Steve Jobs Confidential: la mia recensione (no spoiler)

Appena disponibile, ho subito prenotato la copia cartacea del nuovo libro Steve Jobs Confidential su Amazon per 16,92€ (titolo originale Becoming Steve Jobs). Quando mi è arrivato ho iniziato a leggerlo e, dopo le primissime pagine, mi sono accorto di non avere più un buon feeling con i “libri fisici”. La sera devi tenere una luce accesa per poter vedere il testo, le pagine lette vanno rigirate sul retro rischiando di forzare la delicata rilegatura e non puoi evidenziare comodamente i passaggi salienti senza “danneggiare” il libro. Inoltre, spesso mi capita di voler fare ricerche al volo su un evento o magari un personaggio citato (per saperne di più e vederlo in foto, cosa che mi aiuta a formare un percorso mnemonico), cosa che richiede comunque l’uso di un dispositivo elettronico, che sia uno smartphone o un tablet. Insomma, alla fine ho avvertito un certo disagio con la carta stampata ed ho deciso di comprare anche l’ebook. Con il senno di poi non è stata una scelta oculata sul piano economico, però mi sono in un certo senso “rassicurato” dicendomi che mi sarebbe rimasta la copia cartacea bella intatta per la mia personale libreria.

Mi restava da decidere se preferire la versione Kindle o quella su iBooks, entrambe vendute a 9,99€. Il Kindle offre il vantaggio di poter leggere anche su Android, ma alla fine ho preferito quella sullo store Apple, anche per un certo senso di coerenza. Leggo solo la notte, l’unico momento della giornata in cui ho veramente del “tempo libero”, e impostando iBooks con sfondo nero ed una luminosità molto bassa sull’iPad Air 2, sono riuscito a leggere senza affaticare gli occhi anche nel buio completo della camera da letto. Il tablet si può poggiare “sulla pancia”, per cui non si avverte il peso anche a distanza di tempo. Ho aperto la copertina (digitale) l’8 aprile e l’ho finito l’11, con una media di 132 pagine al giorno. Non so dire se sia molto o poco, non volevo fare una gara, ma di certo mi è risultato scorrevole e piacevole, senza mai annoiare più di tanto. Le mie aspettative, però, non erano molto elevate. È vero che il sottotitolo della versione inglese “The Evolution of a Reckless Upstart into a Visionary Leader” era piuttosto promettente, così come i vari leak emersi nei giorni precedenti la distribuzione, però ho già letto così tanto su Jobs e la Apple che non mi aspettavo comunque delle vere rivelazioni. In realtà è stato esattamente così, perché non ci sono colpi di scena clamorosi o eventi inediti particolarmente significati. Non voglio dire che non vi abbia trovato numerose “informazioni” mancanti nella mia percezione della Apple e di Jobs, ma nulla che mi abbia fatto cambiare drasticamente il mio precedente punto di vista o la visione del percorso che ha trasformato “Steve”, così ci si riferisce spesso l’autore, in uno degli uomini più influenti nella storia dell’informatica.

steve jobs confidential

La storia raccontata da Brent Schlender e Rick Tetzeli vede il primo dei due come voce narrante, perché è stato lui a seguire da vicino gli eventi significativi della vita di Jobs in quanto giornalista tecnologico. Schlender si è incontrato con Steve molte volte nel corso del tempo, fino a diventare “quasi un amico” per il cofondatore della Apple. In una particolare occasione è stato proprio lui a presentarlo così ad altre persone: un amico. Il loro rapporto è stato comunque fondato sul reciproco interesse, perché il giornalista era sempre a caccia di una nuova storia e Jobs amava “sfruttare” la stampa in virtù delle sue mirabili doti di venditore. Non saprei dire se Schlender abbia prima letto l’autobiografia autorizzata di Jobs e successivamente deciso di voler scrivere la “sua storia”, ma è chiaro che abbia maturato una percezione diversa dell’uomo che Walter Isaacson ha sostanzialmente definito come un genio bipolare, visionario ma stronzo (mia personale sintesi). In tutti i casi tra le pagine del libro di Schlender e Tetzeli si tratteggiano i contorni di un uomo più complesso e con una lato umano fortemente empatico. Per fortuna non viene dipinto come un santo, cosa che un po’ si poteva temere visto che il libro è stato in un certo senso promosso dagli uomini più importanti in Apple, tutti più o meno coinvolti con numerose interviste e citazioni rilasciate direttamente agli stessi autori. Certo, vi si può scorgere chiaramente una certa mistificazione dell’azienda fondata da Jobs e Wozniak, ma in fondo le affermazioni fatte sono corroborate dalla realtà degli avvenimenti storici.

A prescindere dal proprio punto di vista, Apple è stata di fatto la più grande azienda informatica della storia, arrivando persino a superare l’importanza della Microsoft. In tutti casi emerge anche il racconto dal punto di vista di Gates, la cui rilevanza non viene affatto sottaciuta e le cui azioni e parole sono riportate con altrettante enfasi e correttezza. Insomma, non aspettatevi un inno a Jobs, anche se viene comunque proposto un punto di vista più profondo e psicologicamente completo dell’uomo, grazie non solo alle esperienze di chi ha avuto con lui un pessimo rapporto, ma anche di quelle di chi vi ha stretto un’amicizia vera, profonda e sincera. Cook e Ive sono solo due di queste persone, ma nel libro si scorge con maggiore chiarezza anche l’importanza del periodo della NeXT e, ancora di più, le esperienze accumulate con la Pixar. C’è una larga parte dedicata alla vita di Jobs lontano dalla Apple, anche se in realtà si capirà bene che non si è mai veramente distaccato dal suo “primo amore”. Alla fine del libro c’è una lunga sezione in cui gli autori forniscono dettagli circa le fonti di informazioni utilizzate in ogni singolo capitolo. Personalmente non ho letto questa parte, ma ne ho apprezzato la presenza come la dimostrazione tangibile della credibilità del suo contenuto. La traduzione di Paolo Lucca non è scevra di difetti, con qualche “mela” di troppo e alcuni verbi non perfettamente calzanti, ma è sufficientemente trasparente da mettere in evidenza la forma asciutta e diretta dei due autori.

Essendo giornalisti del mondo tecnologico, Brent Schlender e Rick Tetzeli propongono una visione fortemente incentrata sugli eventi determinanti nella storia di Apple, marginalizzando alcuni passaggi come il periodo più giovanile e burrascoso della vita di Jobs. Ci sono pochi riferimenti ai suoi viaggi spirituali o alla sua formazione pre-adolescenziale, però si riesce comunque a scorgere un profilo psicologico sufficientemente profondo dell’uomo. Da questo punto di vista va intesa come una lettura complementare alla biografia ufficiale, che la integra con il punto di vista delle persone che hanno conosciuto, odiato e amato Steve Jobs. Alcuni aneddoti particolarmente enfatizzati dai media, come la sua stravagante alimentazione, l’avversione per l’uso di deodoranti o l’iniziale rifiuto della paternità, sono presenti anche in questo libro, ma a loro sono dedicate poche righe, concentrandosi di più sui rapporti umani e il dietro le quinte dei passaggi determinanti che hanno trasformato un uomo ostinato, visionario, incoerente, maleducato e incapace di gestire un’azienda, in un uomo ostinato, visionario, incoerente, maleducato ma al tempo stesso manager scrupoloso e di successo. In sostanza Jobs è sempre rimasto fedele a sé stesso, ma nel libro emerge il continuo lavoro di auto-critica e -miglioramento che ha caratterizzato la seconda fase della sua vita, quella iniziata con il ritorno in Apple. Si scoprono personaggi per lui molto importanti, stranamente non emersi altrettanto bene nell’autobiografia ufficiale, e si accenna costantemente anche alla sua vita privata, quella che con molta cura Jobs ha cercato di tenere lontano dai riflettori dei media.

La definirei sicuramente una lettura consigliata per chiunque voglia completare la sua conoscenza della Apple e della vita del suo cofondatore. Ci sono alcuni passaggi che mi sarebbe piaciuto vedere più approfonditi e altri a cui avrei dedicato meno attenzione, però il libro scorre piacevolmente. L’unica critica alla formula narrativa è il continuo salto temporale, avanti e indietro, in cui prima vengono anticipati eventi futuri e poi si ritorna indietro per raggiungerli gradualmente. E qualche immagine, di tanto in tanto, avrebbe aiutato ad immergersi meglio nella lettura. Se vi state chiedendo se sia il caso di dedicare del tempo della vostra vita per leggere questo libro, temo di non poter rispondere per voi. Sono certo, però, di essere contento di averlo fatto io.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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