Recensione: Yongnuo YN360, una spada LED colorata per fotografia creativa

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Avrete sicuramente sentito dire che “la fotografia è luce”. Non mi riferisco soltanto all’etimologia del termine (che deriva dalle parole luce e scrittura in greco), quanto all’evidenza del fatto che senza luce non si può fotografare. Certo oggi abbiamo sensori capaci di meraviglie e delle implementazioni software (come quella della modalità notte dei Pixel) che ci fanno vedere più del nostro occhio in penombra o di notte, ma per una foto di qualità l’illuminazione è fondamentale. Questa non serve soltanto allo scopo di mostrare i soggetti ma anche a farlo in modo creativo. La disposizione e l’intensità delle luci cambia radicalmente il risultato di una fotografia, che può passare da dolce a drammatica anche spostandone soltanto una. C’è poi un altro aspetto che gioca un ruolo determinante: il colore. Avrete forse sentito parlare di filtri o gelatine colorate, che applicate sopra una luce ne modificano la tinta. Con il passaggio al LED l’aspetto cromatico è diventato sempre più facile da controllare, fino ad arrivare a modelli capaci di riprodurre nativamente sia il bianco caldo/freddo che i vari colori primari. Negli ultimi due anni ho iniziato progressivamente ad introdurre delle colorazioni nelle fotografie dei prodotti su SaggiaMente per renderle più riconoscibili ed accattivanti. Ho iniziato prima ancora che introducessimo il nuovo logo, ma fin da subito ho scelto di adoperare le tinte che lo caratterizzano. Molti utenti mi hanno chiesto come si ottengono questi risultati e per questo ho deciso di parlarvi della Yongno YN360.

Questa particolare luce LED ha la forma di una barra piatta lunga 57 cm, di cui 40 sono dedicati alla sorgente luminosa. Sul lato che contiene la luce troviamo in basso l’alloggiamento per la batteria ed una porta per alimentarla a filo, mentre dall’altro ci sono tutti i controlli. Sostanzialmente ci sono 4 piccoli tasti, una rotella ed un display a due caratteri.

L’utilizzo è davvero molto semplice:

  • Schiacciando la rotella si accende e si spegne la luce
  • Il pulsante RGB entra in modalità colore e la scritta si tinge di rosso, verde o blu per indicarci quale dei tre stiamo modificando. Ogni pressione passa al successivo e per ottenere il colore desiderato si usa la classica sintesi additiva (ad esempio il viola si ottiene con blu e rosso).
  • Il pulsante 3200/5500K passa invece alla luce bianca, realizzata tramite LED caldi (3200K) e freddi (5500K): anche in questo caso le pressioni sul pulsante alternano tra l’una e l’altra. Miscelando i due tipi si ottengono le temperature intermedie.
  • La rotella si gira per modificare l’intensità della tinta attualmente attiva, che sia RGB o bianco caldo/freddo, con valori che procedono a step di 10 se è attiva la modalità Coarse (pulsante in basso a sinistra) oppure di 1 con quella Fine.

Non c’è molto altro da aggiungere, direi, se non che una volta presa la mano sono davvero semplicissime da utilizzare. Per chi avesse necessità di una luce ancora più gialla o di scaldare le tinte RGB, è presente un filtro magnetico nella parte posteriore, che si stacca in un attimo e si può applicare davanti ai LED.

La dotazione include una sacca da trasporto con tracolla, che non è imbottita ma è comunque molto comoda. Al suo interno si possono mettere anche due YN360. Non è invece inclusa la batteria, cosa che accomuna la maggior parte di prodotti analoghi a meno di non acquistare dei kit messi insieme ad hoc da alcuni venditori. Il motivo è che si utilizzano delle batterie che sono praticamente uno standard per accessori fotografici, per cui molti già le possiedono. Inoltre esistono con diverse capacità, quindi è bene che ognuno scelga quelle che preferisce in base alle proprie esigenze. Io ho un kit che include il caricatore doppio e due Sony NP-F970 (o meglio, dei cloni delle originali), che costano davvero poco e durano tanto. Poi ho anche un kit con caricatore USB doppio e due NP-F550, che trovo più comodo fuori sede. Queste ultime sono le batterie “giuste” per le YN360 poiché non consumano tanto e si riesce a farci una intera sessione di scatto con una sola di queste piccole (diciamo un paio d’ore). Per questo motivo chi non vuole spendere tanto può benissimo scegliere il kit con caricatore singolo e due NP-F550 che costa circa 20€.

Personalmente tendo ad usare le YN360 proprio per la loro capacità di aggiungere colore alle immagini, mentre uso luci non RGB come key light, fill light o back light a seconda delle esigenze. Tuttavia mi capita spesso di usarle anche come background light per dare una tinta diversa allo sfondo. Diciamo che tutto dipende dai risultati che si vogliono ottenere. Non ho mai studiato illuminazione, anzi non ho mai studiato fotografia in termini canonici (intendo seguendo corsi o scuole dedicate), per cui gli schemi tradizionali per la disposizione delle luci li ho “scoperti” dopo anni che già li utilizzavo sul campo.

In modalità colore le YN360 richiedono un ambiente non troppo illuminato per poter essere ben visibili, per cui bisogna dosare la luce nel modo giusto. Vengono adoperati molti più LED per la luce bianca che è invece molto forte, infatti le trovo utilissime anche come kicker e con la loro forma sottile si prestano pure per essere nascoste dietro i soggetti per definirne i contorni (stile hair light). Eccovi alcuni esempi dei risultati ottenibili.

Nessuna foto

Ci sarebbe anche un’altra funzione potenzialmente eccezionale di queste luci che si rivela purtroppo del tutto inutile. C’è il Bluetooth, infatti, ma l’app correlata (che si chiama proprio YN360) funziona male. È proprio la logica che non va bene, perché non richiede abbinamento manuale e si aggancia in automatico una sola luce. Per altro senza neanche poter scegliere quale se se ne possiede più di una. Almeno questa è la mia esperienza, non so se magari esiste un metodo per allinearle ed usarle meglio che non sono riuscito a scoprire.

Faccio anche presente che da pochi giorni è uscita la nuova versione YN360 II Pro che ancora non ho provato, ma sulla quale nutro più di qualche dubbio. Intanto ha la batteria integrata, comodo per alcuni versi ma anche potenzialmente spiacevole visto che toglie la praticità di poter continuare ad utilizzarla con una nuova batteria quando la prima si scarica. Inoltre ha una forma cilindrica, quindi renderà più difficile anche alcuni tipi di posizionamento. Spesso, infatti, io adopero queste luci poggiate direttamente su un fianco o di piatto, cosa difficile se non impossibile con la nuova sezione circolare.

Conclusione

Voto 4,5/5Le Yongnuo YN360 sembrano un po’ le spade laser di Star Wars e, in effetti, possono rivelarsi delle vere e proprie armi in mano al fotografo. Sono dei veri coltellini svizzeri dell’illuminazione, che riescono a coprire le esigenze più disparate. In studio, come in mobilità, forniscono una buona quantità di luce continua, sia diretta che indiretta. Sono già molto valide per il bianco regolabile, ma il loro plus è certamente nella possibilità di aggiungere colore RGB. Non si riescono ad ottenere proprio tutte le sfumature possibili, ma i colori primari vengono tutti molto bene. Da quanto le possiedo sono certamente le luci che uso di più e non posso che consigliarle. Se avessero un controllo wireless capace di gestire bene anche dei set multipli, credo che ne comprerei almeno altre quattro. È vero che bisogna dotarsi a parte delle batterie, ma il prezzo su Amazon di 75€ è comunque molto buono. Ah, se non le dovete posizionare molto in alto, vi consiglio questi stativi mini che costano davvero una sciocchezza e ingombrano pochissimo.

PRO
+ Comodissime da posizionare in ogni dove
+ Semplici da usare
+ LED RGB con bei colori accesi
+ Controllo temperatura colore del bianco
+ Economiche

CONTRO
- L’uso via BT è sostanzialmente inutile

DA CONSIDERARE
| È uscito il nuovo modello ma sembra meno pratico di questo

Maurizio Natali

Titolare e caporedattore di SaggiaMente, è "in rete" da quando ancora non c'era, con un BBS nell'era dei dinosauri informatici. Nel 2009 ha creato questo sito nel tempo libero, ma ora richiede più tempo di quanto ne abbia da offrire. Profondo sostenitore delle giornate di 36 ore, influencer di sé stesso e guru nella pausa pranzo, da anni si abbronza solo con la luce del monitor. Fotografo e videografo per lavoro e passione.