Recensione HUAWEI MateBook D16: ampio schermo e prestazioni valide per un portatile tuttofare

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I portatili della linea MateBook D di HUAWEI sono tra i più apprezzati in Italia, perché uniscono qualità e prestazioni, con linee sobrie e prezzi adeguati. Nell’ultimo mese ho avuto la possibilità di provare il nuovo MateBook D16 2024, ovvero il più grande della famiglia, con la configurazione top costituita da un Intel i9 di tredicesima generazione (i9-13900H), grafica Iris Xe, 16GB di RAM e 1 TB di SSD PCIe.

Dal punto di vista estetico, il portatile si presenta piuttosto bene, con una linea semplice e costruzione in alluminio con colorazione grigio scuro leggermente tendente all’azzurro (definita Space Gray). Visto lo schermo ampio, le dimensioni in pianta sono considerevoli (35,7 x 24,9 cm), ma lo spessore massimo è di soli 18mm, mentre frontalmente si assottiglia. Inoltre, pesa solo 1,7 Kg, cosa che lo rende molto comodo da maneggiare.

Sulla sinistra si trovano la maggior parte delle porte, iniziando con una USB-C 3.2 con supporto dati fino a 5Gbps, ricarica veloce e DisplayPort. Subito dopo si trova una USB-A sempre 3.2 Gen 1, seguita da una HDMI 1.4 e porta audio da 3,5mm. Quindi c’è un po’ di tutto, anche se non si tratta di connessioni al top.

Sul lato destro si trova solo una porta USB-A 2.0, utile per collegare un eventuale mouse esterno. La batteria interna è da 70Wh, mentre l’alimentatore fornito in dotazione è da 65W con funzionalità SuperCharge. Questo non è troppo ingombrante, ma il cavo USB-C non è rimovibile, quindi, se si rompe, bisognerà cambiare tutto l’alimentatore.

L’autonomia massima dichiarata dalla casa è di 15h con riproduzione video locale, quindi senza utilizzare la rete. Nell’uso molto leggero ho registrato un massimo di 12h, mentre con quello più intenso si può scaricare in circa 4h. Diciamo che, nella media, si possono ottenere 6/7h di uso misto. Questo quando si usa la modalità bilanciata predefinita, se si passa alla modalità massime prestazioni e si porta l’utilizzo al massimo consentito dalla macchina, allora di può arrivare a scaricarla in meno di 2h. Da notare che l’alimentatore ricarica la batteria interna in circa 1h, cosa molto utile.

Lo schermo da 16” è il principale protagonista, avendo un rapporto con la scocca del 90%. Le cornici sono quindi molto sottili, anche se sono di plastica e leggermente sporgenti rispetto il livello del display, quindi un po’ vecchia scuola dal punto di vista estetico.

In alto si nota una leggera protuberanza che include la webcam, la quale non è compatibile con Windows Hello per l’autenticazione ed offre una risoluzione 720p con una qualità molto bassa. In particolare soffre davvero molto di flare quando ci sono sorgenti di luce e la gamma dinamica è così ristretta che le aree illuminate risultano bruciate anche sul volto.

Il pannello è un IPS con risoluzione 1920 x 1200 pixel, quindi il rapporto è 16:10, ha 300 nits di luminanza e frequenza di aggiornamento di 60Hz. Nessuna caratteristica di grido, ma si difende abbastanza bene nella riproduzione grazie ad una copertura dello spazio colore sRGB del 100%. La resa con immagini e foto è piuttosto valida anche se il rivestimento è opaco, mentre sui testi piccoli si possono vedere i limiti dei 142 ppi con qualche scalettatura qua e là.

Una cosa particolare di questo portatile è che dispone di una tastiera estesa, con tanto di tastierino numerico. I tasti hanno una corsa sufficientemente ampia per una digitazione abbastanza precisa e sono anche retroilluminati (ma non nella versione con i5). In alto si trova tutta una fila di tasti funzioni utili, tra cui anche quello che disattiva completamente la webcam.

Nell’angolo in alto a destra, si trova il lettore d’impronta compatibile con l’autenticazione Windows Hello e che funziona piuttosto bene, sia in termini di precisione che velocità. La presenza del tastierino numerico sarà certamente un vantaggio per l’uso d’ufficio, specie per chi digita molti numeri su fogli di calcolo, ma ha sempre quella spiacevole conseguenza di decentrare il corpo della tastiera rispetto a quello del computer.

Il modello che ho avuto in prova ha una tastiera con layout internazionale, perché è una unità dimostrativa, ma ovviamente in Italia viene venduto quello con la ISO-IT standard. Ad ogni modo, non è stato tanto questo a crearmi un po’ di difficoltà nella scrittura, quanto proprio la posizione disallineata dei tasti, che sono tutti spostati un po’ più a sinistra rispetto lo schermo.

Segue lo stesso allineamento anche il Touch Pad, che quindi risulta fuori asse è un po’ goffo, sia dal punto di vista visivo che nell’uso. Ho fatto un po’ di fatica ad abituarmi e, se lo chiedete a me, avrei preferito perdere il tastierino numerico per ottenere una disposizione centrale del tutto.

Il Touch Pad, tra l’altro, non è tra gli elementi più riusciti di questo MateBook D16. Si fa usare, ma è uno di quelli assolutamente standard in termini di struttura e risposta. Abbastanza preciso, ma non molto piacevole. Inoltre, per via del fatto che risulta decentrato, mi sono trovato continuamente a fare il clic destro invece di quello sinistro.

Due dettagli aggiuntivi riguardano la cerniera di questo computer: uno positivo, l’altro meno. La cosa che non mi è molto piaciuta è che servono due mani per aprirlo, ma ho apprezzato il fatto che lo schermo arrivi praticamente ad appiattirsi, offrendo un ottimo livello di flessibilità.

La memoria RAM è da 16GB in modalità Quad Channel (quindi 4 moduli da 4GB), ma è saldata sulla scheda madre e non aggiornabile dall’utente. Il disco, al contrario, è un tradizionale SSD NVMe da 1TB sostituibile, ma con buone prestazioni e capacità adeguata un po’ per tutto.

La CPU Intel Core i9-13900H dispone di 14-core fisici: 6 ad alte prestazioni e 8 di efficienza, con un totale 20-thread. Il TDP è di 45W, che corrisponde al valore di PL1 configurato, mentre il PL2 arriva a 64W. Bisogna considerare che questo viene deciso dal costruttore e che, secondo Intel, potrebbe arrivare fino a 115W in modalità Turbo Boost, ma la configurazione di Huawei nel portatile tende a preservare temperatura e rumorosità delle due ventole.

Quando si lavora sotto alimentazione, si parte effettivamente con 64W con un picco di circa 5GHz (il totale teorico in Turbo Boost sarebbe di 5,4GHz), si scende immediatamente a 4GHz che vengono sostenuti per qualche minuto con una erogazione di poco superiore ai 50W, ma la temperatura sale fino a sfiorare i 90° e allora ci si attesa su un valore di poco inferiore ai 3GHz scendendo a circa 35W.

Il risultato di Cinebench 2024 multi-core con alimentatore collegato

A batteria (e finché la batteria è sufficientemente carica) impostando la modalità massime prestazioni i risultati sono abbastanza simili. Si impiegano sempre 15min per completare il test multi-core di Cinebench 2024 e i numeri ottenuti sono più o meno quelli. Cambia un po’ l’erogazione di energia, poiché il picco iniziale è di soli 40W e si scende immediatamente intorno ai 35W che vengono mantenuti fino alla fine. Quindi, anche la frequenza operativa vede diminuire il suo periodo sopra i 3GHz e le temperature sono leggermente inferiori.

Con la modalità bilanciata a batteria (che è quella standard) la situazione cambia solo leggermente, perdendo quel boost iniziale. Comunque ci si mantiene su una media di 2,7GHz con circa 35W di erogazione energetica.

Un risultato analogo lo si riscontra anche in Geekbench 6, dove l’utilizzo in modalità bilanciata fa scendere molto la prestazione in single-core, anche se va abbastanza bene in multi-core (più o meno come un M1). In modalità prestazioni, sempre a batteria, il single-core sale più o meno al suo livello massimo, quindi la macchina ha una risposta più o meno pari a quella nell’uso a corrente per la maggior parte dei task semplici del quotidiano. Per vedere il massimo anche in multi-core, e spremere la CPU in attività avanzate, serve l’alimentazione, che porta la CPU ad un +40% che non si vedrà mai a batteria.

L’uso quotidiano del MateBook D16 è molto soddisfacente. Grazie al processore performante ed una quantità di RAM adeguata, la macchina passa da un’attività all’altra senza rallentamenti. Questo vale soprattutto utilizzandolo a corrente o a batteria con la modalità prestazioni, mentre con quella bilanciata si può avvertire un po’ di ritardo nell’uso in multitasking.

Con il browser nativo (Edge) si viaggia piuttosto fluidi, anche con molte tab aperte. La misurazione con Speedometer 2.0 vede la macchina a pari livello con il chip Apple M1, mentre con la nuova versione 3.0 si trova un po’ più indietro. Ovviamente 16GB sono abbastanza, ma non infiniti, quindi chi esagera e tiene il browser aperto per settimane aggiungendo ogni volta nuove finestre e tab senza mai chiudere nulla, si troverà presto o tardi a vedere qualche ricaricamento o impuntamento.

Il benchmark di Blender 4 posiziona questo Intel i9 dietro al Ryzen 9 che ho provato nel Geekom A7 (recensione). Quello è un fisso, va bene, ma sempre con impostazioni di PL1 ed PL2 piuttosto contenute essendo un Mini PC, per altro con singola ventola per la dissipazione e un case molto compatto. Ovviamente ho provato il MateBook D16 collegato ad alimentazione e con prestazioni massime, ma non è andato comunque troppo bene. Va detto però, che l’uso in fase di progettazione con shading semplice, gira abbastanza fluido, quindi sarà comunque possibile lavorarci con alcune limitazioni.

La gestione delle fotografie è assolutamente possibile. Lo schermo non è al top, ma con la copertura sRGB si possono realizzare foto con lo standard più diffuso, anche se il più basso. Sarebbe stato certamente auspicabile avere la copertura dello spazio colore DCI P3.

Con Lightroom Classic le prestazioni sono adeguate alle specifiche della macchina che, in parole povere, vuol dire che ci si può lavorare. L’importazione di 50 fotografie in RAW da 50MP ha richiesto un buon tempo, pari a quello di un M1 Max con il doppio della RAM. Con l’esportazione in JPG, invece, è andato meno bene, superando di poco un M1 16GB. Il risultato peggiore l’ho registrato con l’unione panorama HDR, dove ha impiegato quasi il 50% in più rispetto ad un M1 base con 8GB.

Per quanto riguarda il settore video, ho notato con piacere che Adobe Premiere Pro si riesce ad usare con timeline semplici. Quando, invece, ho provato a riprodurre la mia complessa timeline di test – con clip 8K H.265, 4K DCI ProRes, effetti di transizione, titoli, sovrapposizioni e movimenti – non è stato molto fluido. C’era da aspettarselo, non avendo una GPU dedicata. Inoltre, quella nativa ha solo 1GB di apertura sulla RAM di sistema, e il BIOS semplificato non consente di modificare questo parametro. Comunque, alla fine i risultati non sono stati negativi, sempre a corrente o a batteria con impostazione prestazioni massime.

DaVinci Resolve, si sa, è più impegnativo per la scheda grafica, quindi non va altrettanto bene. Si riesce sempre ad usare per cose molto semplici, ma la mie timeline di test si blocca continuamente. Ho provato a portare la qualità di riproduzione su 1/2 (che ha pure senso visto che lo schermo è un FHD+ e la timeline è UHD), ma rimane poco usabile. Arrivando al minimo, cioè 1/4 di qualità, si riesce a vedere uno scorrimento sempre a saltelli, però sufficientemente fluido da poterci lavorare. I tempi di esportazione sono stati simili a quelli di Premiere, con un vantaggio nell’uso a corrente rispetto a quello a batteria, anche impostando le massime prestazioni.

Il test audio che faccio di solito, con un progetto Audition di un podcast a 3 voci di 1h e 30m, scorre senza problemi, gestendo in real time anche i rack con diversi effetti. L’esportazione in MP3 non è un indicatore di grande rilievo, ma il computer si è comportato abbastanza bene, con un tempo vicino a quello di un M1 Pro 16GB.

Con un portatile del genere, il gaming inizia a diventare una possibilità interessante. Ovvio che non si possa pretendere di giocare ai titoli tripla A con qualità alta, ma rinunciando a un po’ di dettagli e con la risoluzione nativa FHD, si riescono a portare a casa frame rate accettabili. Dipende ovviamente dal gioco e dalle impostazioni, ad esempio su Cyberpunk 2077 si deve scendere ad una qualità media per stare all’incirca su 25fps. D’accordo, non sono il massimo, ma rendono il titolo comunque giocabile. Con Elden Ring ho giocato con qualità massima ma a 1440p e si va piuttosto bene, salvo qualche saltuario momento di stuttering. Su un gioco come Hi-Fi Rush, dove la grafica è molto bella anche se meno fotorealistica, si sta sempre sopra i 50fps in FHD. Insomma, in fin dei conti si difende discretamente bene considerando che non ha una GPU dedicata.

Conclusioni

Voto 3,5/5Se dovessi identificare un ipotetico cliente perfetto per questo MateBook D16, direi che è certamente chi vuole un portatile con uno schermo generoso e prestazioni adeguate per farci un po’ di tutto, senza particolari rinunce. Il lato negativo di tutto ciò, realizzato con un prezzo di vendita adeguato, è che non vi si trovano aspetti che spicchino in modo deciso. Intendiamoci, la CPU Intel i9-13900H spinge piuttosto forte e la dotazione di RAM e disco è giusta, ma tutti gli altri sono nella media. Lo schermo è ampio e godibile, ma la risoluzione non è particolarmente elevata e il rivestimento opaco può non rendere giustizia al nero, anche considerato che si tratta di un IPS con copertura del solo spazio colore sRGB. La webcam 720p ha l’interessante pulsante per disattivarla, però non ha una buona qualità. L’audio è abbastanza forte, anche se manca un po’ di bassi e risonanza. La tastiera è valida e dotata di tastierino numerico, però bisogna abituarsi al fatto che sia decentrata insieme al Touch Pad (anche lui nella media). Pure le porte, per quanto variegate, lasciano qualcosa indietro: se si inserisce la USB-C per la carica non ce n’è nessun’altra in questo formato e sarebbe stato utile un lettore SD. Detto tutto questo, se guardiamo al prezzo di vendita e alle prestazioni ottenute, il portatile ha della buona sostanza, soprattutto perché sul sito Huawei ci sono spesso degli sconti molto interessanti e la possibilità di pagare a rate con tasso zero. Complessivamente c’è un valido mix di specifiche per un computer dai molteplici usi e sarà stato probabilmente questo l’obiettivo che si voleva raggiungere con il MateBook D16.

PRO
PRO Design semplice, ma piacevole
PRO Complessivamente piuttosto leggero (1,7Kg)
PRO Schermo ampio da 16″
PRO Batteria di buona durata nella modalità bilanciata
PRO Possibilità di caricare il portatile in 1h con l’alimentatore incluso
PRO Tastiera retroilluminata con tastierino numerico
PRO Tasto per disattivare la webcam
PRO Prestazioni piuttosto valide dell’i9-13900H, soprattutto se alimentato
PRO Ci si può anche giocare grazie alla Iris Xe
PRO Comodo il lettore d’impronta compatibile con Windows Hello
PRO Ventole silenziose
PRO Buon rapporto qualità/prezzo, soprattutto con le offerte

CONTRO
CONTRO Schermo con risoluzione contenuta e mancante di copertura P3
CONTRO Tastiera e Touch Pad decentrati, ci si deve abituare
CONTRO Il Touch Pad è solo nella media
CONTRO Qualità della wecam 720p migliorabile
CONTRO Avrei gradito una seconda USB-C e un lettore SD
CONTRO La RAM è saldata
CONTRO Il BIOS non consente personalizzazioni

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Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.