Uno sguardo al mercato dei libri e all’universo degli ebook reader

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Leggere? Che barba che noia, che noia che barba! Noi italiani, è inutile negarlo, la pensiamo quasi tutti come Sandra Mondaini quando ci troviamo ad avere a che fare con un libro. Negli ultimi anni abbiamo acquisito la tendenza ad aspettare l’uscita del film, per non parlare degli audiolibri che, anche se poco diffusi, qualcuno usa proprio per evitare lo “sforzo” della lettura. Eppure non dovrebbe essere così. Dati alla mano, infatti, vediamo che gli editori di lingua italiana sono la bellezza di 5382, un numero enorme specie se paragonato alle dimensioni del nostro Paese e ad i suoi lettori. Tuttavia, bisogna considerare che questi operano su più media e che quasi nessuno di loro fa solo l’editore. Vi chiedete perché? Semplice, a quest’ora non esisterebbero più. Ogni anno in Italia vengono pubblicati circa 60.000 nuovi volumi e quindi 160 libri al giorno (63.000 in Francia, 59.000 in Inghilterra e 74.000 in Germania). Vengono stampate circa 242 milioni di copie che, chiaramente, hanno una tiratura bassa: il 98% dei libri, infatti, viene diffuso in pochissime copie e ciò comporta un aumento del prezzo di copertina, anche perché vengono pubblicati in una lingua poco diffusa e per un pubblico che legge poco. Sicuramente vi starete chiedendo dove vanno a finire tutti questi libri. Un attimo, ci arriviamo subito. Le librerie in Italia sono circa 2000, mentre gli editori 5382. Questo significa che di quei 60.000 nuovi volumi, molti non raggiungono il punto vendita. Il 70% del prezzo dei libri, inoltre, viene incassato dal libraio, il quale ha la possibilità di restituirli se questi non vengono venduti. I libri, infatti, rimangono circa 3 mesi in libreria prima di essere rimandati all’editore, esattamente come avviene per i quotidiani a fine giornata. Un altro aspetto da considerare è che i punti vendita hanno una superficie espositiva inferiore alla distribuzione e dunque diventa fisicamente impossibile ricevere 160 nuovi libri ogni giorno. Molti dei volumi pubblicati non raggiungono le librerie, mentre quelli che lo fanno ci rimangono poco (circa 1 mese e mezzo). Quando un libro non viene venduto ritorna in magazzino ed è qui che viene “decisa la sua sorte”: o viene distrutto, dal momento che ogni giorno arriveranno nuovi testi e c’è bisogno di spazio, oppure viene venduto al 5% del prezzo di copertina, a volte anche nei mercatini.

Libri

Mi sembra dunque abbastanza chiaro il motivo per cui gli editori siano in continua perdita, tuttavia riescono a svolgere il loro lavoro grazie ai bestseller: un libro che vende circa 500.000 copie è infatti responsabile della vendita di altre 400.000 di vario genere. Gli editori se non sono in perdita ci sono molto vicini, e ogni libro viene pubblicato solo se permette di raggiungere almeno il pareggio finanziario. Come fanno quindi ad esistere? Alcuni di questi sono “ricchi” (Mondadori, ad esempio), una parte sono impuri (cioè non fanno solo gli editori) e altri si finanziano tramite il prestito bancario (Rizzoli, ad esempio, è stata di recente comprata da Mondadori anche perché ha un debito di 586 milioni di euro). In sintesi, è questa la situazione editoriale italiana che oggi deve fare i conti anche con l’ebook.

Se nel mondo della comunicazione si nota chiaramente quanto il broadcast stia surclassando il documento (il giornale), non possiamo dire la stessa cosa per l’editoria. Il libro digitale sta attaccando sempre più quello tradizionale, ma non sta riuscendo a prenderne definitivamente il posto. L’idea di avere centinaia di libri sempre con sé (esattamente come faceva l’iPod per la musica), poterli leggere senza affaticare la vista e acquistarli con un semplice “click”, ha trasformato gli eReader in compagni di svago – e di studio – indispensabili per moltissime persone. In Italia, però, questo non è accaduto perché i lettori, anche se pochi, non riescono ancora a lasciare la cara vecchia carta in favore dell’ebook. Fino a poco tempo fa anch’io la pensavo così. L’idea di non avere la copia fisica di un libro non riuscivo proprio a mandarla giù, ma riflettendoci ho capito quali e quanti siano i pregi del digitale: l’estrema portabilità e leggerezza, la possibilità di evidenziare comodamente le porzioni di testo più interessanti senza danneggiarlo, nonché l’opportunità di inserire note o cercare rapidamente il significato di un termine. Sono questi alcuni dei motivi che mi hanno spinto a prendere in considerazione l’acquisto di un ebook reader. Ma quale? Effettivamente, la scelta non è semplicissima. Il mercato ci offre ormai diverse opportunità e tanti sono i parametri da valutare: display, risoluzione e ppi, illuminazione, connessione a internet, store, formati supportati e memoria. Come ho detto la scelta è molto ampia, ma se proprio devo stilare una mia classifica personale, tre sono i lettori che preferisco: Kindle, Kobo e Tolino.

Kindle

Se quando si parla di lettori MP3 si pensa subito all’iPod, quando si parla di ebook è immediato il collegamento al Kindle che, di fatto, ha aperto la strada alla diffusione del libro digitale. Lanciato negli Stati Uniti nel 2007 è arrivato in Italia solo nel 2011, ma è diventato in poco tempo l’eReader per antonomasia. Prodotto da Amazon, offre una vastissimo catalogo al quale si può accedere direttamente dal dispositivo, ma anche da computer, smartphone e tablet con un’app dedicata (sia per iOS, sia per Android). Un servizio molto interessante offerto dall’ecosistema Amazon è Kindle Unlimited, il quale al prezzo di 9,99€/mese consente di accedere a 15.000 titoli in lingua italiana e oltre 700.000 titoli in altre lingue senza alcuna limitazione e con un mese di prova gratuita. L’idea di Amazon è molto allettante ed effettivamente ha riscosso un discreto successo, ma non nel nostro Paese. Gli ebook disponibili nella nostra lingua sono sì numerosi, ma quelli interessanti o usciti di recente sono una piccola porzione. Bisogna considerare, però, che Kindle Unlimited è arrivato in Italia meno di un’anno fa e quindi è possibile che questo sia solo un problema di gioventù, destinato a scomparire nel tempo. Il Kindle permette di leggere tutti i libri nei formati AZW (proprietario di Amazon), TXT, PDF e MOBI ma non “digerisce” i diffusissimi EPUB. Il problema, però, può essere aggirato facilmente attraverso una semplice conversione. Il lettore di Amazon è disponibile in tre varianti: quella classica denominata Kindle Touch, quella con schermo retroilluminato che si chiama Kindle Paperwhite e quella top di gamma denominata Kindle Voyage. I prezzi sono rispettivamente €69,99, €129,99 e €189,99, ma spesso possono subire variazioni dovute a sconti o promozioni varie.

Kindle

Kobo

Kobo è un’azienda che opera nel settore degli eReader dal 2010 ed è riuscita ad introdurre sul mercato veramente degli ottimi prodotti. Da quando ha iniziato, si è ampliata in modo incredibile tanto che si è venuta a creare una vera e propria comunità di utenti ad essa affezionati. Tre sono attualmente i modelli di Reader che ci vengono offerti: Touch, Glo HD e Aura H2O. Quest’ultimo, come si può intuire dal nome, ha la certificazione IP67 e dunque è in grado di resistere all’acqua. La flessibilità software del software Kobo (basato su Linux) permette di leggere tutti i formati più noti, ma a differenza della concorrenza ha anche un’ottima integrazione con Pocket che ci permettere di scaricare in locale articoli e immagini per poi leggerli con calma. Kobo è disponibile in Italia con Mondadori, Kobobooks e Feltrinelli. I prezzi, esattamente come Kindle e Tolino, variano a secondo in base al modello che andremo a scegliere: si parte da €89 per Kobo Touch, €129 per Glo HD e €180 per Aura H2O. Anche in questo caso vi consigliamo di prestare attenzione ai prezzi perché potrebbero essere soggetti a sconti ed offerte.

Kobo

 Tolino

Se Kindle e Kobo non hanno bisogno di tante presentazioni, diverso è il discorso per Tolino, un brand tedesco nato nel 2013 e ora in mano a Deutsche Telekom, la più grande azienda di telecomunicazioni europea del 2014. Nato sotto le ali di quella che viene chiamata Allenza Tolino, ovvero un’unione delle più grandi catene libraie tedesche, austriache e svizzere, con l’obiettivo di constatare Amazon nel settore dell’editoria digitale, in soli due anni è riuscito nel suo intento e la sua quota di mercato in Germania ha superato quella del gigante dell’e-commerce.

Esattamente come avviene su Amazon, Tolino offre agli utenti uno spazio cloud che permette di archiviare i libri acquistati in maniera molto semplice, anche se la sincronizzazione va fatta manualmente. Attraverso la schermata biblioteca, gli utenti possono vedere quali libri sono presenti nella nuvola e non sul lettore, in modo da scaricarli solo quando necessario e non occupare la memoria. Uno dei tratti negativi di Tolino è lo store integrato, poiché presenta l’aspetto di una pagina web, chiaramente non semplice da gestire su un device di questo tipo. Ci sono poi feature interessanti come un dizionario/traduttore, la funzione segnalibro che ci permette di interrompe la lettura e riprenderla nello stesso punto su un altro dispositivo e, soprattutto, la tecnologia HZO che lo rende praticamente impermeabile all’acqua per un massimo di 30min. Tolino viene distribuito in Italia da IBS.it da novembre 2014, mentre da quest’anno lo si può trovare anche su Libraccio. Per quanto riguarda i prezzi ci sono due versioni: Shine da €99 e Vision da €149. Qualche giorno fa sono stati annunciati i nuovi modelli (Vision 3HD e Shine 2HD), ma ancora non si conoscono i prezzi. In ogni caso, se siete interessati, vi conviene tenerli d’occhio perché anche in questo caso ci sono spesso ottime promozioni.

Tolino

Questi che ho elencato brevemente sono secondo me i tre migliori eReader in commercio. Ovviamente è solo una mia opinione, quindi se non ho parlato degli altri (Sony, Cybook o Icarus) è semplicemente dovuto ai miei gusti personali. I lettori esistenti sono tanti, ma come si stanno diffondendo nel nostro Paese? Gli italiani non leggono sui libri tradizionali o non lo fanno affatto? I libri vengono aperti poco e quando ciò accade sono quasi sempre in formato cartaceo. Nonostante ciò sembra che qualcosa stia cambiando. Andando in università con la metropolitana noto che la gente si sta avvicinando al mondo degli ebook e ne sta iniziando ad apprezzare i vantaggi, primo tra tutti la portabilità. Trasportare un Kindle è molto semplice, è leggero, poco ingombrante e non c’è alcun rischio di danneggiare le pagine o la rilegatura.

Per concludere questa mia riflessione, ritengo giusto dare un piccolo spazio all’iPad che, grazie all’iBook Store, può essere usato anche come eReader. Ciò vale in realtà per qualsiasi tablet, anche se ovviamente non nascono esclusivamente per questo scopo. Tuttavia è facile che se ne possieda uno e può essere un buon punto di partenza con cui valutare l’acquisto di un dispositivo esclusivamente dedicato alla lettura. In tutti i casi l’eBook non sembra essere stato per l’editoria quello che molti si aspettavano. Ha sicuramente favorito la diffusione dei piccoli editori, ma non è stato in grado di risollevare un mercato in crisi. Voi siete rimasti fedeli alla vecchia carta o siete passati al digitale?

Tutti i dati in merito al mercato dei libri italiano sono tratti dalle analisi condotte dall’AIE (Associazione Italiana Editori). Chi volesse approfondire l’argomento, può farlo tranquillamente consultando questa pagina.

Giovanni Scionti

Junior Editor

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