Recensione: NVIDIA Shield TV 2017, box multimediale col vizio del gioco

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Fino a circa due anni fa ero un convinto tradizionalista per quel che concerneva la fruizione dei contenuti. Certo, non stavo nel Paleolitico digitale, guardavo non di rado video su YouTube e quando vi trovavo convenienza ricorrevo a metodi non lineari per gustare un film o una serie di mio interesse. Ma il 90% del mio tempo davanti al televisore rimaneva sempre costituito dai classici canali, soprattutto free. La TV a pagamento non l’ho mai disdegnata, ma nel 2009 ho dato il benservito a Sky dopo quasi 7 anni di satellite (abbonamento di lontana provenienza Tele+) e anche Mediaset Premium mi è sembrata poco interessante al di là dei contenuti calcistici (dal canto suo, la mia squadra del cuore non invogliava parecchio ad aprire il portafogli). A cambiare le cose ci ha pensato Sky Online, quella che oggi si chiama Now TV. Con l’arrivo nel 2015 del suo TV Box, ho colto la palla al balzo per avviare la transizione verso il mondo Over-The-Top: la presenza contemporanea di emittenti lineari e contenuti on demand mi ha dato una maggiore libertà di scelta. Certo, quel Roku mascherato non è proprio un granché, ma considerato il prezzo lo si può considerare regalato, pagando di fatto solo i tre mesi di visione inclusi (sebbene il marketing di Sky ovviamente proponga lo scenario all’inverso). La fruizione tradizionale è gradualmente diminuita, arrivando più o meno al 50-50. A fine 2016 è sbarcato Amazon Video in Italia, incluso nell’abbonamento annuale Prime. Un bel benefit aggiuntivo, non tantissimi contenuti ma a caval donato non si guarda in bocca. Come goderne? È lì che inizia la battaglia, cercando un dannato scatolotto per tutti i vari servizi, o quantomeno Amazon e Netflix nel breve termine pensando dopo a rimpiazzare il Now TV Box. Alla fine le potenziali scelte si ridussero a due: una PS4 Slim con account americano o uno dei box cinesi con Android su cui installare l’APK sperando di non incontrare problemi. Nessuna delle due mi entusiasmava, la prima era comunque piuttosto ingombrante per il mobile che avrebbe dovuto ospitarla e non gioco molto, la seconda invece prevedeva dello “smanettamento” per il quale ho sempre meno tempo a disposizione.

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Iniziò ad instillarsi una terza via: Android TV. Quello ufficiale, non le versioni cinesi che usano in realtà l’approccio tablet con un launcher da TV. I potenziali contendenti erano Nexus Player, Xiaomi Mi Box e NVIDIA Shield TV. Il primo è ormai fuori produzione, il secondo non è ufficialmente in vendita in Europa (ma lo sta provando Maurizio), il terzo sembrava essere diventato introvabile. Sopraggiunse poi un altro problema, ovvero Amazon. Per Android TV aveva accordi solo con Sony per la preinstallazione sui suoi televisori e qualsiasi tentativo tramite caricamento manuale dell’APK era periodicamente scoraggiato. Cominciai a pensare di far meglio a tornare all’idea della PS4 Slim e studiare qualche compromesso per gli spazi, quando comparirono i rumor su una nuova Shield TV al CES 2017, più compatta della precedente e finalmente dotata di Prime Video. NVIDIA non è mancata all’appello e finalmente ho trovato ciò che faceva al caso mio.

Design

Iniziamo dalle differenze estetiche: la versione base è drasticamente più piccola, circa il 40% in meno, ed è stata sottoposta ad una cura dimagrante anche per il peso, sceso a soli 250 g. Purtroppo questo processo di restyling non si è limitato a portare solo lati positivi: la precedente scocca era in metallo, mentre qui ci si deve accontentare del meno nobile policarbonato. Il risultato non è comunque male, sia al tatto che alla vista, ma al netto del prezzo di listino credo che si potesse evitare questa rinuncia. Ad ogni modo, quel che davvero conta sono le funzionalità e fra poco avremo modo di parlarne.

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L’aspetto gioca molto sulle geometrie, con una forma tendenzialmente trapezoidale e varie linee che creano tante sfaccettature, similmente a quanto si vede nelle schede grafiche del marchio. Nulla di pacchiano, anzi, il risultato è pulito e la bella luce LED verde fa la sua figura, soprattutto di sera. Non distrae dalla visione dei contenuti, tranquilli, e se proprio dovesse dar fastidio è possibile regolarne l’intensità dalle impostazioni.

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Completamente vuoti i lati sinistro e destro, ponendo tutte le porte nell’area posteriore. Poco oltre la presa d’aria sulla sinistra, sono collocati i due connettori USB 3.0 (il primo è anche utilizzabile per il collegamento via cavo ad un computer), l’uscita HDMI 2.0, una porta Ethernet e l’attacco per l’alimentazione. Ci si baderà poco visto che nella maggior parte dei casi sarà a contatto col mobile, ma la parte inferiore della Shield è priva di qualsiasi indicazione come numero seriale o enti certificatori, dando spazio solo ad una ulteriore presa d’aria. Il motivo di questa scelte, oltre al fatto che i dati di targa sono disponibili via software, è la possibilità di collocare il dispositivo in verticale grazie allo Shield Stand opzionale. Vale la pena spendere altri 25€ per poterla sfoggiare in posizione eretta? Discorsi prettamente soggettivi, oltre che sensibili all’effettivo spazio a disposizione. Per quel che mi riguarda, sono contento di tenerla nella sua modalità predefinita ed investire quella cifra per due mesi e mezzo di Netflix.

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La confezione è grande e piuttosto curata. Al suo interno troviamo la Shield TV, piccola manualistica, il controller per i giochi, il telecomando, un cavo USB per la ricarica del controller e l’alimentatore con presa intercambiabile (c’è sia l’adattatore EU che quello UK). La novità positiva è senza ombra di dubbio la presenza dello Shield Remote, che nella precedente versione veniva venduto a parte. Una scelta insensata per un box multimediale che finalmente NVIDIA ha voluto correggere. Quella negativa è che l’azienda americana ha voluto invece risparmiare su quel banalissimo cavo HDMI che includeva con le Shield del 2015. Con una mano dare e con l’altra togliere non mi sembra proprio una strategia encomiabile, a maggior ragione quando l’utente ha speso ben 229€, o addirittura 329 per la variante Pro. È in fondo lo stesso discorso che si rinfaccia ad una certa realtà di Cupertino. Se si considera che il tanto vituperato Now TV Box lo include nei suoi soli 29€ è ben comprensibile il perché dell’arrabbiatura dietro tale mancanza.

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Caratteristiche hardware

Sul piano tecnico, la NVIDIA Shield TV 2017 non è una colossale evoluzione rispetto al modello del 2015. Le caratteristiche hardware sono rimaste pressoché invariate, con un SoC quad-core Tegra X1 a 64-bit. Realizzato col processo produttivo TSMC a 20 nanometri, dispone di 4 core ARM Cortex-A57 con frequenza massima di 1,9 GHz e altri 4 Cortex-A53 che arrivano a 1,3 GHz. Il set più potente interviene nelle elaborazioni impegnative, come i giochi, mentre quello A53 si occupa perlopiù delle operazioni “di routine”. Uno dei punti di forza di queste architetture è la configurazione big.LITTLE che, ove necessario, permette di sfoderare tutta la cavalleria unendo le forze degli 8 nuclei. Non è proprio un processore di ultimissimo grido, se si pensa che oggi si è arrivati ai Cortex-A73 nella fascia alta, ma svolge comunque in modo egregio il proprio compito, cosa testimoniata anche dalla recente adozione nella Nintendo Switch. La GPU appartiene alla famiglia Maxwell di seconda generazione, la medesima adoperata dalla serie GeForce 9xx: dispone di 256 core e un clock operativo massimo di 1 GHz, con pieno supporto alla gestione di contenuti 4K ed HDR. Completano la dotazione 3 GB di RAM e 16 o 500 GB di archiviazione a seconda della variante scelta, HDMI 2.0, due porte USB 3.0, Bluetooth 4.1, connettività Wi-Fi 802.11ac dual-band ed Ethernet.

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Cosa è cambiato, allora, rispetto vecchia? Così come la costruzione in metallo, anche la porta micro USB aggiuntiva e lo slot microSD salutano la truppa. Passi la plastica, passi la micro USB, ma rimuovere il supporto alle schede di memoria se lo potevano davvero risparmiare. Ci sono 100€ di differenza tra la versione da 16 GB e quella Pro da 500, che non sono proprio pochi, per cui privare la variante più economica della microSD sembra come una punizione per chi come me e Maurizio l’ha scelta. Rimane comunque la soluzione di sfruttare una delle porte USB per collegarci una chiavetta, magari di quelle molto compatte per non rovinare l’estetica. Più in generale, NVIDIA ha fatto scelte opinabili sul fronte dello storage: i 16 GB base al giorno d’oggi sono anacronistici, per quanto su SSD, ed anche il doppio sarebbe da considerarsi come il minimo sindacale. Nella variante Pro abbiamo invece una soluzione ibrida SSHD (hard disk tradizionale più piccola unità a stato solido) da 500 GB, che offre tanta capienza ma al costo di prestazioni non comparabili con quelle di una soluzione flash pura e di un maggiore ingombro. Considerata la natura perlopiù connessa del dispositivo, non credo sarebbe stato un peccato per la Pro scendere a 256 GB ma avere tutti i benefici dell’unità flash e la stessa compattezza della variante base.

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Shield Remote e Controller

Parliamo ora dello Shield Remote, che stranamente è rimasto in metallo (almeno dietro) al contrario del prodotto principale. La struttura è essenziale, con un microfono alla sommità, un piccolo pad direzionale dotato di pulsante centrale per le conferme, i classici tasti Indietro/Home tipici di Android e sotto quello per il controllo vocale. Interessante, ma anche no, la parte centrale in basso a sfioramento che serve per controllare il volume, prontamente disattivata a favore delle impostazioni del televisore.

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Rispetto a quello che veniva venduto opzionalmente per il prodotto del 2015 (60€ di telecomando, a poco più si comprano i Logitech Harmony base…) ci sono state tre variazioni principali. La prima è che dispone sia di Bluetooth che di sensore infrarossi, ma l’abbinamento viene effettuato in fabbrica, pertanto non occorrerà preoccuparsene. La seconda novità è la rimozione del jack cuffie, presumibile incentivo all’utilizzo di prodotti audio senza fili ma scomodità per chi invece dispone di un paio cablato e avrebbe trovato pratico collegarle al telecomando come se si trattasse di un iPod. Non ci si faccia ingannare da quel foro presente nel bordo inferiore: è l’area che contiene il pulsante di rilascio per il vano batteria. Già, la terza novità risulta essere proprio l’abbandono della soluzione ricaricabile per due comuni pile a bottone, quelle classiche da orologio. Curioso, se si pensa che poco più di un anno fa Apple ha fatto proprio il passaggio inverso. Personalmente non mi sento di condannare la scelta di NVIDIA, anzi, i consumi sono molto bassi, verificabili in qualsiasi momento e soprattutto permette all’utente di sostituire le batterie quando se ne presenta la necessità. Una spesa decisamente più contenuta che sostituire l’intero telecomando. Tuttavia, c’è pure da dire che non si tratta di un tipo comune di pile che si tiene in casa (molto più facile ritrovarsi pieni di stilo e mini-stilo alla bisogna) e se si scaricano quando meno ce lo si aspetta, non è una situazione comoda e rapida da risolvere quanto collegare un cavo di ricarica.

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Lo Shield Controller è un po’ più piccolo ed ergonomico del precedente. È in plastica, come pressoché il 90% dei joypad in circolazione, e risulta snello e molto solido. L’ergonomia è buona, bisogna solo un po’ abituarsi alla varie sfaccettature, presenti anche qui come nella Shield, che si possono avvertire un po’ spigolose sotto le mani. La presa è comunque salda e ci si fa presto l’abitudine. Vi sono due leve analogiche allineate (a mo’ dei controller PS4), un pad direzionale a sinistra e quattro canonici pulsanti a destra, oltre agli L/R ed L2/R2 in cima. Il tasto col logo NVIDIA serve per attivare il controllo vocale, mentre al di sotto ritroviamo lo stesso slider a sfioramento per il controllo del volume già visto nel Remote. Tuttavia qui può essere più utile, perché nelle sessioni di gioco può capitare di dover alzare o abbassare temporaneamente l’audio. Ancora più in basso si trovano tre pulsanti fin troppo mimetizzati: Indietro/Home/Play. Lo stato del Controller viene notificato attraverso un LED blu sulla sommità e la batteria, in questo caso, è ricaricabile. Basterà collegarlo a qualsiasi alimentatore con micro USB oppure direttamente alla porta USB della Shield con il cavo in dotazione.

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Non ho accennato sinora ad alcune cose essenziali nell’uso quotidiano: come si accende la Shield? e come poi la si spegne? Iniziamo dalla prima operazione: basta premere un qualsiasi tasto del Remote o del Controller per riattivarla (operazione che accenderà anche il TV se compatibile con HDMI CEC). E questo porta a rispondere al secondo quesito: il dispositivo non si spegne davvero ma può essere mandato in stand by manualmente, oppure ci andrà da solo in modo automatico dopo un tempo impostato nelle preferenze. A questo punto direte: e per gli accessori? Il telecomando è ovviamente sempre attivo, mentre il Controller si risveglia premendo il tasto A e si addormenta da solo dopo un periodo d’inutilizzo.

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Software

La NVIDIA Shield TV dispone del sistema operativo Android TV, a sua volta basato sulla versione 7.0 Nougat del robottino verde. La Shield Experience – così è stata soprannominata – non è una classica variante di Android con una interfaccia personalizzata dal produttore cinese di turno, ma è sostanzialmente il software originale made in Google espressamente pensato per l’uso in set-top-box e smart TV. Seguendo una linea già adottata su Android Wear, la libertà di personalizzazione che da Mountain View viene concessa agli OEM è qui molto limitata e confinata perlopiù alla preinstallazione di app aggiuntive e/o di alcuni add-on. Questi ultimi sono globali e relativi agli accessori descritti nel paragrafo sopra, con la possibilità di controllare lo stato della batteria, aggiornarne il firmware e rieffettuare l’accoppiamento, se necessario, mentre il parco app viene variato da NVIDIA in base al paese. Quello italiano non brilla certamente per abbondanza: GeForce Now, Google Play, Netflix, Infinity, Plex e YouTube. Per avere un po’ di più occorre cambiare lingua, passando all’inglese, e disattivando la localizzazione. Una volta fatto ciò, si aggiungeranno alcune app locali che da noi hanno poca utilità in quanto geo-bloccate, come il BBC iPlayer, ma sono presenze sopportabili se si considera che così facendo diventa disponibile anche Amazon Prime Video con funzionamento perfetto e contenuti in lingua italiana.

Prima di procedere a capire un po’ l’esperienza d’uso di questa Android TV, faccio un breve excursus sull’installazione. Non è proprio rapidissima nell’esecuzione ma presenta comunque pochi passaggi, con la lingua, la connessione alla rete, l’impostazione degli account Google e GeForce (quest’ultimo può anche essere tralasciato se lo si desidera) e il download degli aggiornamenti, sia per il dispositivo che per gli accessori. Curiosamente, infatti, Android TV Nougat non è già preinstallato: la fase di configurazione verrà ancora fatta sulla precedente versione Marshmallow, e solo al successivo riavvio con l’installazione dell’update potremo goderci il sistema aggiornato. Occorre dunque armarsi di un po’ di pazienza iniziale, ma chi è stato abituato ad altri box multimediali e soprattutto alle console, sa già che l’aggiornamento “first day” è una routine obbligatoria, pertanto non rimarrà sorpreso.

Completato il setup, ci troveremo davanti alla schermata principale. L’elemento più in alto è quello relativo alla ricerca, che permette di trovare contenuti online e locali; passando all’inglese si avrà a disposizione pure Google Assistant, in grado di rispondere a questioni su svariati argomenti e compiere azioni tramite la sola dettatura vocale. Dove il microfono non arriva, ci pensa poi a perfezionare la tastiera virtuale o una fisica collegata come si preferisce. Più sotto abbiamo una carrellata di contenuti suggeriti preselezionati dalle app e periodicamente aggiornati. È possibile limitare i suggerimenti, ma non rimuovere del tutto il pannello: il massimo ottenibile è una nuvoletta triste che avvisa l’assenza di consigli, rendendola così un’area a schermo sprecata. Procedendo ancora verso il basso ci sono le icone delle app installate, che possono essere riordinate orizzontalmente e, se non tra quelle precaricate, rimosse. Infine si trovano le opzioni rapide per le reti, gli accessori, lo standby o il riavvio; l’icona a forma d’ingranaggio permette di accedere a tutto il set di impostazioni. Il task switcher si richiama premendo due volte il tasto Home sul telecomando o sul joypad e le app vengono chiuse “spingendole” giù col pad direzionale.

La navigazione tra le varie aree è piuttosto fluida e veloce, anche se la mancanza di un trackpad come quello dell’Apple TV potrebbe farsi un po’ sentire. Le app si lasciano utilizzare in modo semplice ed intuitivo, con una fruizione quasi perfetta dei contenuti. Solo in alcune molto sporadiche occasioni ho ravvisato qualche strano freeze, ma si risolve pressoché sempre chiudendo e riaprendo l’app in difficoltà. Se proprio la situazione diventa critica, come avvenutomi in un caso soltanto, allora il dispositivo si riavvierà completamente senza alcun intervento da parte dell’utente. Per i fruitori di servizi in streaming, video o musicale, questa Shield TV offre senz’altro un’esperienza completa, a patto che questi siano a carattere globale. Se invece guardiamo nello specifico a piattaforme Over-The-Top nostrane la situazione presenta ancora margini di miglioramento, con le sole presenze di RaiPlay, Infinity e TIMVision. Pesano invece le assenze delle app di Chili, Mediaset Premium e Sky/Now TV, nonché la mancata abilitazione di Prime Video per l’interfaccia italiana (in rete è stata dichiarata in arrivo, senza date specifiche). Per alcune si può rimediare provvedendo al caricamento manuale o sideload dell’APK d’installazione, ma essendo spesso app provenienti da Android “normale” l’esperienza d’uso sul TV potrebbe risultare poco ottimizzata, con funzioni e qualità video potenzialmente limitate oppure, nei casi peggiori, il mancato avvio. In tali circostanze è preferibile piuttosto sfruttare il supporto nativo della Shield TV per Google Cast, inoltrandole i contenuti da smartphone o tablet esattamente come si farebbe con un Chromecast. Speriamo che in futuro ci sia una maggiore attenzione generale verso i mercati non anglosassoni, tanto dai produttori di dispositivi quanto dai fornitori di contenuti.

A prescindere dalla situazione descritta sopra, in generale il Play Store per Android TV non è ricco come quello per smartphone e tablet, tuttavia vi si trovano tante app importanti tra cui Plex. Per quest’ultima è interessante notare che vi è la possibilità di abilitarne le funzionalità server, trasformando la Shield TV in un dispositivo in grado di servire contenuti in streaming sulla rete. Vi si può regolarmente accedere tramite browser per la configurazione ed è nativamente possibile montare volumi di rete all’avvio, per cui i video possono anche essere localizzati su un computer o un NAS dislocato. La soluzione è particolarmente interessante per via della potenza di calcolo del Tegra X1 con la GPU basata su architettura Maxwell e 256 CUDA core, che macinano la transcodifica dei filmati senza fatica.

Benché non sia espressamente il suo focus principale, NVIDIA non ha trascurato la domotica: la Shield TV beneficia del crescente supporto di Android in tale versante, permettendo il controllo di vari device come termostati (Nest), luci, allarmi e altro ancora. Prossimamente arriverà un altro accessorio hardware, NVIDIA Spot, che agirà da estensore delle funzionalità “smart home” offerte dal box principale in altre aree della casa. Una nota a margine è da fare per i possessori del modello del 2015: NVIDIA non si è dimenticata di loro e ha rilasciato lo stesso identico aggiornamento Nougat di cui si gode sulla nuova versione. L’unica mancanza è Google Assistant, almeno finché non si cambia il vecchio Shield Controller, non essendo dotato del microfono che invece è presente in quello 2017. Detta in tutta onesta, però, se avessi la precedente Shield TV, col solo controller incluso, forse alla prospettiva di tirare fuori altri 60/70€ mi accontenterei di fare le ricerche con la tastiera virtuale e il pad direzionale. A livello di aggiornamenti, comunque, in questi primi due mesi di possesso devo dire che l’azienda si è dimostrata molto attiva, tanto nel correggere bug quanto nell’aggiungere ulteriori migliorie. Considerato come sta trattando ancora bene la vecchia generazione, spero continui così ancora a lungo.

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GeForce Now

Andiamo ora nella parte che per molti potrà risultare la più attraente tra le caratteristiche della Shield TV. Per il gaming si può contare su due diverse opzioni: la prima è nella dotazione standard di Android TV, godendo sia dei titoli disponibili su Google Play (alcuni peraltro esclusiva proprio per i dispositivi NVIDIA Shield) sia della possibilità di portare quelli da smartphone/tablet su uno schermo più grande tramite Cast. Il vantaggio della Shield TV è però la seconda e molto più succulenta opzione, ovvero quella proprietaria di NVIDIA.

L’esperienza dell’azienda nel settore si vede tutta in GeForce Now, un servizio cloud in abbonamento con il costo di 9,99€ al mese ed il primo mese di prova gratuito. Potremmo definirlo un Netflix ludico, ma non sarebbe una definizione propriamente corretta in quanto questo non è un all you can eat in streaming. Sono infatti compresi svariati giochi nella sottoscrizione mensile, più o meno recenti, ma ce ne sono altrettanti che rimangono a pagamento pur avendo l’abbonamento (che alcune volte può dar diritto a sconti). La particolarità, però, è che tutti questi titoli sono per PC, completi e con funzionalità multiplayer, utilizzabili anche con tastiera e mouse se necessario. Ma come fanno, sviluppati per Windows e spesso con requisiti hardware parecchio stringenti, a girare sulla Shield TV? Avendo citato le parole “cloud” e “streaming”, penso che molti avranno già mangiato la foglia: non vengono eseguiti in locale.

Il lavoro viene svolto dai centri dati di NVIDIA a cui ci si collega, dotati di server con schede grafiche GeForce GTX 1080, garantendo così un’esperienza di gioco ricca di dettagli e anche fluida se si dispone di una buona connessione. Occorre almeno la fibra (ottica per davvero o in quella forma commerciale che tecnicamente è nota come VDSL) per godere dei giochi in Full HD, mentre con una più comune ADSL ci si deve accontentare dei 720p (la qualità viene impostata automaticamente). Un altro fattore fondamentale è il ping, che dev’essere il più basso possibile, quantomeno sotto i 60 millisecondi. Per questo motivo è sconsigliato il Wi-Fi, che creerà problemi anche se alla base vi è una fibra. Anche con alcuni Powerline si può far fatica, a seconda della loro tipologia e della rete elettrica in cui sono installati, per cui la soluzione ottimale per usufruire bene di Geforce Now rimane quella del cavo Ethernet. Da menzionare inoltre la possibilità di registrare le sessioni di gioco e l’integrazione con la piattaforma social Twitch, resa più interessante dal supporto nativo della Shield TV per le webcam di Logitech.

Il servizio viene sottoposto a frequenti rinnovamenti in termini di contenuti disponibili, con arrivi e purtroppo anche partenze, rendendolo qui decisamente più simile nel modo d’operare agli omologhi per film e serie televisive. Nel caso migliore, il gioco rimosso da quelli inclusi in abbonamento rimane comunque disponibile per l’acquisto separato, conservando peraltro nella transizione tutti i salvataggi eventualmente fatti. Nel caso peggiore, invece, il titolo viene completamente rimosso da GeForce Now e con esso i progressi salvati. A compensare questo “fattore di rischio” vi è un altro benefit previsto dalla piattaforma: se si acquista uno dei giochi non inclusi, non di rado NVIDIA fornisce anche il codice per riscattarlo da Steam su PC, rendendolo così sempre disponibile all’utente anche qualora nel frattempo sia stato rimosso dallo streaming oppure annullato l’abbonamento.

L’applicazione NVIDIA Games è al cuore di tutta la gestione ludica della Shield TV. Qui si può gestire il proprio abbonamento GeForce Now, accedere alla libreria di giochi inclusi nel pacchetto e a quelli acquistati separatamente, ottenere nuovi titoli per Android grazie all’integrazione diretta col Play Store e, per chi condivide il dispositivo con figli piccoli o ne permette l’uso a bambini di parenti e amici quando, impostare specifici controlli parentali che delimitino categorie di giochi usufruibili e orari massimi. Sempre da NVIDIA Games è possibile inoltre sfruttare la tecnologia GameStream, aggiunta proprietaria alla già presente Google Cast, che permette di godere sul proprio televisore, anche in 4K HDR, dei giochi eseguiti su un PC Windows nella stessa rete e dotato di scheda grafica GeForce GTX. Qui il problema è solo quello di individuare i titoli compatibili per lo streaming, in quanto non sono supportati tutti. Vi è un elenco sul sito NVIDIA, ma riporta solo i nomi e diventa una caccia al tesoro potenzialmente estenuante a meno che non si sappia esattamente cosa si sta cercando. Inoltre alcuni dei titoli più in voga non sono compatibili ed utilizzando quelli su Steam non sempre vengono riconosciuti correttamente. Diciamo che è una possibilità molto interessante, ma che meriterebbe ulteriori affinamenti ed una completa estensione della compatibilità ad ogni gioco.

Set-top-box o console?

A questa domanda è difficile rispondere in maniera universale, anche perché NVIDIA propone la Shield TV per entrambi gli scenari. Per come la vedo io può essere vero, anche se con un importante distinguo: soluzioni come la PlayStation 4 o la Xbox One nascono come console e si sono adattate anche a fare da set-top-box, mentre qui partiamo comunque dalla base di uno scatolotto multimediale con sistema operativo pensato soprattutto per tale scopo, adattatosi poi anche a fare da console. Continuerei quindi a ritenerlo tendenzialmente nella categoria dei set-top-box, anche se certamente al suo apice viste le potenzialità hardware ed un’esperienza ludica molto più completa dei concorrenti. Con un paragone geografico, è come se abitasse a 10-15 km dal confine col mondo console. Ci sono poi considerazioni che vanno da paese a paese: paradossalmente in Italia se la cava meglio per i giochi che per lo streaming, vista la reticenza dei servizi nostrani a supportare qualsiasi cosa nel salotto che non abbia il logo Samsung o LG. Nelle nazioni anglosassone, invece, è più valida la forma duale che ho menzionato poco fa.

Conclusioni

Se siete prevalentemente fruitori di Netflix e Prime Video, avete interesse per il gaming e, magari, nella possibilità di avere un server Plex snello e potente, allora la NVIDIA Shield TV è ciò che fa per voi. Un prodotto compatto e semplice da utilizzare, con funzionalità esclusive ben al di là rispetto le altre Android TV. La sua natura di set-top-box di fascia alta ha però un pesante rovescio della medaglia. La versione base, con soli 16 GB di memoria interna, costa ben 229,99 €. Quanto la Apple TV di quarta generazione da 64 GB e poco meno della PlayStation 4 Slim, che anzi talvolta è soggetta a promozioni che la fanno diventare persino più economica della Shield TV. Il fattore C(aro) è ancor più evidente nella variante Pro da 329,99 €: essendo pure di dimensioni maggiori, faccio difficoltà a consigliarne l’acquisto, considerato che a quella cifra ci si può portare a casa una console a tutti gli effetti insieme ad uno o due giochi. Nonostante queste considerazioni le do comunque 4 stelle e mezzo, perché ritengo questa Shield TV un potenziale best seller non appena gli ultimi broadcaster italiani rimasti fuori metteranno da parte le loro reticenze ed NVIDIA diventerà più aggressiva sul piano commerciale.

PRO
+ Gestisce il 4K con HDR
+ Design compatto (per la variante base) e particolare
+ Telecomando e controller entrambi in dotazione
+ Supporto per Netflix e Prime Video
+ Esperienza d’uso semplice e fluida (con lo zampino di Google)
+ Funzionalità di domotica
+ Buona cura degli aggiornamenti anche a lungo termine
+ Disponibilità di giochi esclusivi
+ Servizio cloud GeForce Now con veri titoli da PC

CONTRO
- Tagli di memoria discutibili e slot microSD rimosso
- Addio alla scocca in metallo
- Cavo HDMI non incluso nella confezione
- Prezzo elevato (specialmente per la Shield TV Pro)

DA CONSIDERARE
| Il telecomando con batterie rimovibili è una scelta polarizzante
| Prime Video è per ora ottenibile solo impostando la lingua inglese
| Lo stesso vale per Google Assistant
| Snobbata dai servizi in streaming italiani (ma ha buona compagnia)

Giovanni "il Razziatore"

Deputy - Ho a che fare con i computer da quando avevo 7 anni. Uso quotidianamente OS X dal 2011, ma non ho abbandonato Windows. Su mobile Android come principale e iOS su iPad. Scrivo su quasi tutto ciò che riguarda la tecnologia.

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