Recensione: iPhone 5 e i sedici noni della discordia

Un tempo per sentirsi diversi, migliori, fieramente consapevoli, si andava controcorrente; oggi basta parlare male di Apple. Noi cerchiamo da anni di mantenere una visione distaccata ed oggettiva, lodando gli aspetti positivi senza nascondere le critiche, ma oggi che ogni ‘ben pensante’ si erge a paladino dell’umanità scagliandosi contro il Grande Fratello di Cupertino, le critiche diventano stucchevoli e le lodi hanno il sapore dell’asservimento. Iniziamo questa recensione in punta di piedi, con un pizzico di timore nei confronti di un pubblico annoiato di leggere sempre le solite considerazioni sull’iPhone 5, speranzosi che il nostro trascorso possa accreditare del giusto valore quanto diremo.

La più comune valutazione dell’iPhone 5 è questa: “un iPhone 4S allungato”. Sulla base di tale considerazione sono nate un’infinità di simpatiche interpretazioni, tra cui video molto divertenti, ed anche gli immancabili deliri di quella minoranza che, ad ogni nuovo prodotto, non perde occasione per predire imminenti e nefaste sciagure per l’azienda di Cupertino.

Già molti mesi prima della presentazione ufficiale, mockup ed indiscrezioni concordavano sul display 16:9 del nuovo iPhone. Su SaggiaMente abbiamo espresso più volte la nostra speranza per uno schermo più grande, tuttavia mi sono personalmente schierato contro il formato widescreen. Ingrandire va bene, ma perché modificare uno degli elementi di continuità del prodotto? Il 3:2 si era dimostrato efficiente sia in orizzontale che in verticale e, passando al 16:9, si sarebbe frammentata inutilmente la piattaforma senza ottenere un reale ingrandimento dei contenuti in favore della visibilità. Insomma, una riga in più di icone in cambio di cosa? Con il tempo le indiscrezioni iniziali hanno ricevuto innumerevoli conferme ed abbiamo iniziato a chiederci perché Apple avrebbe dovuto prendere questa decisione. Oggi che abbiamo l’iPhone 5 in mano, possiamo finalmente valutarne gli effetti e la nostra recensione inizia proprio da qui.

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I sedici noni della discordia
Avendo provato molti smartphone con display più grandi dello storico – ed ora superato – 3,5″ dell’iPhone, non abbiamo potuto che apprezzare la maggiore visibilità dei contenuti quando i pollici diventano più di quattro. Il contrappeso della bilancia non sta tanto nella portabilità (avere un Galaxy SIII o un iPhone 4S in tasca non cambia molto) piuttosto nell’usabilità con una mano. L’argomento è stato citato così tante volte che suona più o meno come “non ci sono più le mezze stagioni”, ma questo non ne limita la veridicità. C’è chi riesce ad usare con una mano anche smartphone da 5″, il web è pieno di affermazioni simili e non possiamo ignorarle, ma la semplicità operativa dell’iPhone si è sempre distinta, anche grazie ai pochi “tasti” (fisici o virtuali) ed a un task manager in punta di pollice. Passando da 3,5″ a 4″ e modificando il fattore di forma, lo schermo è cresciuto solo in verticale ma è stata anche ridotta la dimensione dei bordi superiore ed inferiore.

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In sostanza, le zone più in alto sul 4″ risultano quasi alla stessa distanza complessiva del 3,5″, ed il primo aspetto potenzialmente negativo è stato ampiamente evitato. Un’altra controindicazione ipotizzata riguardava la frammentazione della piattaforma, ovvero lavoro aggiuntivo per gli sviluppatori. Quando si è modificata solo la risoluzione, nel passaggio al Retina Display, la formula del x2 ha reso l’aggiornamento piuttosto semplice ma, soprattutto, ha consentito una visualizzazione completa delle app precedenti fino all’upgrade, seppure a risoluzione dimezzata. Cambiando il fattore di forma si è dovuto ripiegare su di un’espediente meno efficace, riempiendo lo spazio in più con delle bande nere (eccone un esempio con disposizione landscape).

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Ci chiedevamo quanto tempo sarebbe durato il periodo di transizione e come gli sviluppatori avrebbero preso una ulteriore risoluzione nella piattaforma, ma iOS rimane senza dubbio il più coerente e questa è la prima modifica del form factor dello schermo fin dalla nascita dell’iPhone: parliamo ormai di 5 anni fa, un’eternità in ambito tecnologico. Da quando abbiamo l’iPhone 5 non facciamo che scaricare aggiornamenti, con un picco iniziale ed una frequenza costante di almeno tre o quattro al giorno. A distanza di una sola settimana un buon 50% delle app più importanti e note sfrutta lo schermo “allungato” e, di questo passo, la transizione si completerà in brevissimo tempo. Fugato anche questo dubbio senza incertezze, rimane la questione per noi più importante: la fruizione dei contenuti. L’iPhone non nasce per essere utilizzato in orizzontale ed è lui stesso a ricordarcelo dal momento che la schermata principale, l’app telefono o le impostazioni sono visibili solo in verticale. Tuttavia ci sono moltissimi ambiti in cui la modalità landscape risulta comoda e, se state pensando ai video, allora si deve sottolineare l’immenso vantaggio del display 16:9, il quale comporta un ingrandimento davvero importante della superficie sfruttabile. In soldoni, i filmati sono molto più ampi e godibili:

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Altro vantaggio importante si ha nell’utilizzo con AirPlay in duplicazione su TV 16:9, perché finalmente riusciamo ad avere una visualizzazione a pieno schermo, solo un po’ incorniciata (perché manca il controllo underscan) ma senza le bande nere laterali a cui ci eravamo tristemente abituati. Navigando con Safari Mobile sul televisore, grazie alla Apple TV, si riescono a visualizzare benissimo tutti i siti in modalità desktop, leggendo senza problemi anche i testi più piccoli.

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Temevamo che l’ingrandimento della tastiera in orizzontale potesse comportare una riduzione dell’area visibile ma, anche in questo caso, la soluzione è stata semplice quanto efficace: tasti leggermente più larghi ed un minimo di margine vuoto all’esterno. Lo spazio per i contenuti rimane invariato ma la scrittura è decisamente più comoda.

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Nella springboard si nota immediatamente la quinta riga di icone e la conseguente possibilità di inserire fino a 16 app in una cartella (prima erano 12). Ovunque i pixel in più in altezza risultano evidenti ma non credevamo potessero influenzare in modo così importante l’esperienza d’uso dell’iPhone. Un esempio per tutti è quello della scrittura di email, dove solitamente si avevano due righe smilze di testo, ora si ha un ampio spazio:

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Utilizzando l’iPhone 4S non ci avevamo mai fatto caso ma guardare ora quello schermo ci restituisce un senso di costrizione, quasi come se fosse ingabbiato dagli elementi del layout. Giudicavamo ottimo lo schermo da 3:2 e credevamo utile solo un ingrandimento dei contenuti proporzionale, anche minimo, come su un 3,8″. Ripensando oggi a quelle affermazioni – da me stesso firmate e sottoscritte – dopo aver provato l’iPhone 5, posso solo dire: mi sbagliavo. Se davvero Apple avesse seguito quella strada, avremmo avuto uno smartphone sicuramente più “leggibile a distanza” ma che mai avrebbe raggiunto l’ariosità offerta dal 16:9. Nella frase “è solo un iPhone 4S allungato” l’unico errore è il “solo”, ovvero sottovalutare l’importanza di questa modifica. È proprio il display a rendere questo iPhone il primo ad essere veramente diverso dai precedenti. Attenzione a non confonderla con una questione da una manciata di pixel perché ciò di cui parliamo è l’esperienza d’uso nel quotidiano, immediatamente apprezzabile in pochi minuti e che si metabolizza dopo qualche giorno, risultando evidente se si prova a riutilizzare un modello precedente. Inoltre il nuovo display, che unisce pannello IPS e strato touch, offre neri più profondi (quasi al livello dei migliori OLED) e colori più pieni e vibranti, con una piacevole dominante calda.

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Hardware? Cos’è?
Partiamo da un’affermazione estrema che sottolinea quanto detto finora: se anche l’iPhone 5 fosse stato identico al 4S ma con il display da 4″, avremmo avuto un buon incentivo a cambiarlo. Come già detto si tratta di una forzatura ma è utile ad evidenziare non solo l’apprezzamento sul nuovo schermo quanto anche le prestazioni del modello precedente che, pur avendo più di un anno di età, offre un’esperienza d’uso ancora incredibilmente fluida e piacevole. Tuttavia il nuovo iPhone nasce da un progetto completamente diverso a partire da quello che non vediamo: l’hardware interno. Se la pensate come noi, schede tecniche e numeri sono secondari rispetto ai risultati ma è giusto parlare brevemente anche di quelli. È ovvio aspettarsi che il nuovo modello viaggi più veloce del precedente, è sempre stato e sempre sarà così. Il nuovo SoC A6 è basato su architettura simile al Cortex-A15 di ARM ed Apple è coinvolta in prima persona nella sua progettazione e personalizzazione. Quando c’è di mezzo il suo zampino succede sempre qualcosa di insolito e infatti la CPU dual core, accreditata inizialmente con clock da 1GHz, ha mostrato poi risultati differenti. Eseguendo dei test con Geekbench 2 abbiamo visualizzato alcune volte ~1,1GHz ed altre ancora ~1,30GHz (mentre l’Apple A5 del 4S viaggiava ad 800MHz).

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A quanto pare il clock viene modificato dinamicamente in funzione delle necessità. In tutti i casi il risultato del test non cambia e la completa comparazione con l’iPhone 4S effettuata da AnandTech mette in chiaro, con numeri e tabelle, ciò che Apple aveva riassunto con questa slide:

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Ad onor del vero, andando nel dettaglio dei benchmark, molti test evidenziano un miglioramento ancora superiore, con risultati finanche quadruplicati per alcuni aspetti, specie nel comparto grafico. In sostanza l’iPhone 5 si accende più rapidamente, lancia le app in una frazione del tempo a cui siamo abituati con il 4S, gestisce i file con molta più velocità e la grafica dei giochi ottimizzati è spettacolare.

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Abbiamo provato Lili, Asphalt 7 e Wild Blood e siamo rimasti positivamente impressionati dalla qualità del rendering e dalla velocità della GPU a triplo core (SGX543MP3), in particolare per l’ultimo titolo.

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Fotografia e Video
Se la camera frontale dell’iPhone 5 può finalmente chiamarsi FaceTime HD, raggiungendo la risoluzione di 1,2 megapixel nelle foto e video a 720p (ottimi per FaceTime), quella principale rimane da 8 megapixel. Per quanto la risoluzione sia invariata la qualità è migliorata, sia in termini di nitidezza che resa ad alti ISO. In sostanza le immagini sono più incisive, più chiare e meno rumorose quando la luce scarseggia. Ma non finisce qui perché anche i colori sono più vividi e realistici e il nuovo obiettivo garantisce un pizzico di grandangolo in più (ovvero maggiore angolo di campo). La seguente prova mostra un’immagine catturata di notte, quasi al buio, ed evidenzia l’ottima capacità del nuovo modello di recuperare colori e dettagli anche con pochissima luce (su entrambe le foto è stato modificato solo il bilanciamento del bianco in post-produzione).

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Abbiamo sempre il flash LED, autofocus, rilevamento dei volti e lo zoom al “pizzico” che è comunque meglio evitare essendo di tipo software (meglio tagliare l’immagine dopo al computer). Uno dei miglioramenti più evidenti riguarda la sua rapidità, essendo immediatamente operativa e velocissima negli scatti consecutivi. Vi è però un difetto spiacevole, in quanto l’app fotocamera mostra l’immagine in formato panoramico ma poi l’acquisisce a 3:2, registrando una bella manciata di righe in più sopra e sotto (scattando in orizzontale) che modificano in qualche modo il taglio che si era previsto. Si tratta di un difetto della modalità LiveView che riteniamo essere imputabile esclusivamente al software e che speriamo venga risolto prima possibile.

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Doveroso un approfondimento riguardo i problemi di flare e riflessi viola di cui si è molto parlato in rete. Fotografare con una sorgente di luce in campo mette in difficoltà anche obiettivi professionali e, in linea di principio, non è mai una buona idea. Abbiamo comunque voluto verificare ed effettivamente la fotocamera dell’iPhone 5 mostra una minore resistenza al flare rispetto quella del 4S, nonché un ghosting più pronunciato. Il difetto, molto noto in fotografia, si evidenzia quando una sorgente di luce particolarmente luminosa taglia la scena e comporta una perdita di definizione (colori e dettagli) e, in alcuni casi, la presenza di immagini fantasma (riflessi interni dell’obiettivo). Il 4S si comporta meglio nel limitare questi difetti, sia nelle foto (come potete vedere nel seguente esempio) che nel video (grazie ad Akirlsamu per questo test).

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Una breve menzione anche per la nuova funzionalità Panorama (ottenuta anche dal 4S con iOS6) che si comporta davvero bene in quanto a semplicità di utilizzo, rapidità dello stitching e risultati.

Audio ed EarPods
I tre microfoni, posizionati sopra, sotto e sul fronte, offrono un’efficace riduzione del rumore ambientale e l’audio in chiamata risulta pulito e chiaro. L’altoparlante integrato ha un buon volume e risulta sufficiente, ma confrontato con l’iPhone 4S sembra avere meno bassi ed un sound leggermente meno pieno.

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Abbiamo provato con notevole entusiasmo le nuove EarPods, che sostituiscono le precedenti “cuffiette”. Sono sicuramente un passo avanti in termini di ergonomia e qualità del suono, in particolare grazie alle soluzioni di design, ma non rappresentano un vero salto di qualità. Suonano meglio delle precedenti e sono un po’ più stabili ma, a nostro avviso, continuano ad essere sotto dimensionate rispetto allo smartphone cui si accompagnano – ed al suo costo. Non c’è dubbio che siano migliori, ma delle banalissime Sennheiser MM30i da 32€ offrono una qualità audio superiore, ed essendo di tipo in-ear garantiscono anche più isolamento e stabilità.

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Piacevole sorpresa la custodia che, senza troppa fatica, consente di riavvolgere le EarPods tenendole in ordine ed al sicuro da grovigli. Non è particolarmente compatta ma sicuramente utile.

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Segnaliamo anche che il circuito che gestisce la vibrazione non è lo stesso utilizzato nel 4S ma si è ritornati, probabilmente per la sua dimensione ridotta, all’unità impiegata nei precedenti modelli. L’iPhone 5 emette un ronzio acuto durante la vibrazione, molto meno “morbido” rispetto al 4S ma sicuramente più avvertibile. Se vi piacerà di più o di meno dipenderà esclusivamente dalle vostre esigenze, noi preferivamo quello precedente ma è anche vero che sovente capitava di non sentirlo.

Design
Memori dell’esperienza sul quarto modello, abbiamo preferito sospendere il giudizio quando sono trapelate le prime immagini della presunta scocca dell’iPhone 5. Guardando pezzi e mockup di fortuna, fotografati alla buona, è difficile cogliere le sottigliezze che caratterizzano il design dei prodotti Apple. Si vede una forma ma si esclude tutta la componente sensoriale dovuta alla finitura, ai materiali, al peso ed alle dimensioni rapportate al mondo reale. Per la verità alcuni mockup in cui il modello nero aveva finiture argentate facevano un po’ storcere il naso, specie per il retro in cui il contrasto risultava poco gradevole, ma per la versione definitiva è stato utilizzato un colore scuro (definito ardesia) infinitamente più bello. La parte frontale è dominata dallo schermo e le due strisce superiore ed inferiore sono leggermente più sottili, riducendo la cornice e facendolo apparire immediatamente più moderno.

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La leggerezza dell’iPhone 5 è uno degli aspetti più evidenti ma è anche meno spesso del precedente: 1,7mm in meno che si vedono, eccome. Sollevandolo sembra quasi vuoto, in completo contrasto con la sensazione di solidità dovuta ai materiali rigidi e perfettamente assemblati. Con i suoi 112gr è uno degli smartphone più leggeri ma, a dispetto dei concorrenti, è composto da vetro (Gorilla Glass II) ed alluminio, non plastica. Diversi crash test in rete, come quello che vi abbiamo mostrato il 22 settembre, hanno evidenziato una resistenza davvero incredibile, rimanendo strutturalmente illeso anche da cadute di 2 metri, mentre un Galaxy SIII si è lesionato e “fatto a pezzi” già da 1 metro. A dispetto di una struttura robusta, la cornice brunita del modello nero ha immediatamente mostrato la sua debolezza. Si graffia e si scalfisce in modo assolutamente normale, così come ogni altra superficie, il problema è che nel modello nero la colorazione va via insieme al primo strato. L’ho utilizzato 4 giorni senza alcuna protezione ed anche facendo massima attenzione qualche piccolo segnetto è venuto fuori. Addirittura molti utenti lo hanno ricevuto già graffiato (in caso, Apple lo sostituisce senza storie) e sembra che il problema sia dovuto ad un’estrema difficoltà di produzione della nuova cornice, causa di recenti dissidi nelle fabbriche Foxconn.

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La disposizione di pulsanti e connessioni è sostanzialmente invariata, le uniche differenze si trovano nella parte bassa, dove è stato spostato il jack da 3,5″ per le cuffie, modificata la griglia in corrispondenza di microfono ed altoparlante e, infine, si nota la nuova porta Lightning. Sostituire lo storico Dock da 30 pin non sarà stata una decisione facile per Apple. C’è chi dice che per lei sia esclusivamente un vantaggio, dovuto alla vendita di adattatori e nuovi accessori, ma mandare in fumo tutto l’ecosistema attuale comporta un disagio per i suoi utenti, privati e business, che per la stessa azienda non è affatto positivo. Non pensate solo al vostro set di casse casalingo ma anche a tutte le case automobilistiche, gli hotel, i partners aziendali. Abbiamo notato una maggiore velocità nella sincronizzazione via cavo, ma potrebbe essere imputabile al terminale e non alla connessione. In effetti la porta Lightning continua a lavorare sulla USB 2.0, attualmente, ma la sua struttura lascia presagire un possibile upgrade futuro per la USB 3.0, quando anche l’iPhone avrà il controller adatto. Si tratta di un cambiamento importante, non solo perché la connessione è più piccola e facile da inserire (è anche double faces), ma perché getta le basi per il prossimo futuro. E se Lightning durerà quando il Dock 30 pin, allora lo vedremo in giro per almeno 10 anni.

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Il nostro giudizio complessivo sul design dell’iPhone 5 è assolutamente positivo. Se lo si guarda con sufficienza e superficialità – peggio se solo attraverso delle foto – è facile che non si apprezzino i dettagli strutturali ed ergonomici che lo rendono così piacevole da guardare, toccare, usare. Supera di slancio molti limiti del precedente modello ma la cosa curiosa è che si tratta di limiti che diventano più evidenti dopo aver usato l’iPhone 5. Ci riferiamo al peso, allo spessore, alla fruibilità dello schermo ed alla velocità. Intendiamoci, non è che l’iPhone 4S sia lento, ma la differenza con il nuovo modello è immediatamente visibile quando si utilizzano app o giochi impegnativi. E la grafica 3D ha tutto un altro sapore, anche grazie all’ampiezza del display.

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Il vetro frontale ha finalmente gli spigoli protetti, in quanto incassato nell’alluminio. Tuttavia questo bordo sottile, particolarmente levigato, forma un angolo di circa 30° con la cornice che è il punto più delicato di tutto il dispositivo. Le possibilità di lesionare il vetro sono infinitamente inferiori ma non è affatto difficile “spizzicare” qua e là lungo i bordi, anche inavvertitamente. Se lo si vuole usare senza protezioni il modello bianco offre maggiore tranquillità, perché i graffi sull’alluminio chiaro si notano molto meno. Sono belli entrambi ma abbiamo preferito il nero proprio per il color ardesia della cornice che rappresenta un ulteriore elemento di novità rispetto il design del 4S. Non vi nascondiamo però che abbiamo iniziato ad usarlo con tranquillità solo dopo averlo protetto con una custodia.

Batteria e connettività
La prima ricarica dell’iPhone 5 ci ha stupito per la sua rapidità. I numeri Apple parlano di una durata più o meno in linea con il modello precedente, migliorata solo in standby e per la navigazione internet. Dopo un paio di ricariche complete abbiamo constatato delle performance valide e difficilmente si è scaricato prima di sera con un uso abbastanza intenso. Il problema sono sempre le notifiche PUSH, ma prevalentemente quelle di app di terze parti non ben ottimizzate. Il client twitter Echofon ci aveva scaricato il 50% della batteria in 2 ore, mentre quello ufficiale neanche si avverte. Considerando che nelle prime settimane la batteria guadagna qualcosa e che siamo di fronte al primo iOS per questo dispositivo, si prospetta un futuro abbastanza positivo su questo fronte. Il 4S era nato sotto una stella molto meno felice, eppure dopo 6/7 mesi e numerosi bug fix si era stabilizzato in modo sufficiente. I presupposti lasciano immaginare che il 5 possa solo migliorare e parte già da una base migliore.

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A differenza del nuovo iPad, l’iPhone 5 supporterà le frequenze giuste per le reti LTE italiane, per cui non ci resta che attendere notizie sulla loro disponibilità dagli operatori (entro fine anno alcuni comuni inizieranno la sperimentazione). Il modulo GPS continua a comportarsi bene ed il clamore relativo all’app Mappe (che riguarda in generale iOS) potrebbe dissiparsi rapidamente visto l’impegno profuso da Apple per risolvere almeno le questioni più grossolane. Il Bluetooth 4.0 è rimasto il medesimo ma Il WiFi supporta finalmente la doppia banda e così può accedere e navigare sulle più pulite e stabili reti a 5Ghz, magari create con una delle basi AirPort. Numerosi utenti in tutto il mondo segnalano impossibilità di collegarsi e navigare su reti protette, alcuni ipotizzano che il problema derivi da un difetto delle schede di rete Apple. Anche noi i primi due giorni abbiamo riscontrato qualche incertezza, ma in misura decisamente più limitata. Ci è capitato che la navigazione via WiFi risultasse a tratti più lenta, come se andasse a singhiozzo. Ad oggi, e senza nessun aggiornamento, non abbiamo più avuto quella sensazione e riteniamo possa essere imputabile alla rete utilizzata. In tutti i casi rimarremo “in ascolto” su questa problematica per valutare se si stia effettivamente rientrando nella normalità.

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voto 4,5Conclusioni / Costi
Abbiamo chiesto a Danbo quale modello preferisca e, come vedete dall’immagine soprastante, non ha avuto dubbi. Non vediamo alcun motivo realistico per valutare negativamente l’iPhone 5 se non il suo prezzo. Inutile girarci intorno perché è senza dubbio molto caro e lo è ancora di più nella nostra italietta dei controsensi.

prezzi

È più che legittimo rimanere con il 4S, per chi già lo possiede, o valutare altri lidi. Le offerte alternative non mancano e non c’è dubbio che i nuovi Lumia siano davvero promettenti e che Android sta facendo molta strada (oltre ad offrire un’apertura maggiore). L’iPhone è questo. È sicuramente enfatizzato dal circuito mediatico e dal suo status ma continuiamo a preferirlo per un’esperienza d’uso fatta di particolari unici, dalle sensazioni tattili alla semplicità d’uso. Inoltre chi possiede altri dispositivi Apple viene coccolato da un ecosistema così ricco di integrazioni trasparenti ed immediate che difficilmente sceglierà di farne a meno. Fortunatamente vi sono alcuni gestori che propongono delle tariffe in abbonamento abbastanza vantaggiose da non avvertire più di tanto il costo del terminale, specie se si riesce a rimanere sul taglio da 16GB.

PRO
+ Design coerente con il passato ma ancora più curato nei minimi dettagli
+ Materiali di prim’ordine assemblati con cura, con una resistenza strutturale elevatissima
+ Molto sottile e incredibilmente leggero considerando i materiali
+ Schermo da 16:9 molto più godibile ed ampio, colori più vividi e neri più profondi
+ Fotocamera migliorata per nitidezza e dettagli ma con qualche difetto (vedi contro)
+ La fotocamera frontale ora supporta FaceTime HD
+ Audio migliorato grazie ai tre microfoni ed alla riduzione del rumore ambientale più efficiente
+ Notevolmente più veloce in ogni operazione, grafica 3D più ricca e fluida
+ Supporto per le reti LTE
+ Doppia antenna per il supporto delle reti WiFi a 5GHz

CONTRO
-  Prezzo elevato
-  Bordo del modello nero troppo delicato (serve un bumper o delle pellicole fullbody)
-  La fotocamera posteriore soffre di flare più di quella del 4S

DA CONSIDERARE
| Il nuovo connettore Lightning è più facile da inserire e ci prepara al futuro USB 3, ma presenta anche un problema di compatibilità per tutti i precedenti accessori Dock
| Segnalati alcuni problemi di efficienza del WiFi ancora da approfondire

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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