Il fondatore di WhatsApp Jan Koum ha annunciato che il servizio di messaggistica istantanea più diffuso al mondo è, da oggi, gratuito per tutti gli utenti. Infatti, tranne per coloro i quali acquistarono a 0.99 € l'app nei primi anni di attività (e, da allora, non hanno mai cambiato numero di telefono), il servizio era soggetto ad un canone annuale di pari importo. Koum ha dichiarato che il business model basato sulle sottoscrizioni non ha prodotto gli effetti sperati: oltre ad essere stato biasimato da numerosi utenti (nonostante massaggiassero da cellulari ben più costosi di 0.99 €), escludeva chi non ha la disponibilità di una carta di credito per il rinnovo dell'abbonamento (in special modo i minorenni, grandi utilizzatori della chat). Ad ogni modo, il fondatore ha chiarito che chi ha recentemente rinnovato la sottoscrizione non sarà rimborsato, indipendentemente dal pacchetto acquistato (annuale o pluriennale).
Dunque, la società (da qualche anno controllata da Facebook), ha deciso di provare un nuovo modello di monetizzazione, basato sull'integrazione del servizio con il supporto clienti delle maggiori aziende al mondo le quali, evidentemente, corrisponderanno un canone annuo per l'uso della piattaforma. L'idea, peraltro, è molto simile a quanto già implementato da Facebook Messanger in USA. Chi, quindi, temeva l'introduzione di messaggi pubblicitari in WhatsApp può dormire sonni tranquilli, visto che Koum ne ha escluso categoricamente la presenza per il futuro. Ad ogni modo, spero che il lancio della nuova piattaforma integrata con le grandi aziende possa preludere all'introduzione dell'app per iPad e del servizio web slegato dalla presenza del proprio cellulare all'interno della stessa rete Wi-Fi, come già accade per il mai troppo stimato Telegram. Infine, vi lascio con un sondaggio che proprio in questi minuti sta conducendo Maurizio su Twitter: avete mai pagato per l'uso di WhatsApp?
Veloce sondaggio: qualcuno ha mai dovuto pagare per WhatsApp?
— SaggiaMente (@SaggiaMente) 18 gennaio 2016