Recensione: iPhone 8 Plus, l’àncora che non ferma il progresso

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E siamo arrivati ad 8. Nel recensire un iPhone le mie conclusioni si assomigliano tutte: probabilmente negli ultimi quattro modelli non ci sono mai state rivoluzioni tali da giustificare un cambio di smartphone di anno in anno. O almeno, non per l’utente medio. Poi è chiaro che l’appassionato di tecnologia può tranquillamente considerare fondamentale ed imprescindibile qualsiasi piccolo upgrade che venga inserito nel nuovo, ma è la sua scimmia a consigliarlo. Apple stessa ha lavorato sulle generazioni “s” proprio per gestire ed assecondare un ritmo più rilassato. Le vendite tendono naturalmente ad indirizzarsi sull’iPhone con il numero più alto, tuttavia ci troviamo sempre a ripetere che avendo il modello precedente non c’è “bisogno” di aggiornarlo. È un concetto che si lega a doppio filo con l’ottima longevità di questi dispositivi, tant’è che il 6 ha iniziato a faticare solo con iOS 11 (e spero che gli aggiornamenti futuri lo migliorino); ma il 6s – che uso – va benone. Un ragionamento simile si poteva già fare prima ma non c’è dubbio che le valutazioni si siano cristallizzate da quando le dimensioni degli schermi ed il design sono rimasti pressoché immutati. Dopo quattro anni ci troviamo di fronte ad uno smartphone che deve essere analizzato da un esperto per notare le differenze esteriori dal suo lontano discendente. Qualche piccola modifica c’è sempre, per cui la posizione delle bande per le antenne, la doppia fotocamera sporgente, il materiale della scocca, quando non il colore o la finitura, tradiscono il nuovo modello agli occhi di chi sa cosa cercare. In questa recensione si potrebbe fare un copia e incolla del testo usato per l’iPhone 7 e modificare solo qua e là per introdurre la maggiore velocità del SoC, il retro in vetro e qualche altra cosa, ma le conclusioni sarebbero identiche se non ci fosse un certo iPhone X.

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X che sta per 10 – gli anni passati dal primo esemplare – ma che si pensa sia stata preferita per un tributo al nome storico di macOS e magari perché più gradevole da vedere. In realtà io credo che questa rispecchi un’altra esigenza, quella di diversificare meglio le linee di prodotto ed evitare di trovarsi contemporaneamente con iPhone 8 e 10. I numeri non cambiano, ma la presentazione differente li colloca in due aree distinte e prova a limitare il rischio di sovrapposizione. Dopotutto la massa, non in senso denigratorio ma numerico, lo chiamerà iPhone “ics”, qui da noi come nel resto del mondo (non per niente ne parlava anche John Gruber prima del lancio) e questo finirà per far gioco ad Apple. Nomi a parte, il nuovo iPhone quest’anno non è certamente l’8, che sembra più un’àncora di sicurezza per Apple e per gli utenti mentre si sperimenta per il futuro. Tuttavia questo si propone con una buona dose di migliorie e potrebbe non essere l’ultimo della sua specie. Lo si può preferire alla generazione X per diversi motivi, iniziando dal prezzo e finendo sui possibili dubbi dovuti ad un sostanziale cambiamento del paradigma di utilizzo del “nuovo”, che deriva dall’assenza del Touch ID e si concretizza in mille sfaccettature: nuovi gesti da imparare, incertezze su pregi e difetti del Face ID, inestetismi dovuti alla barra sensori, insicurezza sui reali vantaggi di uno schermo più stretto ed alto. Se lo spartiacque del prezzo è e rimarrà quello (al netto di eventuali offerte che non credo arriveranno prima del 2018, vista l’iniziale richiesta e la scarsa produzione di X), i dubbi sulla funzionalità del nuovo design non sono stati ancora del tutto mitigati. È questo, secondo me, che ancora oggi frena le vendite dei modelli Plus (piuttosto vicini ad X per il prezzo), mentre il piccolo 8 viaggia abbastanza indisturbato.

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Di contro – e poi cerco di interrompere i riferimenti incrociati – credo che molti non abbiano capito le reali dimensioni dei tre esemplari. Lo schermo dell’iPhone Plus è circa 6mm più largo rispetto ad X che avrà quasi gli stessi pixel in larghezza (1125 invece dei vecchi 1080), per cui un testo di un documento o una pagina web si continuerà a vedere più grande sul Plus. Sapete quante persone lo scelgono proprio per questo? In tutta sincerità non ho una percentuale ufficiale da darvi per sostenere la mia tesi, ma sono pronto a scommettere che siano tante ed io sono tra queste, dato che altrimenti sarebbe folle non preferire la maggiore comodità del fratello minore. E chi faceva proprio questo ragionamento sull’ergonomia e sceglieva il 4,7”, ora potrà acquistare uno schermo da 5,8” in un dispositivo più largo di soli 3mm. L’iPhone X, insomma, si propone di salvare capre e cavoli, come si sperava ormai da tempo visto che le cornici degli iPhone sembravano già troppo invadenti al tempo del 6s e sono passati altri due anni. La concorrenza fa molto meglio, è sotto gli occhi di tutti, ed Apple non poteva rimanere a guardare. Giusto un ultimo appunto lo vorrei fare proprio sullo schermo, perché è vero che 5,8” sono più di 5,5” ma questi indicano la diagonale e non la superficie: avendo un formato più allungato, bordi curvi e il taglio superiore del notch (che io chiamo “barra sensori”) lo schermo di X ha un’area inferiore a quello del Plus.

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Caratteristiche principali

Un amico mi ha chiesto di elencargli le novità dell’iPhone 8 rispetto al 7 e sono partito con la solita frase: può sembrare di no, ma è cambiato tutto. In effetti, iniziando così, ho sempre potuto elencare poi i grandi cambiamenti insieme a quelli piccoli per completare il quadro della novità. Non la considero una forzatura perché se migliorano processore, memoria, fotocamera, schermo, antenne e audio… beh, non si può certo dire che sia lo stesso di prima. Al netto di questo design bello ma stantio, anche l’8 ha i suoi miglioramenti e consente di spuntare tutte le voci sopraelencate con qualche altra aggiunta.

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Design ed ergonomia

L’unico reale cambiamento esteriore di iPhone 7s… ehm, 8… è il retro in vetro. In sintesi questo vuol dire: maggior peso e ditate assicurate. Il logo, il flash e le scritte sono finiti tutti al di sotto dello scintillante Gorilla Glass, che rimane completamente liscio sotto le dita ed ha un grip migliore dell’alluminio. Esteticamente è più piacevole e richiama un po’ i vecchi 3G, seppure il materiale sia differente. La resa sul nero è ottima, forse è più sul grigio molto scuro ma l’eleganza ne ha persino guadagnato rispetto le due varianti opache e lucide del 7, prendendo i vantaggi di entrambe.

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Classico e rassicurante il bianco, in cui il retro tende al grigio chiaro e che ho scelto prima di vedere quello oro dal vivo. Quest’ultimo è davvero molto riuscito, oltre che inedito, sembra quasi un crema sul dorso mentre la cornice si avvicina al rame. In termini di resistenza ci troviamo di fronte ad un materiale molto più duro rispetto all’alluminio, per cui non c’è possibilità di piegarlo (anche se già con il 7 era difficile) ma è diventato più facile lesionarlo. In fin dei conti la parte più delicata in caso di cadute è sempre stata il frontale per via del vetro e, per quanto migliori di generazione in generazione, averlo anche sul posteriore raddoppia il rischio. Ed è così gradevole al tatto che sarà ancora più difficile cedere alla tentazione di piazzarci una cover. Al massimo potrebbe essere interessante un vetro temperato sottile e curvo ai bordi, tanto rimarrebbe sempre al di sotto della sporgenza della fotocamera. Perché sì, quella è rimasta dov’era, con il gradevole dettaglio del richiamo di alluminio intorno (si apprezza meglio sul colore oro).

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Frontalmente, lo sappiamo, non ci sono cambiamenti. È vecchio? È familiare? Punti di vista. Di certo il primo impatto grida noia ma rispetto ad altri smartphone con cornici così evidenti – vedi l’ultimo Pixel 2 non XL – almeno su iPhone queste sono alleggerite dalla presenza di elementi funzionali e decorativi, come il Touch ID o lo stesso altoparlante. Provate ad immaginarlo senza di questi e capirete cosa intendo. Di certo non è lo smartphone ideale per chi ha voglia di novità, mentre chi bada al sodo potrebbe anche optare per un 7, specie ora che si trovano a buoni prezzi (ricordate di seguire il nostro canale delle @SaggeOfferte su Telegram). La presenza del modello X evidenzia l’età del vecchio design ma in un certo senso lo legittima: senza il nuovo, un ennesimo iPhone con questo frontale sarebbe stato un ripiego per molti, mentre chi lo sceglie oggi lo fa consapevolmente e non perché non ci sono alternative più moderne in casa Apple. Questo da un punto di vista meramente estetico; le cose si complicano mettendo in mezzo anche il prezzo, ma di questo parleremo nelle conclusioni.

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Display

Io lo chiamo False Tone invece di True Tone, perché il sistema che modifica la temperatura dello schermo in base al sensore ambientale non fa altro che cambiare il punto di bianco. Cosa che sarebbe anche giustissima, se si partisse da una calibrazione hardware esatta, ma non essendo così due iPhone nello stesso ambiente e con True Tone attivo avranno quasi sempre una temperatura colore diversa. Lo stesso discorso lo avevo già analizzato con iPad Pro (recensione) e non mi stupisce, d’altronde anche sui monitor per computer bisogna arrivare ai modelli professionali per avere una calibrazione attenta fin dalla fabbrica. Su iPad Pro l’uso del True Tone poteva essere sconsigliato giusto nel caso di elaborazione foto e video, mentre su iPhone gli aspetti negativi si riducono ulteriormente. Alla fine non fa altro che addolcire la tinta dello schermo in base all’ambiente, così che questo non risulti stridente o fastidioso anche a massima luminosità.

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Il pannello è sempre IPS ed ha la medesima risoluzione e gamma (P3) dei precedenti. Penso si possa dire che sia proprio identico e l’impressione è che si sia raggiunta la vetta più elevata per questa tecnologia. Nel suo segmento è considerato il migliore perché offre colori ricchi e vividi, visualizzazione ottima anche da angoli estremi ed una densità che non eccelle ma nemmeno lascia intravedere alcun limite ad occhio nudo, anche con testi molto piccoli. Certo l’ombra dell’OLED di iPhone X si fa sentire, in particolare per il suo nero assoluto, tuttavia questa tecnologia è generalmente meno efficiente nel mostrare un bianco candido e squillante. La luminosità massima, insomma, dovrebbe essere inferiore, ma la visibilità all’esterno potrebbe comunque essere migliore proprio per via del fatto che il nero è assoluto e il contrasto sarà incredibilmente più elevato (nei TV OLED si usa spesso dire “contrasto infinito”). Il display di iPhone 8 è dunque classificabile nell’area del buono ma senza eccellenza, motivo per cui Apple avrebbe potuto fare un piccolo sforzo per renderlo più appetibile, magari introducendo la frequenze di refresh da 120Hz che abbiamo avuto modo di apprezzare su iPad Pro 10,5” (recensione) per la sua capacità di rendere tutto ancora più naturale. Ma non essendoci neanche su X, era impossibile vedere True Motion su iPhone 8.

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Audio

Gli altoparlanti mantengono l’originale disposizione del precedente iPhone: uno frontale in alto ed uno laterale in basso. L’effetto stereo con due speaker così vicini e disposti nella stessa direzione è difficile da ottenere, mentre con questa soluzione (nata forse anche come ripiego per non modificare il design) il risultato è stato migliore. A seconda della disposizione del telefono uno dei due si può parzialmente coprire con la mano ma è più frequente il caso in cui riesca ad offrire una maggiore spazialità, anche di rimbalzo. Rispetto ad iPhone 7 Apple certifica un aumento di volume del 20% che non discuto, ma al mio orecchio è più che altro migliorata la qualità. Avverto una maggiore precisione, in particolare nella riproduzione dei medi. Forse si può fare anche di meglio ma credo che il livello raggiunto sia già molto elevato.

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Fotocamere

Ditemi quel che volete ma insistere nel mantenere il modello piccolo inferiore dal punto di vista fotografico non mi piace. Non è che ce lo stiano regalando e si possa dire a caval donato… oltretutto la soluzione trovata da Apple per il riconoscimento della terza dimensione – utilizzata per zoom ottico e ritratto – richiede la doppia fotocamera, per cui su iPhone 8 non si potranno avere alcune delle migliori funzionalità fotografiche di iOS. Per la stessa ragione io sono uscito dallo Store con un 8 Plus ma parzialmente insoddisfatto, perché questa volta avrei preferito il più piccolo. Su iPhone X Apple ha migliorato la luminosità del teleobiettivo (f/2,4 vs 2,8) e lo ha dotato di stabilizzazione ottica come nell’obiettivo grandangolare, mentre su 8 e 8 Plus le specifiche sono immutate rispetto ai 7 (gli EXIF dicono questo). Pur rimanendo i medesimi 12MP si è parlato di un nuovo sensore: è forse a lui che dobbiamo i piccolissimi miglioramenti riscontrati nelle fotografie? Io ritengo che non siano merito di un nuovo sensore bensì dell’elaborazione del processore d’immagine ISP.

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Le foto dell’iPhone 8 sono quasi identiche a quelle del 7 ma, a seconda delle condizioni, si può apprezzare una profondità colore più estesa ed immagini che diventano più vivide. Il nuovo formato di registrazione HEIF consente una più efficiente compressione e promette file più leggeri a parità di qualità rispetto il JPG. Ho letto qualche parere controverso in merito, eppure a me sembra che la differenza reale tra i due sia mediamente impercettibile. Se c’è qualcosa in meno viene fuori giusto nella visione al 100% dei dettagli più fini e nelle ombre, tant’è che si sarebbe forse potuta azzardare una terza via: HEIF ma con compressione inferiore. Come a proporre stessa qualità in file più piccoli o medesimi file con più qualità. In ambito audio, ad esempio, siamo passati dai primi MP3 tipicamente diffusi a 128Kb/s a quelli da 320Kb/s in AAC di Apple Music. Avrei quindi sfruttato l’occasione per compiere anche un passo in direzione del miglioramento.

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Le fotografie catturate con i nuovi effetti luce sono basate sull’uso della doppia fotocamera in modalità ritratto, e, per questo motivo, rimangono una esclusiva del modello Plus. Sono carini, ci si può divertire, e in condizioni ottimali riescono persino a stupire. Nella maggior parte dei casi, però, la resa mi sembra deludende. Lo scontorno automatico dei volti funziona bene con capelli dalla sagoma perfetta e sfondi il più possibile omogenei, altrimenti l’effetto wow finisce appena si guarda la foto più da vicino. In altri casi non riesce nemmeno ad identificare perfettamente il viso (se sono due evitate proprio) e i “filtri” che scuriscono lo sfondo finiscono per ombreggiare la faccia (vedi immagine superiore). Per fortuna l’operazione è reversibile, per cui si può sempre riavere la fotografia originale e pulita tramite il rullino. È molto più divertente, secondo me, l’effetto che simula la lunga esposizione. Anche qui ci sono limiti, perché la fusione fa perdere dettaglio e non ci devono essere soggetti troppo vicini se scattiamo senza cavalletto (altrimenti si vedono doppi per il movimento della mano), però credo che colpisca più questo che non l’illuminazione ritratto.

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Lo so che in giro vedete confronti dell’iPhone con le medio formato da 20.000€, ma una roba del genere io non ve la posso propinare. Siete più intelligenti di così e non potete pensare che un sensore microscopico con un obiettivo grande come una goccia di rugiada possa avvicinarsi, anche solo di striscio, ad uno strumento professionale. Alla fine le tecnologie usate sono le stesse, parlo dei sensori e delle ottiche, per cui i miglioramenti negli smartphone si ritroveranno anche nei segmenti superiori ed è fisicamente impossibile che si possa arrivare all’uguaglianza reale dei risultati. Che poi si possano fare delle foto bellissime ed impensabili fino a poco tempo fa non ci piove, alla fine l’Arte non sta nei pixel, ma ci sono delle differenze imprescindibili nella prospettiva, nel dettaglio, nei colori, nella profondità di campo, nella fedeltà cromatica, nella aberrazioni ottiche, sensibilità, ecc.. che non potranno mai essere risolte del tutto.  Certo va detto che ci si sta provando ad ingannare la nostra percezione e lo si sta facendo sfruttando l’unica cosa di cui gli smartphone abbondano: la potenza di calcolo.

Apple ha messo la tecnologia di base negli obiettivi, mentre Google ha dimostrato con i Pixel 2 che si può sfruttare più semplicemente il sensore, coadiuvandolo proprio con la grande potenza di calcolo e l’ormai onnipresente machine learning. In sostanza è un’idea molto simile a quella del Dual Pixel CMOS di Canon (secondo me sono persino imparentati, anche se usati per scopi differenti) per cui ogni pixel è diviso in due sub-pixel e riesce così a valutare la terza dimensione analizzando le differenze tra le immagini catturate dalle parti sinistra e destra. Un po’ più complesso da capire ed elaborare rispetto a due obiettivi che lavorano come due occhi ma con alcuni vantaggi sulla carta, il primo dei quali è la possibilità di funzionamento anche con una sola fotocamera. Difatti nei nuovi Pixel si può effetto la profondità simulata anche nella fotocamera frontale, che, per giunta, è decisamente superiore a quella di iPhone 8 (che fa il suo, ma nulla più).

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Sul fronte video si apprezzano due cose principali: i miglioramenti generali su gamma e colori già visti nelle foto e la sempre buona resa della stabilizzazione mista ottico-elettronica. Non mi piace molto che in fase di cattura traballi tutto e non si possa avere un’idea del miglioramento che apporterà il software appena premuto stop, ma credo sia una scelta ponderata per assegnare le risorse massime all’operazione di stabilizzazione (che infatti avviene in modo istantaneo premendo stop). Grazie alla migliorata capacità di calcolo ed al più efficiente codec HEVC/H.265, iPhone 8 è anche in grado di raddoppiare il framerate di registrazione su 4K e 1080p. Una volta abilitato il nuovo formato si avrà la possibilità di scegliere il 4K a 60fps e lo slow-motion 1080p a 240fps: numeri che fanno invidia alle migliori e più costose action camera. Il peso dei file non cresce molto grazie al passaggio da H.264 a H.265 e non si avverte nessuna limitazione fintanto che si rimane su iOS. Passando i video al computer per elaborazioni o montaggio, ci si scontra con una maggiore richiesta per l’hardware non ottimizzato ed un supporto software ancora non diffusissimo, per cui alcuni programmi non digeriscono ancora HEVC nativamente.

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Purtroppo Apple ha limitato le possibilità di scelta agli utenti integrando l’attivazione dei nuovi formati video/foto in un unico toggle delle impostazioni, forse per via di funzionalità “miste” come Live Foto o anche perché se si decide di abbracciare il miglioramento ha senso farlo completamente. Tuttavia sarebbe stato utile avere la possibilità di scegliere separatamente, perché se oggi voglio maggiore praticità devo ancora girare video in H.264 ma non ho problemi a salvare le foto in HEIF. Meglio ancora sarebbe poter cambiare impostazioni di qualità e formato al volo nell’app Fotocamera, ma Apple sembra davvero sorda da quest’orecchio e costringe gli utenti più attenti o con esigenze specifiche a continui balzelli.

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Prestazioni

Questo paragrafo si potrebbe riassumere in una sola parola: impressionante. Temo che non ci resti altro che imbracciare il violino e fare una serenata ad Apple. Usare l’iPhone 8 è un piacere in ogni circostanza, lo smartphone è sempre reattivissimo e anche le app più complesse viaggiano spedite. Non che il 7 sia improvvisamente lento, eppure ho notato davvero un passo avanti netto questa volta. Di norma l’iPhone immediatamente precedente mi sembrava identico nelle prime battute, invece l’8 è più rapido fin da subito. E l’ho notato sia nelle attività del quotidiano che nella gestione di video e fotografie. I punteggi di Geekbench sono pesanti e ricordano chiaramente chi detta le regole quando si parla di prestazioni: inutile che si sfoderino mille core e ci si faccia il bagno nella RAM, il SoC A11 Bionic le dà a tutti. Soprattutto perché, su mobile come su desktop, la maggior parte delle attività semplici si appoggiano prima di tutto alle prestazioni dei core singoli e su questo ambito Apple non ha alcun rivale. Giusto in multi-core Qualcomm può tentare un avvicinamento andando a metterne di più, ma nell’uso reale l’iPhone non si batte. Se sommate la fluidità delle interfacce, i tempi di avvio e riavvio delle app, la velocità di rendering video e cose del genere, non mi pare davvero che ci siano smartphone Android che possano fare di meglio. Con la potenza bruta si può ottenere un vantaggio in un singolo task, ma nell’insieme il confronto rimane impari per come la vedo io. Il SoC A11 Bionic ha 6-core complessivi (2+4) e riesce ad usarli in modo completamente flessibile, adattandosi alle circostanze per erogare massima potenza o risparmiare più energia. La stessa identica tecnologia, che abbiamo meglio descritto in questo articolo, è anche presente nell’iPhone X. Come a dire: meglio di questo non si può fare.

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Software

Qualche miglioramento iOS 11 lo ha davvero apportato, andando a perfezionare molti aspetti e ad aggiungere funzionalità (emoji incluse, ovviamente). Io ho iniziato ad usarlo dalla prima o seconda Beta, per cui faccio fatica ormai a ricordare quanti e quali fossero, ma di certo apprezzo tutti i giorni il Control Center personalizzato, le funzionalità di trascinamento a più dita (ad esempio per riorganizzare le icone nella home), la registrazione schermo nativa, il nuovo sistema di gestione degli screenshot e tante altre piccole cose utili. Ovviamente è su iPad che iOS 11 dà il meglio, ma già sul piccolo schermo degli iPhone ci sono molte migliorie un po’ ovunque e altre le scopro giornalmente. Ciò non toglie che ci siano ancora aspetti da perfezionare e i dieci più importanti li ho elencati nell’articolo iOS 12 wishlist.

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Batteria

Più che su un calcolo al centesimo di secondo, il mio test della batteria si basa sull’uso quotidiano e continuativo. Soprattutto perché gli aggiornamenti di iOS 11, ancora alle prime versioni, apportano spesso cambiamenti significativi. Gli iPhone non sono mai stati dei campioni di autonomia, questo si sa, tant’è che chi preferisce il Plus lo fa per uno (o tutti) di questi motivi: doppia fotocamera, schermo più ampio, batteria migliore. Oltretutto la tecnologia in tal senso viene perfezionata anno dopo anno, ma i miglioramenti davvero rilevanti sono di là da venire. Anche guardando al passato, direi che l’obiettivo di Apple sia rimasto sempre lo stesso: aumentare la potenza mantenendo invariata l’autonomia. Il problema è che il target di durata dei modelli da 4,7″ è un giorno con uso leggero e con iOS perfettamente ottimizzato: se viene meno una delle due cose ci si trova a dover ricaricare nel pomeriggio. Con i Plus c’è un vantaggio concreto, in effetti, tant’è che la giornata si chiude tranquillamente anche facendone un uso decisamente più intenso. Il modello X sembra aprire nuove strade per il futuro, visto che la disposizione a doppio livello ha concesso l’introduzione di una batteria molto più capiente in relazione allo spazio disponibile, mentre gli 8 si mantengono più o meno sugli stessi risultati dei 7. Nessun cambiamento qui…

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La novità più ghiotta, secondo me, è la ricarica ad induzione Qi. Oltre alla comodità di aver abbracciato uno standard di settore pre-esistente (un mezzo miracolo parlando di Apple), ci viene in aiuto proprio per aumentare la durata della batteria senza il minimo sforzo. Con circa 10€, o poco più per i modelli meglio curati, si può posizionare una base di ricarica sulla scrivania, se si lavora in un ufficio, e in qualsiasi altro posto si frequenti spesso. Tra i lati negativi che alcuni detrattori hanno sempre criticato al sistema Qi vi è quello di non poter usare il telefono mentre è poggiato sulla basetta. Personalmente mi pare una sciocchezza infinita perché è vero che non posso sollevarlo senza fermare la ricarica, ma è anche vero che se la interrompo per qualche istante non succede niente. È proprio questo il bello: basta riappoggiarlo, non bisogna connettere cavi. Per giunta per le telefonate io preferisco usare auricolari o cuffie BT, per cui non ho problemi anche sotto carica, e volendo si può comunque guardare lo schermo pure se è disteso in orizzontale. Senza considerare che esistono già basi Qi con stand che tengono lo schermo sollevato, dunque un’altra critica spezzata. La ricarica è più lenta rispetto al cavo, questo sì, ma chi ha detto che sia un male? Intanto mettere le batterie sotto carica pochi minuti alla volta non crea alcun problema con quelle moderne e, anzi, procedere piano non fa che prolungare la vita delle celle. Inoltre è una cosa in più, per riprendere un po’ di carica mentre il telefono non è in uso, non è che ci hanno tolto la porta Lightning. C’è solo da apprezzare le nuove possibilità offerte e l’unico lato negativo è che questa tecnologia sia arrivata così tardi (io non faccio che chiederla dai tempi del Nexus 4).

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Conclusione

L’iPhone X è uscito, molti di noi lo hanno già nelle proprie mani, ed è proprio quello che abbiamo voluto aspettare prima di pubblicare questa recensione, anche se ciò ha voluto dire arrivare molto più tardi di altri. Il punto è che l’iPhone 8 ha certamente luci ed ombre, ma quest’ultima è identificabile prima di tutto nel modello X. Ora che lo abbiamo visto dal vivo ed iniziato a provare, possiamo dire che messo a confronto degli 8 sembra in effetti diverse generazioni avanti. Ancora è presto per essere sicuri che “dieci” sarà in grado di fare la differenza anche in termini di esperienza d’uso, mentre l’8 è a tutti gli effetti un 7s (o volendo essere più cattivi un 6sss). Negli anni abbiamo comunque imparato che ogni “s” porta affinamenti al progetto iniziale e se ne possiamo contare addirittura 4 qualcosa vorrà pur dire. Probabilmente sarebbe bastato fare un lavoro simile a quello dell’iPad Pro 10,5″, andando a snellire di pochissimi millimetri le cornici, per restituire agli 8 ed 8 Plus un senso di ringiovanimento maggiore. I nuovi materiali e colorazioni sono davvero belli, ma non è sufficiente a cancellare quella fortissima sensazione di déjà-vu.

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Attenzione però a considerare inutili gli iPhone 8. Non sono serviti solo ad Apple come un’àncora ferma e rassicurante in termini di prezzo ed esperienza d’uso, perché c’è anche lo schermo da considerare. L’iPhone X ha un bel po’ di area in più rispetto all’8, ma la maggior parte di questa viene completamente vanificata dallo spazio che le app devono lasciare in basso e in alto per via della barra sensori e di quella in cui si compiono le gesture per far fronte all’assenza del tasto home. Infatti le app avranno lo schema tipico degli schermi piccoli anche in orizzontale, come sul 4,7″. Lo schermo del modello 8 Plus rimane non solo più grande in termini di superficie reale ma ha anche una larghezza superiore e contenuti che si vedono effettivamente più grandi. Oltre al fatto che X può non piacere, rimane quindi da considerare che per dimensioni e visione va per lo più ad equiparare (seppur migliorandolo) il modello da 4,7″, ma costa 350€ in più. Certo che non sarebbe stato male se gli 8 fossero costati di meno, ma è pure inutile star qui a parlarne dopo 10 anni di iPhone. Trovo invece potenzialmente interessante un possibile dilemma tra 8 Plus e X, soprattutto perché il primo da 256GB costa 70€ meno del secondo da 64GB. Per così poco sembrerebbe logico andare sul più futuristico e forse lo è davvero, ma se si guarda alla sostanza si potrebbe preferire la maggiore capienza, lo schermo più grande ed una esperienza d’uso super collaudata, al netto di possibili difetti che X potrà avere e che ancora non sappiamo per certi. Eppure non mi sembra per nulla facile pensarla così. Secondo me si venderanno tantissimi otto perché è il più abbordabile e compatto della nuova linea, si venderanno tanti dieci perché è la vera novità e forse un po’ meno Plus perché il prezzo si avvicina troppo alla stella più brillante. Eppure questi ultimi mi sembrano avere ancora quel piccolo vantaggio rispetto ad X che potrà portarli a soddisfare una specifica utenza meglio dell’altro. Persone per cui, finché non ci sarà un X Plus, la scelta potrebbe essere più complicata del previsto.

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PRO
+ Costruzione eccellente, materiali migliorati per durezza e sensazione tattile
+ È lo stesso, ma è sempre il miglior schermo IPS su piazza
+ L’A11 Bionic non ha davvero rivali
+ Audio stereo ancora migliore
+ Fotocamera con sviluppo più efficiente e nuovi effetti
+ Video 4K 60fps stabilizzato e con possibilità di zoom
+ Pulsante Home non meccanico e molto resistente
+ I tagli di memoria sono stati raddoppiati
+ Lo schermo del Plus rimane effettivamente più ampio di quello di X

CONTRO
- Rapporto schermo/dimensione davvero superatissimo
- Il nero rimane grigio con gli IPS, l’OLED di iPhone X fa gola
- Manca il mini-jack e l’adattatore gratuito sopperisce solo in parte
- Fotocamera frontale buona ma non eccellente
- Non si piega ma il rischio di rotture è doppio col vetro anche dietro
- Prezzo elevato

DA CONSIDERARE
| È un iPhone “legacy”, soddisfa chi vuole il nuovo ma preferisce non cambiare troppo
| Il design è il solito ma le nuove finiture sono molto belle
| La memoria rimane non espandibile: scegliete il taglio giusto all’acquisto

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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