Sapete cosa mi sembra davvero incredibile? Guardare un computer del 1998 e pensare che sia così bello da desiderarlo 15 anni più avanti. E pensare che ne avevo uno esattamente come quello che vedete di seguito. Un iMac G3 acquistato l'anno in cui aprii il mio studio di grafica e poi venduto, in un momento di follia mille volte rimpianto.
Ora che si parla, o forse stra-parla, di un iPhone low cost, tutti si interrogano sul design che potrebbe avere. L'idea di un prodotto simile all'iPod touch leggermente più spesso e con modulo telefonico è tra le più gettonate, così come quella delle varianti di colore.
Apple e low cost non vanno d'accordo, e questo è abbastanza evidente. Se provate a chiederlo a qualsiasi persona che lavora a Cupertino vi dirà che lì si creano prodotti straordinari e questo difficilmente si coniuga con prezzi aggressivi. Oltretutto se si parla di iPhone ormai si pensa immediatamente a vetro, acciaio ed alluminio, materiali pregiati che sono divenuti la sua cifra stilistica fin dall'iPhone 4 e che hanno costi più elevati rispetto la plastica.
Eppure anche il policarbonato può avere il suo fascino, ce lo ricorda proprio l'iMac G3 visto in apertura. Ecco perché l'idea di Nickolay Lamm e Matteo Gianni vista su BusinessInsider è stuzzicante:
Dopotutto Jobs si è battuto per instillare nel DNA di Apple e dei suoi ingegneri l'amore per il bello, anche lì dove non batte il sole. Magari non faranno mai nulla del genere ma ciò non toglie che possa risultare piacevole, a prescindere dalla trasparenza. Un pizzico di freschezza che ben si coniugherebbe con un prodotto leggermente più economico, che è poi la traduzione di low cost in casa Apple.