Sin dall’introduzione di iTools fino alla dismissione di MobileMe, Apple era stata pioniera dello storage online con il suo iDisk (che inizialmente forniva ben 20 mb, una enormità nel 2000), uno spazio web che veniva visto da OS X come un drive esterno ed accessibile anche da iOS tramite l’app dedicata.
Con il lancio di iCloud, Cupertino ha deciso di eliminare iDisk (anche se Jobs tentò di acquistare Dropbox, rispondendo al rifiuto del fondatore dell’allora start-up con un secco “Siete solo un servizio”) in luogo della nuova formula di storage, accessibile, però, solo dalle app distribuite tramite i due App Store, le quali, inoltre, potevano modificare solo i documenti da esse create (o in esse importati tramite iTunes o con la funzione “Apri in…”) e non quelli associati ad altri programmi.
In Yosemite le cose cambieranno: grazie alla introduzione di iCloud Drive, accessibile in qualsiasi momento dalla barra laterale del Finder, sarà possibile visualizzare e modificare i file archiviati nel cloud di Apple. Ad esempio, sarà possibile aprire dal Mac (e anche da PC Windows) un foglio di calcolo creato con Numbers in iOS e anche esportato in .xlsx.
I 5 Gb di spazio gratuiti di iCloud Drive potranno essere aumentati a 20 Gb con circa 1€ al mese e a 200 Gb con 4€ al mese, tutto sommato dei prezzi ragionevoli anche se la base di 5GB sembra poca cosa considerato che include anche i backup dei dispositivi.
Se a Cupertino riusciranno a implementare anche la funzione di condivisione di file e cartelle come su Dropbox e Google Drive, iCloud Drive potrebbe diventare un competitor più economico del primo (che fornisce 100 Gb per $9,99 al mese) e più cool e pratico del secondo (che rimane molto più economico, chiedendo solo $1,99 dollari al mese per 100 Gb di spazio e $9,99 per 10 Tb, ma condivisi fra tutti i servizi Google).