinBeta.it che Esplora Risorse (l’equivalente del Finder) in una recente beta di Windows 8 ha acquisito la Ribbon bar, trasformandosi nella seguente mostruosità:

esplora-risorse-win8

Ricordo che si tratta di una beta (anche se non mi stupirei se venisse confermata nella build definitiva) e che può sempre essere “ripiegata” per dare un po’ più di respiro alla finestra. Sembrerebbe che in Microsoft abbiano valutato statisticamente che gli utenti di Windows usano solo il 10% dei 200 comandi di Explora Risorse e che si siano adoperati per dare quindi maggiore visibilità alle varie funzioni.

finder

Da utenti Mac ci tocca decisamente poco l’argomento ma ne scaturisce una riflessione sull’incredibile diversità di approccio dei due mondi. Da una parte abbiamo interfacce minimali dove la gran parte dei comandi “extra” sono nascosti in scorciatoie da tastiera e gesture, dall’altra si continua a perseguire la logica 1 funzione = 1 pulsante. È anche vero che in OS X ci sono veramente tanti comandi che si scoprono solo con il tempo, magari casualmente, facendo prove o leggendo blog come il nostro, ma tra i due approcci continuo a preferire nettamente quello Apple. E, se ci pensate, le stesse considerazioni valgono anche per l’ambiente mobile dove iOS continua ad essere l’unico a funzionare con un unico tasto extra-interfaccia.

La GUI è uno dei punti di forza del Mac ed è studiata in modo tale da rendere visivamente comodo il sistema operativo. Su Windows invece, tra colori sgargianti, trasparenze, icone e pulsanti che invadono i contenuti, non si fa altro che affaticare la vista, rendendo l’esperienza d’uso più stressante anche a livello inconscio. Fate una prova guardando le due immagini superiori di Explora Risorse e il Finder, noterete immediatamente come il primo costringe gli occhi a rapidi movimenti per identificare tutti i contenuti, mentre sul secondo tutto appare più naturale.

Per chi desiderasse leggere considerazioni ulteriori sull’Esplora Risorse con Ribbon, è disponibile anche un articolo che il Razziatore ha fatto per WinBeta.it. Benché più espressamente indicato per un pubblico di utenti Windows, ha contenuti che possono risultare interessanti da leggere anche per gli utenti Mac che vogliono comunque tenere un occhio su ciò che combina la concorrenza.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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