Apple Pay pratica

Le carte di credito con chip NFC sono ormai diffuse dappertutto. Se ne possedete una vecchio tipo, state pur certi che al prossimo rinnovo avrete anche voi una carta abilitata per i pagamenti contactless. Più lentamente, ma con un trend che non c’è motivo di pensare che possa invertirsi, stanno crescendo anche i sistemi di pagamento con carte virtualizzate, tra cui i più noti sono Apple Pay, Samsung Pay ed Android Pay. Non sono gli unici, ma sono certamente quelli su cui c’è maggiore attenzione, in quanto non derivano da classici istituti bancari o enti finanziari, ma da quelle che sono probabilmente le più importanti e conosciute aziende nel mondo tecnologico.

androidpay

Per l’Italia abbiamo letto solo promesse allo stato attuale, ma prima o poi questi sistemi di pagamento arriveranno inevitabilmente anche da noi. Ci sono paesi molto più avanti da questo punto di vista, infatti in Asia sono diversi anni che si paga tutto con lo smartphone, ma anche in occidente qualcosa si sta muovendo grazie alla spinta delle aziende appena citate. A Londra, ad esempio, Apple Pay è arrivato dall’oggi al domani, ma con l’infrastruttura tecnologica che si ritrovano, questo si è diffuso molto rapidamente e non è più inusuale veder pagare la metro con iPhone o Apple Watch.

appleplay-london

In tutti i casi c’è ancora molta strada da fare e sia Apple che Samsung hanno fato oggi un passo avanti. In realtà la casa coreana è piuttosto svantaggiata dalla concorrenza del suo padrone di casa, ovvero Google con Android Pay, ma hanno appena annunciato l’estensione del supporto a 19 nuovi istituti bancari emittenti di carte di credito MasterCard e Visa. Sono invece 60 le banche che si aggiungono ad Apple Pay facenti parte del circuito BJ’s, mentre nel 2016 dovrebbero arrivare anche quelle di JCPenney. Sarà sempre tardi quando potremo usare questi metodi di pagamento anche in Italia, ma la speranza è l’ultima a morire.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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