L’Apple Watch serie 3 ha rappresentato una importante evoluzione rispetto al suo predecessore, ma non per tutti e non ovunque. L’elemento primario che lo contraddistingue dalla vecchia generazione a livello hardware sta nella variante LTE con connessione dati, ma questa si può acquistare in 16 paesi al mondo, 4 dei quali aggiunti solo a maggio (Danimarca, India, Svezia e Taiwan). Ci sono altre migliorie che rendono interessante questa generazione – e che ho cercato di mettere a fuoco nella mia recensione – ma non era facile prevedere il risultato pubblicato da Canalys: venduti il 30% di Apple Watch in più nel secondo trimestre del 2018 rispetto al 2017.
Viti i limiti di distribuzione il dato è certamente positivo per l’azienda di Cupertino, che avrebbe potuto fare di più con un supporto maggiormente esteso della variante LTE (che non c’è in moltissime nazioni per mancati accordi con i provider telefonici). Per avere un’idea di quanto sarebbero potute cambiare le cose, basti pensare che è proprio la variante LTE ad essere la più venduta in Asia.
A livello globale, però, il mercato degli smartwatch è cresciuto più di quanto non abbia fatto Apple, ed è per questo che il suo share si è ridotto rispetto l’anno scorso. I principali competitor a recuperare terreno sono Fitbit e Garmin secondo Canalys. Ma se nel conteggio ci hanno messo pure tutti i fitness tracker a basso costo allora il confronto può essere facilmente drogato dai prodotti compresi tra 10€ e 50€, che non gareggiano proprio nella stessa categoria.