#ProgettoWin: i componenti scelti per l’assemblaggio del PC che sfiderà il Mac Pro

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Ho già espresso in diverse occasioni le ragioni che mi hanno spinto ad assemblare un PC per il mio lavoro in campo foto e video, ma ne riparleremo nell’articolo conclusivo dedicato al #ProgettoWin (quello con tutti i test e i confronti con il Mac Pro). Oggi vorrei dare qualche delucidazione sui componenti che ho scelto, anticipandovi subito che la mia intenzione era ed è quella di farci girare Windows 10, con tutte le ripercussioni che questo possa avere in positivo e in negativo per un utente Mac (sì, ce ne sono anche di positive). La prima cosa che sono andato a cercare è il case, ed istintivamente mi stavo indirizzando su quelli molto compatti in cui montare una scheda madre ITX. Fortunatamente mi sono subito ravveduto, sintomo che ancora non sono del tutto schiavo della sindrome di Ive. Da quando sono passato al Mac Pro 2008 a quello 2013, la mia scrivania è diventata sempre più un disastro. Prima avevo questa bella torre che conteneva tutto il necessario, che potevo anche tenere sotto la scrivania lasciandola libera per i soli mouse, monitor e tastiera. Adesso ho invece 4 dischi Thunderbolt, un Dock con Masterizzatore BluRay ed una scheda audio esterni. In sostanza il computer sarà pure bello, ma è finito nascosto dietro il monitor, mentre tutto il resto dello spazio è disseminato di dispositivi e cavi ed ha richiesto due UPS da 6 porte per mettere tutto in sicurezza. Di questi problemi non mi ero tanto reso conto al momento dell’acquisto del Mac Pro 2013, in quanto allora usavo prevalentemente Final Cut e solo per il sito, mentre negli ultimi anni si è intensificato il mio lavoro come videomaker ed ho deciso anche il passaggio quasi completo a Premiere CC.

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Case e Alimentatore

Scimmiottare quel che ha fatto Apple con il Mac Pro 2013 non sarebbe servito assolutamente a nulla e mi sarei trovato nuovamente con le stesse scomodità che sto subendo oggi. Per questo motivo ho deciso di seguire la strada della più tradizionale torre. Cercavo ampio spazio interno per tanti dischi, supporto per scheda madre ATX, qualche connessione frontale, disponibilità di almeno un alloggiamento da 5,25″ ed una progettazione interna fatta come si deve, robusta e con tutte le predisposizioni per nascondere il cablaggio. Dopo svariate ricerche avevo scelto il MasterCase 5 di CoolerMaster, ma a causa del sistema di raffreddamento che volevo mi sono poi indirizzato sul MasterCase Pro 5. La famiglia è la stessa, ma su quest’ultimo si può montare in cima un radiatore importante come il MasterLiquid Pro 240. Sulla carta non mi piaceva l’idea della finestra laterale, che va di moda nel mondo dei gamers ma sembra poco adatta ad un ambiente professionale. In realtà ora ho completamente cambiato idea ed è una delle caratteristiche che più amo di questo case.

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La confezione è curatissima e comprende anche un astuccio con vari cavi, viti e fascette. Il tutto è rigorosamente di colore nero, cosa che rende l’interno assolutamente bellissimo. Una delle particolarità di questa serie è la sua modularità, infatti ho poi acquistato separatamente un cassettino per altri due dischi da 3,5″, con l’obiettivo di crearmi più avanti un bel RAID per i dati pesanti. Il MasterCase Pro 5 è costruito in modo eccellente, possiede tantissimi passaggi per i cavi ed alloggiamenti comodi per i dischi. È un mid-tower con dimensioni di 23,5 x 51 x 55 cm in cui si possono installare 2 dischi da 2,5″ in basso, sopra l’alimentatore, ed altri 5 in totale tra 3,5″ e 2,5″, oltre a due slot da 5,25″ in cima. Per la ventilazione abbiamo due ventole da 140mm sul fronte ed una sul retro, ma se ne possono aggiungere una terza frontale ed altre due in cima. Personalmente preferisco avere tante ventole che girano a bassi regimi e creino un flusso d’aria ben progettato invece di poche che dovrebbero necessariamente viaggiare al massimo facendo tanto rumore. Faccio notare che io ho cambiato case in corso d’opera, quindi ho tenuto la base del MasterCase 5 e preso solo il top ed il pannello laterale del Pro (le parti residue sono andate a Massimiliano Latella che sta facendo un computer quasi-gemello), per questo internamente noterete qualche piccola differenza da quello stock. Il bello è che comunque è tutto configurabile, per cui si può cambiare anche più avanti, con una lista di accessori molto nutrita.

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Per concludere ho scelto un alimentatore completamente modulare, CoolerMaster V850, il quale ha un costo importante ma è impressionante per affidabilità, dotazione di porte e cavi, estetica e silenziosità. Davvero non gli si può recriminare nulla ed offre una capacità che al momento mi risulta più che sufficiente per viaggiare circa al 50% della sua potenza massima. Mettendo insieme i tre pezzi ho speso parecchio, lo so, ma questa è la base su cui si poggia tutto il resto. Come alternative con un occhio al budget consiglio il MasterCase 5 non Pro, il MasterLiquid Pro 120 (da mettere al posto della ventola posteriore) e il MasterWatt Lite 700. Preferisco avere tutto di uno stesso brand e visto che il case che mi piaceva per questo progetto è di CoolerMaster ho scelto dal suo catalogo anche alimentatore e raffreddamento, dove ho trovato prodotti davvero eccellenti.

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Scheda Madre

Da pochissimi giorni Intel ha annunciato le CPU Kaby Lake per desktop e la nuova piattaforma 2oo per le schede madri. Quando ho iniziato ad acquistare i pezzi per questo computer avevo già messo in conto che ciò sarebbe successo, ma sapevo pure che il vantaggio in termini di prestazioni sarebbe stato davvero minimo. La nuova GPU integrata è interessante ma non la userei avendone una dedicata, l’unica cosa che mi sarebbe piaciuta sono le maggiori connessioni disponibili per via dell’incremento delle linee PCIe. Tuttavia dovevo pure iniziare ed ho deciso a novembre di non temporeggiare per attendere Kaby Lake anche per un altro motivo fondamentale, che mi ha guidato pure nella scelta della GPU. Come ho detto farò girare Windows 10 su questo computer, ma ho preferito avere solo componenti potenzialmente compatibili con l’installazione di macOS. Ciò infrange le policy con cui il sistema operativo viene fornito, per cui è una cosa che mi interessa principalmente per sperimentare in ambiti in cui non mi sono mai cimentato, ma non è la finalità di questo progetto e non ne sto consigliando l’installazione. In tutti i casi ogni componente è potenzialmente macOS compliant.

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Per circa 200€ ho scelto la Gigabyte Z170x Designare, con il top della serie 100 e ampia possibilità di overclocking. Non è una roba da smanettoni o difficile e non rende il computer instabile scegliendo i giusti componenti. Infatti il PC non riscalda mai ed è silenziosissimo anche sotto stress intenso dopo una personalizzazione del profilo delle ventole. Il bello di questa scheda è che ha una dotazione pazzesca, che include il supporto per RAM XMP fino a 4000MHz, porta M.2 NVMe, doppia Gigabit Ethermet e 2 Thunderbolt 3 / USB-C Gen 2 con Power Delivery fino a 100W (con possibilità di uso anche come uscite video portando il segnale sulla porta miniDisplayPort in entrata). E sì, c’è anche il plus dei LED colorati se si vogliono usare… Anche questa scheda è costruita benissimo fin nei minimi dettagli ed è fornita di cavi neri di ottima fattura.

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È opportuna una ulteriore precisazione riguardo la piattaforma prescelta, in quanto si sa che sul socket LGA 2011-V3 si trovano le CPU Intel con maggiori performance e altre possibilità aggiuntive, tra cui la RAM quad-channel. Tuttavia questo socket verrà abbandonato a breve, passando ad LGA 2066 per Skylake-X e Kaby Lake-X, mentre invece il socket LGA 1151 è stato mantenuto anche per le versioni mainstream di Kaby Lake, i cui processori sono infatti supportati da questa scheda madre, garantendo espandibilità futura.

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CPU

Il top dei processori Intel di sesta generazione per LGA 1151 è l’i7-6700K, dove la K indica proprio la predisposizione per l’overclocking. Nativamente viaggia tra 4 e 4,2GHz, ma si può portare in modo stabile a 4,6GHz con un buon raffreddamento. Io lo sto usando a 4,5GHz e rimane più fresco dello Xeon del Mac Pro anche a massimo carico, cosa che onestamente non mi aspettavo. Solo di rado lo vedo salire sopra i 65° e il tutto con le ventole in modalità silenziosa e massima stabilità. Ha 4 core, 8 thread, supporto per RAM dual-channel fino a 64GB ed include una scheda grafica Intel HD 530 in grado di reggere fino al 4K @60Hz, che non è niente male per compiti basilari. Volendo oggi c’è l’i7-7700k che è supportato dalla scheda madre e costa circa 50€ in più, ma il miglioramento di prestazioni è piuttosto contenuto se non trascurabile, specie overcloccando questo come ho fatto io.

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RAM

Per quanto riguarda la RAM DDR4 c’è davvero da perderci la testa se si cominciano a considerare le frequenze e latenze di base insieme a quelle massime raggiungibili attivando l’XMP sulle schede madre compatibili. Ho analizzato l’offerta di brand come G-Skill, Crucial e Corsair, ma alla fine ho preferito un nome di cui ho massima fiducia in termini di qualità ed affidabilità delle memorie, ovvero Kingston. Il kit da 32GB HyperX Savage DDR4 2400 CL14 è composto di due moduli da 16GB, lasciando spazio per un upgrade a 64GB in un prossimo futuro. Hanno una frequenza operativa di base già superiore alla base di 2133MHz con CAS Latency più che accettabile, in modo da rimanere contenuto anche attivando il profilo XMP. Ho testato per comparativa delle 2133 CL13 ma vanno peggio una volta tirate a 4000MHz. Non che sia determinante, ma è molto bella anche la struttura in alluminio pressofuso, che garantisce una ottima dissipazione del calore.

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GPU

Per la scheda grafica ero assolutamente certo di una cosa: NVIDIA, NVIDIA, NVIDIA. Ho testato per curiosità una AMD RX 480 che in Open CL ha un discreto score, ma quando l’ho messa sotto torchio con Premiere ha iniziato a soffrire molto presto. La serie GTX 10xx è ottima per il gaming, consuma meno della precedente generazione ed offre performance eccellenti. Tuttavia nel mio specifico campo il confronto con una 1080 si conclude quasi in parità (ne ho parlato qui), soprattutto se si sceglie un modello leggermente overcloccato o overcloccabile. Questo perché non esiste ad oggi una 1080ti per effettuare un confronto paritetico tra generazioni differenti. Il grosso vantaggio della 980ti è che se ne trovano usate a prezzi inferiori ad una 1070, avendo una dotazione di 6GB di RAM, sufficienti per l’elaborazione di video 4K in Premiere, ed una architettura di una generazione precedente ma di rango superiore (è più simile ad una Titan, tanto per capirci). Da non dimenticare anche che per le GTX 10xx non esistono i driver per Mac, quindi se volete tentarne l’uso con macOS è necessario rimanere sulla serie precedente, che è anche usabile in un case esterno su un MacBook Pro (cosa che cercherò di sperimentare a breve). Tra la varie 980ti disponibili sul mercato ho selezionato la MSI Gaming 6G, la quale ha il miglior rapporto tra potenza, silenziosità e prezzo. Ne ho trovata una su eBay pari al nuovo per 380€ ed è stato uno degli acquisti migliori che potessi fare. Sto monitorando in questi giorni l’andamento e sembra che l’ondata di (s)vendite dei gamers che sono passati alle 1070 e 1080 si sia quasi del tutto esaurita, per cui se siete interessati a questa configurazione non attendete troppo e tenete d’occhio bene il mercato e (potete salvare la ricerca linkata qui sopra). Qualche giorno fa si è trovata su Amazon nuova a 425€ e l’abbiamo segnalato sul canale Telegram delle @SaggeOfferte. Spero davvero che qualcuno ne abbia approfittato. Se invece la compatibilità con macOS non vi interessa, potreste considerare una GTX 1060 Gaming X da 6G per 350€ o, ancora meglio, una 1070 Gaming X da 8GB per circa 470€.

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Archiviazione

Da questo punto di vista c’è davvero l’imbarazzo della scelta, ma ero certo di voler mettere il sistema operativo su un disco M.2 NVMe. Sto tenendo d’occhio i Samsung 960 EVO e PRO da diversi mesi su Amazon, ma non sono praticamente mai disponibili, specie con spedizione Prime. Ne ritardano la consegna di settimana in settimana un po’ in tutta Europa, per cui ho dovuto cercare una valida alternativa. Alla fine ho notato i Patriot NVMe, con prestazioni molto elevate sulla carta (circa 3GB/s in lettura e 2GB/s in scrittura) ed un prezzo davvero ottimo. Ho scelto il Patriot Hellfire da 240GB su Yeppon pagandolo circa 150€. Per quando riguarda il resto dell’archiviazione ci son infinite possibilità che variano in base al tipo di attività che si dovranno compiere con questa macchina.

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Io ho messo 2 Crucial MX300 da 525GB, che considero il prodotto migliore al momento presente sul mercato, con ottima capienza, prestazioni molto buone ed un prezzo davvero contenuto. Si spendono meno di 250€ per 1TB configurabile in RAID 0 (stripe) per prestazioni incredibili sui dati di lavoro (a patto di avere un disco da 1TB anche meccanico da usare come backup di sicurezza), oppure anche in RAID 1 (mirror) per avere una copia dei dati sempre sincronizzata. Questa è solo una delle combinazioni possibili ed è quella che ho scelto io per avere prestazioni eccellenti anche nel montaggio video, ma consiglio di valutare anche 2 SSHD FireCuda in mirroring (gestiti con SoftRaid dall’OS o dalla scheda madre, oppure con backup manuali se si vuole avere maggior controllo). Il modello Seagate FireCuda 1TB 3,5″ si trova a circa 90€, mentre io ho provato quello da 2,5″ e si paga 75€ per 1TB. È già una buona soluzione questa, ma se dovete gestire progetti in cui la velocità di lettura e scrittura sia fondamentale – come nel mio caso – allora un SSD puro come l’ottimo MX300 è certamente meglio. Accertatevi solo di avere sempre una copia di backup. Ad esempio potreste prendere un MX300 da 525GB per i progetti di lavoro da sommare all’avvio su Patriot M.2 NVMe da 240GB e sfruttare un qualsiasi disco meccanico da 1TB diviso in 2 partizioni per fare una copia 1:1 dei dati ed avere un backup progressivo dell’SSD di avvio (ottenibile già con la funzionalità nativa di Windows 10).

Lista dei componenti principali

Conclusione

Nel prossimo e conclusivo articolo del nostro #ProgettoWin vedremo come configurare al meglio questo computer e come se la cava anche messo a confronto con il Mac Pro 6 core 32GB e 2 x AMD FirePro D500 da 3GB l’una. Parliamo di una macchina che a tutt’oggi costa quasi 5000€, mentre la nostra lista della spesa ammonta complessivamente a 2000€ e, volendo, in per alcuni componenti si può anche risparmiare (basta vedere l’esempio fatto per case, alimentatore e raffreddamento). Intanto vi lascio un piccolo sneak peak dell’assemblaggio e vi rimando al prossimo articolo che uscirà entro fine mese.

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.

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