Recensione Fujifilm X-T2, lo stato dell’arte di Fujifilm

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Torniamo a parlare di Fujifilm dopo pochi mesi dalla recensione della X-Pro2. Quella che analizzeremo di seguito è una macchina fotografica che fin da subito si è posta sotto i riflettori per quello che sarebbe potuta essere, ovvero la Regina della Mirrorless APS-C: la Fujifilm X-T2. Nel corso della recensione ho cercato di spremerla a fondo nelle situazioni più disparate, provando a tirare fuori tutto il potenziale di cui dispone. Vi posso anticipare che sa davvero stupire il fotografo che la usa e che i “difetti” che leggerete nelle conclusioni, sono in realtà semplici annotazioni, piccolezze che non vanno minimamente ad incidere sul giudizio finale. La X-T2 si è rivelata essere un buon successo commerciale e, nei primi mesi della commercializzazione, è stata praticamente introvabile, segno che la filosofia alla base di questo sistema X di Fujifilm piace a tutte le tipologie di utenti, compresi ovviamente i professionisti. In rete si sono moltiplicate le testimonianze di chi ha convertito il proprio corredo reflex “tradizionale” (di Canon e Nikon in primis) passando in un sol colpo a Fujifilm. Io sono più moderato, conservo con grande affezione la mia 5D MK III, ma sono sincero quando dico che per la prima volta non sento il desiderio di prendere il nuovo modello Canon (la 5D Mark IV), e non perché non sia davvero la 5D perfetta (anzi è davvero bella) ma perchè dopo anni di sostanziale indifferenza verso il mercato mirrorless, ho iniziato a vedere i reali vantaggi che questo approccio comporta. Ma alla faccia della mia moderatezza, appena il corriere mi ha consegnato il pacco con la X-T2 e il 16-55 f/2.8 (più altri accessori), l’ho eletta a primo corpo e mi sono costretto ad usarla negli eventi di dicembre come unica fotocamera, perché anche se ci fossero stati dei problemi o delle incertezze, avrei dovuto cavarmela per portare a casa il lavoro. Non voglio annoiarvi oltre con questa premessa ma devo aggiungere che, data l’estrema condivisione di elementi e funzionalità tra questa e la X-Pro2, mi soffermerà meno su argomenti già trattati nella precedente recensione e che sono uguali nelle due macchine, come ad esempio il menu.

Caratteristiche principali

La X-T2 vanta una serie di specifiche da prima della classe: il sensore è un unità X-Trans III da 24,3MP in formato APS-C (fattore di crop di 1,5x) capace di acquisire foto fino a 14 fps e video fino al formato 4K/30fps; la sensibilità ISO va da 200 a 12800 ed è espandibile fino a 100ISO in basso e 51200 in alto, dispone di un otturatore meccanico fino a 1/8000s ed elettronico fino a 1/32000s, l’AF è per ricerca di contrasto e per rilevamento di fase e conta ben 325 punti (nella configurazione 25×13) e grazie a questo si espande fino a ricoprire quasi l’intera area del fotogramma, anche se la zona più sensibile è quella che ricopre la parte centrale del fotogramma; inoltre dispone di molte opzioni per l’AF continuo che analizzeremo nel paragrafo dell’AF. Il mirino è un’unità OLED da 2,36 milioni di punti, mentre lo schermo LCD dispone di 1,040 milioni di punti ed è doppiamente incernierato. È presente il Wi-Fi, la connessione USB 3.0, l’uscita HDMI e le connessioni per cuffie, microfono e SYNC Flash. Il peso con batteria e scheda di memoria è di 507g.

Corpo ed ergonomia

La X-T2 è una macchina compatta, misura infatti 132,5 x 91,8 x 49,2mm ed è molto leggera perché costruita in lega di magnesio che la rende anche molto robusta. Il corpo è tropicalizzato e tutte le chiusure e gli sportellini hanno le guarnizioni a protezione da schizzi e polvere; per avere però la tropicalizzazione completa bisogna utilizzare gli obiettivi che recano la sigla WR. Per quanti avessero le mani grandi (come me) è disponibile il battery grip VPB-XT2 che aumenta le dimensioni generali della macchina, aggiunge 2 batterie (portanto il totale a 3 batterie utilizzabili contemporaneamente), oltre a replicare i principali comandi di scatto nell’uso in verticale; inoltre, dato il curioso design, aggiunge uno spessore all’area grip dedicata alle dita che reggono la fotocamera; credo sia la prima volta che c’è un simile design per questo tipo di accessori e infatti è stato argomento di discussione fra alcuni di noi che l’hanno provato. A me non reca alcun fastidio, anzi, lo gradisco, ma lo scalino non è ad esempio piaciuto a Maurizio, che ne ha parlato nella puntata 18 di PixelClub

L’impugnatura è ben prominente e si tiene con una sola mano senza problemi. L’abbinamento ideale per questa fotocamera è con ottiche fisse, come il 35 f/1,4 e similari, mentre con quelle più ingombranti tende a sbilanciarsi inevitabilmente verso l’obiettivo.

Paragonandola con la macchina che è andata a sostituire nel mio corredo (la 5D Mark III) la Fujifilm X-T2 è più piccola su tutti i fronti, ma il vantaggio maggiore si ha nella profondità, che è praticamente la metà della 5D. Sarei però disonesto a paragonare queste 2 macchine così come sono, perchè la 5D mi consente di iniziare un evento e di portarlo a termine fino a sera inoltrata con una sola batteria mentre nello stesso tempo ho la necessità di cambiare 3 batterie sulla Fuji, quindi ho pensato di fare il paragone utilizzando anche il Vertical Power Booster Grip su quest’ultima.

A destra la X-T2 con Vertical Power Booster Grip

Nella foto sovrastante possiamo notare la stranezza della situazione: La X-T2 è più alta della 5D, anche se tutte le altre misure sono invariate (tranne un leggero incremento della profondità). Messe così le macchine sono quasi identiche a livello di confort di impugnatura e durata della batteria ma la Fuji, nonostante questo paragone improprio, mantiene dalla sua ancora il primato del peso, inferiore di ben 400g rispetto alla 5D (2000g vs 1630g) ma bisogna anche considerare che così composta la X-T2 ha la possibilità di scattare comodamente in verticale ed arrivare a 14fps di raffica.

Ho provato ad utilizzarla con il battery grip, ma vi confesso che se non ho la necessità di scattare tanto in verticale e non necessito della raffica da 14fps (mi accontento degli 8fps), preferisco avere 1 o 2 batterie di riserva in tasca e tenere il collo più leggero (il VPB con 2 batterie pesa ben 370g).

X-T1 vs X-T2: scova le differenze

I paragoni con i modelli precedenti sono sempre molto interessanti e devo dire che se si guardano le 2 Fuji qui sopra è davvero difficile capire quale sia il nuovo modello. Ho volutamente cancellato la sigla per proporvi un giochetto: qual è la X-T2? Difficile vero? Le dimensioni del corpo sono quasi sovrapponibili e ci sono solo alcuni dettagli che le differenziano: la X-T2 è leggermente più alta, cambia di pochissimo la curvatura dell’area di grip frontale e le torrette degli ISO e dei tempi sono più grandi.

Display e mirino

Il display della X-T2 è un LCD da 3″ con risoluzione di 1,040MP e dotato di un ottimo livello di luminosità (regolabile). Non dispone di funzionalità touch, ma in compenso è montato su un meccanismo particolare bi-articolato. La prima inclinazione possibile è quella tradizionale, che va da 90° verso l’alto a 45° verso il basso (niente ribaltamento per i selfie, quindi).

La particolarità risiede nella seconda articolazione che viene sbloccata tramite una leva posta a sinistra del display e permette una inclinazione verso destra di circa 70 gradi. In una prima fase non mi spiegavo benissimo il senso di questa cosa, ma poi ho avuto la possibilità di apprezzarne l’estrema utilità nel corso di questo Natale, quando ho realizzato molti set fotografici per i bambini e mi è stata di grande aiuto per scattare ritratti in verticale abbassando solo la fotocamera.

La X-T2 ha quello che credo essere il miglior mirino elettronico fra tutte le mirrorless in commercio: è ampio (ingrandimento di 0,77x eq. 35mm) risoluto (2,36MP) e veloce (60 fps che diventano 100 fps in modalità Boost). Inoltre è capace di visualizzare numerose informazioni (personalizzabili), è ben luminoso ed ha una copertura del 100% del fotogramma: è davvero difficile richiedere qualcos’altro.

Controllo, impostazioni, menu

Il sistema X di Fuji è famoso, fra le altre cose, per aver riportato la ghiera dei diaframmi nel posto che più le si addice: sul barilotto dell’obiettivo. Questa affermazione è vera per tutti gli obiettivi, ma mentre per i fissi e gli zoom con apertura costante troviamo una ghiera “classica” con le varie aperture e scatti di 1/3 di stop fra le stesse, negli zoom con luminosità variabile abbiamo una ghiera non graduata ma che comunque assolve al suo compito. Inoltre in questa macchina abbiamo anche la torretta dei tempi, quindi un approccio alla fotografia che potremmo definire classico: imposti gli ISO, selezioni il tempo, selezioni l’apertura, metti l’occhio nel mirino e scatti. In realtà si possono sfruttare automatismi praticamente per ogni parametro e le funzioni sono davvero molte, ma ciò che colpisce è proprio questo approccio visuale alle impostazioni principali. Ovvero basta un colpo d’occhio alla fotocamera per capire tutti i parametri attivi e si è sempre pronti a fotografare. Approfondendo le funzionalità di controllo si scopre che tutti i pulsanti disposti sul corpo macchina sono personalizzabili (tranne cestino, play, Q, menu e back) quindi possiamo impostare i pulsanti secondo le opzioni che usiamo più spesso. Io ad esempio ho modificato il pulsante Fn con l’opzione per il rilevamento del volto, Fn2 con Drive e su AE-L ho le impostazioni dell’autofocus continuo. Tutto questo unito al quick menu (anch’esso personalizzabile) fa si che l’utente non debba praticamente mai andare a scorrere le voci del menu principale, se non per spostare delle impostazioni particolari (ad esempio per il flash o per il video(.

La X-T2 ha una buona disposizione dei comandi e, una volta programmata per le proprie esigenze, si riesce a compiere gran parte delle operazioni senza passare dal menu, anche quelle non proprio comuni. Guardandola frontalmente, partendo dal basso a destra e girando in senso antiorario, abbiamo il selettore della modalita AF (AF-singolo, continuo e MF), il connettore SYNC, la luce di assistenza alla MAF, il pulsante Fn2, la ghiera cliccabile frontale e, in basso, il pulsante per sganciare l’obiettivo.

Guardando la fotocamera dall’alto, partendo da sinistra abbiamo la ghiera per la selezione degli iSO (da 200 a 12800 in passi da 1/3 e modalità L, H e Auto) ed in asse con questa c’è una seconda ghiera, attivabile con l’indice sinistro, che permette di selezionare il metodo di avanzamento: video, bracketing, raffica veloce, lenta, scatto singolo, esposizione multipla, filtri avanzati e panorama. Sulla parte sinistra della torretta dove risiede il display OLED notiamo la piccola ghiera per l’aggiustamento del piano focale per il mirino; sulla parte destra troviamo il pulsante per la selezione del display (display, mirino, off e sensore occhi che effettua lo switch automatico) mentre al centro della torretta c’è la slitta per il flash. Procedendo verso destra abbiamo la ghiera dei tempi che va da 1 a 8000 (da 1s a 1/8000s) e dispone delle opzioni Auto, posa B e T (selezione dei tempi tramite ghiera frontale cliccabile). Per non farci mancare nulla, in asse alla torretta dei tempi troviamo il selettore del metering, attivabile sulle posizioni spot, media pesata al centro, valutativa e media complessiva. Entrambe le torrette hanno un pulsante di blocco a 2 posizioni, ovvero è possibile lasciarle bloccate (o sbloccate) premendo il pulsante posto al loro centro. Continuando ancora c’è il pulsante di scatto che in asse ha lo switch per l’accensione ed è anche forato e filettato per l’inserimento di uno scatto a vite di tipo tradizionale. Il pulsante Fn è assegnabile liberamente (di base ha la selezione del riconoscimento del volto) e all’estremità destra è presente la ghiera di compensazione che va da –3 a +3 EV con scatti da 1/3 e il modo C che consente la selezione tramite ghiera frontale e porta la compensazione dell’esposizione da –5 a +5 EV.

Il retro della X-T2 è pulito ed ha una buona quantità di pulsanti disposti ordinatamente lungo la cornice del display. Se cominciamo l’analisi dall’estremità superiore sinistra, abbiamo il pulsante cestino, quello per la riproduzione delle immagini, il mirino OLED sotto al quale è posto il sensore di rilevamento di prossimità dell’occhio, il pulsante per il blocco dell’esposizione (personalizzabile), la ruota cliccabile utilizzata per molteplici funzioni e il pulsante per il blocco della MAF (anch’esso personalizzabile). Scendendo troviamo il pulsante per l’accesso al menu rapido (Q), il joystick a 8 direzioni cliccabile (utilizzato principalmente per la selezione del punto di MAF), un pad a pulsanti separati completamente assegnabili dalle impostazioni (set up/impostazioni pulsanti ghiere/impost. puls. Fn/AE-L/AF-L) utilizzato anche per la navigazione; infine c’è il pulsante DISP BACK che consente di tornare indietro nei menù e cambiare le visualizzazioni del display (dettagli/visualizzazione standard/solo immagine).

Il menu della X-T2 è progettato abbastanza bene, è di facile consultazione ed è ben diviso nelle varie sezioni. Probabilmente si potrebbe rinfrescare un po’ il Quick Menu, specie per i modelli che possiedono il touch screen, ma forse è una cosa che verrà fatta quando ve ne saranno un numero maggiore. Le etichette sono chiare e la traduzione accurata, il menu è ramificato in verticale con le varie opzioni ulteriori disposte in orizzontale. La ramificazione per alcune voci non principali è eccessiva ed è inoltre di tipo continuativo: se si scende verso il basso si rischia di cambiare area di competenza senza nemmeno accorgersene. È possibile creare una voce di menu che contiene 9 opzioni fra quelle che utilizziamo più spesso e questa scheda sarà la prima a comparire quando si preme il tasto menu.

AF – Messa a fuoco

L’AF è una delle sostanziali differenze tra la X-T2 e la X-Pro2 (anche se molte funzionalità sono state portate su quest’ultima grazie ad un aggiornamento firmware) ed è anche uno dei punti di forza di questa macchina. Partendo dalle specifiche tecniche, abbiamo un motore con 325 punti, l’area più sensibile è quella che copre il centro del fotogramma ed è a rilevamento di fase e contrasto, mentre le aree a sinistra e a destra sono solo per rilevamento di contrasto. Si può selezionare la grandezza della griglia (13×7 oppure 25×13) tramite il menu (impostazione AF MF/numero punti messa a fuoco) e abbiamo la possibilità di scegliere il punto singolo, l’area o la zona estesa.

La selezione del punto di MAF avviente tramite il comodo joystick, azionabile con il pollice destro, mentre ad una pressione dello stesso corrisponde la visualizzazione di tutta la griglia e ad una seconda il posizionamento centrale. Durante la visualizzazione della griglia è inoltre possibile scegliere la grandezza del punto o dell’area tramite la rotella posteriore. L’AF si comporta bene e riesce ad agganciare i soggetti anche in ambienti molto scuri, soprattutto nelle aree ibride. Il tasso di fallibilità è davvero molto basso, quando il fuoco è confermato è difficile che la foto non sia effettivamente a fuoco. Ho provato a scattare in controluce, luce radente senza paraluce, al buio, o in situazioni a basso contrasto, i risultati sono stati ottimi. Credo di aver portato a casa solo 10 foto sfocate durante tutto il periodo di prova (che è durato oltre 2 mesi).

L’area su cui Fujifilm ha lavorato di più è però l’AF continuo. Possiamo selezionarlo ruotando il selettore frontale sulla lettera C e impostare le proprietà di tracciamento tramite il menù Impostazione AF MF/Impost. Personalizz. AF-C. Qui troveremo 5 modalità preimpostate, adatte per la maggior parte degli scenari ipotizzabili, ed una personalizzabile in toto. In particolare abbiamo le impostazioni

  1. multifunzione, che si adatta automaticamente alla maggior parte delle situazioni;
  2. che segue il soggetto cercando di evitare gli ostacoli che si pongono fra noi e lui;
  3. ottima per fotografare i soggetti che effettuano brusche accelerazioni o decelerazioni;
  4. configurata in modo da essere sensibile ai soggetti che si presentano improvvisamente nel fotogramma;
  5. utile per le foto sportive di soggetti in movimento costante. che accelerano e decelerano improvvisamente.

Nelle prove che ho effettuato ho potuto constatare che quando agganciamo il soggetto (e buona parte di questo compito tocca al fotografo) la X-T2 lo mantiene a fuoco per tutta la durata dell’inseguimento. Ho testato le varie impostazioni a disposizione e, scegliendo quella più corretta per l’uso che vogliamo farne, si ottengono risultati eccellenti. In media direi che il 90% delle foto scattate vengono a fuoco.

Un breve cenno anche agli aiuti per la MAF manuale: selezionando la leva frontale su M sarà possibile usare la ghiera MF dell’obiettivo per mettere a fuoco. Fujifilm ha inserito gli aiuti nel menu/impostazione AF MF/assist MF e menu/impostazione AF MF/controllo fuoco. La prima voce permette di selezionare fra l’immagine divisa (a colori o bianco e nero) e il focus peaking (bianco, rosso o blu con alto e basso per ogni colore), mentre la seconda voce fa sì che non appena si tocchi la ghiera di MF l’immagine venga zoomata sul punto di MAF selezionato.

Sempre parlando della messa a fuoco manuale, è degna di nota la voce di menu/impostazione AF MF/scala profondità di campo, selezionabile su due voci: basato su pixel e basato sulla pellicola. Questa non ha effetti sulla foto ma sulla precisione dell’iperfocale visualizzata. Selezionando la voce “basato su pixel” avremo una rappresentazione del valore di iperfocale sulla scala delle distanze calibrata sui pixel della fotocamera,  mentre selezionando “basato su pellicola” vedremo che l’area di iperfocale sarà più estesa di circa 4 stop, ovvero simulando i calcoli che si facevano tenendo presente l’uso delle 35mm a pellicola.

Drive – Scatto continuo

Fujifilm ha dotato la sua ammiraglia di ottime doti velocistiche per quanto riguarda lo scatto continuo e di tante impostazioni per quel che riguarda la modalità di avanzamento. Per selezionarle è sufficiente agire sulla ghiera posta alla base della torretta degli ISO, dove si trovano le seguenti opzioni (partendo da sinistra):

  • filmato: che configurerà la X-T2 per girare dei video e il pulsante di scatto avrà la funzione di pulsante rec;
  • bracketing (BKT): in questa modalità avremo la possibilità di effettuare 3 scatti a forcella variando l’impostazione desiderata tramite il pulsante Fn2 (quello frontale) o tramite menù se il pulsante fosse stato rimappato; nel menù del bracketing possiamo selezionare il tipo (di esposizione, di ISO, di simulazione film, di WB oppure di gamma dinamica) e variare per ognuno di essi i parametri della forcella (l’AE arriva a +/- 2EV con scatti da 1/3);
  • scatto continuo veloce (CH): la cui impostazione è selezionabile, sempre tramite il pulsante Fn2, su 8 fps, oppure su 11 o 14 se si installa il battery grip.
  • scatto continuo lento (CL): la cui velocità è selezionabile tra 3, 4 e 5fps;
  • scatto singolo (S): che non dispone di altre opzioni;
  • esposizione multipla: che consente di fondere insieme 2 scatti per creare una singola foto, durante la seconda esposizione è possibile vedere in anteprima l’effetto sovrapposto.

  • filtri avanzati: che consente di creare delle foto (solo in formato JPG) utilizzando dei filtri presenti in camera; gli effetti disponibili sono: Toy camera, miniatura (simulazione effetto tilt-shift), colore pop, high key, low key, toni dinamici, soft focus, colore parziale (rosso, arancio, giallo, verde, blu, viola);

  • panorama: qui possiamo selezionare l’ampiezza del panorama, tra Panorama M e Panorama L (largo), premendo la freccia sinistra del pad (etichettata come angolo) oppure modificarne la direzione premendo la freccia destra del pad; il panorama viene creato a partire dagli scatti multipli effettuati (il rumore dell’otturatore ci accompagnerà lungo tutta l’esecuzione), e non da un filmato come avviene per molte altre fotocamere, ed il risultato sarà unito insieme in un unico JPG.

 

Andiamo ora ad analizzare la raffica della X-T2. Come già detto in varie parti della recensione, la velocità massima dello scatto continuo è di 14fps, questa però si ottiene solo utilizzando il VBP-XT2 e l’otturatore elettronico. passando all’otturatore meccanico, ma sempre con il battery grip inserito, la raffica scende a 11fps. Senza il battery grip ci si attesta invece su 8fps. Per il test ho utilizzato una scheda Lexar SDXC UHS-II da 64GB e 150MB/s inserita nello slot 1, e verranno analizzati solo i dati relativi ai 14fps, 11fps e 8fps. Con la velocità di 8fps in RAW+JPG si ottengono 24 scatti, in RAW 25 scatti ed in JPG gli scatti sono praticamente infiniti (mi sono fermato dopo 156).

Innestando il battery grip ho registrato 11fps con i seguenti risultati per il buffer: RAW+JPG 23 scatti, RAW 24 scatti e JPG 112 scatti dopo i quali scende a circa 2,5fps. Sempre con il battery grip innestato passiamo all’otturatore elettronico e quindi otteniamo 14fps; purtroppo il rumore emesso dall’otturatore elettronico è difficilmente indicativo e quindi non disponiamo di un grafico, ma questi sono i risultati per il buffer: RAW+JPG 22 scatti, RAW 24 scatti e JPG 46 scatti, dopo i quali il frame rate risulta variabile tra 5 e 10 fps a seconda dello stato del buffer.

Metering – Esposizione

La X-T2 è dotata di un efficace sistema di metering, che se la cava abbastanza bene in quasi tutte le situazioni. In genere tende a conservare un po’ troppo le luci, sottoesponendo di circa 1/2 stop, qualunque sia il metodo di misurazione attivo. La selezione del metodo avviene tramite il selettore posto alla base della torretta dei tempi, dove abbiamo 4 possibilità: misurazione spot (misura la quantità di luce nel punto centrale), media pesata al centro (fa una media della luce della scena dando però priorità al punto centrale), multi (misurazione intelligente che tiene conto della quantità di luce, del colore e della composizione) e media (che fa la media matematica della luce presente nella scena).

La gamma dinamica degli scatti in formato JPG si attesta sui 10 STOP in modalità Provia, ma per ottenere risultati migliori si può scegliere di scattare in RAW e possiamo recuperare informazioni sia dalle ombre che dalle luci come nello scatto di prova inserito qui in alto. L’apertura delle ombre non comporta un eccessivo aumento del rumore cromatico e di luminanza ed anche le luci si riescono a recuperare bene, mostrando informazioni che nel JPG risultavano inesistenti.

WB – Bilanciamento del bianco

Il bilanciamento del bianco automatico della X-T2 è generalmente molto buono, io lo utilizzo praticamente sempre, scattando esclusivamente in RAW, ma ho notato che in alcune situazioni tende a restituire risultati differenti sulla stessa scena; vi faccio un esempio: quando faccio le foto con i parenti tendo ad eseguire 4 o 5 scatti della stessa scena per evitare di trovarmi con persone con gli occhi chiusi o smorfie indesiderate e a volte trovo delle divergenze sia nella temperatura colore che nella tinta. Mi sembra che questa problematica si verifichi più spesso utilizzando la modalità boost senza il battery grip, ma non lo fa sempre. Come per la sorella X-Pro2, anche questa macchina ha una buona dose di preset del WB che, oltre al modo automatico, includono la selezione della temperatura colore, la luce diurna, ombreggiatura, fluorescente 1, 2 e 3, incandescenza, subacqueo e 3 modi personalizzati: per ogni modalità, premendo il tasto centrale del pad, possiamo spostare il bilanciamento del bianco su un grafico R/B a 2 assi.

Flash

La X-T2 non possiede un’unità flash integrata nel corpo ma viene fornita con il piccolo EF-X8 che va montato tramite la slitta posta sopra al mirino. Le impostazioni sono tutte racchiuse nella scheda del menù impostazioni flash, e consentono di scegliere la funzionalità TTL, M (manuale, la potenza va selezionata manualmente), commander (utile per pilotare altri flash) e off. La modalità TTL può essere regolata su 3 opzioni ovvero Auto (il flash scatta solo se c’è la necessità di ulteriore illuminazione), standard (il flash scatta sempre se è carico, la luminosità viene calcolata in TTL) e sincro lenta (utile ad esempio per ritratti serali realizzati con tempi lenti); inoltre è possibile impostare la sincronizzazione del flash con la prima o la seconda tendina e attivare la funzionalità di rimozione degli occhi rossi.

La X-T2 possiede anche il contatto Sync per i flash da studio o per collegare vecchi flash. Contrariamente ad altre macchine (come ad esempio la GH4) la X-T2 non adegua il proprio funzionamento quando colleghiamo un flash non TTL, ma bisogna andare nel menù/set up/impostaz schermo/antepr. esp./bil. bianco in mod. man e selezionare Off o Ant. bil. bianco per disattivare la simulazione dell’esposizione ed avere la scena corretta visualizzata sul display. Senza questo passaggio l’anteprima sarà molto scura e risulterà difficile impostare l’inquadratura.

Qualità d’immagine e resa ad alti ISO

Ragionando sulla qualità di immagine a volte ci dimentichiamo che questa macchina ha un sensore APS-C, perché analizzando i file da 24MP otteniamo dei RAW corposi e pieni di informazioni (50MB per un file non compresso) o dei JPG in camera ben colorati e nitidi (13MB per file) che sembrano provenire da una macchina di ben altre prestazioni (la Canon EOS 5Ds da 50MP genera file RAW da 65MB). Scattare con le varie simulazioni pellicola (richiamabili velocemente tramite freccia sinistra del pad) è davvero appagante, a volte ho scattato in solo JPG proprio per godermi questa esperienza. La mia simulazione preferita è la Velvia, la uso praticamente per ogni foto che faccio all’esterno, mentre per le foto in interno vario dalla Classic Chrome all’Astia. È importante sottolineare che non sono profili così banali, in quanto volendone riprodurre il risultato manualmente su Lightroom, bisogna lavorare molto il file RAW.

La resa ad alti ISO è molto buona, il rumore cromatico è ben controllato fino a 3200 ISO, il rumore di luminanza è più somigliante alla grana della pellicola che al rumore digitale; generalmente i file JPG prodotti dalla camera sono privi di rumore fino a 6400 ISO, anche se tendono a diventare morbidi già a partire da 3200 ISO.

Lavorando con il formato RAW ci possiamo spingere oltre: esponendo bene la foto in fase di scatto, riusciamo ad utilizzare con soddisfazione anche file da 3200 ISO e, con un po’ di accortezza, pure quelli da 6400 ISO.

In caso di necessità abbiamo 3 ulteriori step di sensibilità: 12800, 25600 e 51200 ISO. Lavorando su una foto da 12800 ISO e convertendola in bianco e nero è possibile che il risultato sia ancora utilizzabile per piccole stampe o per il web, oltre questa soglia i rumori digitali diventano poco controllabili e la perdita di dettaglio e definizione è vistosa. Magari si possono usare con dei filtri di Instagram per stravolgere la natura della foto e postarla sul social network ma niente di più. Di seguito vi lascio una piccola gallery di foto scattate in ogni condizione con la X-T2.

Nessuna foto

Andiamo ora ad analizzare anche il comportamento della X-T2 in studio con luce controllata. Le foto sono scattate in formato RAW+JPG, con la camera sul cavalletto controllata tramite l’applicazione per iPhone. Quelle in formato RAW sono state esportate senza applicare nessuna correzione ed impostando a 0 la riduzione di rumore per la luminanza e per i colori.

fujifilm-xt2-testiso

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Le immagini prodotte dalla X-T2 sono generalmente ben bilanciate e con pochissimo rumore cromatico da 800 a 3200 ISO, mentre per quanto riguarda il rumore di luminanza possiamo notare la sua presenza leggera sui file RAW a partire da 1600 ISO. Salendo negli ulteriori step notiamo un generale ammorbidimento delle immagini JPG e una presenza maggiore di rumore cromatico e di luminanza nei file RAW fino a 6400 ISO. Soffermandoci su questo che secondo me è il limite massimo per utilizzare un file dalla X-T2, partendo da una foto ben esposta e grazie ad un sapiente mix dei valori di correzione del rumore e di nitidezza dei dettagli in post produzione, si riescono ad avere dei file (e delle stampe) generalmente molto godibili. Gli ulteriori step nella scala degli ISO consentono di ottenere immagini buone per divertirsi con effetti e filtri o per l’uso sul web, sebbene non di rado si possa considerare l’uso dei 12800 ISO per portare a casa una foto ricordo. Le sensibilità 25600 e 51200 sono presenti per lo più per pareggiare i conti con le fotocamere della stessa fascia, ed hanno pressappoco la stessa utilità: nessuna.

Connessioni, memoria, batteria

Il lato sinistro presenta uno sportellino dietro al quale sono celate, partendo dall’alto, la presa da 3,5mm per il microfono, la porta microUSB 3.0, la porta micro HDMI e l’ingresso da 2,5mm per lo scatto remoto. Oltre allo sportellino che protegge le connessioni, qui possiamo notare la leva di sgancio del display.

Sul lato destro è presente lo sportellino che protegge i 2 slot per le schede SD (di tipo UHS-II); qui ho un dettaglio curioso: in tutte le altre macchine fotografiche in mio possesso, l’azione per sbloccare lo sportellino si esegue tirando verso di sé o lo sportellino stesso oppure una leva, mentre in questa Fuji l’azione è contraria e praticamente sempre mi trovo a dover ripetere l’operazione perché ormai la mia memoria muscolare mi suggerisce il movimento classico. Il doppio slot consente la memorizzazione sequenziale dei file sulle 2 schede, il backup automatico oppure il salvataggio RAW su una scheda e JPG sull’altra. Piccola nota: per i filmati non è possibile utilizzare il backup né la scrittura sequenziale, dovremo semplicemente scegliere su quale scheda salvare i filmati.

Analizzando invece il lato inferiore, abbiamo lo sportellino per la batteria, dove vi faccio notare un altro dettaglio curioso di questa Fuji: il gancio di sblocco è di colore arancione e sotto le batterie originali è presente un quadrato (o cerchio) arancione che va allineato con questo. Un semplice ma molto efficace metodo per inserire la batteria nel verso giusto. Spostandoci oltre c’è l’ingresso per l’attacco al cavalletto ed una connessione (protetta da uno sportello in gomma removibile) che serve per far comunicare la X-T2 con il proprio battery grip. La durata della batteria dichiarata dalla casa è di circa 340 foto (in modalità normale). Nella mia breve esperienza posso confermare questa durata ed estenderla anche ad oltre 400 scatti a seconda del modo di utilizzo. Per quanto riguarda l’eventuale innesto di battery grip con le 2 batterie aggiuntive, secondo Fuji l’autonomia passa a 1000 scatti, ma penso sia superiore perché durante le giornate d’uso non sono mai arrivato oltre gli 800 scatti e avevo ancora una batteria completamente carica.

Faccio una piccola menzione anche per il VPB-XT2 che è il più particolare grip che io abbia mai visto a partire dalla strana sagomatura che aggiunge uno spessore al grip frontale della X-T2. La connessione con il corpo macchina avviene meccanicamente tramite l’aggancio treppiedi ed elettricamente tramite un connettore proprietario a 25 poli. I pulsanti non sono messi esattamente come sul corpo principale e dispone inoltre di uno switch a due vie per la selezione della modalità (normal o boost). In asse con il pulsante di scatto vi è un selettore che permette di bloccare tutti i pulsanti ed in questo modo viene usato praticamente solo come riserva di energia per la X-T2. Sul lato sinistro abbiamo l’accesso alle batterie e uno sportellino in gomma che protegge l’uscita per le cuffie (da 3,5mm) e l’ingresso per l’alimentatore nel caso vogliamo alimentare o caricare le batterie senza usare il caricabatterie fornito. Un ultimo dettaglio è proprio nella slitta delle batterie: queste sono poste una di seguito all’altra e i vani sono etichettati come L (left, sinistra) e R (right, destra). Sembra un dettaglio inutile ma quando si scatta con il battery grip inserito, sul display compare lo stato di tutte le batterie con L ed R, così possiamo cambiare solo quella effettivamente scarica.

La X-T2 mantiene le stesse funzionalità wireless della X-Pro2, ovvero una connessione Wi-Fi stabile e funzionante, ma che ha dei limiti nel software fornito a corredo. Le funzioni selezionabili dall’app (disponibile per Android e iOS) sono:

  • Telecomando (include uno schermo remoto)
  • Ricevi (permette di ricevere le immagini dalla X-T2)
  • Cerca fotocamera (che mostra le foto già scattate dalla X-T2)
  • Geotagging (include le coordinate GPS nelle foto)

Purtroppo restano i difetti legati all’app che non permettono il passaggio da una funzione all’altra senza disconnessione, la mancanza di una modalità orizzontale e di una modalità solo monitor. I pregi invece sono il completo controllo delle opzioni relative allo scatto (apertura, tempo, ISO, WB, flash e autoscatto), la velocità e la quasi totale assenza di lag durante la connessione. Non possiamo però cambiare parametri come l’AF, la risoluzione di foto e video o il metering, quindi ci sono ancora molti aggiustamenti da fare ma in linea di massima è una funzione utilizzabile.

Video

Un altro aspetto che è molto migliorato rispetto alla X-Pro2 è quello dei video. Qui abbiamo più opzioni, un AF continuo nettamente superiore ed è arrivata anche la risoluzione 4K a 30fps. Innanzitutto la X-T2 dispone di un modo video separato dal lato foto, attivabile spostando tutto a sinistra il selettore del metodo drive, le opzioni relative ai filmati sono poche e tutte racchiuse nel menu filmato:

  • Risoluzione del filmato
  • Modalità AF
  • Display info su uscita HDMI
  • Uscita filmato 4K
  • Controllo registrazione HDMI
  • Regolazione livello microfono

In pratica possiamo regolare la risoluzione fra la 4K (2160p), FullHD (1080p) e HD (720p) con un framerate di 59,94 o 50fps (solo FullHD e HD) e 29,97/25/24/23,98 per tutte le modalità. L’AF è selezionabile tra la modalità multi (scelta automatica della MAF) e la modalità Area (scelta della zona di MAF tramite joystick, la zona è modificabile durante la registrazione). I file 4K possono essere salvati direttamente su SD oppure inviati tramite HDMI ad un registratore esterno, ma è solo tramite quest’ultima modalità che è possibile registrare in F-Log; inoltre l’uscita HDMI può essere utilizzata anche per visualizzare le informazioni su un monitor esterno e qui può tornarci utile l’opzione display info HDMI. Il microfono interno può essere regolato su 20 livelli, ma non possiede una modalità automatica; i vu meter sono visualizzati sul display ma non c’è un modo veloce per adattare il volume di registrazione all’ambiente se non quello di stoppare la registrazione e passare per il menu. Inoltre il microfono integrato non è qualitativamente adeguato, quindi consiglio l’uso di quelli esterni come l’ottimo VideoMic Pro Rycote.

Guardando i video generati, ci rendiamo conto che la qualità è generalmente molto alta (FullHD da 100Mbps), tiene bene il rumore fino a 2500 ISO ed è possibile utilizzare le simulazioni pellicola per donare un aspetto originale alle proprie riprese. Ho provato anche il formato 4K per verificare la bontà della risoluzione; il fattore di crop per i video 4K è di 1,17x (sul sensore APS-C) e il data rate è sempre di 100Mbps. Non ho potuto testare l’uscita HDMI e il profilo F-Log, ma per chi abbia interesse in tal senso segnalo che l’uscita è una 4:2:2 8 bit e che il profilo F-Log restituisce immagini flat con un’ottima gamma dinamica.

Conclusione

La Fujifilm X-T2 è senza dubbio la migliore mirrorless che io abbia mai provato, lo dico senza ombra di dubbio. Ha dei piccoli difetti, ma Fujifilm ha dimostrato di saper adeguare i propri prodotti con dei firmware update specifici e continuativi, conto quindi che verranno presto risolti. Le foto che scattiamo sono davvero ottime: in qualunque condizione io mi sia trovato, non è stato possibile mettere in difficoltà questa macchina. Lato video ha un grande potenziale, i filmati sono generalmente molto buoni, peccato solo l’impossibilità di utilizzare il profilo F-Log con la registrazione su SD. La buona autonomia (per il mondo mirrorless), il giusto feeling, l’ampia possibilità di personalizzazione, il grande (e qualitativamente valido) parco ottiche del sistema X la rendono perfetta per qualunque uso: street, fotografia di cerimonia, pubblicità, foto in studio, paesaggistica… ogni utente potrà spremere il meglio da questa macchina in base alle sue necessità. Il prezzo per il solo corpo è di 1630€ su Amazon e comprendo possa sembrare elevato rispetto alla concorrenza, ma credo sia proporzionale per la qualità e le funzionalità offerte. Ultima nota a margine: ho concluso questa recensione qualche settimana dopo aver riconsegnato la X-T2 e ritornare a lavorare di nuovo con la 5D Mark III è diventato incredibilmente pesante.

fujifilm-xt2-promo-cinesud

Vi segnalo una eccellente promozione in corso nel negozio Cine Sud Megastore, dove la Fujifilm X-T2 si può acquistare in questo momento a soli 1549,99€. Il prezzo è già di per sé ottimo ma lo è ancora di più se si considera che si tratta di fotocamere ufficiali italiane, essendo Cine Sud un Fujifilm Professional Dealer.

PRO
+ Ottima qualità di immagine
+ Resa ad alti ISO migliore della media
+ Maneggevole e leggera
+ Ampio parco ottiche Fujinon X
+ Buona possibilità di scelta dei formati video
+ Connettività completa Wireless/wired
+ Emulazione pellicole storiche Fujifilm
+ Messa a fuoco molto precisa
+ AF-C completo
+ Raffica veloce (vedi contro)
+ Corpo tropicalizzato contro polvere e schizzi d’acqua
+ Risoluzione e luminosità del display
+ Metering e WB precisi ed affidabili (vedi contro)
+ Doppio Slot SD (il principale è UHS-II)
+ Comodi aiuti alla MAF manuale (focus peaking e immagine divisa)
+ Porta Sync
+ Aggiornamenti firmware costanti

CONTRO
- Video F-Log solo su uscita HDMI
- Buffer migliorabile
- Display non è touch (ma per l’AF c’è il comodo joystick)
- WB non sempre costante durante scatti multipli in mod. boost
- Uscita cuffie non presente sul corpo (ma si ottiene con il Vertical Power Booster)

DA CONSIDERARE
| Scattando in modalità boost senza il grip, tende a scaldare nella zona in basso a sinistra
| L’autonomia è buona per una mirrorless, ma servono comunque altre batterie
| Flash non integrato (ma fornito a corredo)
| Fujifilm ci ha abituato ad importanti e costanti aggiornamenti firmware che tengono alto nel tempo il valore della macchina fotografica
| Il risveglio dalla modalità di risparmio energetico si ottiene solo premendo a lungo sul pulsante di scatto fino a metà corsa

Massimiliano Latella

Guest Editor - Fotografo matrimonialista, suono il Basso e la tecnologia è il mio leitmotiv.

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